La luna si riflette nell’acqua pura e limpida del ruscello, ha un odore fresco. La notte cammina piano facendo riposare tutti; o quasi. Il vento e’ leggero e smuove appena le foglie degli alberi, tutto e’ calmo, solamente io avevo voglia di fare una passeggiata. Mi accorgo di essermi allontanata due o tre chilometri dall’appartamento; infatti scorgo ancora la luce e attorno a me c’e’ la sola presenza della natura che sembra morta, ma invece e’ piu’ che viva… Forse gli amici con in quali divido l’appartamento e non ne so nemmeno i nomi si preoccuperanno, se si sono svegliati. O forse no, continueranno a dormire. Come li ho incontrati? Al mio arrivo l’hotel era pieno e purtroppo ho fatto ritardo trovandomi senza stanza. Li ho incontrati per caso in un bar, loro sono in sei, hanno affittato un appartamento da sette persone (piu’ che appartamento a prima vista mi e’ sembrato una vera e propria casa) e cosi’ m’hanno detto che potevo venire da loro con la condizione di pagare 1/7 dell’affitto, non potevo non accettare e inoltre l’appartamento era grosso modo che stupendo e loro mi sono sembrati dei bravi ragazzi, come me… Non ci siamo nemmeno preoccupati di presentarci, l’unica cosa che conta e’ che andiamo d’accordo, al resto ci pensiamo dopo. Sprofondata nei miei pensieri, percepisco dei rumori, dei passi veloci che sento arrivare dalla mia sinistra, nel bosco. Mi fermo e non fiato neppure, ho paura e i brividi mi passano per la schiena; pensandoci pero’, in fondo in fondo la situazione mi piace… ora i passi si fanno sempre piu’ veloci, e all’improvviso non li sento piu’. Sposto alcune foglie nell’intento di vedere qualcosa, la mia curiosita’ non si da pace e vuole essere sfamata. La luna e’ cosi’ splendente da permettermi di scorgere ogni minimo dettaglio… “Piero, ti prego, non lo fare, ti scongiuro… Lo ammetto, ho sbagliato ma… non puoi castigarmi cosi’!” sento implorare una voce femminile; “Zitta, troia! Hai sbagliato e ora devi pagare, mi farai godere, altrimenti faccio venire qui i miei amici e dovrai farli godere tutti!” adesso si fa invece sentire una voce forte, rimbombante… seguono alcuni minuti di silenzio rotti da un forte fruscio di foglie secche, l’uomo che presumo fosse Piero spinge la ragazza per terra e si slaccia i pantaloni “Ti ordino di tirarmi giu’ i pantaloni!”, alche’ la ragazza non ci pensa due volte e lo fa singhiozzando “tappati la bocca, cagna che non sei altro! La aprirai quando lo dico io!”, di colpo lei la smette di emettere suoni e in silenzio fa cadere leggermente i pantaloni del maschio, vedo chiaramente il suo pene in erezione anche se coperto dai boxer. la ragazza si ferma e con occhi innocenti fissa il ragazzo. “che hai da guardare, puttana?? non fare la finta tonta, ti avverto; non vorrai farmi arrabbiare, vero? Fa’ il tuo lavoro, da brava: succhia, succhia, ciuccia, prendilo in bocca e inghiotti tutto stronza! Non voglio vedere nemmeno una goccia scivolar fuori dalla tua bocca da cagna in calore!” lei gli tira giu’ pure i boxer, prende in mano il cazzo che al sol guardare sembra duro di marmo, cosi’ lungo ed eretto… intanto io mi sono accaldata e sento che anche la mia fighetta si sta lentamente bagnando, mi sto eccitando e cosi’ infilo la mano sotto la gonna ed inizio a toccarmi… “basta, basta! mi stufi, troia; non riesci mai ad accontentarmi! ora voglio venirti di dietro!” Lei, da brava serva, si spoglia e si gira, chiude gli occhi e farfuglia qualcosa di incomprensibile “zitta ho detto! ora la tua pena sara’ ancor piu’ grave! Massimooooooo!!!” a quel punto mi accorgo che non sono la sola a guardare, infatti ci sono dei ragazzi dall’altra parte “ti supplico, non farlo!”, implora la ragazza, ma l’altro tipo, Massimo, la tira e le infila il cazzo nel culo “aaaaaaaahhhhhhhhh, noooooooooo!!!” grida lei e le urla si sentono forti e taglienti Ritmicamente, Massimo inizia ad andare