Riccardo era andato a quel colloquio di lavoro come si era recato a tutti gli altri, senza particolari aspettative. Ormai da troppo tempo cercava un lavoro e i troppi rifiuti l’avevano demoralizzato. La villa era lussuosa con un grande parco, e quando la vide, lui imprecò con se stesso per non essersi vestito più elegantemente.Per un attimo provò la tentazione di andarsene poi rimase. Lo fecero accomodare in una stanza con una decina di altre persone, ed attese pazientemente il suo turno. Lo chiamarono ed entrò in una stanza attigua richiudendo la porta."si accomodi prego" disse la donna che stava seduta alla scrivania di fronte a lui, indicandogli una poltroncina, Riccardo la guardò, era una donna matura, ma non riusciva a definirne l’età, lunghi capelli biondi, un viso stupendo elegantemente truccato, vestita elegantemente, e per quanto poteva vedere un corpo morbido e ricco di curve, ne rimase subito affascinato.Si sedette e lei ricominciò con la sua voce melodiosa "Le farò alcune domande, la prego di rispondere sinceramente dal momento che tutte le sue risposte verranno in seguito verificate ed eventuali discrepanze si ritorcerebbero a suo danno" disse pacata e Riccardo annuì. Lei incominciò chiedendogli i dati personali come di rito ed annotando tutto su di una scheda "Ha una ragazza fissa ?" domandò poi e Riccardo si sorprese e si mosse imbarazzato "Non si sorprenda, il lavoro richiede spesso straordinari, e dobbiamo valutare la sua disponibilità "Non, nessuna ragazza fissa" rispose lui "non le piacciono le ragazze ?" disse lei con un sorriso malizioso che imbarazzò Riccardo "No, anzi forse mi piacciono troppo per averne una sola, sono troppo giovane" rispose lui, indispettito da quella domanda maliziosa "Dove ha preso la patente ?" domandò lei riprendendo l’aria distaccata e professionale "A militare, sono stato per 10 mesi l’autista personale del Generale Firelli " , lei annuì !"Bene, il mio povero marito era anche lui un generale, contatterò il suo per avere delle referenze" disse e Riccardo ne fu contento, il generale si era dimostrato molto contento del suo operato, e quello che avrebbe detto poteva tornargli utile.Lei gli fece ancora poche domande e poi lo liquidò "Bene, credo che possa bastare, eventualmente la richiameremo, ha un recapito", lui glielo diede, salutò ed uscì.Alcuni giorni più tardi venne richiamato e si presentò nuovamente alla villa. Dopo una breve attesa, la signora lo accolse nello studio "Caro Riccardo, ho il piacere di comunicarle che le informazioni avute da Generale Firelli sono state più che soddisfacenti, lei insieme ad alcuni altri è stato scelto per ulteriori accertamenti" gli disse cordiale "Ne sono felice " "Come se la cava con la meccanica ?" domandò poi visto lo sguardo perplesso di Riccardo "Conosce abbastanza le auto da poter effettuare piccole riparazioni in caso di panne?" spiegò meglio, Riccardo annuì "Da ragazzino facevo il garzone in un’officina ed a militare mi prendevo personalmente curo dell’auto del generale, sono in grado di effettuare riparazioni e tutta la normale manutenzione" rispose sicuro. "Bene, accetterebbe di sottoporsi ad una piccola prova pratica ?" domandò lei "Certamente" rispose lui, lei si alzò e lo condusse fuori dalla villa dove era posteggiata una fiammante BMW "Non funziona puo veder!e se riesce a ripararla ?" disse la bionda porgendogli le chiavi. Lui le prese, aprì la portiera e si sedette al posto di guida. Girò la chiave, il quadro strumenti si accese ma non accadde nulla, aprì i cofano e si mise a controllare nel vano motore. Il sole picchiava forte e Riccardo incominciò a sudare, la donna lo osservava attentamente "Se ha caldo, non si formalizzi, faccia come se io non ci