Era un pomeriggio di inizio estate ed anziché andare in spiaggia abbiamo organizzato una capatina in città e fare dello shopping. In macchina percorrevamo le vie della città, in verità non molto affollate ed ad un incrocio ci siamo imbattuti con sue albanesi che elemosinavano con la scusa di pulire il vetro. Anna è rimasta fissa davanti a se e non riuscivo a capire questa sua espressione, gli ho chiesto cosa aveva e lei seguitando a fissare davanti a se ha risposto “Dio che bel maschio”. Ho guardato anch’io nella direzione del suo sguardo ed ho visto un uomo avvicinarsi, gentilmente ci ha pulito il vetro anteriore e mentre lo facevo ho potuto vedere che guardava le cosce, generosamente offerte, di Anna. Lei è rimasto tutto il tempo a fissarlo e quando si è avvicinato al finestrino per l’obolo, ha preso dalla borsetta una banconota e gliel’ha dato. Il semaforo è ritornato verde ed è dovuta ripartire, l’ha guardato dallo specchietto retrovisore fino a che è scomparso. L’ho lasciato fare senza interromperla e quando è ritornata in se gli ho chiesto se gli piaceva. Mi ha risposto che aveva avuto un colpo allo stomaco ed anche il clito ha vibrato donandogli una piacevole sensazione. Lo desiderava ed a tutti i costi l’avrebbe avuto, mi ha pregato di scendere e di lasciarla da sola. Accontentandola sono sceso con la promessa che mi avrebbe chiamato solo dopo aver terminato. Si è levato il perizoma ed avendo una mini a portafoglio, lo ha slacciato aprendola sul davanti e mettendo in bella mostra la fica. È ripartita e l’ho seguita con lo sguardo fino a che non è sparita. Ho girato per circa un ora e valutando il tempo trascorso ho immaginato che era riuscita nel suo intento. Mi ha chiamata la telefonino per sapere dov’ero, gli ho detto il posto è poco dopo è venuta a prendermi. Sono salito in macchina l’ho guardato, aveva un’espressione rilassata e contenta, sorrideva, così gli ho chiesto:- Com’è andata?- Benissimo.- Sei riuscita a conquistarlo?- Certo, forse metti in dubbio le mie doti?- No di certo. Dai racconta.- Sono ritornata sul posto, era lì, bello, appena sono arrivata all’incrocio è venuto da me per pulirmi il vetro. Come hai visto ho aperto la gonna ed ho lasciato che la fica si vedesse, per migliorare l’offerta ho allargato le gambe. Aveva iniziato a pulire il vetro ed a subito visto lo spettacolo che mostravo, è venuto al finestrino guardandomi la fica. Ho preso una banconota e l’ho fatta cadere di proposito sulla fica, lui ha allungato la mano è l’ha raccolta, prima di ritirarlo ha passato il pollice lungo lo spacco, ha affondato un pochino. Ero bagnata per il desiderio, così mi ha detto che se avevo voglia del suo cazzo dovevo pagarlo. – Tu cosa hai risposto?- Ero sorpresa per la richiesta, ma guardando la mano che strofinava la patta dei pantaloni, non ho saputo resistere e gli ho chiesto quanto voleva. Sorridendomi e seguitando a accarezzarsi lascivamente mi ha risposto che voleva 100.000 lire.- Hai accettato?- La richiesta mi ha lasciato un pochino interdetta, non avevo mai pagato un uomo per farmi montare.- C’è sempre una prima volta.- A te non è dispiaciuto che ho accettato?- Dispiacermi è perché mai?- Di aver pagato un uomo.- Tu sei libera di fare quello che più desideri e questo, come hai potuto notare, non lo dico solo a parole ma dimostrandolo con i fatti.- Di tutto questo te ne sono infinitamente riconoscente e grata.- Dai seguita il racconto che mi sto eccitando anch’io.