L’autobus, il tram o la metro sono ormai dei mezzi che ogni giorno trasportano milioni di persone. Capita non di rado di incontrare una persona che riesce ad attirare l’attenzione per via di qualche particolare. Spesso, però, non si ha il coraggio, la voglia o l’occasione di farsi avanti per attaccare bottone e tutto finisce lì. Ci sono, però, molte persone che riescono a proporsi con più o meno disinvoltura. In un giorno d’ordinario affollamento del tram, un tizio semidistinto si mescolava alla gente restando però davanti all’ingresso in attesa di qualche bella ragazza da agganciare. Il tipo era restio ad avvicinare ragazze o donne mediocri, da mezzo narciso, era un adulatore della perfezione fisica femminile. Dopo una buona mezz’ora di fermate, gente che va e gente che viene, sale una ragazza niente male… Alta ma non troppo, un fisico abbastanza asciutto ed un fondoschiena da invidia. Il tizio, alla vista di quel bel pezzo di figliola, andava per avvicinarsi piano piano cercando di farsi spazio fra la gente. Dopo non pochi sforzi riuscì ad arrivare alle sue spalle, e con fare da vero e proprio maniaco, cominciò ad appoggiarsi ai glutei sodi della ragazza. Prima l’ha sfiorata un paio di volte, poi invece ha cominciato a spingere più decisamente. All’inizio, quella povera figlia aveva creduto che quegli urti fossero del tutto casuali, non s’era nemmeno voltata a guardare chi fosse. Il problema è sorto quando l’arnese ha cominciato ad acquistare durezza ed è rimasto appoggiato, proprio fra le natiche, per più di qualche secondo. Quella povera ragazza, sentendosi quella cosa dura che insisteva contro il proprio fondoschiena e che, grazie agli avvallamenti della strada, riusciva pure a strusciarsi su e giù, decise di voltarsi per capire meglio cosa stava succedendo (a dire il vero, cosa stava succedendo l’aveva già capito). Girandosi s’è trovata davanti a questo tizio che assumeva lo sguardo da finto disinvolto ed un evidente rigonfiamento a livello inguinale. Lei continuava a fissarlo, avrebbe voluto dargli un bel calcio nelle palle, ma non se l’è sentita di aggredirlo, in fondo le era piaciuto, l’unica cosa che le recava sdegno era stata la volgarità del gesto. Sono rimasti in posizione frontale per qualche altro minuto (lei decise di non voltargli di nuovo le spalle… chissà perché…), il tempo d’arrivare alla fermata. Poi è scesa senza parlare, ma con l’amaro in bocca. Anche lui rimase un po’ deluso dall’evento e dentro di sé si pentiva d’essersi comportato in questo modo. Decise quindi, di non comportarsi mai più in questo modo, il suo comportamento non era stato giusto. Continuava a chiedersi “chissà quella ragazza che ha pensato…” I giorni continuavano ad avvicendarsi nella routine della vita quotidiana. Lo sguardo accusatorio di quella ragazza continuava a ripresentarsi nella sua mente, era stata l’ultima volta. Con lo scorrere del tempo, però, anche i ricordi più intensi, belli o tristi che siano, vanno sempre più affievolendosi… molte volte, mentre viaggiava sui mezzi, s’era visto presentare un sacco d’occasioni per rifare il porco, ma aveva deciso di smettere. Purtroppo però, un giorno, in uno dei tanti, che sembrava dovesse finire come altri, si ferma proprio davanti a se, una signora d’una certa eleganza, molto distinta che si e no avrà avuto i suoi 32 anni. Subito il suo sguardo si fermò nella parte del corpo femminile che più preferiva, vale a dire il sedere. Devo dire che quella signora aveva proprio un gran bel sedere, proprio come piacevano a lui. Più lo guardava, più non riusciva a distogliere lo sguardo, era proprio fatto bene, era un fondoschiena snello, ma non troppo, sembrava sodo come il marmo, delicato e morbido