Tutto cominciò un Venerdì sera quando Aldo, mio marito, invitò per cena tre suoi amici. Non li avevo mai conosciuti prima e francamente non capivo da dove saltavano fuori così all’improvviso, me lo spiegherà poi, pensavo mentre preparavo il gustoso pranzetto che mi aveva pregato di approntare. Alle otto in punto arrivano con Aldo e qui mi vengono le prime perplessità, sono tutti e tre sulla cinquantina, avranno almeno vent’anni più di noi e inoltre danno l’impressione di essere operai, mani grosse e callose, spalle robuste ed un comportamento non certo raffinato anche se tutto sommato educato, in ogni modo non sono certamente il tipo di persone che di abitudine frequentiamo. Al termine della cena, che è andata avanti con discorsi banali infarciti di allusioni equivoche, vanno tutti in salotto per il caffè e mentre sono in cucina per prepararlo, sento la TV dalla quale provengono suoni inequivocabili: Aldo deve aver messo nel videoregistratore una cassetta di quelle che solitamente vediamo prima di fare all’amore. A noi piace prepararci al sesso guardando prima una cassetta porno e subito dopo cerchiamo di ripetere le azioni che maggiormente ci hanno eccitati; a volte, mentre scopiamo, ci filmiamo ed ora abbiamo una discreta raccolta delle nostre effusioni. Porto i caffè con un certo imbarazzo per le scene che si stanno svolgendo sul video, ma cosa è venuto in mente a mio marito? Saranno anche suoi amici, ma per me sono solamente degli estranei ed essere coinvolta in una serata così spregiudicata con persone che appena conosco, mi mette tremendamente a disagio. Ben presto i commenti sugli interpreti del filmino diventano sempre più salaci e pesanti: “Guarda quella come lo prende in bocca, una vera artista del pompino… guarda che vacca! L’altro glielo sta infilando nel culo…” Ascolto i commenti allibita e imbarazzata. Sono seduta accanto a mio marito che mi tiene stretta a lui con un braccio, mi accarezza la spalla con mano leggera e lentamente scende ad accarezzarmi un seno. La cosa mi dà fastidio perchè non mi va che gli altri ci vedano, ma per fortuna non guardano dalla nostra parte e sembrano interessati solo al filmino. “Però sono belle queste donne!” Sbotta uno dei tre “Belle, sode e come sanno far bene all’amore, una donna così farebbe impazzire qualunque uomo, peccato che le nostre mogli non assomiglino a loro!” “Non è per niente vero – replica mio marito – qualche moglie che sa scopare altrettanto bene c’è!” Si alza e in un attimo inserisce una nuova cassetta, ritorna quindi a sedersi vicino a me. All’improvviso mi sento gelare il sangue nelle vene perchè le scene che ora appaiono sul video sono le nostre, cerco di protestare ma Aldo mi impone di stare ferma e zitta e con il braccio intorno alle spalle mi immobilizza sul divano. Ora i tre guardano con occhi arrapati il nostro filmino, mi guardano mentre succhio il cazzo a mio marito e come mi concedo a lui senza inibizioni. Mi sento avvampare per la vergogna e vorrei essere lontana da lì soprattutto quando i commenti dei tre cominciano a riferirsi alla mia persona. “Cazzo come ci sa fare tua moglie! Una vera maiala da letto, che gambe e che culo… come si vede che le piace il cazzo!” I complimenti volgari si sprecano e vorrei sprofondare in buco buio e profondo per essere lontana da loro, ma sembrano, al contrario, non dare alcun fastidio ad Aldo, anzi! “Vi piacerebbe scoparvela?” La proposta di mio marito mi sconvolge del tutto e cerco di divincolarmi protestando ad alta voce, ma senza riuscire a liberarmi della sua stretta che si fa sempre più forte, ora non è più solo lui a tenermi, i suoi amici si sono buttati su di me e le loro mani mi stanno frugando sotto le gonne e dentro la camicetta. “Oriana voglio che tu faccia l’amore con loro, voglio vedere la troia che dici di essere quando scopi con me!” Provo a ribellarmi alla loro violenza, ma le mie deboli forze non sono sufficienti a tenerli lontano, mi aprono le gambe rovesciandomi sul divano, una lingua mi lambisce l’interno delle cosce e si intrufola sotto le mutandine a leccarmi la fica. Piango disperata chiedendo ad