Annotai i dati su un foglietto. Quando si frequenta l’università, lontano dalla propria casa, la ricerca di un appartamento o di una camera in collegio può diventare una vera e propria caccia. Dopo pranzo telefonai al numero indicato sull’annuncio:”Buongiorno, mi chiamo Andrea, chiamo per l’annuncio della camera singola. . . ” Una voce femminile rispose:”Ciao. Si, l’annuncio è ancora valido, non ha chiamato ancora nessuno. . . “”Fantastico! Quando posso venire a vedere la stanza?””Quando vuoi nel pomeriggio. ” Mi feci spiegare come raggiungere l’appartamento e salutai la persona all’altro capo del telefono. Passai qualche ora a studiare in biblioteca, poi mi diressi verso il luogo dell’appartamento. Mentre camminavo, speravo vivamente di trovare finalmente una sistemazione. Ero stufo di buttare via tempo in telefonate e di visitare appartamenti in condizioni indecenti o abitati da gente di dubbia reputazione. Arrivai alla palazzina indicatami. Era una palazzina a tre piani. Due appartamenti per piano, potei constatare osservando i campanelli vicino al portone di ingresso. Suonai”Si?””Ciao, sono Andrea, ho chiamato prima per la camera. “”Ah si. Sali pure, ultimo piano. ” Salii. Al terzo piano mi trovai di fronte una ragazza. Aveva i capelli mori, raccolti in una treccia. Indossava una maglietta bianca e un paio di jeans. “Ciao, io sono Sara””Piacere, Andrea. . . ” La voce di Sara non mi sembrava quella che aveva risposto alla telefonata. Entrai in casa. In soggiorno, stava studiando un’altra ragazza. “Ciao, sono Anna””Ciao. Andrea. . . ” Riconobbi la voce di Anna. Sara iniziò:”Qui, abitiamo noi due. Fino al mese scorso c’era un’altra ragazza che ha trovato un altro appartamento. . . se vuoi ti faccio vedere la casa. . . “”Si molto volentieri, grazie” L’appartamento era composto dal soggiorno, cucina, un bagno, una camera matrimoniale e una singola. N ella camera matrimoniale dormivano le due ragazze. A me sarebbe stata assegnata la singola. Nel complesso l’appartamento era carino e ben tenuto. Anna e Sara apparivano due ragazze normali, studiose, ordinate. Dopo avermi spiegato nei dettagli gli aspetti economici, decisi, che se fosse andato bene anche a loro, avrei volentieri deciso di trasferirmi da loro. “Benissimo, quest’appartamento mi piace. Se a voi va bene. . . a me andrebbe benone” Le due ragazze si guardarono. “Direi di si. Ne parliamo questa sera con la padrona di casa e ti facciamo sapere””Va bene, resto in attesa” Intanto che me ne andavo pensavo che questo fosse stato l’ennesimo bidone; che le due amiche avessero tirato fuori la scusa della padrona di casa solo per congedarmi in modo educato. Così non fu. La sera, una delle due amiche (Sara credo) mi chiamò confermandomi la disponibilità della stanza. Perfetto. Finalmente avevo trovato un nuovo appartamento. La settimana dopo mi trasferii nel nuovo appartamento. I primi giorni di convivenza furono un po’ difficili. Tra noi c’era un’inevitabile riservatezza. Anna e Sara confermarono però l’impressione iniziale: erano molto ordinate, studiavano parecchio e non amavano avere gente per casa. Imparai a conoscere le due amiche, e dopo qualche tempo entrammo tutti e tre in confidenza. Anna studiava Economia e Commercio, era una ragazza forte. Amava il nuoto e aveva un aspetto da atleta, anche se, sinceramente, poco femminile, forse anche a causa del taglio di capelli quasi modello naja. Sara studiava Giurisprudenza. A differenza di Anna, non amava troppo fare fatica. Aveva un fisico decisamente meno scolpito e più abbondante e teneva sempre i lunghi capelli raccolti in un’unica treccia. Qualche volta, mi capitava di poter ammirare le splendide gambe di Anna, quando usciva dal bagno o di cercare di guardare le formose tette di Sara mentre si vestiva. Non era un problema ormai, girare per casa in mutande e canottiera. Comunque Anna e Sara non si erano mai mostrate, con atteggiamenti maliziosi o provocanti, davanti ai miei occhi (purtroppo!). Una sera rincasai abbastanza tardi. Aprii e chiusi la porta di casa molto lentamente. Cercai di fare molto piano per non disturbare, Mentre passai davanti alla camera di Anna e Sara sentii dei rumori, quasi dei sospiri e vidi della luce uscire