Marta era una donna rimasta vedova ormai da 10 anni. Il marito, Carlo, era morto in un incidente in miniera, in Germania, a soli 30 anni e l’aveva lasciata sola con 2 figlie femmine gemelle di appena 8 anni. La vita per lei era stata molto dura fino a quando il defunto Carlo non le aveva dettato, in sogno, dei numeri da giocare al lotto…”giocati questi cinque numeri e vedrai…” Le aveva predetto, e così era stato. La vincita, miliardaria, le aveva dato, finalmente, la tranquillità economica che lei sempre aveva sognato. Ora si ritrovava poco meno che quarantenne, con 2 figlie diciottenni e piena di soldi. Aveva ben pensato, dopo quella vincita, di trasferirsi in Svizzera, lasciando il paesino in cui era nata e nel quale i ricordi del defunto marito le davano molta tristezza. Le ragazze avrebbero potuto frequentare un collegio che le avrebbe meglio formate, nel quale rimanevano l’intera giornata e la sera tornavano a casa. Lei, nel frattempo, avrebbe potuto dedicarsi un po’ a se stessa frequentando palestre, saune e quant’altro per la cura del suo corpo e poi i salotti bene delle dame del posto dove, tra qualche biscottino ed un te, passava gran parte dei pomeriggi. Uno di questi pomeriggi durante una divagazione una signora iniziò a parlare di sesso. Lei ne rimase quasi sconvolta. Aveva amato e desiderato solo il marito e mai avrebbe potuto immaginare che una donna potesse desiderare di cambiare uomini come se fossero cappellini e borsette. La signora in questione, Lorena, aveva iniziato a descrivere situazioni a dir poco imbarazzanti che quotidianamente viveva. Parlava di una casa di appuntamento dove c’erano gigolò disponibili ad accontentare ricche e canute signore, trascurate dai mariti, le quali avevano bisogno di un uomo senza avere tutti i problemi che un amante può dare. Lorena raccontava: “L’altra sera un nuovo giovane, bello, alto e muscoloso con un enorme cazzo ci ha servito completamente nudo il caffè nel salotto della signora Claudia, la proprietaria della casa. E’ stato molto eccitante: eravamo in 6 ed ogni donna, mentre lui gentilmente ci porgeva le tazzine, gli ha accarezzato l’enorme cazzo ritto e le palle. Poi il giovane è stato carpito dalla moglie del farmacista che se l’è portato in camera. Ne è uscita 1 ora dopo soddisfatta ed allegra. Domani lo voglio provare io” . Marta rimase colpita negativamente dal racconto di Lorena e quasi le veniva da vomitare. Lei non aveva mai visto un uomo completamente nudo, neanche il marito col quale aveva rapporti occasionali quando andava da lei in paese nei giorni di ferie, durante uno di tali rapporti era rimasta incinta. Il sesso per lei era qualcosa di oscuro e completamente inesplorato. Quella sera, durante la cena con le ragazze fu molto distratta ed anche durante la notte, che passò quasi insonne, non poteva fare a meno di pensare a quell’uomo nudo che passava tra le donne che, comodamente sedute, potevano guardarlo, desiderarlo ed accarezzarlo a loro piacimento. Pensava ai racconti sconci di Lorena ed a come la società stava cambiando. Mai avrebbe potuto immaginare qualcosa del genere. L’educazione che i propri genitori le avevano impartito e la sua religiosità le impedivano di pensare ad un uomo-oggetto che potesse soddisfare i desideri di una donna. Mai avrebbe immaginato che una donna avrebbe potuto avere potere su un uomo, averlo a suo piacimento relegandolo ad un ruolo secondario rispetto a se stessa. Mentre pensava e ripensava all’argomento si accorse di essere bagnata. “Che succede?”, pensava “Sono eccitata dall’argomento. Dio mio no! Non posso, non devo….”