Aldo di aiutarmi, di mandarli via, ma quel bastardo è già nudo e si masturba il cazzo duro e gonfio, le mie speranze di evitare lo stupro sfumano del tutto quando mi ordina ancora di accettare i tre, di concedermi loro e godere delle loro attenzioni. “Vedrai ti piacerà!” Continua a ripetermi. Vengo denudata velocemente e ormai non mi ribello più, delusa e umiliata abbandono ogni difesa, ho voglia solo di piangere e mentre le lacrime scorrono copiose, spero almeno non mi facciano del male. Piango silenziosamente e mi abbandono passiva nelle mani di questi uomini che si definiscono amici. Sono profondamente delusa per il comportamento di mio marito e vorrei morire per non subire più quello che mi stanno facendo. Forse la colpa di tutto ciò è anche mia, con lui ho dato sfogo alle più incredibili fantasie, insieme abbiamo immaginato che altri uomini facessero l’amore con me, ma erano solo fantasie per ottenere un piacere maggiore nei nostri rapporti sessuali. Ora invece mi ha presa e buttata veramente fra le braccia di questi uomini come una qualunque puttana. Non ha nemmeno lontanamente pensato di avvertirmi prima, di cercare di coinvolgermi nei suoi disegni, di rendermi sua complice, evidentemente gli piace di vedermi stuprata pensando al suo solo voyeuristico piacere. Mi palpano i seni e mi strizzano le natiche, mi frugano nelle parti più intime mentre i loro cazzi si strusciano sulla mia pelle senza, peraltro, riuscire a farmi fremere di piacere come la loro presunzione vorrebbe. Ma si! Che facciano quello che vogliono alla svelta e poi mi lascino stare! Prona sul divano accetto la prima penetrazione come un male inevitabile, due di loro mi tengono ferma mentre il terzo mi chiava da dietro. Sono almeno quindici minuti che si sta agitando dentro di me e spero che goda alla svelta, invece si ritrae per farsi sostituire da un compare che riprende a pompare con nuove energie. E’ ormai più di un’ora che i tre a turno mi stanno chiavando e nessuno ha ancora goduto, mi sento perduta perchè non so come andrà a finire, mio marito mi ha afferrato per i capelli e mi costringe a succhiargli il cazzo mentre gli altri mi scopano. Ho gli occhi chiusi e quasi non mi accorgo che l’uccello che ho nella bocca non è più quello di Aldo, questo è più grosso e lungo e mi scopa fra le labbra come fosse una vagina. E’ la prima volta che ricevo nella bocca un cazzo che non sia quello di mio marito, sulla lingua avverto il sapore diverso… quasi inconsciamente comincio a muoverla. Quel bastone di carne comincia a piacermi… sì non mi dispiace e adagio, adagio mi convinco che al punto in cui mi trovo, tanto vale che cerchi anch’io egoisticamente il mio piacere. All’inizio quasi impercettibilmente e poi con sempre maggiore decisione comincio ad assecondare i movimenti del pene arrivando a lambire con la lingua i testicoli dell’uomo, il bigolo mi è arrivato in gola e quasi mi soffoca, ma mi piace. Accarezzo le palle del maschio con una mano e le afferro con sicurezza mentre imprimo con la bocca il ritmo del va e vieni. “Comincia a piacerle! Guarda Aldo come tua moglie mi sta succhiando! Avevi ragione tu, va proprio in calore come una troia, sentila come comincia a godere!” Le parole dell’uomo mi colpiscono come uno schiaffo, ma ha ragione perchè adesso sono tutta un fremito e sto cominciando a godere di questa situazione iniziata in maniera così anomala. Ho cambiato atteggiamento perchè mi sono convinta, se proprio devo subire una violenza inevitabile, è meglio che mi prenda anch’io la mia parte di piacere. Questa sarà la mia vendetta! Aldo vuole una moglie puttana da dividere con gli amici? Bene l’accontento subito e si pentirà di non avermi tenuta solo per lui! Da questo momento divengo dapprima più remissiva e poi partecipo sempre più attivamente ai loro giochi così che ora non mi tengono più legata con la forza alle loro voglie. Mi concedo con passione crescente a quello che di turno mi si pone davanti al viso per godere il piacere della mia bocca, agito ed inarco le reni per assecondare la penetrazione di quello che mi sta chiavando e con le mani cerco e