Prima di iniziare il racconto devo premettere che faccio il volontariato come barelliere nelle ambulanze.Una sera di metà giugno mi arrivò la telefonata del responsabile dei turni, mi chiese se potevo fare un turno sabato notte insieme ad alla mia squadra, composta da 4 persone (3 + 1; quest’ultimo si alterna con uno dei 2 barellieri per gli interventi). Dopo aver sentito il resto del gruppo, detti la conferma. La destinazione era a circa 40 km da dove abitiamo e che ci rimborsavano subito la benzina.Dopo aver mangiato insieme ci dirigiamo sul posto e diamo i nominativi di chi fa il turno, da premettere che la squadra è composta da 2 ragazze e 2 ragazzi. Passammo una serata tra giocata a carte e la visione di un film.Verso mezzanotte andammo tutti a dormire, tranne io che non riuscivo a prendere sonno. Visto che non riuscivo a dormire, andai a fare una passeggiata fuori, mi sembrava di essere in un posto sperduto, visto che la sede era a 5 km dal paesino. Mi giro per tornare indietro e mi presi uno spavento, non mi ero di Anna che m’era arrivata alle spalle con passo felpato. “All’animaccia tua Anna, mi vuoi fare prendere un’ infarto?” “Scusa Tony – rispose – Non volevo farti spaventare” “Non riesci a dormire?” chiesi “Non riesco a dormire e non so come passare il tempo”. Visto che entrambi non riuscivamo a dormire, le proposi di controllare l’ambulanza.Dopo aver controllato che tutto era a posto, mi girai e vidi Anna che singhiozzava “Anna – chiesi – che hai?” “Il fatto e che ho paura di perdere il mio ragazzo. Questo perché non sono stata, secondo lui, all’altezza di fargli un pompino e per il fatto che sono ancora vergine”. Abbracciandola le dissi che era uno stronzo, poiché non sapeva quello che si perdeva. “Oltre il fatto che è uno stronzo, che cosa intendi dire con “non sa cosa si perde” chiese tra un singhiozzo e l’altro. “La gioia di essere il primo a sverginarti e a farti provare la gioia sesso”. “Avevo tanta voglia dir farlo con lui, ma adesso m’è passata la voglia “. “Non fare così. E’ un bravo ragazzo, anche se è uno “pò” stronzo. Se vuoi ti posso aiutare io?” “Ma dai Tony, sei un caro amico. Mi sentirei in imbarazzo a farlo con te, a parte che sono fedele” “Appunto per questo – le dissi – Siccome sono tuo amico posso aiutarti. Se lo tradirai in questo momento, non farai altro che rinforzare il vostro legame” “Se quello che dici è vero – rispose – allora mi posso fidare di te”. “Si”Le afferrai, dolcemente, la testa e la baciai delicatamente, fino a che lei non si lasciò andare fra le mie braccia. A quel punto le nostre lingue si intrecciarono e ci baciammo in un vortice di passione.A quel punto, dopo averle tolto la maglietta, la faccio coricare sulla barella. Dopo averle palpeggiato le tette, sode e piccole da stare in una mano quasi aperta al massimo, inizio a scendere fino ai pantaloni, li sbottono, le abbasso la cerniera lampo e le infilo un dito dentro gli slip. “Ti prego Tony – mi disse bloccando la mia mano – vacci piano, sono ancora vergine” “Non preoccuparti – le dissi – farò il più dolce possibile”.Mi mollò la mano e mi andentrai dentro gli slip, raggiungendo la sua figa già bagnata per l’eccitazione. La penetro dolcemente col dito medio e lei, inarcando leggermente la schiena, lanciò un piccolo gemito di goduria. Continuai fino a che non stava per venire “Perché hai smesso ? – mi chiese – Stavo per godere” “Aspetta e vedrai”. Per farla rilassare le do un altro bacio passionale; dopo scendo sul collo e, tra un bacetto e l’altro sulla sua candida pelle, arrivo ai seni, dove inizio a leccarli delicatamente. Decido di continuare a baciarla in tutto il corpo e, contemporaneamente, con le mani, le massaggio le tette, finchè non arrivo alla sua fighetta bagnata. A quel punto le divarico le gambe e ci ficco la testa iniziando subito a leccarle la passera. Anna ebbe un forte gemito, seguito dall’inarcuamento della schiena. Dopo un po’ inizia a delirare “Siiii…. Quant’è bello…. Mi sento in paradisoooo… Che cosa mi sono persa… Dai Tonyyy…. Dacciii sottooooo…. Sto per… venireeeeeeeeeeee….” Alla fine della goduta e dopo essersi rilassata, saltò dalla barella e, fregandosene che era ancora nuda, uscì fuori dal mezzo di soccorso ultra felice. “Anna, ma che cazzo fai – gridai sottovoce – Rientra subito in ambulanza, non ti accorgi che sei nuda” “Ops, hai ragione ” e, dopo essere schizzata dentro, meno male che non ci ha visto o sentito qualcuno, disse “Ti ringrazio, m’hai fatto passare 15 minuti divinamente. Che posso fare per sdebitarmi?”