fossi" disse ed a Riccardo sembrò di sentire nella voce un tono malizioso, si voltò a guardarla ma lei aveva la solita aria seria e professionale.Si tolse la maglietta e rimase a torso nudo reimmergendosi nel lavoro , dopo una decina di minuti aveva individuato il guasto "Ho bisogno di alcuni attrezzi" disse e lei indicò un fornitissimo carrello con gli attrezzi, lui si stese a terra infilandosi sotto l’auto per raggiungere il punto dove doveva lavorare. Dopo alcuni minuti sentì i passi di lei più vicini, volse lo sguardo per ammirare di sfuggita le belle e lunghe gambe della bionda che passeggiava vicino alla macchina. Da quella posizione poteva vedere molto sotto il bordo della gonna, e rimase colpito vedendo che lei in una giornata qualunque indossava calze e reggicalze in luogo degli usuali collant Il giovane provò una fitta di desiderio e poco dopo sentì il membro che incominciava ad indurirsi, distolse lo sguardo sperando che lei non se ne accorgesse.Non accadde nulla e lui continuò a lavorare, lei passeggiava sempre più vicina e Riccardo non si trattenne dal lanciare nuove occhiate a quelle splendide gambe, e le reazioni del suo membro furono inevitabili, ma la bionda parve non accorgersene.Ben presto Riccardo terminò il lavoro e con un sospiro di sollievo si sottrasse alla tentazione di guardarla. Si alzò, si diede una pulita e tornò al posto di guida, questa volta il motore rombò e si accese, prendendo poi a girare tranquillamente al minimo.Lui spense e scese dalla macchina richiudendola e porgendo le chiavi alla donna "Bravo, veramente bravo, i miei complimenti" disse lei con un sorriso, si pulisca pure" disse indicandogli un rubinetto e il necessario per lavarsi, lui lo fece e si rimise la maglietta. E si rivolse a lei con un sorriso soddisfatto "Bene, possiamo tornare in ufficio, la prova è andata molto bene ed è stato anche molto rapido, soprattutto considerando che si è spesso distratto guardandomi le gambe." disse lei tranquilla, e Riccardo arrossì violentemente non riuscendo a pronunciare nemmeno una parola di scuse.Tornati in ufficio, la donna lo fece accomodare nuovamente sulla poltroncina "Bene, solo poche domande prima di concludere" disse "Nell’eventualità lei venga scelto, il lavoro prevede disponibilità totale sulle 24 ore, con preavviso di un giorno, ogni ora di lavoro oltre le otto ore le verrebbe naturalmente retribuita come straordinario, avrebbe vitto e alloggio in villa, ed uno stipendio di 1.500.000 lire" fece una pausa guardando Riccardo "La potrebbe interessare ?" domandò "Certamente" rispose di slancio Riccardo "Bene, ancora una cosa, il lavoro prevede che lei mi faccia da autista personale, nelle occasioni più svariate, devo quindi poter contare sulla sua assoluta discrezione, anche e soprattutto nei confronti dei suoi familiari. Intendo dire che lei potrebbe doversi assentare per lunghi periodi senza dare alcuna spiegazione sul dove va e perché ci va. Ritiene di poterlo garantire ?" domandò "Non vi sono problemi" rispose lui "Benissimo, questo è tutto, nel caso la con!tatteremo entro 5 giorni, può restare disponibile per questo periodo " Domandò la bionda "Attenderò cinque giorni" rispose Riccardo fingendo una calma che non provava.Lei lo congedò e lui lasciò la villa euforico e speranzoso. Tre giorni dopo lo riconvocarono e prese servizio alla villa, gli assegnarono un’alloggio pulito e spazioso, gli presero le misure per le divise, nel frattempo gliene consegnarono alcune già preparate che si adattavano abbastanza a lui. Gli mostrarono il parco macchine, indicandogli l’uso specifico di ognuna, e lo invitarono ad iniziare a provarle per prendervi confidenza.Per alcuni giorni non vide la signora, poi lo chiamarono per un servizio