dalla stanza. La porta non era chiusa del tutto. Cercai di guardare dentro ma il silenzio totale ritornò e la luce si spense. Non feci molto caso a quei rumori ma in seguito mi capitò di sentire nuovamente “movimenti” strani nella camera delle due amiche. La cosa si faceva interessante. . . Una notte, sentendo nuovamente quei rumori, mi diressi verso la camera delle due amiche, scostai appena la porta per poter osservare, una fioca luce proveniva da uno dei due comodini ai bordi del letto. Anna e Sara erano abbracciate, stavano limonando. Non ci potevo credere. Le due amiche erano lesbiche. Anna era sopra a Sara, le baciava il viso, le grosse tette, le mordeva i lobi delle orecchie. Sara intanto toccava i glutei di Anna, la accarezzava. Rimasi allibito. Il cazzo nei boxer mi tirava da matti. Avevo voglia di masturbarmi, anzi, di saltare in mezzo a quell’abbraccio di carne. Ma ero come paralizzato. Immobile. Anna si girò di scatto”Cosa vuoi??!!””Io… io… scusate… ho sentito dei rumori…. ” Cercò di coprirsi con il lenzuolo mentre Sara si nascondeva le grosse tette con le mani. L e due amiche si guardarono. Io ero immobile con la mia evidente erezione velata dal tessuto dei boxer. Anna e Sara si voltarono verso di me, fissarono i miei boxer e poi mi guardarono negli occhi. Sara, con tono dolce mi disse: “Bhe, mi sembra che tua abbia già visto molto” E intanto Anna si distese al fianco dell’amica. Sara mi sorprese quando, con tono malizioso e indicando la sedia vicino al letto, mi disse:”A questo punto se ti va ti puoi anche sedere sulla sedia… ma ricorda… guardare senza toccare!” Non capivo più nulla, andai verso la sedia e mi sedetti. Anna allontanò il lenzuolo. Per la prima volta potevo ammirare le mie due amiche completamente nude. Sara aveva due seni fantastici, con due capezzoli già eretti. Sui fianchi era in effetti un po’ abbondante ma comunque proporzionata. La sua fica era ben curata, con solo un triangolino di peli. Anna invece aveva due gambe e un culo meravigliosi. Aveva seni piccoli con due capezzoli appuntiti e una muscolatura scolpita. Era completamente depilata. Anna e Sara cominciarono ad accarezzarsi e a limonare. Strusciavano le gambe sui loro sessi. Non ce la facevo più. Tirai fuori il cazzo dai boxer e cominciai a menarmelo. S ara mi vide e disse: “Eh no, guardare ma non toccare…” Mi si avvicinarono. Anna prese dei collant e Sara una sciarpa. Mi legarono gambe braccia alla sedia. Si guardarono e mi diedero un bacio sulla cappella, poi si rimisero sul letto. Sara aprii le gambe. Potevo ammirare il suo fiore aperto e umido. Anna cominciò a leccarle le labbra e il clitoride. Davanti a me avevo lo splendido culo di Anna, potevo vedere il meraviglioso pacco della sua fica depilata. Non ne potevo più, stavo impazzendo. Guardavo quelle due porche che godevano come troie e io non potevo neppure sfiorarmi il cazzo. Anna si girò e si distese sopra a Sara. Le due amiche si stavano leccando a vicenda i propri sessi. Mugolavano e godevano. Ogni tanto si giravano verso di me, avevano le labbra umide degli umori delle loro fighe. Io, seduto, col membro in erezione. Era uno spettacolo incredibile vedere quelle due ragazze che facevano muovere le loro lingue, che si toccava e che raggiungevano orgasmi in raffica. Sara ed Anna si avvicinarono, Sara mi leccò le labbra con la lingua, cercai subito di limonare ma lei si ritrasse sorridendo. Anna si avvicinò alla mia cappella ormai viola e iniziò a leccarla. Arrivò anche Sara. Le due amiche mi spompinarono ma appena sentivano che stavo per venire si fermavano e iniziavano a limonare tra loro, a toccarsi e a farmi vedere da vicino le loro fighe fradice. Sentivo il profumo di quei fiori aperti, provavo, ma invano, a leccarne il nettare. Questo gioco andò avanti per un bel po’. Ormai bastava che mi toccassero appena l’asta perché tutti i muscoli del pene si contraessero per spedire fuori un fiume di sperma. Ma questo non succedeva perché le due amiche si fermavano in tempo e si rimettevamo a leccarsi le labbra, a nutrirsi dei loro umori, a tormentare i loro capezzoli turgidi. S ara si distese ai miei piedi e Anna le si sedette sopra, in fronte a me, in modo da potersi fare leccare la