Era la prima sera che ero solo, moglie e figli in vacanza, io che a 40 anni non avevo mai tradito mia moglie e mi ritrovavo sul divano di una collega d’ufficio di un mio amico intento a farmelo succhiare. La storia era cominciata il pomeriggio, ero andato a trovare un mio collega che si era trasferito in un’altra società, in centro città, e fin dal primo momento che entrai nella sede della ditta capii che, rispetto alle due o tre donne appena passabili che lavoravano da noi, qui, sede commerciale, di gnocche ve ne erano veramente tante. Quando entrai nell’ala dove c’era Sandro mi accolse una bella ragazza, sui 20 anni, minigonna da urlo, non bellissima di viso ma con un fisico da sballo, di questi soggetti se se ne fosse presentato una da noi non l’avrebbero neanche lasciata respirare. Dalla stanza della fanciulla si accedeva ad un open space con dei separè bassi, ogni dipendente aveva il necessario per operare nella privacy, relativa ovviamente. Da dietro uno di questi separè sbucò la testa di Sandro, che mi accolse con il solito entusiasmo, creando anche un po’ di malumore intorno a sé. Mi venne incontro apostrofandomi con la solita serie di epiteti “vecchia faccio da culo, brutto stronzo ecc” e alcuni dei suoi vicini alzarono la testa per vedere chi poteva essere trattato così confidenzialmente, sbucarono così dai separè sia 3 maschietti che 4 belle fanciulle, nessuna di loro poteva essere definita una top model , ma comunque molto appetibili. Dopo i convenevoli di rito salutò immediatamente tutti, erano le 12,30, e fece per andarsene quando una delle 4 fanciulle, Monica scoprii più tardi, lo apostrofò in malo modo, ricordandogli che gli aveva promesso di pagarle il pranzo. Sandro sul momento la prese in giro e cercò di glissare facendogli pesare la mia presenza ma Monica gli fece notare che per lei non c’erano problemi, intervenni anch’io dicendo che se lei non si fosse formalizzata con il nostro linguaggio per me andava benissimo. Ci dirigemmo tutti e tre passando davanti alla ventenne e Sandro gli urlò un “siamo a pranzo, rospetta”, la ragazza lo guardò malissimo ma non rispose. Andammo in un localino appena a lato dell’ufficio, guardai bene Monica e considerato che avrà avuto 32/33 anni non era certo male, per un allupato come me. Sandro cominciò subito a farmi domande “bastarde”, se avevo avuto relazioni, se mi ero portato a letto questa o quella, se in un occasione piuttosto che un’altra ci avevo provato. Raccontò subito della sua avventura con una della mia ditta, sposata con un dirigente, il mio capo, che si faceva fottere in modo bestiale, cominciava da verginella poi pompava i cazzi con una classe da pornostar e si faceva inculare come una troia consumata. Io non avevo la confidenza e la sfacciataggine di Sandro con Monica e lei se ne accorse e dopo un po’ mi tranquillizzò ricordandomi che i separè bassi non schermavano certo le telefonate di Sandro, io annuii e cercai di stare dietro ai discorsi senza sbottonarmi troppo. Mi sembrava che Monica seguisse i nostri discorsi con un fare da osservatore, come se dovesse poi dare i voti a uno e all’altro. Mi limitai a seguire Sandro e le sue avventure senza lasciarmi trascinare più di tanto. Tra una storia e l’altra tirammo le 14 e Monica ricordò a Sandro che la pausa pranzo non era infinita, lui imprecò contro il suo dannato lavoro e mi abbracciò ricordandomi di farmi vivo più spesso. Tornai verso la mia macchina e mi avviai verso l’ufficio. Erano passate le 6 di sera e stavo per andarmene a cercare una pizzeria, non avevo voglia di farmi cena, che squillò il telefono. Era Sandro, mi sparò 4 insulti e mi passò Monica al telefono, rimasi un attimo interdetto, poi la salutai, lei mi disse che era da sola, con la famiglia in vacanza come la mia, e che se volevo avrebbe preparato due cosette per me e Sandro a casa sua a cena. Come il solito rimasi due o tre secondi a pensare, scemo, che cazzo c’era da pensare, risposi di sì, mi feci dare telefono e indirizzo e ora d’incontro, dissi che avrei portato il vino e mandai a stendere Sandro. Andai di corsa a casa, durante il viaggio ripensai bene a Monica, così distaccata, culo un po’ grosso ma non esagerato, vestito attillato che però nascondeva bene le tette, non capivo bene la misura, e il carattere non ben definito, chissà che tipo era a casa sua? Mi feci una bella doccia, mi sistemai con cura la barba e mi vestii bene ma sportivo, non troppo formale.Arrivai alle 20 in punto, ero passato a prendere 3 bottiglie di vino, e quando trovai la casa mi parve piuttosto di classe. Un bel condominio