Quel giorno ero a bighellonare in un grosso Ipermercato, quando la vedo che girava per gli scaffali segnando la merce che mancava, anche se indossava la divisa del lavoro, si vedeva che era fatta molto bene, bionda oro, occhi verdi smeraldo, due labbra carnose che ti invitavano a baciarle, il seno piccolo forse una seconda scarsa, ma il culetto era un capolavoro della natura, Frida non era molto alta, forse 1,60 ma la perfezione del corpo fatta donna, sapevo come si chiamava perché una collega l’aveva interpellata, mi sono avvicinato facendole molte domande sulla merce che segnava, e alla fine ero riuscito a strapparle un si per prendere un caffé insieme, abbiamo parlato di quello che faceva nel tempo libero, e soprattutto se non era legata sentimentalmente, mi raccontava che la sua storia era finita tre mesi prima, e adesso si leccava le ferite per il cretino che aveva frequentato due anni, e così si ritrovava a 19 anni con una esperienza negativa alle spalle, quella sera non cera stato verso, ma prometteva che la sera dopo l’avrei accompagnata a casa con la mia auto, alle 20 mi trovavo puntuale davanti all’ingresso principale ad attenderla, vederla camminare era uno spettacolo, sembrava una gazzella, elegante e sicura, quasi volava invece di camminare, l’ho portata in una gelateria per gustarci un buon gelato, e riaccompagnata a casa, prima di scendere le ho dato un piccolo bacio all’angolo della bocca, me lo ha ricambiato ed è volata a casa, già dalla sera prima le avevo dato il mio numero di cell. e poco prima delle 22 mi chiamava per augurarmi la buona notte, mi rigiravo nel letto a pensare come potevo portarmela a casa, ma avevo deciso di non affrettarmi, quel culetto valeva la pena di attendere, la sera dopo c’era un leggero miglioramento, eravamo stati al cinema e una bella pomiciata cera scappata, io gli avevo preso i seni in mano toccandoli a carne, e lei da sopra i pantaloni aveva sentito la bestia, era eccitata, ma non ho voluto di proposito andare oltre, volevo che si fosse convinta a venire a casa mia in tutta tranquillità, senza i soliti discorsi, si io ci vengo ma tu, quando avrebbe varcato quella soglia doveva sapere bene quello che faceva, io della mia casa ne andavo orgoglioso, mio padre l’aveva acquistata che stavano costruendo la palazzina, tutto l’attico era nostro, e metà lo aveva affittato, poi dopo oltre dieci anni l’inquilino era andato via e io ormai solo, lo inglobavo tutto e adesso possedevo un appartamento di 500 mq. con la sala da biliardo, due saloni doppi, uno adibito a sala cinematografica, e dei tre bagni per parte, due li avevo uniti facendo un bagno enorme con una vasca romana con idromassaggio, la mia camera da letto aveva tutta la visuale della Campagna Romana, potevo dire che avendo 32 anni di strada ne avevo fatta, la Ditta di ceramiche che mi aveva lasciato rendeva bene, e cinque anni dopo, mi ritrovavo una Ferramenta e un grosso negozio di Fiori che rendevano molto bene, avevo diversificato i guadagni e mi davano grosse soddisfazioni, dopo una settimana di languida attesa finalmente veniva la Domenica, il pranzo che mi aveva cucinato la mia Colf era veramente buono, ci aveva servito con discrezione e signorilità e poi era andata via, nel vino cercavo un alleato discreto ma efficace, e girare per la casa non le era molto facile, la tenevo per un fianco e sorreggendola sentivo bene il seno, poi finalmente la camera da letto, la facevo sedere sopra e si vedeva tutta la campagna a perdita d’occhio, poi la sdraiavo e cominciavo a baciarla, una mano direttamente dentro la camicetta per sentire a carne i due boccioli, poi la toglievo e iniziavo a scendere verso il paradiso, io ero titubante, mentre lei mi allargava le gambe per favorirmi, mi insinuavo nei suoi pantaloni e scendevo sotto le mutandine, e finalmente sentivo il pelo della fichetta morbido quasi vellutato, poi le labbra gonfie e ben nutrite che mi davano la scossa al tocco, poi improvvisamente la clitoride piccola ma dura e sfrontata, con il dito continuavo a scivolare sotto facendole provare dei brividi incredibili, era lei che apriva i suoi pantaloni per farmi passare