Week-end in mare Il lavoro di Carlo, il suo frequentare certi ambienti ed essere immancabilmente capace e vincente nelle idee, gli portava diversi privilegi, tra cui l’essere costantemente sotto l’ala protettiva del capo, un ultrasessantenne capitano d’industria, inossidabile e ben saldo nella sua posizione di Leader totale. Gianni era il suo nome.Così, Carlo si ritrovava con diverse possibilità legate a come spendere il suo tempo libero, ovviamente in compagnia della sua bella e desiderabile moglie.Quel week-end, festante per aver chiuso un contratto importantissimo, Gianni aveva chiamato l’adunata ed invitato coloro che avevano ed avrebbero preso parte attiva al progetto, invitandoli a trascorrere il fine settimana in mare, sul suo yatch che per dimensioni non aveva nulla da invidiare a quelle titaniche case galleggianti di sceicchi e nababbi. Gianni che eccentrico non era, e che invece adorava la praticità ed il divertimento misurato, aveva praticamente sbarcato tutta la servitù, permettendo solo al capitano (ma l’ammiraglio era lui, come ci teneva a precisare) a due mozzi e alla cameriera, di prendere parte alla piccola crociera di poche ore che avrebbero vissuto.Ariana acconsentì di buon grado, in fondo le piaceva il mare e conoscendo le frequentazioni del marito, sapeva che non avrebbe incontrato rompiscatole sgradevoli e perdigiorno fastidiosi.Lasciarono i bambini dai genitori di lui, e presto si avviarono allo yatch club, dove era ormeggiato il vanto dell’intera struttura.Quella era la terza volta che Ariana si recava in barca di Gianni con il marito, e sapeva bene che praticamente la servitù non l’avrebbe nemmeno vista se non in sporadici casi.Così la donna scrutò con attenzione quali sarebbero stati i compagni di viaggio con cui condividere il tempo a disposizione.C’erano Andrea, caro amico del marito, simpatico matto giocherellone, che sinceramente le appariva troppo esuberante, ma visto che i bambini lo adoravano e già prendevano a chiamarlo zio, il loro rapporto era andato in crescendo, sfociando in vera amicizia.C’erano poi un ragazzo di colore, con una maglietta rosa ed un paio di pantaloncini larghi, palestrato indubbiamente, con lo sguardo perso nel vuoto, un tizio strano con una telecamera che aveva ripreso il loro arrivo, e naturalmente Gianni.Il ragazzo nero era David, un modello che era passato dall’altra parte della cinepresa, e che, tanto ragazzo non era, visti i 31 anni che si portava in maniera quasi incredibile.L’uomo intento a riprendere era Stefano, collega di Carlo, meno bravo ci avrebbe giurato, ma comunque valido elemento della società.Partirono poche minuti dopo, e già tutti si erano messi in libertà, preso possesso dei rispettivi territori, indossato costumi e stappato bottiglie.Di quel passo, si sarebbero ritrovati alticci già prima dell’ora di cena, se non addirittura ubriachi.C’era della conversazione di livello discreto, mai squallida ma sempre entro certi limiti di interesse.A nessuno andava di filosofeggiare ne di parlare di lavoro, anche se immancabilmente, quasi in maniera meccanica, spesso i maschietti si ritrovavano a discutere di contratti ed idee da portare a termine.Gianni che dominava incontrastato diceva sempre-Dai basta, stiamo annoiando Ariana-.Carlo scuoteva la testa divertito per fare cenno di no, e la donna ci rideva su.Stavano trascorrendo delle belle ore in serenità totale, Stefano che di zoomate ne aveva fatte già a dozzine, domandò cosa avrebbero mangiato.-I cuochi non ci sono-gli rispose Gianni-Li ho lasciati a casa apposta, niente aragosta per te!-Risero ancora.-Sul serio cosa mangiamo allora?