e lui preparò la macchina e la portò all’ingresso della villa. Lei arrivò elegantissima e bella come Riccardo la ricordava, lo salutò distaccata, ma lo osservò e prima di entrare in macchina disse "L’aspetto va bene, ma vedi di passare dal barbiere a farti sistemare i capelli, mi piacciono più corti. Puoi chiamarmi Signora Marta, d’accordo ?" e si accomodò senza attendere risposta. Partirono e lei gli disse dove portarla.Il lavoro lo teneva occupato e gli piaceva, aveva tempo per rilassarsi, per curare le macchine, cosa che amava, e la signora lo portava sempre in luoghi lussosi, trattandolo con distacco, ma con rispetto, come era logico attendersi.Dopo un paio di settimane gli capitò il primo servizio notturno, prese la lussuosa Mercedes, quando lei arrivò lui non potà fare a meno di ammirarla un po troppo apertamente. Era stupenda, con un vestitino nero di lamè molto corto ed aderente, una profonda scollatura che fasciava i seni grandi e perfetti., non si trattenne dal provare una fitta di desiderio. Lei gli passò a fianco salendo in vettura, e nel salire gli mostrò generosamente le gambe stupende. "Riccardo, Riccardo, vedo che non hai ancora perso il vizio di guardare" ridacchiò lei e lui arrossì "Vedi di concentrarti nella guida, che non sarà facile viste le tue attuali condizioni" continuò mentre lui richiudeva la porta.Con grande imbarazzo Riccardo si accorse che il membro parzialmente eccitato premeva vistosamente contro i pantaloni.La condusse alla festa e aspettò pazientemente, verso mezzanotte Marta uscì accompagnata da un signore elegante, sulla cinquantina "Prendiamo la mia macchina" cinguettò lei stringendosi al suo braccio. Salirono e lui diede l’indirizzo a Riccardo che li portò a destinazione. Lui si predispose ad una lunga attesa, non potendo trattenersi dal fantasticare su quanto i due stavano facendo.La immaginava nuda, distesa sul letto intenta a donare raffinati piaceri al suo accompagnatore, e naturalmente si eccitò. Fu richiamato bruscamente alla realtà dal bussare contro i vetri dell’auto "Che stai facendo dormi? Aprimi e portami a casa" disse lei con voce irritata Riccardo scese di corsa, le aprì la porta e lei salì con mosse brusche" richiuse la porta e tornò al posto di guida.La macchina ripartì e lui prese a guidare velocemente "Non correre" gli disse lei e Riccardo rallentò "Che serata di merda" sbottò lei agitandosi sul sedile posteriore. Doveva aver bevuto, pensò Riccardo, continuando a guidare "Palloni gonfiati, sono solo dei palloni gonfiati, tutta apparenza e niente sostanza" continuò lei, poi dopo un breve silenzio "Riccardo fermati" disse lui arrestò la macchina, senza dargli il tempo di muoversi lei aprì la porta e scese dalla macchina richiudendola. Riccardo rimase immobile, non sapendo cosa fare, ma lei, aprì la porta del passeggero e salì al suo fianco "Riparti pure" gli disse e Riccardo ripartì "Sul sedile davanti c’è il mondo vero, dietro solo la finzione" disse e Riccardo imbarazzato tacque, non sapendo come comportarsi .Ad un tratto, la macchina sbandò leggermente, mentre Riccardo si voltava a guardarla sconcertato. Lei gli sorrideva tranquilla, mentre la sua mano si era posata deliberatamente in mezzo alle sue gambe e gli accarezzava il sesso che rapidamente s’inturgidiva."Ecco la differenza tra finzione e mondo reale, a lui l’ho succhiato per mezz’ora senza riuscire a farglielo venire duro, a te basta una carezza per diventare duro come il ferro" ridacchiò continuando ad accarezzarlo "Ma è anche grande, veramente grande e duro, voglio vederlo" disse Marta, e la mano prese ad abbassare la zip e ben presto estrasse il cazzo dell’esterrefatto Riccardo iniziando a masturbarlo dolcemente "Veramente bello, mi è