masturbo gli altri due cazzi non impegnati attivamente. Mi fanno cambiare spesso posizione ed ora vengo messa a cavalcioni di uno che si è sdraiato sul tappeto, mi impalano sul suo cazzo che subito prende a muoversi in me. Comincio a provare sensazioni forti e piacevoli e mi abbandono all’orgasmo che mi sconvolge il corpo e la mente. Nel delirio del piacere intravedo un cazzo gonfio e duro, lo afferro a due mani e me lo infilo in bocca ingoiandolo fino alla radice, voglio che mi goda nella gola, sulla lingua, ardo dalla voglia di sentire il gusto acre dello sperma e gli grido di affogarmi nella sua sborra. Mio marito ha voluto farmi prendere dai suoi amici come una troia, ebbene se è così che mi vuole che lo sia davvero! Divento volgare e provo piacere anche nella volgarità, non ho più freni inibitori e folle di desiderio mi concedo come una donna di strada, senza riguardo alcuno. Con gli occhi chiusi mi sollazzo palpeggiando e succhiando i cazzi che ho davanti mentre dietro di me qualcuno armeggia col mio sedere, mi strizza le natiche e le schiaffeggia col palmo delle mani. Al principio il trattamento è un po’ doloroso e mi da fastidio, ma poi comincia a piacermi soprattutto quando inizia a solleticare e titillarmi il foro anale. Ahh quella lingua sul culo come mi piace! Godo ancora ed è un crescendo continuo di lussuria. Improvviso mi viene un desiderio e lo grido senza vergogna, senza rivolgermi a qualcuno in particolare. “Lo voglio nel culo… prendetemi nel culo! Brutti porci, maiali schifosi voglio che mi sverginate il culo, adesso, davanti a mio marito!” Vengo immediatamente accontentata e il dolore lancinante della penetrazione mi giunge al cervello, ma contemporaneamente scatena anche la mia libidine. Il desiderio di essere sodomizzata ora è appagato in pieno dall’azione del maschio infoiato che mi sta prendendo senza alcun riguardo. I colpi che ricevo sono selvaggiamente violenti, all’uomo che mi sta inculando non importa nulla del male che mi provoca, per lui conta solo il piacere che si sta pigliando con me. Continua a menare colpi all’impazzata, mi chiama cagna, vacca e mi ingiuria con altri epiteti che, anzichè offendermi, accrescono la mia libidine. Si! Sono una cagna… una cagna in calore che si sta facendo tre cazzi nello stesso tempo, la mia libido è arrivata a livelli inimmaginabili e godo di tutto questo sesso che mi è piombato addosso improvviso, inaspettato. Ecco che il primo sborra nella mia bocca… lo sperma mi straripa dalle labbra, ma lo raccolgo con la lingua per ingoiarlo lentamente, mi piace e mi eccita il suo sapore. Fisso gli occhi in quelli di mio marito che mi sta osservando mentre bevo il succo del suo amico. “Guarda, guarda!” Penso dentro di me “Mi volevi vedere troia? Ecco io ti accontento! Guardami! Sono la troia dei tuoi amici, guardami come sto godendo con loro, è questo che volevi brutto stronzo?” Proprio in quel momento il secondo esaurisce la sua foia godendomi nel ventre e gli schizzi della sborrata mi scatenano un tale orgasmo da farmi sentire piacevole perfino il dolore provocato dalla sodomizzazione del terzo uomo e quando anche lui, con le sue urla di piacere, si scarica nei miei intestini, mi abbandono esausta sul ventre del maschio che ancora occupa la mia fica con la sua dura presenza. Il tempo di riprendere le forze e poi a turno mi concedo di nuovo ai tre uomini, uno per volta li faccio godere con ogni parte del mio corpo. Tutti e tre si sono fatti succhiare schifosamente il cazzo, mi hanno strapazzato le tette e le natiche, mi hanno posseduta nel culo, ma ognuno di loro ha preferito godere versandomi il proprio tributo di piacere nella fica. E’ l’alba quando allegramente se ne vanno lasciandomi esausta, dolorante, ma soddisfatta. Per fortuna oggi è Sabato e non si lavora, così riesco a dormire fin quasi a mezzogiorno. Dopo pranzo affronto il discorso con Aldo sugli avvenimenti della nottata, non posso lasciar cadere così quanto avvenuto, come fosse una cosa del tutto naturale. Sono parecchio risentita perchè, anche se ho finito per apprezzare quanto successo, non ho gradito per nulla