Capitolo primoLaura ed io eravamo primi cugini e vicini di casa, eravamo ambedue diciottenni, ma io ero più vecchio di sei mesi, e frequentavamo la stessa classe. Ambedue figli unici eravamo cresciuti molto uniti, quasi fratello e sorella. Se qualcuno ce l’avesse domandato, ognuno di noi avrebbe indicato l’altro come il migliore amico. La ragione principale per cui eravamo così uniti era che eravamo ambedue afflitti dalla stessa malattia: opprimente, tremante, timidezza che finiva in sudori freddi. La mia lingua si bloccava con ragazze di qualsiasi età e non avevo amici intimi. Per Laura era lo stesso, arrossiva di un rosso brillante se un ragazzo le parlava ed i suoi interessi erano troppo diversi da quelli delle altre ragazze della sua età per avere un’amica del cuore. Ci piaceva leggere ed ascoltare la musica e questi interessi, che condividevamo unitamente alla nostra timidezza, ci attiravano come i poli opposti di un magnete. La nostra timidezza, tuttavia, non era estesa ai rapporti che intercorrevano tra di noi ed eravamo a nostro agio e rilassati quando eravamo insieme e condividevamo i momenti felici e quelli tristi; ci fidavamo l’uno dell’altro e ci confessavamo segreti che non avremmo mai rivelato ai nostri genitori. Più che altro ci confidavamo quanto eravamo infelici per la nostra timidezza e quanto ci sarebbe piaciuto essere diversi. Abbiamo cercato di tirarci su il morale immaginando come ragazzi e ragazze si devono sentire quando sono insieme. Le assicuravo che i ragazzi consideravano le ragazze come qualcosa di misterioso e che tutto ciò che doveva fare era fidarsi dei ragazzi ed avrebbe potuto convivere con loro in maniera eccellente. La sua versione riguardo alle ragazze era simile alla mia per i ragazzi, tuttavia, mentre riuscivamo ad accettare il principio intellettualmente, semplicemente non riuscivamo a metterlo in pratica. Laura non era scialba, al contrario era da KO. Aveva lunghi capelli biondi, morbidi occhi blu ed un corpo voluttuoso di cui una ventenne sarebbe stata orgogliosa. Ho cercato di procurargli degli appuntamenti, ma non conoscevo a sufficienza ragazzi che lo volessero fare, trovavano sempre qualche scusa. Anche Laura mi incoraggiava a cercare di ottenere appuntamenti e mi ha suggerito alcune ragazzepossibili. Con Laura vicino, ho chiamato una delle ragazze; dopo molti minuti di balbettio, tuttavia, mi sono scusato e ho abbandonato l’impresa. Mi sono girato verso Laura e ho detto, "Bene, ne ho abbastanza. Non saprei neppure cosa fare con una ragazza se riuscissi ad ottenere un appuntamento. Non so ballare e non so da che parte cominciare a baciare. Farei la figura dello scemo." "Daniele, non sei uno scemo, e tu ed io lo sappiamo, io so ballare e sarò contenta di insegnartelo se vuoi.""Sicuro! Quando possiamo cominciare?" "Che ne dici di sabato? I nostri genitori saranno fuori per un giorno, così potremo avere le case tutte per noi e suonare la musica forte quanto vogliamo." "Questa è musica per le mie orecchie. Perché non lo facciamo a casa tua, è più grande della nostra, e lo stereo è proprio là dove ci serve." "Oh, Daniele, sono eccitatissima! Mi piace veramente ballare e mi divertirò ad insegnartelo." "Sì, anche io," ho risposto. "Verrò sabato mattina non appena i nostri se ne saranno andati." Dopo essere ritornato alla mia casa, ho pensato alla situazione e mi sono eccitato ancora di più alla prospettiva. Non avevo mai tenuto una ragazza fra le braccia in tutta la mia vita e anche se era mia cugina, Laura era una bella ragazza, con le curve nei posti giusti. Ho compreso allora che quello che provavo era eccitazione sessuale e prima di allora non avevo mai pensato a Laura sotto quel punto di vista, non lo facevo di mia volontà ma sentivo un dolore lancinante all’inguine alla prospettiva di stringerla a me. "Sì, sono impaziente," ho pensato. Quella notte, non appena mi sono sdraiato a letto , ho