Ora Carlo era in un bel casino: da quando desiderava trovare una donna dominatrice che lo mettesse sotto addirittura ora ne aveva ben due, moglie e segretaria – infermiera. Quella sera tornando a casa ripensava a ciò che gli era capitato ed alla scusa che doveva trovare con Luisa per la ferita al pene. Pensò di dirle la verità: che si era ferito chiudendo la lampo e difatti la moglie gli credette, anzi ne approfittò per portarlo in una fortissima erezione cosicché sentisse male. Luisa, però, quella sera volle andare un po’ oltre “Stasera, mio caro, voglio parlare un po’” disse. Legò le mani di Carlo dietro la schiena, lo fece inginocchiare e si sedette sulla solita poltrona a fumare mentre ammirava la stupenda erezione che lui gli offriva. Ogni tanto con la punta della scarpa gli stuzzicava il pene facendolo gioire ancora di più. “Allora, caro il mio ometto, come ti senti in questa condizione?” chiese divertita, “Benissimo, mia signora” rispose immediatamente lui. “Sai” riprese “oggi in ufficio abbiamo fatto un sondaggio: tutte le donne presenti stanno vivendo una situazione più o meno uguale alla mia, in conclusione nel futuro il mondo sarà sempre più in mano nostra” dichiarò lei. “E’ una situazione che mi aspettavo” riprese Carlo “in realtà è da molto tempo che penso che stiamo andando verso una società matriarcale e la cosa più strana è che tutti i maschi ne sono consapevoli, quasi tutti noi stiamo cedendo le armi”. “Sai che penso Carlo? Che tra pochissimi anni il mondo sarà governato totalmente da donne e voi… sarete solo utilizzati per essere munti e basta”. La situazione causò ad entrambi ancora maggior eccitamento tanto, con la punta della scarpa iniziò a stuzzicargli lo scroto giocando con i suoi testicoli come se fossero delle biglie. “Vedi, mio caro, la donna lo ha sempre saputo di essere superiore, ma, oggettivamente, le nostre madri non avevano il coraggio necessario per venire fuori, oggi è tutto diverso…Che ne diresti se tu ti dedicassi di più alla casa? Potremmo evitare di pagare la cameriera, la mia attività sta andando abbastanza bene e guadagno abbastanza per tenerti in casa…” La domanda, fatta con spirito di stuzzicare, causò una fortissima eccitazione a Carlo e l’accelerazione del movimento del piede di Luisa gli provocò un fortissimo ed inaspettato orgasmo. “Devo pensare che la tua risposta è si?” chiese lei indicando la grossa macchia di sperma sul pavimento e sulla sua scarpa “Amore mio, mio unico bene, io farei tutto per te pur di dimostrarti la mia sottomissione, mettimi alla prova… prenderò un periodo di aspettativa in ambulatorio e proveremo questa nuova esperienza” disse lui con gli occhi lucidi, poi si chinò ed iniziò a pulirle la scarpa. “Bene, allora faremo così: dirò alla cameriera che staremo fuori per 1 mese e proverò la mia nuova persona di servizio, ok?”,”“Si, Signora, faccia come crede” disse lui umilmente. ”Benissimo allora inizieremo da domani, subito, prendo un foglio di carta ed una penna così ti appunterò le cose che voglio: 1. Sveglia con colazione alle ore 8.00, ti voglio nudo ed eccitato, mi piace guardarti la mattina mentre lo sei – 2. Durante la giornata non ci vedremo perché io sono impegnata in ufficio, tu ti dedicherai a tutte le faccende di casa, indosserai l’abitino della cameriera che ha un gonnellino corto, senza le mutande, così sarai più disponibile – 3. La sera mi aspetterai sempre nudo ed eccitato, farai le cose che fai già, ma mi servirai la cena mentre tu te ne starai sotto il tavolo a leccarmi i piedi – 4. Io svolgerò la vita che voglio, potrò avere anche altri uomini se lo vorrò e tu ne sarai felice, pensa che una padrona deve sempre vivere felice altrimenti che padrona è?…” A quest’ultima affermazione Carlo ebbe una smorfia di dissenso “…Sono molto geloso, lo sai…” disse lui “…il solo pensiero di saperti tra le braccia di un altro…” non terminò che lei subito rinvenne “Mi sa che ti dovrai abituare, mio caro, io ho deciso ! così, se ti sta bene continuiamo altrimenti… “. Lui non parlò, si chinò solo a baciarle la punta del tacco della scarpa dicendo “Sono il suo schiavo devoto signora, faccia come crede…”. Un sorriso di potenza si stampò sul volto di Luisa che afferrò Carlo per i capelli e, portandolo verso il suo pube disse “ora leccami bene che voglio godere…. schiavo…”
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