venuta una gran voglia di succhiartelo, posso" disse, ma non attese la risposta, e rapida si chinò ad imboccarlo prendendo a succhiarlo mugolando, mentre la lingua espertissima giocava con il glande eccitatissimo regalando a Riccardo sensazioni mai provate "Uhmmm buono buonissimo, è duro, grosso e duro, mi viene voglia di mangiarlo tutto" gemette, e prese a mordicchiare il glande con i piccoli dentini, poi iniziò a spingere e lo fece scomparire completamente in bocca, spingendoselo profondamente anche nella gola ed iniziando a massaggiarlo!con le labbra carnose mentre la lingua vellicava l’asta aiutandola ad affondare.Riccardo si eccitava rapidamente ed inorridito si accorse che stava per godere, ma evidentemente anche lei se ne accorse "Quanta fretta, ma è giusto, sei tanto giovane ed i giovani hanno sempre fretta, non ti preoccupare, godi quando vuoi, sborrami in bocca, voglio sentire il sapore del tuo sperma e berlo tutto" gli disse mentre lo masturbava, poi tornò ad affondarsi in bocca il cazzo di Riccardo pompandolo con rinnovato vigore, accelerando sempre più il ritmo ed aiutandosi con la mano che masturbava freneticamente l’asta.Iniziò a fremere e mugolare ancor prima che lui si scatenasse, quando il suo pene si contrasse preparandosi all’esplosione finale.Si arrestò con il cazzo mezzo affondato in bocca e la lingua che frullava sul glande mentre la mano continuava a masturbarlo. Riccardo gemette ed iniziò a scaricarle tutto il suo piacere in bocca. I copiosi schizzi la colpirono sulla lingua e sul palato, ma lei non smise, mentre si dava da fare ad ingoiare tutto il bianco e caldo sperma che lui le riversava in gola. L’orgasmo di Riccardo fu interminabile e lui continuò a godere mentalmente, se non fisicamente, anche dopo aver terminato mentre lei continuava a succhiarlo e leccarlo ed il cazzo andava ammosciandosi.Lei ad un tratto si rialzò assumendo il suo normale atteggiamento "Accosta" disse solamente e Riccardo si arrestò al bordo della strada, iniziando a ricomporsi mentre lei scendeva e tornava a riaccomodarsi sul sedile posteriore. Riccardo ripartì e la condusse a casa. "Buona notte Riccardo" disse lei scendendo austera dalla macchinaDopo quella notte, per Riccardo fu molto difficile continuare il suo lavoro in modo professionale, era continuamente tormentato dal ricordo e dal desiderio, ma riuscì a superare il brutto momento, anche perché lei tornò a comportarsi come al solito, distaccata ma cortese.Riccardo ogni giorno la conduceva in città per shopping o lavoro, talvolta la accompagnava per viaggi più lunghi, in occasione d’incontri d’affari.Un giorno la condusse a Milano, un viaggio di alcune ore, giunsero verso l’ora di pranzo e lei lo congedò dicendogli di tornare il pomeriggio verso le 16. Riccardo ritornò puntuale, ma lei tardò, impegnata in difficili trattative.L’attesa si prolungò molto e lei arrivò solo alle 19 "E’ troppo tardi per ritornare, e sono stanca, ho prenotato un’Hotel" disse lei e gli passò una piantina. Riccardo la studiò un’attimo, poi partì e la condusse a destinazione. "Prendimi la borsa da viaggio" disse Marta, lui l’accompagnò, alla reception li accolsero con garbo estremo, consegnando loro le chiavi, lui la accompagnò in camera portandole la borsa da viaggio "Appoggiala li" disse "Non ho bisogno di autista questa sera, quindi puoi considerarti libero" disse "Grazie signora Marta" rispose lui "Sono stanca e resterò in albergo, mi farebbe piacere se tu questa sera cenassi con me" disse lei sorprendendolo.Per qualche istante rimase paralizzato, poi si scosse "Non credo di aver un abito adatto" disse poi imbarazzato "Non ti preoccupare, qui basta pagare ed accettano qualunque abito" replicò lei sicura "Allora vuoi