pensato ancora a Laura e di come potevo sentimi a tenerla fra le braccia. Il cazzo mi si è allungato ed è scivolato fuori dalla gamba dei pantaloncini. Vi ho messo sopra la mano e lentamente l’ho tirato fuori per permettergli di alzarsi diritto. Era duro come una roccia e la pre-eiaculazione fluiva dalla fessura e copriva la cappella. Ho mosso la mano su e giù, lentamente, stringendolo; ho strofinato gli umori sopra la testa e molto leggermente sulla parte inferiore dove era tanto sensibile. Ogni volta che lo facevo, sobbalzava ed usciva più lubrificante. Presto tutto il cazzo è stato coperto e continuavo a strofinare la mano su e giù, su e giù. Sentivo la tensione salire mentre il piacere aumentava. Ho raggiunto un punto che non avrei voluto finisse mai, ho sentito che sarei morto se non fossi venuto proprio in quel momento. E sono venuto. Un grande spruzzo è uscito e mi è andato sopra il torace unendo le mie mani, le palle e l’area dell’inguine. Mi sono alzato con calma, ho preso un asciugamano in bagno e mi sono pulito, poi sono tornato a letto e sebbene non avessi mai visto dal vivo una ragazza nuda, ho sognato di Laura senza vestiti.Sabato mattina, non appena i nostri genitori se ne sono andati, sono andato a casa di Laura. Indossava una T-shirt ed un paio di pantaloncini corti d’atletica. I capelli erano pettinati indietro ed erano fermati sul collo da un nastro. I pantaloncini esaltavano la sua vita sottile e sebbene la T-shirt fosse grande e sciolta, non riusciva a nascondere che non portava reggiseno. Per la prima volta la guardavo come una ragazza e non come una cugina. Ho realizzato che aveva delle belle gambe snelle che finivano in natiche perfette. Dagli spacchi ai lati dei pantaloncini potevo vedere il pallido blu di quelle che dovevano essere le mutandine di un bikini. Apparentemente si era truccata solo leggermente, ma gli occhi, gli zigomi alti e lentigginosi e le labbra piene si presentavano nella loro forma migliore. In breve, io finalmente ho capito che mia cugina Laura era una delle più belle ragazze che avessi mai visto. Se non avessi sperimentato di persona, mi sarei stupito come una ragazza bella come Laura potesse essere timida ad avere ragazzi intorno. "Allora, Daniele, sei pronto a volteggiare come Fred Astaire?" ha domandato Laura. "Sono come stucco nelle tue mani, maestra," ho risposto. "Vieni, useremo la cantina come studio," e mi ha condotto giù per i gradini che portavano in cantina. Seguendola non potevo fare a meno di guardare le sue chiappe che si muovevano nei pantaloncini, tic – toc avanti e indietro, erano sode e strette e ne ho staccato gli occhi con dispiacere quando siamo arrivati. "Aiutami a spostare i mobili," e ha afferrato un lato del sofà. Ho afferrato l’altro capo e l’abbiamo alzato di alcuni centimetri. Facendolo Laura si è chinato e la parte superiore della t-shirt si è aperta facendomi vedere tutto sino alla vita. I seni erano in bella vista, pendevano verso il basso con le loro areole e capezzoli rosa bruni, tuttavia non erano grandi come quelle che avevo visto sulle riviste, erano l’esatta immagine di ciò che avevo sognato la notte precedente. Mi sarebbe piaciuto avere più tempo per osservarli, ma ho dovuto distogliere gli occhi, quando Laura ha guardato in su, per non imbarazzarla. Rapidamente abbiamo finito di spostare i mobili e poi Laura ha acceso lo stereo, ha messo su un CD di soft-rock, mi ha afferrato la mano, mi ha tirato in piedi e ha detto, "OK, Piedibrillanti, è ora di imparare il ballo veloce." Sorprendentemente imparare a ballare era più facile di quanto avessi immaginato e dopo mezz’ora ero abbastanza bravo, ciò che mi faceva migliorare era ballare con Laura. Era un’ottima ballerina ed il ballo faceva muovere ogni parte del suo corpo. Le parti migliori che si muovevano, tuttavia, erano le mammelle ed il culo. Non portando reggiseno i seni si muovevano dappertutto sotto