La cosa continuò ancora per un po’ di tempo ma una sera Luisa, mentre Carlo di dedicava alle sue dolci estremità, gli chiese a bruciapelo “Ti piacerebbe continuare questa vita per sempre?” . Carlo restò quasi sbigottito. Quella domanda lo eccitò enormemente. In pochi secondi gli passarono davanti agli occhi, come tanti fotogrammi, tutto ciò che negli ultimi mesi aveva fatto con la moglie… era ciò che aveva sempre sognato: appartenere totalmente ad una donna, esserne suo schiavo e dal momento che ciò capitava proprio con la donna che aveva sposato era il massimo che poteva capitargli. “Amore mio, ma è la cosa che ho sempre sognato… io voglio appartenere a te, voglio essere il tuo schiavo per l’eternità, non desidero altro che adorarti per il resto della mia vita…” disse Carlo quasi commosso. Luisa chiuse gli occhi mentre lui continuava ad adorarle stando nudo in ginocchio davanti a lei. “Bene, allora faremo un patto di sangue, un accordo… una specie di contratto, insomma, nel quale tu ti scorderai di essere un uomo libero e mi donerai totalmente la tua persona, io avrò su di te il potere di vita e di morte, accetti?” disse lei decisa. “Si, signora mia, non voglio altro” rispose lui. “Guarda che poi non potrai più tornare indietro, se un giorno ti dovessi ricredere ci sarebbe una sola possibilità di uscirne: il divorzio” precisò Luisa. “Ma che dici, amore, io non potrei mai vivere senza di te, sono pronto ad iniziare qualunque accordo o contratto che sia…”. La cosa che era iniziata quasi per un gioco erotico perverso, ora stava totalmente cambiando, diventava un impegno di vita, ma a Carlo ciò non interessava, la sua indole gli imponeva un certo comportamento e ne era felice. Luisa, dal canto suo, pensava al grande potere che ora poteva gestire, avrebbe potuto vivere come una dea per sempre e ciò la rendeva più forte che mai. Fece stendere Carlo ai suoi piedi, con la pancia verso l’alto e poggiò i piedi calzati da sandali con il tacco sul ventre di lui, accese il televisore con il telecomando ed iniziò uno zapping mentre ogni tanto, fumando, gli conficcava i tacchi nella pelle. Era tardi, su un canale straniero proiettavano un film porno, lei guardava con interesse un uomo nudo che si masturbava guardando una donna che ballava . Carlo sentiva il dolore dei tacchi nella carne, girò gli occhi verso la tv e vide la scena, chiese: “Ma cara, che fai? A te non piacevano i film porno…”. “Questo mi piace, ora voglio guardare altri uomini nudi, me ne voglio fare una cultura, poi mi eccita un uomo che si masturba, mi piace moltissimo pensare ad un poveraccio che da solo deve godere umilmente guardato da una donna…” maliziosamente rispose lei. Nel film arrivò un altro uomo nudo ed insieme iniziarono a scopare la donna, allora Luisa disse “Vedi? ad una donna non basta un uomo solo, per godere a pieno ce ne vogliono almeno due…” a Carlo si seccò la gola, non ebbe la forza di ribattere, ma gli cadde il mondo addosso quando per un attimo pensò che quella poteva essere una richiesta della sua donna, ora sua signora, e che lui non poteva dirle di no… Nel mentre Luisa prese a masturbarlo comprimendo il pene tra la suola del suo sandalo e la pancia di Carlo, ogni tanto premeva i testicoli facendo letteralmente sobbalzare il povero marito, poi velocizzò il movimento finché lui non venne copiosamente… In realtà Luisa amava moltissimo Carlo per cui sicuramente avrebbe fatto fatica a tradirlo, ma se la cosa serviva a farlo soffrire ed a subordinarlo ancora di più, allora almeno ne parlava. Sapeva che già parlando lui stava in tensione per cui ne approfittava. Lo stato di prostazione di suo marito era la sua goduria. Durante la giornata non faceva altro che pensare a quello che gli avrebbe fatto la sera, la sua mente era diventata una fornace di idee: “stasera gli lego i testicoli e poi …. Stasera lo frusterò sul membro … ecc…” erano i suoi pensieri continui. In ogni caso lei, da bellissima donna che era, aveva moltissimi corteggiatori e…ora che poteva, qualche sfizio se lo sarebbe fatto passare anche se era difficile iniziare. Carlo, dal canto suo, in realtà la cosa lo eccitava molto: pensare alla moglie che godeva con un