Ogni volta per Cinzia si trattava di spostarsi da Ferrara sino a Ravenna, ma la strada era breve e scorrevole e bastava uscire da casa un’ora prima dell’orario previsto per essere puntuali. Tutto era iniziato da poco più di un mese e quella era già la terza volta che veniva convocata. Stava bruciando le tappe secondo Francesca, l’amica che l’aveva iniziata a quel gioco pruriginoso. Trentadue anni, sposata da quattro, portava ancora benissimo la sua età, anzi con l’andare degli anni il suo corpo aveva perso la fisionomia di ragazza “bona” per divenire quello di una “gran gnocca”. Non bellissima aveva però un suo fascino particolare e sprigionava sensualità da ogni centimetro della pelle. Solo che col matrimonio, passata l’euforia iniziale, l’appetito si era andato via via scemando e gli incontri col marito erano diventati pochi e scialbi. Le confidenza con la sua migliore amica e i segreti che questa le aveva svelati l’avevano condotta ad intraprendere una strada che mai e poi mai si sarebbe sognata di seguire. Oggi ne era felice. A poco meno di cento chilometri da casa sua, infatti, tre uomini (solo dopo averli conosciuti Cinzia avrebbe saputo che si trattava di tre tra i più famosi e ricchi della città) avevano creato un centro definito ricreativo. Un luogo dove donne come lei, poco appagate dalla vita di tutti i giorni, avevano la possibilità di scaricare tutta la loro carica sessuale senza mai rischiare l’indiscrezione, pettegolezzi o scandali. In più era un luogo elegantissimo dove chiunque avesse incontrato era stato di una gentilezza paragonabile a quella di altri tempi. Gentilezza che però veniva meno al momento dell’atto sessuale. Nella sua prima visita al centro Cinzia aveva dovuto superare un vero e proprio esame attitudinale. I tre si erano dati il turno, ognuno provando le sue capacità di succhiare un cazzo, di scoapre e di prenderlo nel didietro. Era tornata a casa inebetita, ma felice. Non credeva di potere essere stata lei. Dieci giorni dopo aveva ricevuto una telefonata di convocazione per il pomeriggio successivo. Si era presentata all’appuntamento senza sapere di cosa si trattasse. Era ad attenderla uno dei tre proprietari che le aveva presentato un imprenditore belga in trasferta in Italia, voglioso di passare un’ora con una bella donna. Era stata una bella scopata che non aveva nulla di simile a quelle fatte ultimamente col marito. In più come da accordi con i tre era tornata a casa con la borsa piena di denaro. “Ricordati che non è il compenso per una prostituta, ma solo un modo per ringraziarti” le aveva detto il patron salutandola al momento di andare via. Questa volta, però, Vittorio (uno dei proprietari) le aveva anticipato che si sarebbe dovuta fermare un po’ più a lungo. Lei aveva inventato al marito che sarebbe andata a cena con Francesca ed altre amiche e che dopo si sarebbero fermate a fare quattro chiacchiere tra donne. Vittorio l’aveva accolta col solito sorriso elegante e l’aveva fatta accomodare subito nel salone adiacente l’ingresso. Lì aveva trovato quattro uomini impegnati a discutere. Al loro ingresso si era fatto subito silenzio. Vittorio aveva fatto le dovute presentazioni e poi si era subito allontanato. Uno dei quattro si era alzato dalla poltrona lasciando il suo posto alla donna. Sedendosi Cinzia aveva volutamente accavallato le gambe calamitando subito gli sguardi dei quattro sulla sua coscia. Già si sentiva fiera di se stessa anche se era un po’ preoccupata dalla presenza di così tanti uomini. Nella sua vita le era successo di averne al massimo due contemporaneamente, ma erano passati quasi dieci anni dall’ultima volta in cui le era successo. Avevano chiacchierato di frivolezze per poco tempo, poi le avevano chiesto di alzarsi per farsi ammirare meglio. Lei non si era fatta pregare facendo una lenta giravolta. “soddisfatti?” aveva sussurrato con un leggero sorriso sulle labbra. Per tutta risposta gli uomini si erano alzati uno alla volta circondandola. Qualcuno l’aveva abbracciata ed ora la stava baciando. Già sentiva il gonfiore sotto i calzoni premerle contro il bacino. Avrebbe voluto allungare una mano per tastarne la durezza, ma Francesca era stata categorica nei consigli: “non prendere mai l’iniziativa, tranne che non te lo chiedano.” Così era rimasta inerte lasciando che i quattro perlustrassero il suo corpo a turno accarezzandola ancora da sopra i vestiti. Poi si era sentita sfilare la gonna. C’era stato un coro di esclamazioni quando era rimasta col solo perizoma che le copriva a malapena il