fica. Io ammiravo Anna con le gambe aperte, proprio davanti a me, godere a più non posso. Vedevo chiaramente il fiume di secrezioni che sgorgavano dalla sua spaccatura. “Basta, non ce la faccio più” Urlai. “Te lo avevamo detto, guardare ma non toccare” Mi rispose Anna”. . e non toccarsi” Rise Sara. Le due amiche si alzarono, mi baciarono il cazzo e uscirono dalla stanza. Dopo qualche minuto rientrarono. Si erano messe mutandine e magliette. Mi diedero un bacio sulla bocca e si misero a letto. “Buona notte Andrea” E spensero la luce. “Buona notte? Non potete lasciarmi così… dai slegatemi… vi prego…””Dormi caro…” Dormire? E come si può dormire in queste condizioni. Passò qualche minuto e sentii delle mani che mi accarezzavano e che mi liberavano dalla sedia. Ero tutto indolenzito. La voce di Sara mi disse:”Se vuoi puoi dormire con noi questa sera” Mi lancia in mezzo a quelle due splendide ragazze e…. Le due Amiche Lina e Ada, amiche da una vita, quella sera erano in casa di Ada ormai era finita, di Sabato e finalmente erano rimastre sole, quasi le tre della mattina, i festeggiamenti del loro compleanno inesorabilmente finiti, erano nate lo stesso giorno dello stesso anno, e oggi potevano dire con soddisfazione siamo maggiorenni, per loro il 18 anno era un traguardo molto importante, i genitori di Ada per farla felice gli avevano lasciato la casa tutta per lei, e sarebbero tornati la domenica sera, erano state circa un’ora impegnate a rimettere a posto la cucina e la sala da pranzo, adesso una doccia e poi finalmente a letto, era molto grande il bagno di Ada, c’era la doccia molto ampia e la vasca con l’idromassaggio, Lina era entrata per prima nella doccia, seguita dopo poco da Ada, era la prima volta che si ritrovavano insieme e nude, erano alte uguali circa 1,70 un bel seno della quarta misura entrambe, un bel culetto a mandolino, le fiche gonfie e piene di peli due boschetti veramente, solo una cosa le differenziava, Lina bionda oro e Ada nera come il carbone, si guardavano la differenza di colore sotto la pancia, a Lina gli si notavano le labbra della fica per il biondo che non copriva, mentre per Ada era completamente tutto scuro, i peli abbondanti e neri non facevano trapelare nulla, Ada era incuriosita e affascinata da tutti quei peli biondi della sua amica, e anche Lina guardava curiosa tutto quel folto nero della fica di Ada, che molto più spregiudicata della sua amica le chiedeva, quando abbiamo finito di fare la doccia e ci siamo asciugate, me la fai vedere la fica come è fatta dentro, io ho provato molte volte, anche con lo specchio ma non riesco a vedere tutto e bene, e Lina le diceva, ma come è possibile, tu non conosci la tua fica, Ada le ripeteva che non era mai riuscita a vederla bene e da vicino, e l’amica sorridendo le rispondeva, ok te la faccio vedere, ma tu poi mi fai vedere la tua, io la mia curiosità è solo nel fatto che la tua è nera come il carbone, e da fuori non si vede niente, finivano di insaponarsi e si sciacquavano poi dopo esseri asciugate andavano a letto, una volta sdraiate, era Ada che gli diceva, dai sdraiati a allarga le gambe così finalmente la vedo come è fatta, lei si sdraiava e si metteva con i talloni attaccati alle chiappe, adesso la fica era completamente aperta, e Ada si era messa con il viso a non più di dieci centimetri, la scrutava bene, toccava le piccole labbra, le scansava per vedere il buchetto della fica, e poi saliva verso il bottoncino che notava color rosa, con l’indice lo toccava leggermente e Lina se lo toccava sobbalzava, ripeteva di nuovo a toccarlo, e oltre che a farla sobbalzare adesso lo notava crescere, notando questo lo diceva alla sua amica, e lei rispondeva, io diverse volte ho sentito il piacere se lo tocco, ma è finita lì la cosa, non ho mai insistito più di tanto, e so che la chiamano la clitoride, ma se provi a toccarti la tua vedrai che l’effetto è uguale, però ho notato che se me la tocchi tu è diverso il piacere, vuoi provare a continuare? così vediamo che succede, adesso Ada era curiosa al massimo, e in più sentiva una strana eccitazione, era come se lo stomaco si rivoltasse dentro di lei, iniziò di nuovo a strusciare quel bottoncino rosa e vedeva che si ingrandiva