Mi chiamo Marco ho 40 anni è sono sposato. Mia moglie si chiama Paola ha 38 anni ben portati e alta 1,66 porta la 42, non è grassa ma bella tonda nei posti giusti, capelli castano chiaro e sempre molto curata, truccata e ben vestita. Noi ci siamo fidanzati quando io avevo solo 18 anni e lei 16 anche se poi ci siamo sposati solo da otto anni fa. Un pomeriggio di circa dieci anni fa, facevamo una passeggiata in un parco, che nella parte più alta ha una bellissima veduta sulla spiaggia della nostra città. Paola allora non ancora mia moglie, ricordo benissimo aveva una gonna a pieghe subito sopra il ginocchio, una camicetta bianca e sotto portava calze autoreggenti blu un paio di mutandine bianche e scarpe blu con tacco. Ci andammo proprio a sedere nella panchina che stava nella parte alta, da dove si vedeva il panorama e lì la mia ragazza mi chiese una bibita perché le era venuta sete. La lasciai sola per qualche minuto al rientro, notai tre ragazzi, che si trovavano in un piano più in basso di Paola, che ridevano. Paola se ne stava tranquillamente affacciata al parapetto, godendosi il panorama e la tiepida brezza d’inizio Giugno, non accorgendosi che il venticello le sollevava la gonna a pieghe mostrando a quei tre ragazzi le sue coscie ben tornite e sode con le auto reggenti. I tre ragazzi se ne stavano lì in parte nascosti da un grosso cespuglio di lentisco, a fare il tifo per il vento. Io che ero stato sempre un ragazzo estremamente geloso e che facevo scenate per i vestiti che a volte Paola avrebbe voluto comprare perché magari li reputavo troppo corti, rimasi imbambolato a guardare anch’io come uno scemo. Intanto il vento sembro sentire le richieste di quei ragazzi, cosi che alcune folate, una dopo l’altra sollevarono completamente la gonna di Paola, mostrando anche le mutandine, che anche se non particolarmente ridotte si erano infilate profondamente in mezzo ai glutei, come risucchiate. Io sentii andarmi tutto il sangue al cervello dalla gelosia, ma non riuscivo a muovermi. Intanto Paola non accorgendosi di quello che stava succedendo se ne sta va lì tranquilla a rilassarsi, e anzi si piego leggermente in avanti, appoggiando gli avambracci sul parapetto e divaricando leggermente le gambe. Non so se per la nuova posizione di Paola, o se per l’aumento effettivo del vento ormai la gonna non stava più giù. Lei di tanto in tanto la abbassava ma i suoi glutei e le mutandine ora erano sempre visibili. A quel punto, decisi di raggiungerla e notai mentre stavo camminando di come mi era diventato duro il cazzo. Ed, infatti, quando la raggiunsi non le dissi niente anche perché i tre ragazzi da lì sopra risultavano completamente coperti, quindi la abbracciai tenendola sempre con le spalle verso quei ragazzi e iniziammo i a baciarci. Io ero eccitatissimo perché con le mie mani poste su i suoi fianchi sentivo che la gonna posteriormente continuava a sollevarsi.Anche Paola si eccito ma non perché si era accorta di qualcosa ma per come avevo il membro duro e per come la baciavo. Continuammo cosi per un po’, mentre io lentamente insinuavo le mie gambe in mezzo alle sue obbligandola ad allargare per bene le sue cosce. Io ormai non potevo più vedere ma immaginavo benissimo il panorama che si poteva godere da lì sotto e questo mi eccitava da morire. Ad un certo punto scappammo via e raggiunta non resistetti a chiederle di farmi un pompino lì subito in macchina.Lo prese subito in bocca succhiandolo per bene mentre io con le mani la palpavo da tutte le parti. Iniziai quindi a massaggiarle il clitoride finche non venimmo entrambi. Non cera dubbio che quell’esperienza mi aveva profondamente cambiato, non cera giorno che non pensassi a quello che era successo e cercavo qualche modo per rifare quell’esperienza. Poi un pomeriggio la mia ragazza mi propose di andare a prendere un pò di sole in spiaggia, l’occasione mi sembro ghiotta.La spiai mentre si preparava e notai con gioia che stava indossando un vestitino corto e largo, molto sexy, che lei usava spesso o in casa o come copri costume.Mentre stavamo per uscire un’idea mi baleno per la mente, controllai cosa indossava sotto il vestito e vidi che portava un costume da bagno, mi feci coraggio e le chiesi di mettersi anzi un paio di mutandine e reggiseno normali come quando lo usava in casa. Lei mi chiese il perché, ed io gli risposi che mi piace più cosi, lei sorrise e si cambiò. Arrivati alla spiaggia, cerano ragazzi sparsi qua e la che passeggiano e correvano, c’era una leggera brezza ma mi accorsi con dispiacere che non era in grado di sollevare il vestito di Paola. Passeggiamo un po’, poi tirai fuori gli asciugamani e ci corichiamo per lasciarci riscaldare dal sole. La mia ragazza si mise a pancia in giù e si sollevo un pò il vestito, sorridendomi.Lei probabilmente si aspettava la mi solita reazione da geloso, e che quindi gli riabbassassi il vestito.Invece lenta mente glielo sollevai fino a scoprire le mutande. Lei mi chiese cosa stavo facendo ed io gli risposi che tanto non cera nessuno, lei mi fece un altro sorriso e mi disse che allora bisognava mettere bene anche le mutande. Se le sistemo facendole un pò più piccole. Io iniziai ad accarezzarle le gambe ed i glutei e continuai a ridurre le mutandine arrotolandole nei bordi. Paola mi chiese