cenare con me o no, guarda che puoi anche rifiutare, ti ho dato la serata libera" lo incalzò lei con un leggero tono di scherno nella voce.Riccardo si decise di slancio "Certamente signora Marta" disse "Bene, ma questa sera cenando non mi chiamare Signora Marta, Marta sarà sufficiente" fece una leggera pausa "Ora vai, dobbiamo prepararci entrambi, ci vediamo al bar tra un’ora per l’aperitivo" lo liquidò allontanandosi. Riccardo uscì precipitandosi in camera sua.La attese al bar, e quando lei giunse in leggero ritardo, trattenne a stento un gemito, nel vedere che il vestito che indossava era lo stesso dell’indimenticabile notte della festa. Non potè fare a meno di pensare per quale motivo lei lo avesse portato con se, non era normale, dal momento che quello doveva essere solo un viaggio d’affari e era previsto che rientrassero quella sera stessa alla villa.’Non mi chiedi neanche che cosa voglio da bere ?" gli domandò lei scuotendolo "Certo che stupido, cosa desidera Marta" disse lui distogliendo a stento lo sguardo dal suo corpo meraviglioso "Un Blody Mary" Riccardo si rivolse al barman e ordinò un Blody Mary ed un Martini. Lei si sedette sullo sgabello accanto al suo, accavallando sensualmente le belle cosce e Riccardo non si trattenne dal guardarle "Allora ti piace il mio vestito ?" le domandò lei e lui distolse lo sguardo "E` veramente … " cercò la parola giusta, poi ripiegò su un normale "Elegantissimo e lei è stupenda" si lasciò sfuggire "Grazie Riccardo" sorrise lei.Il barman portò gli aperitivi e li bevvero, poi lei lo condusse in sala da pranzo. Il maitre li fece accomodare e porse loro i menù, Riccardo era imbarazzato e affondò nella lettura. Lei venne in suo soccorso "Conosco bene la cucina di quest’Hotel, vuoi che ordini anche per te le loro specialità?" domandò cortese "Certo, grazie" rispose lui con un sorriso riconoscente "Lei ordinò al maitre che se ne andò "Grazie Marta, mi ha salvato, non conoscevo neanche uno di quei piatti, avrei scelto a caso" confessò lui "Spero che ciò che ho ordinato ti piaccia".Mangiarono chiacchierando amabilmente, era lei che conduceva il discorso svariando sugli argomenti più disparati, Riccardo lentamente si rilassò, lei fece cadere il discorso sui loro primi incontri, all’epoca dei colloqui, e vi scherzarono assieme "Sei molto migliorato da allora, devo farti i miei complimenti" disse lei e lui ringraziò "L’unica cosa che non hai perso è il vizio di guardarmi le gambe. Ti piacciono le mie gambe Riccardo ?" disse lei, e lui si guardò intorno imbarazzato "Stai tranquillo Riccardo, non ci sente nessuno, rispondi invece, ti ho fatto una domanda", lui imbarazzato annuì "Possibile che dopo tutti questi mesi tu riesca ancora ad eccitarti guardandole ?" lo incalzò lei, Riccardo era imbarazzatissimo, ma incalzato, decise di stare al gioco "Non credo che vi sia un solo uomo che non si ecciti guardandole, sono gambe stupende" disse lui.Marta ridacchiò sensualmente "Ti assicuro che ne esistono molti, non immagini nemmeno quanti", lui sentì che lei con una gamba gli sfiorava la sua "Dimmi, come ti sentiresti se ti dicessi che questa sera non ho indossato nemmeno le mutandine, e che sotto il vestito sono completamente nuda ?" riprese lei stuzzicandolo e lui provò una fitta d’eccitazione. Rimase in silenzio a riflettere, mentre lei lo osservava "Hai perso la lingua" disse divertita "No" rispose lui prontamente, "Stavo solo cercando d’immaginarmi lo spettacolo di te nuda, ma non mi riesce molto bene, mi mancano troppi dettagli" rispose lui, questa volta sicuro di se.Marta lo fissò compiaciuta"Bene, fai progressi più rapidamente di quanto credessi, e sentiamo di quali particolari avresti bisogno per completare la tua fantasia" riprese