la camicia e ho dovuto concentrarmi per evitare di fissare esclusivamente quelli. Anche il suo culo era eccezionale, quando si è girata le chiappe sembrava che si muovessero per conto loro, scivolando su e giù una sull’altra. Evidentemente si divertiva ed io mi divertivo al suo divertimento. Prima ero eccitato, ma non era niente confronto a quanto lo ero adesso. "Vai forte," ha detto Laura. "Ora puoi andare su qualsiasi pista da balla e non sfigurare. Non sapendo ballare non avresti potuto invitare qualcuno ad uscire." "E’ perché ho un’insegnante brava come te," gli ho detto di ritorno. "Ma, dimmi, come hai fatto ad imparare a ballare così se la tua esperienza con i ragazzi è stata limitata quanto la mia con le ragazze?" "Non ti ricordi che sono andata a scuola di ballo? Tre anni di lezioni hanno prodotto qualche cosa. E come pensi che imparino i ragazzi? Imparano dalle ragazze, proprio come tu hai imparato ora." Dopo essersi asciugata il sudore dalla fronte, Laura ha continuato, "Comunque per ora è sufficiente. Facciamo una sosta e prendiamo una coca cola. Andrò a prenderle in frigorifero." Sono stato sollevato nel vedere che se ne andava, avevo una furiosa erezione e la pressione dentro i boxer era così intensa che mi sentivo a disagio; con lei fuori dalla vista per alcuni minuti, forse sarebbe diminuita. Ho camminato un po’ per la stanza sperando di alleviare la mia rigidezza, sembrava funzionasse e quando Laura è ritornata con le coca cola, ero diventato semi rigido. Laura mi ha dato una coca cola e si è seduta accanto a me sul sofà. Eravamo tranquilli, assaporavamo il fresco delle bibite; ho finito la mia e l’ho messa sul tavolino, Laura ha fatto lo stesso. Quasi bisbigliando ha detto, "Daniele, l’altro giorno hai detto che non sai come baciare una ragazza. E vero?" "Sì. Non è strano? Diciotto anni e non ho mai baciato una ragazza. Non ti ha mai baciata un ragazzo?" Laura ha accennato un mezzo sorriso e ha detto, "Che ne pensi? Naturalmente no, sciocco. Sono proprio come te."Poi la sua voce è diventata morbida e seria e ha detto, "Daniele, pensi forse che potremmo…er…uh." "Insegnarcelo l’un l’altro?" Ho detto, finendo la frase per lei. "Sì," ha detto sottovoce, arrossendo un po’. "Forse se lo impareremo l’uno dall’altro non ci sentiremo così timidi." "Lo penso anch’io," ho detto e mi sono girato verso di lei. Ho messo una mano sulla sua spalla e l’ho tirata verso di me. Eravamo un po’ rigidi e goffi dapprima, ma poi ci siamo chinati l’uno verso l’altra. Chinandomi sempre più, ho messo leggermente le mie labbra contro le sue e l’ho baciata molto dolcemente. Si è tirata indietro rapidamente e mi ha guardato negli occhi, poi si è chinata e ha appoggiato le sue labbra alle mie, ha messo un braccio intorno al mio collo e si è stretta contro di me. Il mio cuore batteva furiosamente nel mio torace ed io potevo appena respirare. Ho spinto la sua testa contro la schienale del sofà e ho pigiato le labbra contro le sue aprendole solo un po’. Le nostre bocche si sono ammorbidite ed abbiamo strofinato fra di loro le labbra. Anche il suo respiro era pesante e sentivo il suo cuore battere contro il mio torace. Abbiamo continuato a baciarci a lungo poi finalmente ci siamo allontanati. Ora la mia erezione era ritornata completa e pur indossando i boxer, c’era una protuberanza ben visibile. Ho sperato che Laura fosse così ingenua da non accorgersene. "Perbacco, Daniele, così è questo che succede quando ci si bacia. Ora capisco perché alla gente piace baciare. Mi sento completamente debole ed eccitata. Come ti senti?" "Esattamente nella stessa maniera," ho risposto. "Riesco appena a respirare ed il mio cuore batte a grande velocità." "Anche a me succede, anche a me. Ora che abbiamo coperto velocemente il problema del ballo e del bacio, penso che sia ora di insegnarti il ballo lento," "OK," ho detto. "E’ più difficile del ballo veloce?" "In certi