come se fosse il posto più bello dove appoggiare l’uccello. Che dire del resto del corpo? Nulla… Un bel viso, un bel seno, belle gambe. E allora? Lui avrebbe dato non so cosa per potersi strusciare almeno una volta contro quel fisico perfetto. Il solo guardare quella figura femminile l’aveva fatto “reagire” ma non poteva offendere un corpo così bello, così perfetto… il ricordo della sua ultima esperienza lo tormentava, non riusciva a restare in pace con se stesso, ma quella figura femminile gli stava facendo perdere la vista. Decise quindi, di fare un ultimo strappo alla regola, aveva cominciato a star male, non riusciva più a trattenersi, diceva fra se e se che si sarebbe appoggiato una sola volta, così decise di avvicinarsi. Con fare leggero s’appoggiò. Proprio come pensava…, quel culetto era una favola, gli indumenti leggeri di lei quasi permisero al coso di infilarsi fra le due natiche. Insomma stava vivendo attimi indimenticabili, avrebbe voluto chiederle di sposarlo, ma era troppo impegnato in altre attività, e dopo qualche secondo di piacere, si rese conto che era arrivato il momento di allontanarsi, anche se dovette farlo con rammarico. S’aspettava una brutta reazione da quella donna, ed invece nulla. Era rimasto sorpreso dal fatto che il suo comportamento aveva lasciato indifferente quella donna, eppure doveva per forza aver notato l’accaduto, essendo anche che se lo ritrovava di notevoli dimensioni. Eppure nulla, non s’è neanche voltata a guardarlo e lo ha lasciato nella completa indifferenza. Passarono diversi minuti, il suo coso ritornò in “stato di quiete” anche se il suo sguardo continuava a posarsi nel solito posto, la sua mente ripensava all’accaduto. Ma che succede? Roba da non crederci, la signora comincia a tirarsi indietro. Alla vista di ciò, anche lui si sarebbe tirato indietro, ma c’era troppa gente e poco spazio. La signora continuò ad indietreggiare fino a che i due corpi non si unirono nuovamente. Non gli era mai successo, e proprio quella volta non se l’aspettava di certo, anche alla signora erano piaciuti quei pochi istanti, ed ora ne voleva ancora. Con estrema non curanza strusciava il suo culetto contro il bastone di lui che subito era tornato attivo. Qualche altro signore s’era pure accorto della cosa ed in maniera disinvolta osservava la scena. Lei sembrava eccitatissima, aprendo completamente il sedere, riusciva ad avvolgergli l’uccello, muovendosi su e giù, invece, riusciva a massaggiarlo fino in testa, gli stava facendo una sega. Lui, vista la situazione, non poteva certo tirarsi indietro, e con dei colpetti cominciò a spingere il proprio affare contro quella signora calda e vogliosa. Andarono avanti per diversi minuti, lui avrebbe voluto perdere il controllo e scoparsela lì, proprio davanti a tutti. Avrebbe tirato su la gonna, strappato via gli slip ed uscire il suo bastone per penetrare quel culetto che tanto gli dava piacere. Con le mani avrebbe potuto afferrarle il seno, sì da poter meglio spingersi dentro di lei. Questo e tanti altri pensieri di sesso gli inondavano la mente, ma quella che poteva sembrare una sega, purtroppo non lo era, e purtroppo non potè raggiungere l’orgasmo. Anche i più bei sogni hanno una fine, ed il suo era giunto al capolinea. Con tutta la gente che guardava ed ingialliva dall’invidia, il tram s’era fermato definitivamente e cominciava a sfollarsi. Era giunto il momento di lasciarsi, lui avrebbe voluto dire qualcosa, ma l’emozione non gli faceva aprire bocca, era stata una bella esperienza ed in quel momento era ancora carico di sesso. La signora s’avviò disinvolta, come se non fosse accaduto nulla, lo guardò solo per un secondo, poi scendendo dalla metro rimase li