.Cogliendo la palla al balzo, la faccio sedere sulla barella, estraggo fuori l’arnese e glielo piazzo davanti la bocca ” Mica pretendi che ti faccio un pompino – disse – Guarda che non l’ho mai fatto e non lo voglio fare. Mi fa schifo “. ” Non dire che ti fa schifo, se non lo provi “. Dopo un po’ di tentennamenti, finalmente lo agguanta. Iniziò a leccarmi pian piano la cappella, poi si prese di coraggio e cominciò a ficcarselo in bocca, fino ad arrivare alle palle. “Mmmh – continuando a farmi la pompa – niente male però, mi stà iniziando a piacere” . A quel punto, neanche ho avuto il tempo di fiatare, che iniziò a farmi una pompa sublime, per essere una principiante.”Ammazza quanto sei bravaaaaaa…. Fai una pompa troppoooo sublimeeee ….continuaaaa… cosììììì…. Vaiiii…. Sto godendooooo. Ooooh, mio dioooooo…. Siiiiiii…. Godooooooooo” Non si è fatta pregare e, spalancando la bocca, inghiottì litri del mio sperma. “Lo sai che il tuo “gelato” è buono. Quasi quasi ne vorrei ancora.” “Calma – le risposi – Ne potrai prenderne quanto ne vuoi, basta che mi chiami e il mio cazzo sarà a tua totale disposizione.”Stava quasi per vestirsi quando le dissi “Aspetta, ancora non abbiamo finito.Vuoi sbloccarti sessualmente, o no?” “Si – rispose – lo voglio eccome”. Mi tolsi i vestiti e mi distesi sulla barella e lei, a cavalcioni, su di me. Misi il cazzo perpendicolare con la sua figa e, pian piano, la feci scendere. Il pene entrò delicatamente, quando stava per arrivare in fondo, detti un colpo secco. Anna fece una smorfia e trattenne l’urlo di dolore, ma fu subito sopraffatta dal piacere. Partimmo in una ingroppata degna d’una cavallerizza. “Siii…. Tu sei il mio cavaliere e io sono la tua cavalla.Vaiiiii…. Fammi godereeee….. più forteeeee… Siiiiiiiiiiii…. Stooooo….. godendoooooooooooooo”. La voglia di entrambi di scopare era tale, che la mia sborra inondò la sua figa e, insieme al suo liquido, fuoriuscì a litri. Sia a causa delle sospensioni del veicolo un po’ scariche, sia per le sollecitazione che davamo noi, l’ambulanza ebbe un leggero dondolio per tutta la durata dell’ingroppata. Esanime, Anna si buttò addosso a me e ci abbracciammo, scordandoci che c’era il cazzo ancora dentro la figa.Dopo avermi baciato disse : “Grazie per la bella cavalcata e meno male che abbiamo finito… “Neanche il tempo di finire la frase e le dissi: “Chi ti dice che abbiamo finito?” “Come non abbiamo finito. Che cosa manca?” “Manca – risposi – solo sbloccare il tuo dolce culetto sodo”. “Già sono magrolina, con l’ingroppata di prima mi stavi quasi demolendo. Adesso mi vuoi spaccare in due. ” “Fai un ultimo sforzo, manca l’ultima chiavata e puoi dire di aver avuto un rapporto completo”.Cambiamo posizione e metto Anna alla pecorina. Visto che anche posteriormente era vergine, con due dita le lubrifico il buco del culo. Prendo il cazzo, che era già in tiro, e comincio appoggiando la cappella sulla fessura. Inizio a farlo entrare dolcemente, arrivando a metà, e vedendo l’espressione di sofferenza di lei, mi fermo. A quel punto, appoggiando le mani sui suoi fianchi, do un colpo secco e lo faccio entrare fino in fondo. Anna cacciò un urlo di dolore, che se non si sono svegliati i nostri amici era un miracolo. Dopo un po’ di pausa, riparte un’altra ingroppata, con conseguente goduria, anche se meno di prima, da brivido. “Stavolta – dissi – abbiamo finito. ” ” Meno male – rispose – Ho il culo e la figa che mi stanno andando a fuoco “. Dopo aver ripulito l’ambulanza, rientrammo in sede. Ma durante il tragitto la dolce visione del culo di Anna mi eccita al tal punto da farmi risvegliare il cazzo e la raggiungo prima che entri e l’afferro per le tette. “Che fai Tony – disse sussurrando – mica vorrai continuare?” “Si – le risposi – voglio scoparti in questo momento” “Ma sei matto, sarà un miracolo se non hanno sentito prima le nostre godurie, figuriamoci ora che siamo a due passi” “Per averti mia preferisco correre questo rischio”. A quel punto le calo i pantaloncini e gli slip, l’abbasso fino a che il suo viso non arriva alle ginocchia, le ficco il cazzo dentro la figa e inizio a pompare di brutto. Anna, per non svegliare gli altri, si trattiene dall’urlare dalla goduria e io, nel frattempo, per la troppa foga e per la troppa eccitazione, le scarico talmente di quella sborra da fuoriuscire dalla sua figa e colare sulle sue gambe. A quel punto lei, dimenandosi, si libera del mio cazzo, se lo ficca in bocca, ingoia la rimanente sborra e ripulisce ben bene il mio arnese.Concludemmo la scopata, entrammo dentro e dormimmo per quattro ore di fila fino alle 8:00, orario del cambio turno.Fra ferie, permessi e missioni per lavoro, rividi, dopo 2 mesi, Anna. Quest’ultima mi accolse felicemente ma, allo stesso tempo, era triste. Questo perché due settimane prima, a causa del troppo stress, aveva avuto un aborto naturale, perdendo nostro figlio. Le dissi, tranquillizzandola, che quando si sentirà pronta, metteremo, se lo vorrà da me, in cantiere un figlio nostro.
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