. Inevitabilmente le sue dita raggiunsero il suo sesso e, dopo pochissime toccatine, esplose, per la prima volta in un orgasmo bellissimo, dopodiché cadde in un sonno profondo. Il pomeriggio successivo si ritrovò con le sue solite amiche e con Lorena e, questa volta, fu lei a chiederle di raccontare qualcosa sulla casa della signora Claudia. “Fammi sentire: Cosa succede in quella casa? Possibile che ci siano uomini così sottomessi da essere disponibili alle donne?” chiedeva. Lorena non tralasciò particolari e, conseguentemente, arrivò l’atteso ed inevitabile invito ad una “visitina”. “Dai, domani vieni con me da Claudia, ti garantisco che ti divertirai e… se ne avrai voglia…. potrai anche assaggiare qualcosa di buono”. L’eccitazione arrivò alle stelle. L’appuntamento era per le 10 del giorno successivo, Marta alle 8 era già pronta. Le ragazze la salutarono allegre come ogni giorno, aveva davanti a lei l’intera giornata… era stupendamente gioiosa ed eccitata. Alle 10 precise Lorena la passò a prendere con la sua auto ed insieme si recarono alla villa della signora Claudia, fuori città, al centro di un bellissimo parco ricco di vegetazione. Lasciarono l’auto nel parcheggio e si avviarono all’ingresso della bellissima villa al quale era ad attenderle un maggiordomo in livrea e con tanto di parrucca che con un inchino le introdusse nell’atrio ricco di marmi e di luci. Si sentiva una musica di sottofondo molto riposante ed un vocio allegro di donne provenire dalla stanza attiguo all’atrio. Il maggiordomo, dopo aver preso il loro soprabiti, indicò la porta di ingresso al salotto Marta rimase folgorata dalla bellezza e dallo splendore degli interni: lampadari, divani e tappeti arricchivano un bellissimo salotto rendendolo luminoso ed accogliente. Una poltrona più grande delle altre, quasi un piccolo trono, era occupata dalla padrona di casa che, appena le vide sulla porta, sorrise e si alzò per salutarle e raggiungerle, sui divani erano sedute altre donne, ornate di gioielli vistosi e costosi, che discutevano allegramente sorseggiando bibite e caffè. “Mia carissima Lorena, come stai? Questa e la cara Marta di cui mi hai parlato al telefono, vero?” Chiese Claudia avvicinandosi alle due donne . “Si, cara Claudia, ti presento Marta”. Claudia abbracciò in modo cordiale Marta e Lorena e, prendendole sottobraccio, le condusse ai divani. “Accomodatevi, care ed ordinate pure ciò che vi piace: Caffè, succhi, pasticcini. Antoine!” Battendo le mani chiamò il cameriere. Comparve, da un’altra stanza, un uomo di colore completamente nudo ma con un piccolo colletto bianco al collo ed un cravattino nero. “Antoine servi le due mie nuove amiche”. Con grande stupore Marta vide avvicinare l’uomo alla sua poltrona, l’uomo si inginocchiò e le baciò il piede destro, poi ripetette il gesto anche a Lorena. Rimanendo inginocchiato davanti a loro, ma con le sue nudità ben in vista, disse “Cosa posso servire signore?”. Lorena maliziosamente toccò con la punta della scarpa il cazzo duro dell’uomo dicendo “Per me un caffè, tu, Marta, cosa prendi?”. “Un…un caffè anche per me” balbettò Marta. L’uomo ringraziò, si alzò e prese a versare i caffè che subito offrì alle due signore. “Fatti toccare, mio caro, poi… dopo….” Disse Lorena afferrando il cazzo dell’uomo nel mentre che lui le offriva la tazza. “Dai, Marta, tocca anche tu, altrimenti lui si offende…”. Marta allungò una mano ed afferrò qual magnifico cazzo tirandolo a sé, una fitta partì dalla mano e, attraversandole tutto il corpo, la raggiunse all’inguine, forse aveva avuto un altro orgasmo. L’uomo ringraziò le signore e scomparve. “Cara Claudia, racconta anche a Marta la tua storia” disse Lorena. Claudia iniziò a raccontare, ma si interruppe subito dicendo “Mie care, voi tutte sapete che io vivo in questa villa insieme