Salivo la destra della valle da più di tre ore ormai, sole cocente e ghiaioni, o viceversa se preferite. Solo quello. Vegetazione ridotta all’osso, tolto due rapaci che tagliavano il cielo null’altro. In tutta la mattinata pochi escursionisti incontrati. Niente di rilevante da segnalare, se non il fatto che in una comitiva ho incrociato lo sguardo di una splendida giovane tutta panna, d’accordo, più che altro con i suoi seni che traboccavano tondissimi ed esagerati da un sintetico assai scollato che se centrava poco con l’alpinismo c’azzeccava un gran tanto come tenuta da piscina. La temperatura d’agosto e la giornata completamente serena certo lo permettevano, il mio occhio e qualcosa parecchi centimetri più in basso apprezzarono, però cavoli se la mia Irene girasse in quella maniera o sarebbe già stata concupita da altri sul loco o farei scenate… questo se Ire fosse mia.Tolto questa meravigliosa immagine, per le restanti ore prosegui soletto nella solitudine più totale, siccome la compagnia della ragazza, rimase subito troppo indietro a causa del solito simpaticone che fiato per le spacconate ne aveva da vendere ma per pedalare, nada.Intanto proseguivo per il sentiero, sentiero?? diciamo quella cosa malamente segnata che si districava tra massi granitici alti anche come tre persone… piacevole… soprattutto con uno zaino da dieci chili sulle spalle, soprattutto sotto la calura torrida, soprattutto se sei masochista!Mi ero fatto coinvolgere nell’avventura due settimane prima da Luigi o meglio dagli occhi dolci della sua Clara con cui mi divertivo di tanto in tanto, l’idea era di una settimana scarsa sui monti Zeuvi al rifugio Scatimovi in quell’estate gestito da loro amici. I due con Luisa e Massimiliano, Federico ed Elisabetta sarebbero saliti per il bivacco in mattinata e il sottoscritto (che doveva lavorare e a lor parole sapeva andare in montagna) li avrebbe raggiunti partendo dall’albergo Antoni nel tardo pomeriggio quando smontavo. Clara mi aveva telefonato dicendomi di pensare a qualche buona bottiglia, di portare il mio bagaglio di conoscenze d’esperto scalatore (parole sue) e se mi andava di andare con qualche mia amichetta, che lì in alta montagna per una settimana e poche anime avrei difficilmente trovato modo di liberare la mia insana passione, con lei era escluso, aveva ancora dei principi e sotto gli occhi di Luigi era da evitare. Mentalmente pensai a quanto potessi resistere senza sesso e… panico e paura… negli ultimi dodici anni non più di due giorni. Mumble, mumble… che fare?Da quel punto di vista mi accorgevo di non avere una compagna ufficiale, da poco avevo definitivamente appurato che Irene se la intendeva con parecchi di quelli che avevano modo di frequentarla quotidianamente, quindi il nostro menage si era un poco logorato ultimamente… sì insomma una scopata furibonda al mese e poco più… voi ridete ma per lei c’andavo matto… scoprire che non si negava volentieri fu un’incudine tremenda sul collo. Specialmente dopo l’amore che mi aveva giurato…Allora pensai alle ‘amiche’ dell’ultimo mesetto beh… ovviamente per quantità diciamo c’era Clara ma appunto era da escludere per manifesto adulterio, c’era Laura ma ovviamente non accettò l’idea che per farsi una sana scopata quotidiana ci fosse da sgobbare per raggiungere un posto dove c’erano meno comodità che nella casa dei suoi nonni al tempi del fascio, Caterina era alle prese con seccanti ma altrettanto misteriosi problemi di salute così… che fare… di quelle del sabato non avevo nemmeno il numero e farmi accompagnare da quell’isterica sadica della Corbonetti del primo piano era consigliato da evitarsi.Andai da solo!Detto tra noi speravo comunque in qualche fellatio clandestina da parte di Clara, in qualche sveltina vorace e superlampo nelle stanze del rifugio. Alla disperata nonostante la fatica e la penuria, usa la fantasia e la manina, vedrai che goduria….Così quel venerdì dopo le solite otto ore di nulla totale in ufficio partii per aggiungermi alla simpatica compagnia che in altura mi attendeva con ansia con i doverosi rifornimenti vinicoli e generi ‘da compagnia’ assortiti.Il grande alpinista giunse in loco dopo quattro interminabili ore di cammino.Certo il posto era splendido, il laghetto al suo fianco delizioso e la catena di monti alla sua destra