–Bistecca, bistecca, bistecca-rispose Gianni-Ariana prepara delle bistecche favolose, me lo ha detto Carlo-.Ariana non era molto ferrata in cucina, nonostante suo marito le dicesse in continuazione che era brava, sapeva bene di avere poche frecce al suo arco.Fortunatamente, era stata chiamata in causa per una cosa semplice che non avrebbe avuto difficoltà a cucinare.Parlarono del più e del meno per qualche altro minuto, poi la donna che voleva evitare di continuare a bere, si avviò sottocoperta, nelle cucine, pronta a mettersi all’opera, tra il tripudio generale. Durante il tragitto incrociò la strada con il capitano, bell’uomo che somigliava a Clack Gable, stessi baffetti ma orecchi meno pronunciati.Lo sguardo dell’uomo, inequivocabilmente lascivo, non le suscitò emozioni particolari, le accadeva spesso e se avesse dovuto far caso a tutte le volte in cui un uomo voleva scoparla, non avrebbe fatto in tempo ad uscire di casa.-Salve-le disse-Salve-rispose lei cortesemente-In virtù delle precedenti visite sapeva orientarsi, quindi trovò subito le cucine.Le bistecche erano nel congelatore, ma assieme vi era anche una grandissima quantità di altri prodotti.Era chiaro che quel bistecche, bistecche, bistecche, era un capriccio del boss e non una necessita.Facilmente assecondabile comunque, quindi presto si mise al lavoro mettendole nel lavandino per scongelarle.Il forno a microonde era dall’altra parte, pensò che avrebbe potuto usarlo, quando venne richiamata.-Ariana!-Era Stefano, che ovviamente telecamera in spalla, imprimeva in digitale tutte le sue curve.-Ciao, che fai qui–Ti ho chiamata per non spaventarti- risero-comunque sono venuto a vedere come se la cavava la donna più sexy della nave-.-Anche perché unica-Lui si avvicinò- No, dimentichi la cameriera, e poi avrebbero potuto imbarcarne cento, sarebbe stato lo stesso–Bugiardo ed adulatore-Stefano strinse l’inquadratura sui seni, ma naturalmente lei non se ne accorse.-Prima mi hanno detto che facevi l’attrice–Si, diversi anni fa–E come mai hai smesso?-Lei lo fissò divertita-Non sono più abituata alle interviste spegni quella cosa dai–Tuo marito è un uomo fortunato-Dato che parlava di Carlo in quel modo, Ariana intuì che non dovevano essere particolarmente intimi Stefano e suo marito.-Lo conosci da molto Carlo?–No, sono appena due mesi, non lavoro in sede, i mie compiti mi portano un po’ qua un po’ la, ma per chiudere l’ultimo contratto mi sono stabilito qui per un po’–Non resterai in città dunque–No, ma parliamo di te, sembri più interessante. Sei bellissima con questo costume!-Ariana portava un due pezzi che a stento conteneva le sue grazie, il corpo era abbronzato, con qualche piccola imperfezione che la rendeva desiderabile agli occhi di ogni uomo.-Non inquadrarmi dai, adesso basta-Stefano si avvicinò.-Voltati un momento–No–Dai-Ariana si voltò e sorrise-contento?–Mio Dio, che grazia-Lei lo scaccio con la mano-Dai galletto, torna dagli altri- poi si voltò e riprese ad armeggiare con le bistecche.Stefano le sfiorò il sedereAriana si scostò di scatto.-Ah, ma che ti sei messo in testa, stai buono!-ma il fatto che lo dicesse ridendo incitò Stefano a continuare il suo gioco, sempre senza smettere di riprendere.-Mi mostri una tetta?-Lei poggiò le mani sui lavandini ed assunse una espressione sbalordita, senza però riuscire a rimanere seria- Ma sei un grandissimo porco-.-Dai, non dirmi che non hai mai girato nuda!–Può darsi!-La cosa cominciava a piacerle, l’idea di dar corda a quel semisconosciuto guardone, e con il marito in loco, le fece formicolare il basso ventre.-Ah lo vedi, dai!-Ariana fece di no-non se ne parla-.