casi lo è, ed in altri no. Devi imparare a coordinare i tuoi passi con la persona con cui balli in modo di non fare passeggiate sui suoi piedi. Non ho fatto più esercizio di ballo lento, da quando non ho più ballato con un ragazzo alle lezioni l’anno scorso. E’ come l’esercizio ad andare in bicicletta, tuttavia, e dovrei riprendermi molto rapidamente." Laura ha messo un CD lento e mi ha mostrato come mettere le mani e le braccia in un ballo lento. Penso di essere stato un buon studente perché dopo dieci o quindici minuti che ballavamo andavamo veramente sincronizzati. All’inizio stavamo a quindici centimetri ma gradualmente ci siamo avvicinati. La canzone che suonava era una lenta ballata e tutto quello che dovevamo fare era ondeggiare al ritmo della musica. Lei ha messo la sua testa sulla mia spalla e ha appoggiato la sua guancia contro la mia. Lo spazio che c’era stato tra noi ora era completamente sparito e sentivo la sua pressione contro di me dalla guancia alla punta dei piedi. Le sue mammelle erano pigiate contro il mio torace e si potevano sentire i capezzoli attraverso le nostre T-shirt; erano come noccioline che cercavano di bucare la stoffa. Ho sentito difficoltà a respirare proprio come quando l’ho baciata. Il mio cuore batteva all’impazzata, il suo altrettanto, perché lo sentivo contro il mio torace. "Umm, è bello," ha detto Laura. "sei un ballerino di sogno." Ha spinto le anche ancora con più forza contro le mie e sentivo l’area di connessione delle sue cosce spingere contro l’area del mio inguine. La mia erezione batteva come il mio cuore ed avevo timore che potesse sentirlo. Laura ha tirato indietro la testa e ha bisbigliato, "Oh, Daniele, è così bello. Sono contenta di essere qui con te." Non era possibile resistere; ho messo le mie labbra sulle sue e l’ho baciata profondamente. Il bacio è stato dapprima tenero, ma poi ho sentito che le sue labbra si sono aperte ed ho aperto le mie. Ho provato a mettere la lingua tra le mie labbra e toccargli le sue; ha aperto le labbra ancora di più e si è appoggiata con maggior forza contro di me. La punta della sua lingua è uscita e ha toccato la punta della mia. Era come una corrente elettrica, formicolante che fluisse tra noi due. Ho spinto la lingua nella sua bocca e le nostre lingue hanno cominciato a giocare, volteggiare, avvolgersi e quasi duellare. Le sue anche hanno spinto ancora di più contro le mie, ho messo le mie mani sulle sue natiche, le ho carezzate e le ho tirate ancora più vicino. Si è lamentata piano nella mia bocca ed il suo culo ha tremato ed è rabbrividita.Non c’erano dubbi che sentisse chiaramente la mia erezione; Laura si è allontanata leggermente da me, mi ha guardato in faccia e con voce da bambina ha detto, "Daniele, questo è quello che chiamano un’erezione?" Imbarazzato, ho bisbigliato, "Sì. Ma ragazzi lo chiamano essere in tiro." Laura ha appoggiato la testa alla mia spalla e ha detto, "Oh, Daniele, sto impazzendo. Voglio sapere tutto sui ragazzi così forse potrò uscire con loro e sapere come comportarmi, ma riesco a trovare poco, so poco sui ragazzi e sul sesso. Tutto ciò che so l’ho imparato sui libri, ed è maledettamente poco, solo qualche immagine confusa. Come posso aspettarmi di riuscire coi ragazzi quando so così poco." "Allora siamo nella stessa barca," ho detto. "non avevo i libri e quello che ho sempre guardato sono state le figure delle riviste. E so che la maggior parte delle ragazze con cui potrei uscire non assomigliano a quelle. L’unica ragazza bella che conosco sei tu." Laura è tornata ad appoggiare la testa sulla mia spalla "Mi dici sempre delle cose belle, Daniele, e l’apprezzo, ma so che non è così. Le mie tette non si possono paragonare a quelle delle ragazze delle fotografie. Proprio per questo devi tornare a baciarmi come hai fatto prima. Mi piace veramente baciare." Laura ha girato il viso verso di me e con la mano dietro la mia