incombeva prepotente e imperiale sui pensieri di noi tutti. Alla nostra sinistra il mondo della civiltà da un diverso punto di vista, quello privilegiato, esterno e dominatore che dà l’altitudine a ciò che nella vita di tutti i giorni sembra ormai un dato di fatto.Ovviamente dei cari amici quattro erano ancora in perlustrazione del territorio circostante, Clara e consorte erano ufficialmente nelle camere a sistemare due cose così conobbi subito i gestori amici dei miei amici. Settimio ed Edda si rivelarono subito gentilissimi, cosa superba, dato l’importanza delle prime impressioni sulla mia psiche… entrambi con qualche anno in più di me ma ancora entrambi molto belli, di corporatura robusta, viso sempre contento, felici, spiritosi.Parlammo del più e del meno dopo esserci presentati, mi diedero delucidazioni sul resto della compagnia e mi indicarono le camere. Edda si sorprese del fatto che fossi arrivato solo, evidentemente qualche conoscenza aveva parlato (anche troppo).Nel dormitorio, avendo svuotato quasi tutto lo zaino nella cucina dell’asilo d’alta quota, portai con me l’intimo di ricambio, un buon libro, il necessario per il letto e quel poco per lo toeletta… sìsì tranquilli le gomme dell’amatore e dell’ottimo pakistano li tenevo nella tasca esterna, li avevo con me non li avevo dimenticati!!Tornato di sotto trovai le donne riunite all’ingresso confabulare tra loro: Clara come sempre oltremodo arrapante e sorridente, Luisa il solito sguardo fiero e distaccato ed Elisabetta sempre più eterea ed incantevole nei suoi capelli rossi e dai riccioli ribelli.Non avevo finito di salutarle che l’acida Luisa non mancò di sottolineare quanto fossi in ritardo per lo show… lo show??? Beh ecco gli ometti erano tutti usciti fuori a stringere amicizia con un gruppo di nuovi arrivati al rifugio e le donne si aspettavano altrettanto da me: le freddai subito con cinica ed ostentata nonchalance… era ovvio che fossero quelli che avevo incontrato nell’ascesa vista la smisurata folla che transitò per la vallata in quel giorno. Quando poi uscimmo… appunto!Attaccai bottone con la tuttapanna visto che avevo scambiato due parole in mattinata dando anch’io come tutti quelli della sua compagnia un parere sulla sua bella caviglia, forse slogata si diceva (non ti fai altre due ore di quel sentiero con un piede fuori posto!). Si chiamava Michela, era la ragazza del mr. simpatia del gruppo e si sarebbe fermata con la sua comitiva per dieci giorni lì al rifugio, dividendo i giorni più o meno equamente tra dolce poltrire e gitarelle alle vette locali.Io oltre ad estrapolarle un più o meno valido curriculum vitae riuscii ad inserire un apprezzamento alle sue notevoli poppe seguito ad una frase di abbordaggio nemmeno troppo implicita.Ovviamente picche! Ma c’era la sua amica Ester… proprio così… nella ventina di minuti in cui parlammo lì fuori dallo Scatimovi mi permise di conoscere questa sua cara amica, lì fra i tanti della comitiva, non uomomunita…Beh sinceramente più di quello che Michela e la stessa Ester mi dissero mi colpì l’espressione di donna stranavigata ai giochi del piacere di quest’ultima. Buon inizio. Infatti quella stessa prima notte in altura ebbi modo di conoscere le abilità amatorie della Ester e di farle conoscere le mie.Non particolarmente bella ma decisamente una porca di prima classe! Differenza di resistenza di ingresso fra via della fica e ano praticamente nessuna, corpo totalmente depilato, tette grosse (relativamente) ma perfette a tronco di cono, sodissime, capezzoli piccoli tesi e scurissimi, sudorazione copiosa e dall’odore che mi inebriava sempre più e spingeva all’azione.Come scopatoio si usava la cucina o al limite quella bettola dei cessi per quanto possibile vista l’inesistente intimità dei dormitori e delle tre camere. Le due piccole stanze da letto isolate erano una adibita ai gestori e l’altra ad una fortunata coppia de facto ufficiale (che fu sempre diversa nei miei giorni di permanenza montana). Ester divenne la mia amante ufficiale per quella vacanza che al passare dei giorni si faceva sempre più piacevole, tanto che tutt’ora ci si incontra di rado per ricordare i bei tempi.Ovviamente questa intensa attività risentiva, causa assenza di riposo ristoratore del sottoscritto, sulle mie capacità di guida alpina, abilità per