avanti-indietro e vedo che le sue palle ogni volta si schiantano contro il culo della femmina. Pietro le infila il cazzo in bocca e le ordina di succhiare. Lei stenta per un po’, ma alla fine lui la tira per i capelli e spinge la testa verso il cazzo, facendolo entrare ed uscire velocissimamente. Massimo grida “siiiiiiiiiiiii, sto venendo…… dai puttana fammi godere……… ahhhh….. sono vicino…. non…. la….. facc…. cazz…… baaaaaaaaaaaaaaaaahhhhhhhhhh!!!” e le viene dentro facendo esplodere il suo culo, lei sente tutto il liquido entrare profondamente dentro e cerca di tirare fuori il cazzo lasciando quello di Piero, ma lui la prende per le mani “ahia, fa male toglilo dal mio culo, non ce la faccio esplodero'” Massimo fa “siiii, troia…. Manuele, dai che e’ il tuo turno” non tira fuori il cazzo sino a che l’altro non si fa avanti, e cosi’ il buco del culo della ragazza rimane libero per una frazione di secondo, per venir poi di nuovo riempito dal cazzo di Manuele, ancora piu’ grosso. Un urlo taglia il silenzio, Piero le ordina di masturbarlo e lei lo fa, lui la tira di nuovo per i capelli ed infine le sborra in faccia. “pulisciti, stronza! Dovevo riempirti la bocca sino a vomitare!” si avvicina un’altro che prende il posto di Piero, poi ancora uno. Manuele capisce e si ferma, gira la ragazza e le alza le gambe, spinge il cazzo nel culo, lasciando all’altro la figa che non aspetta, veloce ne infila il suo membro e fa un cenno a quello che sta dalla parte della bocca. Quello le spinge il cazzo in bocca, le ordina di succhiarlo. I due di dietro le tengono le gambe, mentre quello davanti la prende per le tette tirandola su, inizia a stringerne i capezzoli, a punzecchiarli fortemente. Piero e Massimo si fanno avanti e guardano la scena ridendo, poi Piero sussurra qualcosa agli altri, loro la alzano completamente non facendo uscire i cazzi, gli altri due che stavano guardando si buttano per terra e si sistemano sotto la ragazza, ognuno inizia a succhiare una tetta giocando con i capezzoli e torturandoli. La scena era talmente eccitante da farmi venire subito, nemmeno mi accorgo che mi stavo masturbando freneticamente. Una ragazza che succhiava il cazzo ad un ragazzo, veniva inculata da un’altro, chiavata da un terzo, le sue tette erano torturate e i capezzoli sfiniti dagli altri due che si stavano divertendo sotto di lei, sembrava una vera troia… CRASSSHHHHHHHHHHH Un rumore provocato da un ramoscello spezzato inconsapevolmente dalle mie scarpe ferma tutto: infatti i cinque si girano dalla mia parte e probabilmente vedono la mia ombra al chiaro di luna; i due che stavano sotto la ragazza si alzano di scatto e iniziano a correre nella mia direzione, io tolgo la mano dagli slip e inizio a correre come una pazza, mi nascondo dietro ad un albero e non so che fare, vedo i due passare come un razzo e ringrazio il cielo che non mi abbiano vista. Poi li vedo tornare. “sara’ un curiosone che si e’ eccitato a guardarci, hahaha!”, dice uno. Aspetto che riprendano la loro posizione e lentamente mi allontano pensando a come mi sarei divertita a raccontare tutto l’indomani ai miei amici. Entro nell’appartamento, vado nella camera dell’unica ragazza che c’era, e vedo che il letto e’ vuoto. Spiando nelle altre camere, mi accorgo che tutti sono vuoti. Rimango per un po’ a pensare…. no, non puo’ essere. Vado a dormire, ma non ce la faccio. Alla fine invece mi addormento e quando mi sveglio vedo una tazza di caffe’ pronta ed una ragazza che me la porge sorridendo. “allora, come stai? a proposito, non mi hai ancora detto il tuo nome! Il mio e’ Susanna. Loro sono Alberto, Manuele, Piero, Massimo e Marco”, dice girandosi a indicarli con la testa. Scioccata, rimango a bocca aperta: Piero, Massimo e Manuele: nomi conosciutissimi; osservando il loro taglio di capelli capisco. Non c’e’ dubbio; sono loro….
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