solco tra le natiche. Due mezze pesche ancora sode come quando aveva sedici anni. Era stata presa dietro da uno dei quattro così, ancora in piedi sorretta da un altro del gruppo che continuava a baciarla mentre vedeva che gli altri due stavano denudandosi. Le avevano tolto il resto dei vestiti. Qualcuno aveva fatto apprezzamenti anche all’indirizzo del suo seno, ma già la stavano invitando a mettersi caproni per agevolare il loro gioco. Uno la rombava da dietro senza fretta mentre gli altri si davano il cambio nella sua bocca. Poi, a turno, si erano alternati dentro la sua fica ma sempre mantenendo un ritmo lento che la stava portando all’esasperazione. E fu proprio lei a raggiungere l’orgasmo, inaspettato ed improvviso. Conseguenza più dell’atmosfera che si era creata che non del servizio che stava ricevendo dai quattro ospiti. Gli uomini accolsero il suo godimento con piacere e fu l’occasione per cambiare il loro modo di fare. Cinzia si sentì presa per i fianchi, alzata da terra e spinta in un modo un po’ meno gentile verso il grande tavolo di fine ottocento che occupava il centro del salone. Le fecero distendere il busto sulla superficie che sentì fredda e liscia, poi uno dei quattro cazzi si fece strada dentro la sua fregna fradicia di umori. Questa volta l’uomo di turno la prese con vigore sbattendola poderosamente mentre gli altri tre erano rimasti ad osservare la scena disposti intorno al tavolo. Cinzia fu sul punto di credere che l’uomo avesse deciso di venirle dentro in quel modo e rimase inebetita quando lo sentì staccarsi improvvisamente. Fu come sentirsi svuotata sino a dentro il cervello. Rimase in quella posizione a lungo, mostrando il suo didietro senza alcuna vergogna a quei quattro sconosciti che la stavano prendendo in attesa che decidessero cosa fare. Si avvicinò il meno bello, si chinò leggermente e iniziò a leccarle la fica. Venne come una giovincella. L’uomo si rialzò soddisfatto e la penetrò subito. La donna fu costretta a gridare per la sorpresa e per un po’ di dolore sentendo la verga introdursi nel suo deretano. La inculò senza grazia, con determinazione e con affondi per nulla gentili. Al momento di esplodere il suo sperma, l’uomo uscì fuori dal foro posteriore, la girò freneticamente facendola inginocchiare davanti a sé e le schizzò tutto il seme tra viso e seno. Poi si allontanò per lasciare il posto ad uno degli amici. Questa volta la presero in due contemporaneamente. Si ritrovo su di un divano stretta nella morsa vigorosa dei due uomini con quello che le stava dietro impegnato a sfondarle il culo. Stava provando un’ebbrezza mai provata prima. Era usata, violata con fermezza, quasi brutalità, ma si sentiva al sicuro e appagata da quel trattamento. Il pensiero andò al marito: da quanto tempo non la prendeva cosi? Senza uscire da lei i due si spostarono. Il gruppo così avvinghiato si ritrovò sul pavimento. Lì la bocca di Cinzia fu raggiunta dal terzo cazzo ancora a disposizione. Stava soddisfacendo tre uomini. Mai prima di allora era accaduto e si sentì le fiamme invadere tutto il corpo. I tre uomini rimasero solo per un attimo smarriti dalla frenesia che aveva invaso la donna. Si dimenava come un’ossessa, succhiava il cazzo che stringeva tra le labbra come se dovesse staccarlo a morsi da un momento all’altro. Poi i tre si unirono nell’aumentare vorticosamente il ritmo dei loro movimenti. Colui che già era venuto si sentì nuovamente pronto e diede il cambio a chi la stava scopando. Poi fu un susseguirsi di cambi tra i quattro nei suoi tre fori. Vennero uno dopo l’altro lasciando che lei si riprendesse ancora distesa a terra e fradicia di sudore, umori e del loro sperma, sparso un po’ ovunque. Era quasi l’una quando Cinzia entrò nel soggiorno di casa sua. Suo marito era ancora in piedi davanti alla televisione. “Ciao amore, sono tornata” “Ciao cara. Scusa ma sta finendo la partita e sono interessato. ….Ma che profumo hai addosso??” “Io??’ Non ricordo. Perché??” “Boh! E’ strano….oh cazzo!! Stavano segnando.” Cinzia lo aveva lasciato chiudendosi nel bagno. Si era portato un braccio verso il naso. L’odore dello sperma dei quattro era ancora intenso. Aprì il rubinetto della doccia, attese che si formasse il vapore per l’acqua calda e vi si immerse sotto. Pensava ancora a quei quattro e al denaro che Vittorio le aveva donato anche questa volta. Quasi ci poteva comprare una nuova macchina. Le sue dita corsero in mezzo alle cosce per regalarsi un momento di appagamento.”
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