ridacchiando cosa mi stava capitando quel giorno, ma po’ riprese subito a rilassarsi, con gli occhi chiusi, assaporando il piacevole tepore del sole e le dolci mie carezze. Intanto io mi godevo lo spettacolo del culo di Paola, le mutandine erano così arrotolate che posteriormente erano diventate un unico cordone che s’infilava in mezzo ai glutei. Non avevo mai voluto che la mia ragazza si depilasse esageratamente il pube e inguine e quindi il pelo era molto folto, anche se naturalmente ere ben curato. Ed ora con le mutandine messe in quel modo e avendole divaricato leggermente le gambe, ciuffetti di pelo nero della fica uscivano da una parte e dall’altra delle mutandine rendendo il tutto molto eccitante, non solo per me, ma anche per tutti quei ragazzi che correndo ci passavano vicino. Infatti, smettevano di correre, camminavano lentamente e non staccavano i loro occhi dal culo di Paola. La palpai da per tutto ed entrambi eccitatissimi rientrammo di tutta fretta a casa, dove io come amavo fare m’immersi nella sua fica odorosa succhiandole il clitoride fino a farla venire alcune volte.Solo allora la penetravo.. Da allora io spronai Paola affinché si vestisse in maniera sempre più provocante e ricercavo situazioni per esibirla. Naturalmente Paola iniziò a sospettare qualcosa ed io dovetti piano piano confessarle che provavo piacere nel vedere altri uomini che la guardavano. Non fu difficile convincere la mia donna a vestirsi con vestiti corti, gonne con spacchi vertiginosi, calze autoreggenti ed intimo ridottissimo, quanto convincerla che non c’era nessun’altra donna e che lei mi piaceva ancora moltissimo. Anche se con molta pazienza ci riuscii. Iniziammo quindi a divertirci con la sua complicità nel gioco dell’esibizione, Divento piano piano mia complice anche se solo parzialmente visto che io portavo sempre il gioco un po’ più avanti di come avevamo pattuito. Ricordo ad esempio una volta che Paola si era comprata una gonna con un profondo spacco anteriore ed uno posteriore. La gonna mostrava gia molto cosi arrivando lo spacco a circa 6 –8 cm dal fondo delle mutandine. Io mi ero eccitato gia tante volte facendogli indossare quella gonna soprattutto al mercatino dell’usato, perché quando lei s’inchinava a novanta gradi nelle bancarelle molto basse dalla spacco si vedevano le mutandine. Io pero volevo vederla in quella situazione più spesso. Pensai quindi di scucire lo spacco posteriore. Ruppi solo il primo punto cosi quando Paola si sarebbe infilata la gonna non se ne sarebbe accorta, poi camminando la scucitura avrebbe camminato da sola. Quel giorno la portai a vedere una festa molto importante nella mia regione. Arrivammo pero un po’ tardi e le tribune erano gia strapiene chiesi a due ragazzi che controllavano l’afflusso nelle tribune se in quella cera ancora qualche posto. Loro mi dissero di salire su e di guardare io stesso salii per primo le scale davanti a Paola e quando raggiunsi il primo pianerottolo vidi che non vi erano più posti liberi, ma mi accorsi anche delle gomitate che uno di quei due ragazzi dava all’altro per richiamarne l’attenzione su Paola. Io feci finta di niente e mi allontanai un po’ per vedere cosa era successo allo spacco. Era andato tutto come previsto perché si era scucito un altro po’ allungando ancora di più lo spacco tanto che forse il fondo delle mutandine s’intravedevano anche senza che lei s’inchinasse.Ritornammo indietro visto la mancanza di posti, ma giù uno di quei ragazzi mi disse che potevamo, eccezionalmente, metterci anche se in piedi nel pianerottolo sopra la prima rampa di scale da dove si vedeva comunque molto bene la sfilata. Io guardai Paola un po’ imbarazzato perché avevo compreso il loro interesse. Ma Paola essendo all’oscuro del mio scherzetto rispose subito di si, strappando un lungo sorriso ai due e togliendomi dall’impaccio. Risalimmo su ma io ora gia eccitato morivo dalla voglia di poter vedere anch’io anche solo per un attimo quello che potevano vedere quei ragazzi. Dovetti inventarmi che mi scappava la pipì per poter scendere dalle scale ed invece di andare al bar a pisciare, fare avanti ed indietro senza farmi vedere da Paola e notare troppo dai due, per poter vedere anche che dalla posizione dei ragazzi si vedevano molto bene l’eccitantissima losanga posta tra le coscie ed i glutei. Nonostante le mutandine fossero bianche, la zona appariva abbastanza scura, per i ciuffi di peli neri della fica che debordavano dalle piccole mutandine, anche perché Elena aveva le gambe leggermente divaricate ed era appoggiata con i gomiti alla ringhiera. Quando ritornai da Paola pensai che ora quei ragazzi sapevano che io avevo per forza visto. L’idea che pensassero che io non mi preoccupassi o addirittura volessi mostrare la mia ragazza mi eccitava ancora di più. Ed, infatti, si avvicinarono a noi chiedendoci se si vedeva bene la sfilata e come era quest’anno. E così facendo ora si trovavano a poco più di un metro dal culo di Paola. Il mio uccello ormai mi faceva male ed anche quel giorno all’improvviso la trascinai via e mi feci fare subito un pompino in macchina per poi riprendere la scopata a casa. Ma l’occasione per esibirla più ghiotta capito proprio il giorno delle nostre nozze.
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