con giardino, bei balconi, videocitofono, suonai e lei aprì subito e mi disse di andare all’ultimo piano. L’alloggio era veramente splendido, interni raffinati, addirittura il camino, e c’era naturalmente la mansarda. Monica mi fece accomodare su un divano in alcaltara nel gigantesco salotto, andò a mettere le bottiglie in frigo e mi disse di servirmi l’aperitivo mentre lei continuava a intrugliare in cucina. Mi versai da bere e attesi gironzolando per l’appartamento. Il tempo passava e di Sandro neanche l’ombra, oramai erano le 20,45 e Monica cominciava a innervosirsi, l’aveva già cercato varie volte al cellulare ma lui non rispondeva, e finalmente all’ennesimo tentativo riuscì a beccarlo. Come suo solito sparò due o tre cazzate tanto per scusarsi, tanto era ovvio che aveva trovato da trombare, e disse che se avesse potuto sarebbe arrivato più tardi. Monica non se la prese neanche tanto e ci sedemmo subito a mangiare i manicaretti preparati per 3 e mangiati da noi due. Mangiando disquisimmo sui vari piatti e poco più e verso le 22.30 le diedi una mano a risistemare tutto prima di sederci a prendere qualcosa da bere.Più il tempo passava e meno ero a disagio per l’assenza di Sandro, tanto che mi spinsi a fare un paio di domande personali. Era sposata con un dirigente di una major della cosmetica, era spesso all’estero e aveva due figli, voleva continuare a lavorare, anche se era evidente che non lo faceva per i soldi. Il marito aveva avuto a disposizione un alloggio in un’isola greca e visto che lei non aveva più ferie li aveva lasciati andare volentieri. Amava molto stare sola a casa a godersi la pace e la tranquillità, ascoltando buona musica e mangiando quando aveva voglia. Era abbigliata in modo molto casual, con jeans e maglietta, ma neanche così riuscivo a valutare bene la tette, anche se il suo culo e i suoi fianchi calamitavano il mio sguardo. Le chiesi brutalmente di come faceva a gestire la sua vita sessuale se il marito era sempre via e mi disse che a volte le veniva l’istinto di cercarsi qualcuno, e mentre diceva questo si sdraiò meglio sul divano. Non trovai niente di meglio che mettermi alle sue spalle ad accarezzarle i capelli e le spalle e lei cercò di indagare a sua volta sulla mia situazione sessuale. Mia moglie era più presente di suo marito ma, sebbene io fossi sempre costantemente arrapato, lei non sentiva la necessità di fare sesso spesso e io cercavo di aggiustarmi, sebbene non fossi più un ragazzino. Non avevo mai tradito mia moglie, ma, forse se avessi incontrato la persona giusta avrei anche potuto. Detto questo mi lanciai, spostai le mani sempre più verso le sue tette, e lentamente cominciai a massaggiarle, al che lei mi guardò e disse “senza maglietta viene meglio”, si sollevò quanto basta, si tolse maglietta e reggiseno e si rimise distesa. Aveva due belle tette, distanziate tra di loro, due arance perfette, i capezzoli si appuntirono a dismisura appena li sfiorai. Continuai per un po’ poi lei si girò di scatto, mi spostò le braccia di lato e mi slacciò la cintura e il bottone dei pantaloni, cercò di estrarmi il cazzo ma ero seduto e forzava negli slip, allora mi alzai e in due secondi mi sfilai calze, pantaloni e slip e mi risedetti. lei mi fece spostare su di una poltrona dietro al divano, si inginocchiò davanti a me, qui c’era un tappeto per terra, e me lo prese di nuovo in bocca. E torniamo all’inizio di questa storia. Oramai è durissimo, il mio è un cazzo con una cappella piuttosto grossa, Monica fatica a ingoiarlo, piuttosto con la lingua percorre la cappella, scende fino alle palle e le succhia, indugia un po’, cerca di ingoiarlo tutto, poi ridiscende, stavolta mi allarga le gambe, va a leccarmi al buco del culo, poi risale con calma, si rialza e si toglie jeans e slip. Le mie previsioni su suo culo erano azzeccate, ora che è nuda lo trovo veramente spettacolare, perfetto. “Ti voglio leccare la fica” le dico, “certo” risponde lei. Ci adagiamo sul tappeto e realizziamo un perfetto 69. La sua bella fica, non è rasata ma il triangolino di peli è veramente piccolo, è tutta un brodo, succhio con avidità i suoi umori mentre lei insiste nel leccarmi la cappella.Le infilo due dita nella fica, poi tre, lei mugola e spinge con il culo, faccio che infilarle un dito nel culo con l’altra mano e lei si contorce tutta. “lo hai già preso in culo?” le domando, “un paio di volte, qualche anno fa” mi risponde lei. Mi stupisco di me stesso, le sto già facendo domande che fino a 5 minuti fa non avrei neanche pensato, l’eccitazione fa fare subito ciò si sogna. La sollevo e la