alla mia bellissima figlia di 20 anni, con 5 cameriere e con ben 20 uomini schiavi. Sono uomini bellissimi resi schiavi dopo un lunghissimo periodo di addestramento. Ora vivono solo per me e per mia figlia. Siamo le loro dee e non ci lascerebbero mai se noi stesse non lo volessero. Per mantenere questa casa ci vogliono molti soldi ed allora mia figlia ha pensato di mettere a disposizione delle donne che lo vogliono, le prestazioni dei nostri uomini. E’ molto semplice. Se vuoi puoi stare qui ed ammirare lo spettacolo dei miei schiavi, se vuoi qualche prestazione devi pagarla. Chiaro?” . Marta pensava “io pagare per un uomo? Roba da pazzi. Quando ero ragazza avrebbero fatto il diavolo a 4 per me…figuriamoci”. “lo so cosa stai pensando, non è così” disse Claudia “avere uno schiavo a tua disposizione non è come avere un uomo qualunque. Uno schiavo veramente lo senti tuo senza limiti. Hai potere su di lui ed anche la sua vita è nelle tue mani. Maria?” Comparve una giovane cameriera ed giovane nudo , Claudia si avvicinò al giovane mentre la cameriera lo teneva fermo da dietro, ed iniziò a masturbarlo davanti alle amiche. Ogni tanto interrompeva la masturbazione e, guardando l’uomo con grande disprezzo, gli strizzava fortemente i testicoli fino a farlo urlare dal dolore, poi riprendeva la masturbazione. Lo spettacolo fu molto appagante per le presenti che potettero osservare la totale dipendenza del giovane dalla mani di Claudia. Poi venne un’altra cameriera con un frustino in mano, si avvicinò a Claudia e glielo porse. “venite” disse Claudia. Andarono tutte le donne in una stanza accanto al salotto dove c’erano 2 uomini nudi legati a testa in giù. Claudia prese a colpirli col frustino, nessun lamento venne emesso. Quando furono slegati essi strisciarono fino ai piedi di Claudia ed iniziarono a leccarle le scarpe. Claudia si sedette e tolse le scarpe. I due uomini sedettero sui talloni e lei prese a masturbarli con i piedi. Erano eccitatissimi. “Basta!” disse Claudia “ora dovete far godere le mie amiche, muovetevi bestie” Claudia fece cenno alle donne di sedersi, arrivarono altri uomini nudi, uno per ogni donna presente, ogni uomo si inginocchiò di fronte ad una donna. “Lasciate che essi vi facciano godere, mie care” disse Claudia. Gli uomini, ad un suo gesto, aiutarono ! le donne a togliere le mutande e presero a leccare loro il sesso. Durò quasi mezz’ora, durante tale tempo tutte le donne godettero, poi gli uomini si alzarono in piedi, erano eccitatissimi. Claudia ordinò loro di masturbarsi e loro eseguirono. Lo spettacolo fu veramente entusiasmante. Al termine tutte le donne andarono via ma Claudia chiese a Marta di restare. La portò nella sua stanza da letto dove c’era un giovincello, anche lui nudo, che le stava preparando il letto. “Guarda Louis” disse, il giovane si avvicinò, “toccalo”. La mano di Marta iniziò a toccare il ragazzo. Gli strinse le palle tra le mani e sentì un sussulto quando gli strinse il cazzo. “Tutti i miei schiavi sono molto sensibili al tocco di una donna, vero Luois?” Il ragazzo si inginocchiò, e prese a baciare le scarpe di Marta, che quasi voleva ritrarre il piede “No, cara, anzi, togli la scarpa e lascia che lui ti adori” Luois tolse la scarpa e, dopo averle sfilato la calza, prese a leccarle il piede succhiando avidamente dito dopo dito. Marta si sentì svenire. Mai aveva provato tali sensazioni come quel pomeriggio e quel ragazzo la stava facendo godere solamente leccandole i piedi. “Vuoi portarlo a casa tua per qualche giorno ?” disse Claudia. “No, come faccio, ci sono le ragazze” rispose Marta. “Benissimo, io non ho fatto lo stesso con mia figlia? Che c’è di male? Fai divertire un po’ anche a loro, dai”. “Ci