la quale ero stato invitato a partecipare alla scampagnata d’altura neanche troppo celatamente.La cosa ancor più bella fu che oltre alle meraviglie che il luogo offriva di suo insieme a fantastici tramonti ed ancora più irripetibili albe caratteristiche dei luoghi incontaminati e più vicini all’eternità anche il mio amichetto dei paesi bassi trovo modo di divertirsi molto. E non solo con Ester. Tanto per cambiare per quella tutt’ora incomprensibile legge che la maggior parte delle ragazze non ti fila se sei solo ma ti viene a cercare lei se grande fama ti precede mi feci anche la Michela e le sue tette alla faccia di mr. simpatia con tanto di polaroid fattegli trovare nel suo zaino ultimomodellofighetto del cavolo. Venne a cercarmi lei due giorni prima della mia dipartita rivelandomi il bene che Ester diffondeva di me… ero da provare.Purtroppo tolte quelle due ore per me memorabili con la Michela finì tutto quel giorno anche se dalla Ester so che sta ancora col carissimo che puntualmente cornifica mensilmente. Che vuoi farci è ricco talmente da lavorare poco lui e non far lavorare quelle che gli ci gravitano intorno… l’amour… poi per uno strano senso della fedeltà gli amichetti extra di tuttapannatettedasballo van bene solo una volta…I giorni si succedettero amabili e divertenti, difficili a dimenticarsi tra escursioni, scopate, mangiate e bevute… con tre serate di spinellata ottima tra amici scelti. Ah il massimo!! Ma perché non è più in voga il calendario latino??! Non arrivo nemmeno al mese a mettere insieme tutti i periodi di ferie lavorative che mi lasciano all’anno… e la gita allo Scatimovi ‘solo’ sette giorni in fin dei conti.Tornai a casetta fisicamente più provato di quand’ero partito ma ne era valsa proprio la pena.Fu proprio quando andai a saldare il conto in una mattina che assistetti ad una scenetta niente male. Tolto quattro o cinque persone sedute sulla panca fuori dal rifugio erano andati tutti in escursioni, non c’era praticamente nessuno. Andai alla ricerca di Settimio per chiedere il conto in cucina ma nulla deserta… guardai fuori nulla… non avranno mica abbandonato la baracca??? Nel rientrare urlo chiamando Edda nel risalir le scale verso i dormitori, la quale risponde con strani segni di difficoltà che Setti lo sta preparando quanto gli devo, aspetto un poco e… troppo tardi sono davanti all’ingresso della sua camera! Settimio sta prendendo Edda da dietro con soddisfazione reciproca, sono bellissimi. I loro volti sempre allegri sono trasformati dall’atto eroico che stan compiendo ed anzi sul volto di lei si scorge quel senso di leggero turbamento, attesa e richiesta che al naturale lungi da lei così sempre aperta e sorridente a chiunque. Il bonaccione e sempre felice Settimio al naturale parecchio silenzioso proferisce in quei pochi istanti più parole di quante ne abbia sentite da lui in sette giorni e per amor vostro, lettori, non le trascrivo qui sul presente foglio. Cerco solita frase fatta di scuse e dico che ripasso fra poco da basso. All’unisono mi dicono sorridendo ciao… a dopo! Fuggo di sotto all’aria aperta… penso… il quadro della felicità… che immagine proprio bella, che ti apre il cuore…. Perché è così difficile trovare una donna… che ti ama in modo completo??Sì è proprio quello che ho visto in quei pochi istanti di amplesso rubato… due persone che si amano moltissimo, felici e serene, non più giovani oramai ma che anche dopo vent’anni di matrimonio dalla vita prendono le cose che veramente contano cercando di donare la pace e la tranquillità che è in loro raggiunta anche a chi li è vicino con la gentilezza…Alle due del pomeriggio salutai il rifugio, dopo aver dato il dovuto ad Edda e Settimio, e già mi incanalavo per gli inesistenti sentieri tra i ghiaioni granitici quando ripensavo all’ultima mia favolosa settimana: tutto perfetto! Ah, certo la condizione umana… qualcosa in più lo si vuole sempre… ed infatti seppur felice rimpiangevo quel pompino che Clara non era riuscita a trovare tempo e voglia di farmi lì durante quella settimana… lei che me lo pratica come poche, non alla peggiore dei film porno per intenderci, ma giocandoci teneramente fin da quando non v’è alcun segno di erezione e con che delicatezza sugge il mio piacere… ah! Clara.
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