Martedì 4 aprile 2000. Michele è partito questa mattina per l’ufficio. Poverino, si esaurisce così tanto da fare per riuscire a guadagnare nuove quote di mercato. Ha bisogno di rilassarsi un po’. Ho accettato l’appuntamento di questo ragazzo conosciuto su Internet. È un bel tipo di 28 anni, stile macho italiano, ma le foto di lui e del suo cazzo me l’hanno fatta bagnare. Per fortuna è disponibile alle 14.00. Gli do appuntamento a Porta Maillot e prenoto una camera al Concorde-Lafayette. È ora, Dio com’è bello. Saliamo in camera. Siamo quasi all’ultimo piano e si vede tutta Parigi. Come gli ho spiegato, sono a sua disposizione per due ore. Comincia chiedendomi uno spogliarello su di una musica dolce e mi do da fare davanti a lui. Fa dei commenti volgari sul mio corpo, sul mio modo di muovermi, sulle tette, sul culo e ciò mi eccita enormemente. Ho voglia di essere la sua cagna. Una volta nuda, mi chiede di servirgli uno scotch dal mini-bar. Quando gli porto il bicchiere fa uscire il cazzo dai pantaloni e mi dice: “In ginocchio e succhia”. Obbedisco subito, amo come mi domina. Il suo cazzo è bello, abbastanza grosso ed una grossa vena lo percorre per tutta la lunghezza. Non è ancora del tutto turgido e lo prendo delicatamente tra le labbra. Gli titillo la glande con la lingua, scendo fino al pube leccandolo e ritorno alla cappella. Lo faccio entrare dolcemente nella mia bocca, poi lo faccio affondare finché la cappella non mi arriva in gola. Gonfio le guance e le rilascio per creare un movimento d’aspirazione. Geme e sembra apprezzare il trattamento. Penso a Michele che sta sgobbando come un mulo mentre io sto succhiando una bella mazza. Quest’idea mi eccita ancora di più. Lascio il suo cazzo per dedicarmi a succhiare i coglioni. Sono grossi e adoro farli rotolare tra le labbra. Glielo riprendo in bocca e comincio a pompare ingordamente. All’improvviso mi prende per i capelli e si mette a scoparmi la bocca. Gli lascio usare la mia bocca da troia. Gode bruscamente schizzandomi in fondo alla gola ed io ingoio tutto il suo sperma con piacere. Adoro scoprire il gusto dello sperma di un uomo. Mi sdraia sul letto e mi spalanca le coscie. La mia figa rasata il mattino stesso sembra esser di suo gradimento. Sono fradicia e me lo fa notare. Mi lecca la figa, mi mordicchia il clitoride con i denti. Tengo le gambe aperte al massimo per aprirgli la mia intimità. Gli resta ancora un’ora per approfittare di me. Sono un suo giocattolo e lui mi usa per il suo piacere. Questa idea mi fa bagnare ancor più delle sue carezze. Ce l’ha di nuovo in tiro e s’infila un preservativo. Eccitato,in piedi davanti a me, spalancata, gli offro il mio sesso da sventrare. Dice: “Ora ti scopo, troia”. Gli rispondo: “Si, fallo, sono la tua cagna.” Si mette davanti alla mia fica smaniosa. Dice: “Guardami negli occhi e chiedimelo”. Dritto negli occhi chi chiedo: “Scopami, sfondami, sono la tua puttana”. S’infila dolcemente, prendendo possesso del mio corpo. Si aggrappa alle mie tette e cominci a scoparmi dolcemente guardandomi sempre dritto negli occhi. Adoro questa cosa, mi sento sottomessa, esposta, disponibile: un oggetto. Sono una femmina offerta al maschio. Accelera per sbattermi per bene ed io godo dei suoi colpi di maglio. Si allunga su di me e mi bacia. La sua lingua è intrusiva, prende possesso della mia bocca. Rispondo al bacio. Continua a dilaniarmi il sesso. Mi fa cambiare posizione. Sono a pecora, gli offro il culo. Ricomincia a scoparmi insultandomi. “Ah! Si, sei una gran troia, ti piace farti scopare da degli sconosciuti” “Si, sono una baldracca, mio marito sta lavorando mentre tu mi scopi come una cagna” Comincia a schiaffeggiarmi il culo mentre continua a montarmi. “Che bel culo da vacca hai! Si, sei una vacca! Godo.” Si aggrappa alle mie chiappe arrossite e sento le sue contrazioni mentre il suo cazzo riempie il goldone. Mi chiede di pulirgli il cazzo a quattro zampe sul letto ed io eseguo. Mi accarezza i seni, il culo e la figa mentre mi applico. In poco tempo il suo cazzo comincia ad indurirsi. Gli resto 15 minuti per godere di me. Mi fa alzare ed aprire le tende. Mi mette davanti alla finestra, in piedi, gambe tese ed aperte, culo in aria. Mi infila un altro profilattico e m’infila da dietro. Sono in piedi, con i seni schiacciati contro il vetro, ho tutta Parigi davanti a me e dietro un uomo che mi scopa. È dolce, va e viene delicatamente per farmi godere. Mi sussurra delle parole all’orecchio. “Spero che tu sia contenta di me, mi ha fatto molto piacere rendere tuo marito cornuto” “sei una bella moglie ed è fortunato che cerchiai eccitarlo in questo modo” “Ed io sono fortunato che tu voglia offrire a me il tuo corpo” “Voglio che tu goda ora, troietta” Godemmo insieme con Parigi ai nostri piede. Se fece una doccia e poi se ne andò.
Aggiungi ai Preferiti