Avevo preso da poco il brevetto d’allenatore professionista, dopo una lunga gavetta nelle squadre primavera che avevo portato anche alla vittoria di scudetti. Avevo deciso di fare il salto di qualità che mi avrebbe permesso di allenare squadre professionistiche in Italia. Avevo ricevuto qualche proposta dalla serie C ma non le avevo dato molto peso, anche perché i guadagni erano molto bassi, e le tifoserie molto esigenti, ed io non mi sentivo affatto il salvatore della patria. Così dopo mesi di inattività, che mi fecero ripensare alla scelta fatta, mentre stavo pensando di tornare alle giovanili di qualche squadra, per disputare ancora i campionati primavera, ebbi una strana offerta, molto allettante però. Un emissario della squadra della città di Lagos, Nigeria, mi proponeva un ingaggio vicino ai 500 milioni di lire, che però, avrei riscosso solo in caso di vittoria dello scudetto dello serie A nigeriana. In un primo momento mi sembrò abbastanza strana come offerta, ma poi decisi d’accettare, anche perché la vedevo come una vera e propria sfida che, se finita bene, mi avrebbe cambiato la vita. Dopo circa due mesi, nei quali segui dei corsi per imparare la loro lingua, partii per la Nigeria, lasciando mia moglie e mio figlio in Italia. Giunto in Nigeria, mi resi subito conto che la situazione era molto diversa da quella che avevo lasciato in Italia; infatti lì non c’erano stadi, gli allenamenti erano minimi perché i giocatori della mia squadra avevano tutti il doppio lavoro. Cominciò il campionato, tra tutte queste difficoltà, e dopo 5 partite, tutte perse, rischiavo addirittura l’esonero, finche decisi che era giunto il momento di compattare il gruppo nel bene e nel male. Proposi al presidente dei premi per i giocatori in caso di vittoria dello scudetto, questi furono accettati, così i ragazzi lasciarono i loro lavori e si dedicarono al campionato, cominciarono ad arrivare anche i risultati, alla decima partita avevamo recuperato 9 punti sulla prima e non eravamo più ultimi, ma ottavi. Verso la fine del girone d’andata, viaggiavamo ad un rito esorbitante, eravamo terzi a due punti dalla prima ed uno dalla seconda. Alla venticinquesima giornata finalmente ci fu l’aggancio alla vetta anche se a pari punti con la prima; il sorpasso si realizzo a due giornate dal termine e finalmente il campionato finì, e noi vincemmo lo scudetto, ma dovevamo giocare ancora la finale della Champions League africana. Una settimana dopo vincemmo anche quella, e così la festa negli spogliatoi fu veramente esplosiva; infatti, eravamo tutti ubriachi e soprattutto seminudi, indossavamo solo gli slip. Ci infilammo nelle docce ognuno con la sua bottiglia di champagne, che io mi ero fatto mandare dall’Italia. Alcuni dei calciatori andarono a festeggiare con le loro mogli o fidanzate, i single che erano 5 o 6, rimasero a festeggiare con me, negli spogliatoi. Continuammo a bere e cantare per un po’ fino a quando stremato, mi sdraiai a pancia in giù sulla panca, con addosso solo gli slip; fu allora che nelle loro menti scattò la scintilla… Infatti uno di loro mi levò di dosso le mutande e cominciò a leccarmi il buco del culo, io non mi rendevo conto di cosa mi stavano facendo, e così loro continuarono indisturbati nel loro intento. Cominciarono a ficcarmi prima una poi due ed infine tre dita nel culo, fino a quando vista la mia resistenza, decisero di penetrarmi con la bottiglia di champagne. Dopo avermi dilatato ben bene, decisero di passare alle cose serie e uno di loro cominciò ad infilarmi in culo un cazzone nero, che non aveva paragone né con la bottiglia né tanto meno con le dita. A questo punto cominciai a realizzare quello che mi stava succedendo, volevo protestare, ma non ne avevo la forza e forse in fondo nemmeno la volontà, perché dopo aver avvertito un dolore lancinante la cosa cominciò a piacermi. Mi voltai e vidi gli altri 5 che aspettavano chissà che cosa… ma lo capì subito, infatti a turno mi incularono tutti e mi riempirono di una notevole quantità di sperma. La cosa cominciò a piacermi, gli proposi di fare un altro giro, però stavolta volevo comandare io il gioco, e feci sdraiare sulle panche tutti e sei, con i cazzi bene in tiro, mi sedetti su quello di Gorgeus che era l’attaccante della squadra, e cominciai ad andare