voglio pensare” disse Marta. “Ti lascio da sola con lui” disse Claudia, “divertiti cara e… sii crudele, solo così lui ti darà il massimo di cui noi donne abbiamo bisogno per godere, ricordati che la padrona sei tu ”. All’uscita di Claudia Marta si sentì quasi impaurita non sapendo come comportarsi, il giovane si inginocchiò davanti a lei e disse “Mia Signora, mi permette di farla godere come la mia Padrona Claudia mi ha insegnato?” Marta fece un cenno con la testa annuendo, lui allora si alzò in piedi, prese la sua mano e se la portò ai genitali. “Mi stringa forte, Signora, la! sofferenza che proverò sarà solo una piccola dimostrazione della mia sottomissione alla Sua volontà” Marta prese a stringergli i testicoli, e tanto più stringeva, tanto più il giovane le sorrideva sottomesso. “Mi vuole frustare, Signora?” disse lui. “Che significa?” incredula chiese Marta. “Se vuole fare l’amore con me allora mi può legare al letto e prima mi deve frustare per prepararmi alla sua volontà, potrà disporre di me come vorrà”. Lei prese a legarlo alle cinghie che erano presenti alle sponde del letto. Era suo. Ora poteva disporne quando e come voleva. Era uno spettacolo entusiasmante per una donna: quel ragazzo era lì e lei poteva farne quel che voleva. Il cazzo enorme ritto era la testimonianza della sua eccitazione. Accanto al letto c’era un frustino, Marta lo prese ed iniziò a frustarlo prima con moderazione, poi sempre più forte. Quanto più lo frustava, tanto più il cazzo si ergeva eccitato. Era uno spettacolo! “Si, Grazie mia Signora, ancora, ancora….” Erano l! e parole del giovane che sembrava godere moltissimo. “Godi? Sei un misero schiavo….” Disse Marta con gli occhi lucidi di piacere. Vedeva quel giovane contorcersi sul letto ad ogni frustata, il suo cazzo oscillava in modo imperioso e lei aveva voglia di fargli ancora più male. Quando fu stanca si fermò e prese a toccare quel corpo così disponibile, graffiandolo con le unghie e lasciandogli i segni sulla pelle, ma poi ebbe voglia di averlo dentro. Si spogliò e salì su di lui cavalcandolo come solo una vera cavallerizza può fare. “Non ti permettere di sborrarmi dentro lurido verme” esclamò iniziando ritmicamente a muoversi su di lui. Era completamente ubriaca, lo afferrò per i capelli e lo baciò sulla bocca in modo forsennato ficcandogli la lingua in gola, ebbe uno, due, forse tre orgasmi … poi smise, si alzò da lui e rimase seduta sul letto ad ammirarlo. Il ragazzo era ancora ansimante in quanto non aveva concluso il suo coito. “La prego, Signora, non mi lasci così… Sto scoppiando” asortò il giovane. “A cosa saresti disposto se ti facessi sborrare con le mani?” Sadicamente domandò Marta. “Tutto quello che vuole, mia Signora, tutto “ rispose. “Bene, verrai con me a casa mia e… stasera, forse, davanti alle mie figlie ti farò sborrare… sai le ragazze devono ancora capire certe cose ed è meglio che sia io ad insegnarglielo, tu sarai mio complice” Il giovane si vestì con una lunga tunica nera e seguì Marta verso la sua macchina. Durante il viaggio a casa Lei più volte si interessò alla sua erezione toccandolo “Devi rimanere così fino a stasera, le mie ragazze devono poter vedere tutto e bene…”. Il giovane già assaporava la serata quando Marta fermò la macchina all’interno del cortile della sua casa “Scendi!” gli ordinò “Entra in casa, denudati ed aspettami, io arrivo subito”. Lui eseguì gli ordini ed attese Marta all’ingresso della casa nudo ed in ginocchio. Quando Marta entrò godette dello spettacolo magnifico che lui le dava, finalmente un uomo in casa, ma ora era diverso, lui era il suo… schiavo e ne poteva fare ciò che voleva.
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