comodo, la mia mano grande le copriva tutta la fichetta, poi con il dito le entravo dentro trovandola completamente fradicia di umori, ormai la stavo masturbando e a baciare ci pensava lei, mi si era attaccata alla bocca con la sua come una piovra, la sentivo affannata e tremante, ormai era preda di un orgasmo che tardavo a farle provare, era di proposito che volevo farla soffrire prima di farla sborrare, mi doveva impazzire tra le braccia ancora un po, e poi l’avrei liberata da quella sofferenza dolcissima, adesso alternavo il dentro della fica con la clitoride, e poi scivolavo verso il mio buchetto preferito, ma in tutti i casi godeva da impazzire, quando sentivo che non resisteva più, con il dito le entravo leggermente nel culo, e poi ricominciavo la tortura, ma il tutto lo accettava con infinito piacere, adesso era venuto il momento che si doveva togliere i pantaloni, lo faceva con gli slip compresi, smettevo di baciarla, e scendevo con la bocca sulla fichetta che era un fiume in piena, come le davo una lappata alla clitoride, iniziava a sborrare a lamentarsi per il piacere, con le labbra la prendevo e iniziavo a torturarla con la lingua, era veramente un torrente, scolava liquidi e continuava a godere senza mai fermarsi, la facevo veramente impazzire per il piacere, fino a che si rilassava esamine sul letto, adesso era con gli occhi chiusi e sorrideva, l’affanno stava scemando e cercava di riprendersi dalla grossa goduta che aveva fatto, io mi ero seduto sul letto e sfilato i pantaloni, ora si vedeva molto bene che ero eccitato da morire, infatti non mi ero messo apposta le mutande per accelerare le cose, si alzava seduta sul letto e mi baciava appassionatamente, e la sua manina mi raggiunse il manico, lo toccava con leggerezza tutto, credo che ne saggiasse la consistenza e la grandezza, poi lo segava lentamente e infine mi si staccò dalle labbra per prenderlo definitivamente in bocca, lo sapeva leccare e succhiare con molta maestria, era delicatissima nel lapparlo per tutta la lunghezza, e quando ritornava alla cappella sapeva darle dei colpetti di lingua favolosi, io ricominciavo a masturbarla ma con un preciso obbiettivo, questa volta le avrei lavorato poco la fica e molto il buchetto, dovevo sapere con precisione fino a dove mi avrebbe fatto arrivare, adesso le ero dentro nella fichetta e la pompavo con il dito, ho le mani grandi, e un dito mio è già un piccolo cazzo, godeva di nuovo e succhiava sempre più forte, la sentivo che stava per sborrare, e poco prima che lo facesse, in un attimo con il dito intriso dei suoi umori le ero dentro al buchetto del culo, ma continuavo a pomparla anche nel retto, la sborrata che fece con le gambe completamente spalancate fu eccezionale, nel giro di pochi secondi veniva due volte, e poi si accorse che anche io stavo per godere, se lo mandava in fondo alla gola e iniziava a ricevere i primi getti di sperma che le stavo donando, io continuavo in quel buchetto a farle scorrere il dito regalandole delle sensazioni nuove per lei, non si perdeva neanche una goccia del mio godimento, lo ingoiava tutto con una naturalezza incredibile, poi si toglieva e mi baciava di nuovo sulla bocca, io continuavo a starle con il dito nel culo e lei lo gradiva molto, poi dal momento che mi era di fianco, oltre al medio che le avevo messo dentro con il pollice le entravo nella fica, mi guardava strabuzzando gli occhi, e con una smorfia di godimento cercava di nuovo le mie labbra, prima di baciarmi mi diceva, ti prego non fermarti mai da come mi hai messa, sto impazzendo dal piacere e sborrava di nuovo, mi aveva di nuovo spalancato le gambe per favorirmi l’entrata nei suoi buchetti, e stava godendo veramente molto, si era attaccata a me con il braccio destro intorno al collo, con i talloni si spingeva arcuando il corpo, lo avevo a portata di bocca e ho iniziato a succhiarle il seno, adesso stava impazzendo veramente, mugolava e diceva parole senza senso, continuando a dire non ti fermare ti prego non ti fermare, infine mi crollava addosso nel vero senso della parola, ormai era completamente distrutta affannata e sudata, la guardavo ora era una meraviglia di