su e giù fino a stremarlo e a farlo venire ancora dentro di me, poi , con il culo grondante di sperma, gli ordinai di farmi un pompino, e lui accetto i miei ordini, cominciò dapprima a leccarmi le palle, poi la cappella ed infine tutta l’asta, poi se lo infilò in bocca socchiuse le labbra e lo fece scivolare giù fino alla gol! a provocandomi un piacere immenso, gli altri ci guardavano estasiati, aspettando il loro turno. Venni abbondantemente e violentemente nella bocca di Gorgeus e gli ordinai di ripulire tutte le gocce di sperma presenti sul mio cazzo, lui obbedì e una volta finito andò sotto la doccia. Con Ousmane fu diverso, decisi di fargli provare quello che avevo provato io e lo feci mettere alla pecorina, gli altri ragazzi cominciarono a ficcargli in culo di tutto, poi decisi che era il mio momento entrai nel suo culo, come un treno in una galleria, lo sfondai letteralmente, cominciai ad agitarmi dentro di lui mentre fui preso alle spalle da Wiston che vedendomi in quella posizione decise di sodomizzarmi ancora; formavamo una catena a tre che si muoveva aritmicamente sotto i colpi di Wiston, gli altri decisero di unirsi alla festa, e piazzarono avanti alle bocche di noi tre che ci stavamo inculando, i loro cazzi, noi li prendemmo avidamente in bocca e cominciammo a godere più che mai, cominciammo a venire uno alla volta, il primo fu Ousmane che venne sotto i miei colpi in culo, mentre era intento a spompinare Jill e si stava masturbando. Poi a turno raggiunserò l’orgasmo prima Wiston che mi venne in culo, poi Jill in bocca ed io in culo a Ousmane. Ci infilammo tutti sotto la doccia Mark andò via perché aveva il treno per casa, e noi rimanemmo in sei. Io mi scelsi il mio partner per trascorrerci la notte, e gli altri andarono via anche loro a coppia. Scelsi Gorgeus ovviamente perché era il più carino ed anche perché aveva il cazzo più grosso almeno così mi era sembrato. Andammo a cena tutti insieme, poi ci rifugiammo nelle suites di un albergo costosissimo, ovviamente pagato dal presidente. Entrati in camera, cominciammo a parlare del più e del meno, mi disse che gli sarebbe piaciuto allenare una squadra, magari essere il mio secondo, anche perché all’età di 37 anni era stanco di giocare a calcio, e voleva sperimentarsi in nuove avventure. Io decisi di prendere l’iniziativa, cominciai a denudargli il petto e a baciarlo, gli leccai il collo, passai la lingua anche dietro le sue orecchie, poi decisi di baciarlo in bocca, lui prima rimase sorpreso poi ricambio il mio bacio e mi posò una mano sulla patta dei pantaloni, in men che non si dica mi abbassò i pantaloni e le mutande, si chinò e cominciò a baciarmi il cazzo che ormai era gonfio. Dopo un po’ avvolse il mio cazzo con le sue labbra, e cominciò il pompino più bello della mia vita, ogni tanto si fermava, mi leccava le palle e la cappella e poi lo riprendeva in bocca, mi fece venire nella sua bocca, non buttò via nemmeno una goccia, e mi baciò, sentivo il sapore del mio sperma in bocca e volevo ricambiarlo. Gli levai pantaloni e mutande lo feci sdraiare e cominciai a prenderlo in bocca fino a quando mi afferrò per i fianchi e si piazzò il mio cazzo avanti alla sua bocca, cominciammo un 69 indimenticabile, venimmo contemporaneamente l’uno della bocca dell’altro. Gorgeus era ancora insoddisfatto, voleva essere inculato, si spalmo un po’ di crema sul culo, si sdraiò a pancia in su, portò le gambe al petto e mi afferrò, non mi feci attendere, appoggiai la mia cappella sul buco, e cominciai a spingere prima piano poi violentemente, fino a venire dentro di lui. Gorgeus era stremato, si addormentò quasi subito, io rimasi a guardarlo per un po’, poi lo abbracciai e mi addormentai vicino a lui. Dopo altre 4 stagioni nel Lagos, nella quali avevamo vinto 3 scudetti, due coppe campioni, e quattro coppe di Nigeria, io avevo deciso di tornare in Italia per allenare, con Gorgeus in seconda. Nei 5 anni in Nigeria, avevo visto mia moglie e mio figlio 4 o 5 volte al massimo, e perciò c’eravamo anche separati. Stavo con Gorgeus da quella notte, eravamo innamoratissimi e vivevamo insieme, avevamo accumulato un bel po’ di soldi e potevamo vivere di rendita, ma avevamo ancora voglia di sfondare nel calcio e non solo…
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