continuando il gioco. Lui pensò qualche istante "I capezzoli, come hai i capezzoli ?" domandò "Rosei, non troppo grandi, ed in questo momento deliziosamente eccitati, ma questo penso tu riesca a vederlo da solo" rispose lei finendo di mangiare "Ed il pelo, il pelo pubico intendo com’è, biondo ?" continuò lui sforzandosi di dimostrare una calma che il pene ormai eretto gli impediva di avere realmente lei ridacchiò "Sempre più deciso, bene bene" commentò lei, ma non rispose "Debbo insistere, è un particolare molto importante, non riesco a completare l’immagine " insistette Riccardo e lei ridacchiò "Non c’è, sono completamente depilata li, riesci ad immaginarti la cosa" disse con voce roca per l’eccitazione "Deliziosa, semplicemente deliziosa"gemette "E tu riesci ad immaginarti l’effetto che fa su di mè l’imm!agine di te completamente nuda con i capezzoli eretti e il pube perfettamente depilato" rilanciò lui. Questa volta fu lei a gemere.I due rimasero alcuni minuti in silenzio, poi le ruppe l’incantesimo "Bene Riccardo, è stata una piacevolissima cena, ma ora penso che me ne andrò a letto, tu cosa pensi di fare ?" domandò lei con un sorriso malizioso. Riccardo era ormai incapace, di controllarsi, troppo eccitato e con una sola idea che gli riempiva la mente, possederla quella notte stessa."Non so dirti cosa farò, so solo dirti cosa vorrei tanto fare, vorrei accompagnarti in camera, e li scoparti per tutto il resto della notte" disse di slancio "Una promessa dura da mantenere, forse ti metterò alla prova, accompagnami" disse lei alzandosi.Uscirono dalla sala da pranzo, e lei lo condusse sino alla porta della sua camera introdusse la chiave, ma non aprì, mentre si voltava a guardare Riccardo senza parlare. Lui attendeva senza sapere cosa aspettarsi, era stato un gioco divertente ma nulla più o lei l’avrebbe fatto veramente entrare e gli avrebbe concesso il suo corpo. La domanda gli tormentava la mente "Sono una donna molto esigente e non amo le delusioni Riccardo, sei sicuro di voler entrare ?" gli domandò e per tutta risposta lui spinse avanti il bacino, appoggiandole il cazzo teso ed eccitato contro il fianco "lui risponde per me, grazie a te è lui che comanda questa sera" rispose. Lei ridacchiò e aprì la porta, lo fece entrare e la richiuse. Si lanciò tra le sue braccia e lo baciò furiosamente iniziando a spogliarlo.Lui ricambiò il bacio, e la sua lingua si spinse voracemente nella bocca di lei intrecciandosi con quella di Marta, le sue mani si portarono sul suo corpo, ma lei lo allontanò, facendogli segno di no con il dito "Non rovinare la sorpresa finale, lascia fare a me" disse , poi riprese a spogliarlo. Gli tolse la giacca, la camicia, accarezzò e baciò il torace, solleticando con la tumida lingua i capezzoli di Riccardo, mentre le sue mani armeggiavano con i pantaloni. Si chinò a sfilarglieli mentre lui rimaneva in mutande, con il cazzo eccitatissimo che le gonfiava.In ginocchio davanti a lui prese a passare il volto sul rigonfiamento delle mutande, le morbide labbra accarezzavano la dura asta attraverso il tessuto, sino a che con gesti decisi non gliele sfilò ed il cazzo sobbalzò rigido nell’aria. Marta prese a strusciarselo sul viso, poi ne leccò leggermente la punta.Si rialzò e lo condusse sul letto e lo fece sdraiare, poi prese una seggiola e si sedette davanti a lui "Voglio vedere mentre ti tocchi" gli disse e lui cercò di protestare e di muoversi per raggiungerla ma lei lo bloccò "Toccati" ripetè con decisione e lui sbuffando allungò una mano iniziando a masturbarsi. "E` così che fai la notte, pensando alle mie belle tette?" gli domandò lei gemendo ed accarezzandosele "Te le immaginavi così?" domandò e con un gemito allargò la scollatura