testa ha portato le mie labbra contro le sue. La sua lingua è guizzata fuori immediatamente e ha carezzato le mie labbra e poi è entrata nella mia bocca, ne ha carezzato tutti gli angoli e l’ha strofinata contro la mia. Le sue anche hanno spinto contro le mie e hanno cominciato un moto circolare contro il mio inguine. Ero così duro che pensavo che sarei venuto nei pantaloni, la mia erezione pulsava e sarebbero bastati uno o due colpi per farmi avere un grande orgasmo. Ora era il mio turno di lamentarmi nella sua bocca e di scuotere spasmodicamente le anche. Laura ha interrotto il bacio e ha messo la bocca vicino al mio orecchio, molto piano ha detto, "Daniele, mi sembra che ci siamo insegnati bene come baciare, non potremmo insegnarci altre cose?" Ho potuto rispondere appena. "Ummmm…siiiiii," ho bisbigliato nel suo orecchio e l’ho attirata ancora più strettamente a me. Gli ho messo le mani sulla schiena e gliel’ho accarezzata, quindi le ho abbassate all’attacco dei pantaloncini. Ho fatto scivolare dentro la punta delle dita, ho sentito l’elastico delle sue mutandine, erano lisce e di seta. Ho infilato le dita sotto le mutandine e poi giù sulle natiche. Erano lisce e strette e sode come avevo immaginato quando ero rimasto rapito precedentemente. Ho sentito la loro connessione e ho seguito la fessura finché non sono arrivato in fondo. Mi sono stupito di trovarlo bagnato come se qualcuno vi avesse strofinato sopra della gelatina lubrificante. Sentivo il cavallo delle sue mutandine ed erano umide nella stessa maniera. Le sue gambe tremavano tanto che riusciva a stare in piedi a malapena. Il suo stomaco si è agitato contro di me con piccoli movimenti mentre le mie mani frugavano nelle sue parti inferiori. Si è lamentata leggermente e ha afferrato il mio collo con forza con entrambe le mani. Spostando di fianco la testa, ha trovato le mie labbra e vi ha messo sopra la bocca aperta; io ho aperto la bocca e le nostre lingue ed i nostri lamenti si sono mescolati. L’ho alzata tenendola per il sedere e, senza interrompere il bacio, l’ho portata al sofà e l’ho fatta sdraiare. Mi sono inginocchiato sul pavimento vicino a lei e ho continuato il bacio. Una mano delle sue ha accarezzato il retro del mio collo e l’altra è corsa su e giù lungo la mia schiena, alla fine si è arrestata sul mio culo.Ha cominciato ad carezzarlo nella stessa maniera in cui io avevo giocato col suo. Non avrei mai pensato che il mio culo fosse un’area erogena, ma il suo tocco leggero mi provocava onde di piacere. Muovendo la mano fino alla sua vita, delicatamente ho tirato fuori la T-shirt dai pantaloncini fino a che tutto il bordo non è stato liberato; ho messo la mano sotto la stoffa e ho sentito la sensazione di seta della pelle sullo stomaco e nell’area sotto le costole. E’ rabbrividita e ha trattenuto il fiato mentre delicatamente facevo correre le dita avanti ed indietro. Ho mosso la mano verso l’alto finché non ho sentito la parte inferiore del suo seno. Ho portato il palmo della mano in questa area e ho stretto quasi impercettibilmente. Se n’è accorta, penso, perché ha inarcato la schiena per muovere un po’ la mammella nella mia mano. Ho mosso le dita un po’ più in alto e ho raggiunto il capezzolo e l’areola. Il capezzolo era lungo e rigido e l’areola era coperta da un po’ di pelle d’oca. Laura ha sospirato mentre dolcemente gli accarezzavo il capezzolo muovendomi sopra in cerchio. Ha inarcato la schiena ancora di più e ha emesso dei piccoli suoni lamentosi nella mia bocca. Ho abbassato la mano all’orlo della camicia e l’ho tirata su completamente mettendo in mostra le due mammelle. La mano è tornata sui seni e vi ha vagato sopra avanti ed indietro, accarezzandone una e poi muovendosi sull’altra per accarezzare dolcemente e strofinare i capezzoli. Interrotto il bacio, ho mosso le labbra al suo collo e l’ho baciato e succhiato delicatamente. Alla fine, sollevando la