- Sono dovuta ripartire perché il semaforo era di nuovo verde e le macchine che stavano dietro avevano iniziate a claksonare. Ho fatto il giro dell’isolato, ho riflettuto ancora di più alla strana richiesta e per soddisfare il mio desiderio dovevo piegarmi a ciò. Sono ripartita e l’ho raggiunto di nuovo, la fica era in bella vista coperta solo dalla banconota da 100.000 lire. Lui ha sorriso soddisfatto ed è salito al mio fianco. Mi sono diretta in un posticino tranquillo, mentre lui aveva preso la banconota e l’aveva messo in tasca. Raggiunto la tranquillità ho sfilato la mini da sotto il sedere ed ho levato il top, ero nuda per la sua e la mia soddisfazione. Mi sono chinata sulla patta e ho armeggiato sulla chiusura l’ho aperta, ho messo la mano dentro, ho scostato l’elastico delle mutandine ed ho afferrato il cazzo. Era caldo e duro e sorprendentemente più grosso del normale, mi stavo chinando per prenderlo in bocca quando lui mi ha fermato, pretendeva il preservativo. Ho cercato nella borsa e stranamente non l’avevo, lui a quel punto ha aggiunto che se lo volevo al naturale dovevo raddoppiare la cifra. L’ho guardato negli occhi, credevo che stava scherzando invece diceva la verità, non volevo per nulla mollare quella grazia di Dio e così ho accettato. Ho preso dalla borsa un’altra banconota da 100.000 lire e gliel’ho dato. Stavo ancora una volta abbassandomi su quel cazzo per prenderlo in bocca quando lui mi ha fermato ancora una volta dicendomi che il prezzo pattuito era solamente per la fica, ogni buco in più c’era un aumento di 50.000 lire. Ho preso dalla borsa altre 50.000 lire e gliel’ho dato, mi sono rituffata sul cazzo e l’ho preso in bocca. Era saporitissimo, come se fosse stato speziato, forte ma buono. L’ho leccato e rileccato, l’ho stretto in bocca succhiandolo, l’ho spompinato fino a che non mi ha fermato. Mi ha disteso sul sedile reclinato e dopo avermi puntato la cappella alla fica ha spinto il cazzo tutto dentro. L’ho ricevuto con desiderio, ero bagnatissima e questo dimostravo il mio desiderio nei confronti del cazzo. Coprendomi con il suo corpo mi ha chiavato fino a scaricare gli schizzi di sborra calda dentro l’utero. In quel momento anch’io stavo godendo e lo tenevo abbraccio stretto a me. Lui si è divincolato e si è staccato, volevo pulirgli in cazzo prendendolo in bocca ma ha preferito pulirsi con i capelli. Mi ha fatto avvicinare ed ha messo il cazzo in mezzo ai capelli pulendolo tutto quanto. Con un klinex ho pulito la fica dalla sborra mentre lui si rivestiva, anch’io ho indossato il top ho rimesso la mini e l’ho allacciata. Siamo ripartiti per ricondurlo sul posto dove l’avevo incontrato, prima di scendere mi ha detto che se volevo rivederlo dovevo accettare la sua proposta. Gli ho chiesto quale proposta voleva farmi e lui sorridendomi guardandomi negli occhi mi ha detto apertamente che dovevo far parte della scuderia di un suo amico.- Scuderia? Che cosa significa scuderia?- Per scuderia lui intendeva l’harem del suo amico:- L’harem? Che è musulmano?- No così come tu intendi ma per scuderia significa che devo fare la puttana per un suo amico.- Hai accettato?- Non ho risposto.- Ma tu sei tentata ad accettare?- Non so, non so dirtelo, sinceramente forse- Vuoi fare la puttana?- Sinceramente ti rispondo che andare sul marciapiede mi fa paura ed ancora di più essere costretta da un magniaccia. Riconosco altresì che è molto squallido ma sicuramente interessante. Poi vorrei aggiungere che non fare nulla che offenda la tua dignità.- Ti ripeto quello che già in precedenza ti ho detto, per me puoi fare quello che vuoi e se il tuo desiderio è quello di fare la puttana puoi farlo apertamente e quando vuoi.- Vedi se ci fossero le case chiuse, con onestà ti dico che li avrei già frequentate, ma il marciapiede mi lascia un tantino titubante. Ho toccato i capelli e fra le ciocche c’era ancora qualche grumo di sperma, ho toccato la fica esplorandola con un dito, era bagnata ed ancora imbrattata di sborra. Gli ho offerto il dito bagnato e lei l’ha leccato assaporandolo e compiacendosi del buon sapore.
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