elastica del vestito, scodellandole davanti agli occhi di Riccardo.Erano, grandi, sode, perfettamente modellate a coppa, con capezzoli rosei e ben proporzionati, turgidi per l’eccitazione, "Dimmi cosa ci faresti con queste tette" continuò Marta on voce roca per l’eccitazione, mentre si strizzava dolcemente i capezzoli "Li vorrei baciare tutti, palpare, solleticare quei capezzoli eretti, con le mie dita, con la mia lingua, poi succhiarteli uno ad uno, sino a sentirti urlare di piacere’ gemette lui, mentre la sua mano accelerava il ritmo "Si dai, continua" gemette lei, "Poi vorrei strusciarti il mio cazzo sopra i capezzoli, ed infilartelo nel solco per chiavarti tra le tette" continuò Riccardo abbandonando ogni inibizione."Presto, vieni, vieni qui" gemette lei e lui la raggiunse, lei si avventò sul suo cazzo e prese a leccarglielo e succhiarglielo con incredibile avidità, poi quando l’ebbe imperlato di lucente saliva, si staccò mostrandogli le tette, "Chiavami tra le tette Riccardo" gli disse e lui la accontentò, infilando il cazzo eccitatissimo tra i meravigliosi globi di carne. Lei buttò indietro la testa, gemendo, e lui le prese le tette tra le mani stringendo le sode ed elastiche carni intorno all’asta, mentre iniziava a muovere lentamente il bacino.Continuò a lungo, scopandola tra le tette con foga, fermandosi di tanto in tanto per offrire l’asta alla sua tumida lingua che la ricopriva di nuova saliva che gli consentiva di immergesi tra le sue carni e scorrere liberamente e piacevolmente."Vuoi vedere la mia figa Riccardo, vuoi leccarmela ?" gli disse ad un tratto Marta e lui si staccò, inginocchiandosi davanti a lei, mentre prendeva a masturbarsi lentamente. Marta sollevò lentamente il vestito, portava calze auto reggenti, lui gemette, poi ad un tratto intravvide, la rosea e perfettamente depilata vagina e gemette nuovamente accentuando il ritmo della mano, poi si gettò tra le sue gambe ed affondò il viso nel suo pube, aspirando profondamente il suo meraviglioso profumo.Le mani di lei si posarono sulla sua testa spingendola fortemente contro di lei, mentre lui incominciava a leccarla, Marta gemette sommessamente, divaricando le cosce per facilitargli il compito. Riccardo impazzito leccava furiosamente, la sua lingua, si insinuava in lei usando la lingua come un piccolo cazzo, poi risaliva a tormentare il clitoride eccitato, e lei gemeva ad ogni colpo, sempre più forte. Lei si eccitava e si bagnava sempre più e lui impazziva per quel suo eccitarsi e per i dolci umori che lei emetteva copiosamente riempendogli la bocca ed il viso con il suo dolce profumo.Pose le labbra sul clitoride turgido e lo succhiò disperatamente e lei rispose fremendo tutta ed urlando il suo piacere in preda ad un’orgasmo travolgente. Si alzò di scatto e si liberò del vestito, corse al letto trascinando Riccardo e lo attirò a se, lui penetrò nella vagina ben lubrificata affondando subito e completamente in lei accompagnato da un gemito prolungato che scaturì dalla bocca di Marta. "Scopami, scopami forte" gli gemette in un’orecchio mentre le sue cosce l’avvolgevano attirandolo ancor più in profondità.Lui prese a scoparla furiosamente, il cazzo scorreva veloce nel suo ventre, con colpi potenti e profondi, che la facevano gemere, mentre lui chino su di lei palpava e baciava i suoi seni tormentandone i capezzoli. Lui si sollevò sulle braccia a guardarla, mentre continuava a sbatterla violentemente ed i suoi seni sobbalzavano elastici, abbassò lo sguardo a guardare il suo cazzo che scorreva nella vagina depilata e madida d’umori. Lei prese ad accarezzarsi i seni incitandolo oscenamente "Scopami, continua così, quanto mi piace il tuo cazzo", lui si eccitava e raddoppiava gli sforzi, continuando