-Dai fammi vedere, vieni benissimo in camera-Lei si voltò e con maestria lasciò sgusciare fuori entrambi i seni ridendo. Aveva una crisalide sulla mammella destra, poi si ricompose e tornò a voltarsi.-Che spettacolo, fantastico!–Adesso però vai via su, ho da fare–anche io sai!-Stefano si fece avanti e con la punta delle dita le massaggiò il sedere.Ariana rise ancora.-Ma te lo ricordi o no che c’è mio marito di sopra?-Stefano fece di si-Meglio no?-disse ammiccando-Ariana scosse il capo sempre più meravigliata dalla sfrontatezza di quel tizio, ma in fondo era plausibile, non aveva fatto altro che ridacchiare ed assecondarlo, non poteva aspettarsi altro-Può darsi!-rispose sinceramente.Il massaggio assunse consistenza e lei o lasciò fare, la parte che preferiva di se stessa aveva preso il sopravvento. Spinse i glutei in fuori per farseli carezzare meglio.-Tira fuori i seni e continua a lavorare-disse StefanoSi scambiarono un sorriso malizioso e lei lo accontentò.Dopo poco, il cazzo nei pantaloni gli era cresciuto, non portava boxer ne slip, quindi il rigonfiamento era osceno. Lei se ne accorse e sempre più divertita glielo fece notare.-Effetti collaterali–Pericolosi effetti collaterali, adesso fatti una bella doccia fredda–Chissà cosa sta facendo tuo marito ora–Di sicuro non pensa a questo-sorrise ancora, mentre Stefano lentamente le palpava il seno.Lei non glielo impedì, ma non fece nulla di particolare, se non continuare ad armeggiare con la carne.Lui le toccò la coscia con la patta, sbattendola più volte come a voler destare attenzione verso quella parte.-Guarda cosa c’è nella scatola–No no, non mi interessa–Dai è una sorpresa-Lei smise di lavorare si voltò verso di lui e anche se in apparenza poco convinta, ormai eccitatissima tirò fuori l’uccello di Stefano.Non era nulla di speciale, forse sedici centimetri, però duro con il marmo, aveva una erezione pazzesca, granitica.-Ecco contento, ora vai di la e tirati una sega-gli disse spingendolo appena.Lui le si strinse e le guido la mano sul cazzo.Una sega si, ma sarebbe stata lei a fargliela. Prese a menarlo senza voglia, mantenendo il personaggio distaccato, Stefano rideva ed assecondava il movimento, attento a riprendere tutto.Ariana pensò a suo marito ed a come lo faceva cornuto per l’ennesima volta, tirando una sega ad uno stronzo, proprio sotto il suo naso.L’uomo che aveva di fronte non la stimolava particolarmente, e se non fosse stato per la sensazione di tradire suo marito che era sopra di lei magari a pochi metri e per il giochetto della telecamera, non lo avrebbe nemmeno sfiorato.Intensificò la sega fino a farlo venire, direttamente nel lavandino.Poi gli sorrise.-Come è venuta–Perfetta!-Disse l’altro che non sembrava affaticato.Le palpò un seno per saggiarne la consistenza, poi le strizzò un capezzolo.Lei si chinò a baciargli il glande.Stefano si ricompose e si avviò sempre ridacchiando.La sera mangiarono bene alzando il gomito senza sosta, Ariana finse stanchezza e si ritirò in cabina intenzionata a godersi ben riposata il sole del mattino.Suo marito la raggiunse mentre con una rivista in mano si rilassava serenamente.Carlo la baciò. Conosceva il suo guardo, quando era così non scappava, la voleva e lei non si sarebbe sottratta.Ecco che seppelliva quella troiaggine e la voglia acuta di umiliarlo e punirlo, per finire invece tra le sue braccia.Fecero l’amore per circa mezz’ora, il vino bevuto strinse i tempi, regalando ai due una discreta prestazione.Carlo le venne dentro e lei stringendo le cosce tenne il suo seme nel ventre pensando alla giornata.Certo non era finita la vacanza, e l’indomani di sicuro si sarebbe goduta il sole e forse anche qualcos’altro.
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