a fissarlo, da giù. Lui s’accorse subito d’essere osservato, quello sguardo appariva come un invito. Preso dall’emozione scese anche lui e cominciò a starle dietro. Dentro di se pensava a ciò che gli era successo e a ciò che stava per succedergli. Mentre la seguiva non guardava altro che il suo sedere, non riusciva a guardare altrove, seguiva quel fondoschiena mentre s’accorgeva d’essere tutto bagnato. L’attraente signora prese le vie di un grande parco, non molto frequentato in quel momento, ma con della gente che passeggiava, poi si diresse verso una zona più deserta e quando non c’è stato più nessuno che poteva vederli, si sdraiò per terra a pancia in giù e con un colpo veloce di mani mostrò subito il tanto sognato sedere. Era talmente sodo che già da solo poteva aprirsi e lasciare intravedere le intimità. Poi la signora, con le sue dolci mani, portò completamente alla luce le parti più nascoste di sé. Ormai era fatta… Dolcemente si mise su di lei e con il suo uccello ispezionò tutto il suo sedere. Dai pantaloni era uscito già tutto bagnato, ed ora stava bagnando e riscaldando anche lei. Aveva a portata di cazzo una delle donne più arrapanti che aveva mai incontrato, doveva solo decidere di quale entrata servirsi. Lui avrebbe preferito la secondaria, non aveva mai inculato nessuna, ma decise di far scegliere a lei. Le sussurrò la domanda nell’orecchio e si sentì rispondere subito: “nel culo, ma con il preservativo”. Fu assalito dal panico, non ne aveva con se nemmeno uno. Lei però continuando disse “preferisco usarne uno mio” e dalla borsetta uscì sia il condom che il lubrificante. Con un po’ di imbarazzo si equipaggiò a dovere e con l’indice cominciò ad infarcire il foro da penetrare. Lei lo guidava passo passo con: “mettine di più… …infilane un po’ dentro… …si così, infila fino in fondo” ormai il suo indice entrava ed usciva in tutta tranquillità. A lei questo entra ed esci dava un certo piacere, continuò dicendo “infila anche un dito dell’altra mano… … bene ora allargami…” era proprio una vera porca… Dopo essersi fatta stuzzicare abbastanza gli disse: “adesso fottimi…” lui non se lo fece dire due volte, mise del lubrificante anche sul suo cazzo ed in un secondo lo vide sparire dentro quel corpo stupendo. La sbatteva delicatamente ma con decisione, lo infilava e lo usciva tutto, per ogni penetrazione i due provavano un piacere estremo, per ogni penetrazione lei si stringeva per sentire e dare più piacere, fino all’orgasmo di lui. Era stata una delle scopate più belle e sofferte, s’era sdraiato per cercare un po’ di riposo, ma lei non era ancora sazia, non era riuscita a godere anche se s’era divertita abbastanza. La sua figa era ancora infiammata e prudeva dal desiderio, solo un orgasmo intenso avrebbe potuto liberarla. Decise allora di mettere la propria passera sul volto di lui. Inizialmente s’era sentito quasi soffocare, ma poi ha tirato fuori la lingua e l’ha immersa dentro a quelle labbra calde ed umide. Subito ha individuato il clitoride ed ha cominciato a dedicarcisi. Con abili colpetti riusciva a provocarle dei brividi davvero intensi, ma la rapidità della lingua non può essere quella della mano, così lui, per farla godere fino in fondo, la fece sdraiare nuovamente, stavolta a pancia in su, e cominciò a masturbarla con estrema velocità, mentre con la lingua ispezionava con cura i suoi seni. Riusciva ad alternare le carezze esterne a quelle interne alla vagina. Riusciva a buttarle dentro anche tre dita per volta. Poi un lungo orgasmo ha riportato la porcona alla pace dei sensi. Si sono rivestiti, scambiati i numeri di telefono ed alla fine si son detti “ci vediamo”.
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