a vista d’occhio, e questo piaceva alla sua amica che allargando di più le gambe le diceva, continua così ti prego, mi piace un mondo, sento come se mi dovesse accadere non so cosa, ma non ti fermare, adesso Ada sentiva anche l’odore degli umori che iniziavano a colare dalla fica di Lina, e poi ora li stava vedendo scivolare dal buchetto delle piccole labbra, il bottoncino adesso aveva raggiunto la massima erezione, era di circa due centimetri e Lina si contorceva dal piacere, poi improvvisamente dalla fica uscirono due o tre schizzetti di liquido appiccicoso e leggermente salato, ne poteva sentire il sapore perché il primo schizzo l’aveva colpita in bocca, ma non era una cosa che la schifava anzi, lei ora era soddisfatta non per quello che aveva fatto, ma per il piacere che aveva dato alla sua amica di sempre, adesso sentiva che Lina stava ritornando in se, era sudata e affannata, il viso stravolto, non riusciva a capire che cosa le era accaduto, poco dopo Lina l’aveva abbracciata sorridente e rilassata, e le diceva, tu non puoi capire il piacere che ho provato con quello che mi hai fatto, ma te lo faccio capire ora io, ti faccio la stessa identica cosa, e solo allora potrai capire cosa si prova, e oltre a tutto posso vederti la fica e capire anche io come è fatta veramente, faceva posizionare Ada come si era messa lei prima e iniziava l’esplorazione, le piaceva vedere tutto quel fitto boschetto nero, con le dita le allargava delicatamente le piccole labbra, e contrariamente all’amica, ci infilava un dito dentro ma non andava a fondo, però sentiva le pareti morbide e scivolose, e notava che del liquido le colava dalla fica, al contatto del dito dentro lei aveva avuto un piccolo sobbalzo, ma non era stato dolore anzi, poi vedeva che il grilletto che Ada le aveva toccato, era uscito dal suo alveolo, di colore rosa che tendeva al rosso, adesso iniziava a strusciare questo piccolo bottoncino, e diceva all’amica, senti piacere se ti tocco qui? Ada si era allargata ancora di più, e le stava offrendo la fica in un movimento inequivocabile, e con un filo di voce le diceva, si continua che mi piace moltissimo, e lei continuava in un crescendo che per Ada era un paradiso, e poco dopo Lina poteva vedere l’effetto che faceva una cosa del genere, infatti dalla fica di Ada uscì una scolata di umori notevole, e sentiva che lei si stava lamentando per il godimento, continuò fino a che un’altra colata di umori si era ripetuta a distanza di pochi secondi, adesso Lina era veramente soddisfatta, però sentiva che tra le gambe la fica reclamava ancora il piacere, si tirava su dal letto sdraiandosi vicino all’amica, adesso era lei che la vedeva ansimare sudata e tremante, erano stati due orgasmi devastanti uno dietro l’altro, le venne naturale avvicinarsi al viso di Ada e baciarla sulle guance e sul nasino, ma lei aperti gli occhi, le porgeva le labbra e per la prima volta si scambiavano un bacio lesbico, le lingue si intrecciavano come due serpenti, si attorcigliavano e continuavano a cercarsi nelle bocche avide di piacere, e poi senza avvedersene, ognuna si era impossessata della fica dell’altra e masturbandosi per la prima volta, poi Ada diceva alla sua amante del momento, ma lo sai che prima mi ha schizzato in bocca il tuo piacere, e non era affatto cattivo anzi un po salato ma piacevole, era Lina che ora mettendosi in bocca la mano piena di umori della sua amica lo assaggiava, e gli diceva, ma anche tu sai di buono, lo sai che mi verrebbe voglia di leccartela, Ada le rispondeva era la stessa cosa che volevo dirti io, e si girava sul letto mettendosi sotto l’amica e cominciava a leccarle la fica, adesso erano due assatanate che si leccavano la fica a vicenda, non facevano altro che sborrare e bere gli umori una dell’altra, la grande voglia di godere e sborrare era massima, dovevano rimettere in pari tutti i ditalini mancati che non si erano fatte. L’alba le trovò abbracciate che ancora si leccavano ingorde dei loro umori, e infine sdraiate, sfinite, ma non completamente soddisfatte, si addormentarono con la promessa, che quella non era che l’inizio di una storia che non sarebbe mai più finita.
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