bellezza, la fica bionda con un accenno di castano all’interno delle labbra, i seni piccoli e perfetti, il corpo quasi efebico con il viso che non smetteva mai di avere un accenno di un sorriso di beatitudine, adesso le ero accanto e la baciavo leggermente sui seni, sulle labbra, sul collo, e sulla pancia, poi con un bacio in mezzo alle labbra della fica aveva di nuovo un movimento, infatti la spalancava di nuovo, ma ormai io ero partito per il mio obbiettivo, mi posizionavo in ginocchio e abbracciandola per il bacino l’alzavo e la giravo, adesso era a pecorina davanti a me, gli allargavo la fica con le dita e iniziavo ad entrarci, la sentivo molto aderente ma entrava abbastanza bene, ero gia a metà dentro e Frida ricominciava a lamentarsi per il piacere, quando le ero completamente dentro mi urlò di non muovermi da come stavo, ora lo sentivo in fondo e lei che sborrava senza che mi muovessi, ricominciava ad urlare, se ti muovi ti ammazzo, fermo che mi fai impazzire cosi, madonna quanto sei bello con questo uccello che mi fa sragionare, ecco adesso ricomincia a muoverti piano mi raccomando, la fichetta era stretta ma favolosa, me la sentivo aderente come un guanto, ricominciavo a pomparla lentamente facendole venire i brividi, la sentivo con le mani che le trasmettevo delle sensazioni per lei incredibili, ma contemporaneamente le mettevo della crema oleosa nel buchetto del culo, il mio obbiettivo non lo perdevo di vista, ma lei improvvisamente mi dice, ho capito dove vuoi entrare con quel pisello favoloso, ma prima fammi sborrare di nuovo, e poi il mio culetto è tutto tuo, oggi te lo meriti solo per il piacere che mi hai fatto sentire, e se al tuo uccello piace questo nido perché non farlo contento? mi sentivo il cazzo che mi scoppiava dal piacere, le davo altre pompate e Frida sborrava di nuovo come una fontana, ormai il buchetto era pronto per ricevere la bestia, gli puntavo la cappella e cominciavo a spingere, Frida con le sue manine si allargava le chiappe per favorirmi, e piano ma molto lentamente la cappella si faceva strada, adesso che avevo la cappella dentro, guardavo questa piccola donna con un culetto da favola ma piccolo, però fermamente decisa a farselo fare come si deve, iniziavo lentamente a entrare sempre più in fondo, ma con la fichetta in mano iniziavo a lavorarmela, e come le sfioravo la clitoride ricominciava a godere, e nel piacere che provava io continuavo a entrare sempre di più, ancora una piccola spinta e ero arrivato in fondo al suo retto, adesso stavo fermo per farla abituare ma il dito andava per suo conto, e lei poverina continuava a lamentarsi per il piacere e credo anche per il dolore, poi era il momento di ritornare indietro, vedevo il buchetto che era dilatato al massimo per accogliere il mio bastone, i bordi delle pareti si muovevano addosso al cazzo strusciandolo con forza, ero quasi tutto fuori e ho aggiunto un po’ di crema, e sono rientrato dentro sempre dolcemente, adesso lo sentivo che scorreva meglio e lei lo gradiva di più, ho cominciato a incularla sempre più svelto fino a che ora era lei che mi incitava, dai sfondamelo che aspetti, sentilo quanto è bello nel culo non l’avevo mai provato, tu oggi mi fai impazzire dal piacere, poi improvvisamente mi diceva fermati ti prego, io con il timore di averle fatto male stavo per togliermi, ma lei mi diceva, ti ho detto di fermarti non di toglierlo questo mai, adesso ero fermo immobile ma non capivo, mentre lei iniziava a muoversi con una grazia incredibile, si muoveva a girare leggermente il culetto mentre le entrava il bastone, e così se lo gustava da sola muovendosi in continuazione, e mentre lo faceva si lamentava dicendomi, voglio incularmi da sola perlomeno non potrai dire di avermi inculato solo te, caso mai lo abbiamo fatto insieme, e adesso continuava, fammi sentire come mi innaffi gli intestini con questa dolcissima pompa, io ormai ero al limite della sopportazione e in un attimo cominciavo a eruttarle sperma nel culo in quantità industriale, Frida adesso urlava tutto il suo godimento, e prima che finissi di sborrare mi crollava tra le braccia che la tenevano per i fianchi, ma ormai