altro lo ingelosiva molto ma lo faceva sentire ancora di più suo schiavo devoto “Una padrona deve poter godere a pieno della vita e, purtroppo, il sesso fa! parte della vita…”, pensava, “lei è la mia dea ed io devo fare del tutto per farle fare la vita che più le piace e… se vorrà avere un altro uomo, lo avrà anche se a me non fa piacere”. La cosa lo eccitava tanto che continuava il via – vai in bagno durante l’ambulatorio . Un giorno l’infermiera, Adriana – una bellissima ragazza con i capelli rossi – non accortasi che Carlo era in bagno aprì la porta mentre lui si stava masturbando, rimasero di stucco entrambi: lei con la porta aperta , gli occhi spalancati e la lingua in gola a guardare il suo capo che si teneva il gingillo eccitato in mano, e lui , come una persona che viene svegliata da un sogno bellissimo, totalmente stralunato. Carlo tentò di chiudere subito la cerniera, istintivamente, ma la pelle del suo membro sui incagliò nella zip; il dolore fu improvviso, fortissimo ed irresistibile, tanto che svenne. Adriana lentamente lo portò sul lettino, gli abbassò i pantaloni liberando con una pinzetta la pelle dalla zip e gli passò della pomata disinfettante sulla ferita. Con molto stupore notò, mentre gli scopriva il pube, dei segni strani sulla pancia, come di chiodi, andò più a fondo e notò, scoprendo anche il petto, i segno delle frustate “Ma che cavolo di ferite!“ meravigliandosi esclamò, comunque notando che lui stava per riprendersi lo ricoprì. Quando Carlo rinvenne la sua infermiera, con i guanti sterili, gli stava medicando la ferita e quindi la vide mentre stava con il suo pisello in mano. “Adriana, cosa stai facendo?” chiese con stupore, “Dottore, non è nulla di grave, non si preoccupi, solo una piccola lacerazione, passerà subito” mentre continuava a spalmargli la pomata, quasi come se lo masturbasse. Il movimento della mano di Adriana gli provocò un inizio di eccitazione e, tirandosi la pelle, anche un gran dolore per cui lui ebbe una smorfia sul viso. “Le fa male dottore?” chiese candidamente Adriana, “Lascia, grazie…” disse subito lui ricomponendosi “Fai entrare la prossima vi! sita”. Le visite ripresero, alle 16 in punto lui disse “Devo andare a casa, sono finite le persone in attesa?”, “Si dottore, come lei aveva chiesto ne ho prese tante da non sforare con l’orario”. “Ok Adriana, possiamo prepararci, allora”. Mentre si toglievano i camici bianchi lei disse: ”Scusi dottore, lo so che non sono fatti miei, ma ho notato delle brutte ferite sulla pancia e sul petto, dovrebbe medicarle, altrimenti…” non terminò che lui riprese “Non ti preoccupare, me ne occupo io” e chiuse il discorso. Come aveva fatto tante altre volte lei si tolse le calze bianche per mettersi i collant e lui notò i suoi bellissimi piedi che precedentemente non aveva mai notato, quello sguardo colpì Adriana “Cosa c’è dottore? Qualcosa che non va sui miei piedi? Emanano cattivo odore?” disse lei, “No, anzi, sono molto belli e curati” disse lui. “Mi piace curarli, credo che sia una delle parti del corpo di una donna da rivalutare, al mio ragazzo piacciono molto, lui dice che a tutti! gli uomini piacciono, a me piace molto guardarlo mentre me li bacia…” Questa frase provocò a Carlo grande eccitazione e grande dolore tanto che dovette toccarsi con le mani, Adriana se ne accorse ed intervenne subito, lasci, dottore, faccio io. In modo del tutti inatteso l’infermiera gli sbottonò i pantaloni, gli abbassò i boxer ed ebbe di nuovo al suo cospetto il membro eccitato del capo. Maliziosamente chiese: “vuole che le ripassi la pomata o….” massaggiandogli il glande. Carlo non rispose, emise solo un grugnito, allora lei lo prese in bocca e con la lingua passò più volte sulla ferita. Carlo le venne copiosamente in bocca quasi urlando dal piacere. “Era tempo che desideravo prendertelo in bocca, ti ho guardato spesso in questi giorni masturbarti, dalla serratura…ho capito quei segni: sei un masochista, vero?” disse lei contenta. “Si, è così…mia moglie…”, “anche il mio ragazzo lo è ed a me piace montargli sulla schiena con i tacchi e cavalcarlo…tutti uguali voi uomini…ne! ero certa… “….
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