a guardarla contorcersi dal piacere sotto di lui. Lei lo attirò a se e lo baciò selvaggiamente, le loro lingue si intrecciavano e lei prese a succhiargliela selvaggiamente, le sue mani gli accarezzavano le natiche muscolose, si spingevano in basso a solleticare i coglioni che sobbalzavano sotto i colpi potenti del pube che ritmicamente la penetrava.Lei incominciò ad approssimarsi ad un nuovo orgasmo "Che stallone, che toro selvaggio, mi spacchi tutta, ma mi piace, continuaaa…" gemeva, "Dai Riccardo, dai, voglio sentirti godere, voglio che m’inondi con il tuo sperma, riempimi tutta, riempi la tua vacca" gli urlò nelle orecchie mordicchiandogli subito dopo i lobi e Riccardo continuò furiosamente, lei si contrasse e gemette in preda ad un nuovo orgasmo, e lui non si trattenne più ed iniziò a sua volta a gemere scaricando il suo seme dentro di lei con ritmiche copiose bordate che lei accolse prolungando indefinitamente il suo orgasmo ed i suoi gemiti, sino a che giacquero entrambi esausti ed immobili, nel vano tentativo di riprendere fiato.La prima a riprendersi fu Marta che lo spinse da parte e scivolò lungo il suo corpo, la sua lingua prese a lambire il cazzo, ancora incredibilmente eccitato, ripulendolo dello sperma e dei suoi stessi umori "Mio dio, sicuro di essere normale ??" ridacchiò lei , guardandolo "Non ti preoccupare di questo, succhiamelo ancora un poco e sarò pronto a scoparti di nuovo sino a farti urlare" le disse e con la mano le spinse la nuca in basso e lei ridacchiando tornò al lavoro, affondandosi profondamente il cazzo in gola ed iniziando a lavorarlo con la stessa diabolica abilità della notte della festa.Non ci volle molto perché Riccardo si sentisse nuovamente assalire dall’irrefrenabile desiderio di scoparla. La prese e la fece mettere carponi, si chinò a baciarle lo stupendo culo "Sei una gran vacca e ti scoperò come tale, ma prima voglio leccartela un poco" le disse e si immerse tra le sue coscie leccandola. Nella vagina di lei si mescolavano ancora gli umori di lei ed il suo stesso sperma, ma non se ne preoccupò e la leccò ugualmente, mentre le mani palpavano le splendide natiche, poi quando lei riprese a bagnarsi si alzò e portatosi alle sue spalle le affondò il cazzo nel ventre, afferrandole le chiappe ed iniziando a scoparla.Lei voltò la testa leccandosi le labbra, mentre lui la scopava lentamente. Lei chiudeva gli occhi e gemeva ad ogni colpo, e lui aumentava lentamente il ritmo, il pube incominciò a sbattere rumorosamente contro il culo di Marta, mentre le tette incominciavano a sobbalzare nell’aria, sode ed elastiche. Lui si chinò su di lei e prese ad accarezzargliele senza smettere di scoparla.Lei si stava eccitando e prese ad assecondarlo nei movimenti, spingendo indietro il bel culo mentre lui affondava i colpi, trattenendolo per qualche istante affondato in se mentre strusciava le vellutate natiche sul suo ventre. "Dio come mi piace il tuo cazzo, ho la figa in fiamme, lo senti com’è calda" gemette lei "Si Marta, è fantastica, una dolce palude senti come ci sguazza il mio cazzo, che rumore osceno faccio chiavandoti" rispose lui gemendole in un’orecchio.Rimasero in silenzio, un silenzio rotto solo dal loro respiro, dal ritmico sbattere del pube di lui sulle sue sode chiappe, dall’osceno sciacquio della sua vagina madida d’umori. Lui accelerò il ritmo e lei prese a gemere sommessamente. Abbassò il busto, appoggiandolo sul letto, ma tenendo ben alto il culo e lasciandolo liberamente stantufare in lei.Lui le passò una mano intorno alla vita e prese ad accarezzarle il clitoride e lei gemette, ben presto il suo respiro divenne affannoso, mentre l’orgasmo iniziava a montare.
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