deposito sulla poltrona a gambe larghe, mi guida il cazzo nella sua fica ed entro facilmente il un lago di sbroda, comincio a stantuffarla con metodo, “mi piace un sacco sbatterti” , “fottimi di brutto” mi dice lei. Mi sfilo di colpo e la giro di schiena, lei è in ginocchio e la infilo da dietro, mi piace sentire le palle che sbattono, le do dei colpi violenti e lei comincia a godere ed ad urlare “siiiiiiiii, spaccami tutta, fottimi, riempimi di sborra, siiiiiiiiiiiiiiii” “godooooooooo”. Io non smetto più di sbatterla, sono in trance, comincio a gridarle “voglio sborrarti in bocca, voglio romperti tutta”. Per tutta risposta lei si gira di colpo e me lo prende in bocca, comincia a pompare alle grande e dopo pochi istanti le sborro in gola un litro di sperma, lei continua a succhiare e alla fine il mio cazzo è lucidissimo. Lei si butta sul tappeto e mi dice “hai una sborra caldissima e stranamente dolce, quella di mio marito è amarognola” , poi continua “ti piacerebbe veramente farmi il culo?”, “certo” rispondo io. Siamo tutti e due stravaccati, lei sul tappeto e io sul divano, ci eravamo dimenticati di Sandro, ma fortunatamente lui non si è fatto vivo. Il mio cazzo si sta riprendendo a forza di vedere il suo culo. Lei si alza e va in cucina, prende un barattolo piccolino, un unguento dice lei. Si tuffa sul mio cazzo a succhiarlo e io la sfilo e le caccio la lingua in bocca, la mulino con forza e le dico, quasi spaventandomi di me, “ungiti il culo che non ne posso più”. Effettivamente, rispetto ai tempi di recupero normali, il mio cazzo e già tornato durissimo e non vedo l’ora di affondarlo nel suo splendido culetto. Lei si mette alla pecorina sul tappeto, io le prendo di mano il barattolo e comincio a leccarle di nuovo la fica, poi tolgo il coperchio e con due dita intingo nell’unguento. Appena lo avvicino al suo ano si scioglie come il burro ma è più scivoloso. Le infilo prima un dito, poi un secondo nel culo, lei mi dice “pianooooo, è parecchio che non lo prendo più, a mio marito non piace”. “E pazzo” le rispondo io, “io un culo così lo sfonderei duecento volte al giorno, mi scoppia il cazzo talmente mi arrapa”. Nel frattempo cerco di infilare addirittura il terzo dito, lentamente entra, anche se forza un po’, sfilo un dito dal culo e con l’altra mano lascio il barattolo e le infilo tre dita in fica. Rimesto per bene in fica, Monica comincia a mugolare, libero i due buchi e mi posiziono dietro di lei che mi guida la cappella fino al culo agognato. Mi appoggio lentamente dopo aver cosparso di unguento la cappella e comincio lentamente a spingere. E durissimo far entrare la cappella, Monica non si rilassa abbastanza, glielo sbatto di colpo in fica e lei si inarca tutta fino a che non la sbatto fino in fondo, poi lo sfilo di colpo e ricomincio a spingere nel culo, la cappella dilata l’anello anale quel tanto che basta a passare, Monica emette un urletto sommesso poi mi dice “mi spacchi il culo, è enorme, aspettaaaaaaaaa”. Mi fermo, attendo che lei si abitui, ma la cappella ormai è entrata, quando lei si rilassa sento che spinge già lei il culo in fuori e lentamente il mio cazzo ricomincia a entrare e in un minuto e quasi tutto piantato. Lentamente mi muovo avanti e indietro e lei geme appena, “era un sacco di tempo che non mi sentivo così riempita nel culo, muoviti piano piano ma non fermarti”. Non ho nessuna intenzione di fermarmi, anche se sento il mio cazzo stretto in una morsa spaventosa, e continuo lentamente a muovermi, finchè non sento arrivare intenso l’orgasmo, le grido “ti sborro nel culo, ti riempio tutta”, faccio un’ultimo affondo e la sbatto fino in fondo poi sborro finalmente, una serie di spinte e svuoto i coglioni. Lo sfilo che ha un colorito violaceo, la stretta del suo culo era micidiale, la bacio sul collo e lei si gira a baciarmi. Siamo distesi sul tappeto, fianco a fianco, nudi e ci accarezziamo, la guardo e le dico “non avrei mai creduto di lasciarmi trasportare così al primo incontro” “anch’io, ma come avrai capito da giovane, prima di sposarmi, mi piaceva un sacco far sesso, poi ho perso un po’ la passione per il cazzo ” mi risponde lei.Lascio casa sua alle 3 del mattino, dopo essermi fatto una doccia insieme a lei. Siamo stati due giorni senza neanche sentirci e poi alla prima parola che ci siamo scambiati per telefono abbiamo preso tutti e due un permesso e siamo andati a casa sua. Finite le vacanze delle rispettive famiglie abbiamo ripreso il solito tran-tran, chissà se il prossimo anno resteremo soli di nuovo……….
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