ero alle ultime goccie e questa bambola, piccola e dolce l’adagiavo con cura sul letto sfilandomi da lei, le mettevo un piccolo asciugamano sotto al culetto perché colava sperma, ma notavo anche delle strisciate di sangue, il cazzo l’aveva lacerata ma non mi aveva detto nulla, e aveva sopportato il dolore con una forza incredibile.Quando si riprese dal dormiveglia della spossatezza, mi guardava sorridente e felice, io le avevo preparato il caffé e mi ero già lavato in bagno, si alzava seduta ma si rimetteva di nuovo sdraiata, mi guardava e non parlava, ma io avevo capito il suo strano movimento, infatti le dicevo ma ti fa molto male? vedrai che mi passa rispondeva baciandomi, la prima volta credo che faccia sempre male non pensi? ma adesso ci gustiamo questo caffé e poi vedremo il da farsi, tu hai qualche idea per caso, e aggiungeva, una qualsiasi ma che escluda il mio culetto che per oggi ha fatto anche troppo, improvvisamente squillava il telefonino suo, rispondeva mentre io le baciavo i seni, capivo che parlava con una della famiglia, forse la madre, invece dopo mi diceva che era sua sorella, che voleva sapere dove fosse, tra di loro sono sempre state molto protettive, ma si interrompeva di parlare perché le stavo leccando di nuovo la fica, posava il telefono e si tuffava sul mio bastone ormai pronto da tempo, la sentivo di nuovo impegnata a cercare di darmi il massimo del piacere, e io facevo altrettanto con la sua fichetta, ma si interrompeva dicendomi, me lo fai sentire di nuovo dentro di me, pero ti prego nel culo per oggi mi basta e avanza, anzi mentre mi scopi cerca di non toccarmelo, lo voglio lasciare tranquillo almeno tre o quattro giorni, poi mi sdraiava supino e saliva sopra di me, se lo infilava da sola e cominciava a scoparmi dicendomi all’orecchio, tu pensa solamente a farlo restare duro, che al resto ci penso io, e mentre finiva di parlare veniva con un lamento prolungato, mi stava scopando lei girandosi sopra di me in diverse posizioni, si sollevava e cercava di farlo entrare di traverso, questo le procurava un piacere incredibile, poi si sollevava a sedere sopra di me tenendolo tutto dentro, rimaneva ferma ma gli vedevo lo sguardo perso dal godimento, poi si metteva le mani sulla fica e cominciava a masturbarsi, io vederla impegnata in quel gioco così erotico duravo veramente poco, infatti facevo appena in tempo a dirglielo, che iniziavo a schizzarle dentro la fica un mare di sperma, lei con un ultimo urlo, faceva una sborrata copiosa e mi crollava sopra completamente senza più forze, la cingevo a me come una bambolina riempiendola di baci, e poi l’adagiavo sul letto alzandomi per andare in bagno, entravo dentro la doccia e credo di esserci rimasto almeno trenta minuti, quando rientravo nella mia camera Frida ancora era sdraiata con gli occhi chiusi, però mi aveva sentito perché mi sorrideva e mi chiamò vicino a lei, una volta che mi aveva preso la mano carezzandola mi disse, lo sai che non sono mai stata così bene come oggi, anche se mi fa un po male il culetto sono felice lo stesso, e quando lo racconterò a mia sorella la farò morire dall’invidia, ma perché devi raccontarglielo le dicevo, noi due non abbiamo mai avuto problemi a raccontarci tutto, non per questo siamo gemelle, gemelle le rispondevo meravigliato, si esatto, mi rispondeva, e ti dirò di più, se ci vedessi insieme, non ci riconosceresti mai, io e Freda siamo praticamente uguali in tutto, io mi ero zittito improvvisamente, stavo pensando e si vedeva che ero assorto, ma Frida come se mi avesse letto nel pensiero mi diceva improvvisamente, senti Paolo non penserai mica di……non ne sarei gelosa affatto ma è mia sorella che è fidanzata, pertanto toglietelo dalla testa che io non mi presterei mai ad una cosa del genere, mi abbassavo e la baciavo sulla bocca, poi toccandole leggermente la clitoride le dicevo, ok però a me sembrava una buona idea, e cosa c’è di più bello che fare felice la sorella del cuore, e mentre stava sborrando Frida mi diceva, io ci provo a dirglielo, ma non credo che accetti, a meno che, ma…..ma questa è un’altra storia.
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