testa, ho visto per la prima volta delle mammelle dal vivo. Non erano enormi come quelle di alcune modelle delle riviste ma, ai miei occhi vergini, erano più perfette di quelle di Madonna, di Gina Lollobrigida e di Sofia Loren messe insieme. Erano delle dimensioni di un mezzo melone, solide nella loro posizione, senza alcun abbassamento. I capezzoli erano eretti, in fuori come piccole gomme di matita. L’area intorno ai capezzoli era rossa e coperta di pelle d’oca. Senza volerlo ho abbassato la testa fino a che la bocca non è finita sulla mammella destra. Ho disteso la lingua e l’ho fatta passare delicatamente sul capezzolo. Laura ha inarcato di nuovo la schiena e ha singhiozzato, "Ooooohhh, Danieleeee." Ho mosso la bocca all’altro capezzolo e l’ho trattato alla stessa maniera. Ho messo la mano su una mammella, delicatamente l’ho stretta e ho strofinato il capezzolo mentre prendevo tutta l’area dell’altro capezzolo in bocca; ho succhiato e gli ho fatto passare sopra la lingua come un gatto che si lecca la pelliccia. Laura è rabbrividita e ha sospirato di nuovo, ha inarcato la schiena, ha spostato una gamba giù dal sofà e ha appoggiato un piede sul pavimento. Con ciò le gambe si sono divise, le cosce si sono aperte tendendo il cavallo dei pantaloncini. Ho lasciato cadere una mano sul suo ginocchio e ho fatto correre le dita su e giù lungo la coscia dal ginocchio alla connessione delle gambe. Sentivo le sue natiche tendersi verso l’alto e le sue gambe allargarsi sempre più quando ho raggiunto la zona prossima all’inguine. Lentamente ho mosso le dita fino all’orlo dei suoi pantaloncini. Dapprima la punta delle dita e poi l’intera mano è scivolata dentro una gamba del pantaloncini, la punta delle dita era proprio sotto il cavallo dei pantaloncini e sentivo le mutandine che coprivano la meta della mia esplorazione. Tutta la zona del cavallo delle mutandine era inzuppata, ho spinto con più forza e ho sentito le labbra della sua micia attraverso la stoffa; ho mosso le dita sotto l’orlo delle mutandine e ho scoperto che era bagnata e liscia proprio come il suo culo. Ho frugato più a fondo e ho trovato i morbidi peli e le labbra e la piega della micia. Ho infilato la punta di un dito nella piega e l’ho trovata bagnata e calda. Carezzando sempre più in fondo ho trovato una piccola protuberanza e l’ho strofinata, Laura si è agitata e ha scosso le anche su e giù. Spaventato per la reazione ho sondato più in fondo e ho trovato il tesoro che cercavo, il mio dito si è mosso in una cavità calda e liscia. L’ho spinto ancora di più e ho sentito le pareti intorno al mio dito pulsare e quasi afferrarmelo. Con il poco movimento che le mutandine permettevano, ho mosso il dito dentro e fuori; Laura ha teso le anche verso di me contraccambiando colpo a colpo. Dopo aver tolto il dito dal buco, sono risalito alla piccola nocciola che avevo sentito precedentemente, l’ho strofinata molto delicatamente temendo di fargli male. "Oh, siiii, Daniele, quello è il punto. Devi farlo così. Per favore, per favore, non fermarti," ha bisbigliato Laura quasi incoerentemente, poi ha cominciato a scuotere le anche su e giù contro la mia mano. I suoi lamenti hanno riempito la cantina e mi hanno eccitato i sensi. "Oh, Daniele… Oh, Daniele… Oh, Daniele," ha ripetuto più e più volte. Finalmente ha alzato completamente il corpo dal sofà, inarcando la schiena, con ogni muscolo teso contro la mia mano. Il suo corpo si scuoteva e ha gridato, "Ssssiiiii. Oh, Daniele, sssssiiiii." Rilassatasi lentamente si è appoggiata con la schiena al cuscino, ha continuato a rabbrividire poi i brividi lentamente sono diminuiti finché non è tornata completamente calma, ha aperto gli occhi, ha guardato verso di me e ha detto, "Oh, Daniele, non pensavo che potesse esserci qualche cosa di così bello. Non ho mai avuto una sensazione più bella prima di ora."
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