il modo in cui mi sono state imposte scelte e decisioni. “Non pensi che avresti dovuto mettermi al corrente prima di queste tue folli idee?” “No, perchè non avresti mai accettato! Ero certo che alla fine ti sarebbe piaciuto, ma ero pur anche certo che a priori avresti rifiutato di far l’amore con altri uomini, per questi motivi sono ricorso al sotterfugio ed i fatti mi hanno dato ragione.” “Ma ti rendi conto dei rischi che hai corso? In pratica mi hai fatto violentare e oggi avrei potuto denunciare te e i tuoi soci, a quest’ora potresti essere rinchiuso da qualche parte… in galera!” “Ma non l’hai fatto, non mi hai denunciato e quindi ho avuto ragione io nel credere che il tuo sangue bollente ti avrebbe convinta ad accettare e godere le attenzioni di quei tre. Dimmi la verità! Confessa che ti piacerebbe riprovare ancora! Ora ti rendi conto che insieme potremo provare ogni tipo di esperienza e divertirci come più ci piace.” Le sue osservazioni mi provocano un formicolio di eccitazione in tutto il corpo, il bastardo ha ragione! Mi ammutolisco e placo ogni velleità di rivalsa, devo riconoscere che non sbaglia quando afferma che mi piacerebbe riprovare le esperienze della nottata. “E’ vero, hai ragione di credere che mi piacerebbe riprovare, però pretendo di sapere prima come, dove, quando e con chi. Non voglio essere ributtata allo sbaraglio, dovremo programmare insieme i nostri progetti e, quando è possibile, vorrei poter scegliere io i partners dei nostri incontri.” Raggiungiamo così un’intesa di massima, periodicamente porteremo nel nostro letto gli uomini che riterremo opportuno invitare, ma tale decisione dovrà essere presa di comune accordo. Sono passate ormai un paio di settimane dalla fatidica notte, ma nulla di nuovo è venuto a rompere le consuete abitudini del nostro talamo. Questa sera Aldo ha deciso di portarmi al cinema e vuole che mi vesta in modo appariscente e provocante. Vuole esibirmi e vedere se riesce ad attirare l’attenzione di qualche maschio. Ad entrambi è venuta una voglia pazza di una nuova avventura ma non abbiamo avuto altre occasioni, questa sera in caso di insuccesso, sono decisa a chiedergli di invitare ancora i tre soggetti dell’altra volta. Seduti in galleria guardiamo la desolazione di lunghe file di poltroncine vuote nonostante il film in programmazione sia ritenuto di successo. Due o tre coppiette sparpagliate qui e là evidenziano la realtà della crisi del cinema. Si spengono le luci ed inizia lo spettacolo, Aldo mi cinge con un braccio e la sua mano mi accarezza dolcemente la spalla lasciata nuda dall’ampia scollatura del vestito. Mi abbandono ai brividi del sottile piacere che la carezza mi procura, le sue dita percorrono l’attaccatura dei seni, si intrufolano nel reggiseno e massaggiano sapientemente le mammelle. La mano a coppa scende sotto i seni li raccoglie e li fa sgusciare dalla loro protezione portandoli all’esterno del vestito, mi piace sentirmi spogliare in pubblico, il pensiero della possibilità di essere vista da quelli che ci stanno vicino mi provoca sottili brividi di piacere. Purtroppo non c’è molta gente, ma lo scoprire di essere anche un poco esibizionista mi fa palpitare e bagnare fra le cosce. Con la mano sinistra raggiungo l’inguine di Aldo e impugno la sua virilità che sta gonfiando la stoffa dei pantaloni. Si sbottona facendo fuoriuscire il membro in piena erezione, lo impugno iniziando a far scorre la mano su e giù, su e giù…, accarezzo tutta l’asta fremente, gli stringo lo scroto con le dita strappandogli mugolii di piacere. Il film scorre sullo schermo, le scene si succedono ma siamo inconsapevoli di quanto accade, presi come siamo dalle sensazioni piacevoli delle nostre carezze. Con gli occhi chiusi mi abbandono contro lo schienale della poltroncina godendo della mano che continua a palpeggiarmi il seno, una mano che si fa sempre più ardita perchè ora scende nello spacco della scollatura, mi pizzica la pelle sullo stomaco e spingendosi sempre più in basso si intrufola sotto l’elastico delle mutandine…! Con un tuffo al cuore mi risveglio dall’estasi in cui sono caduta e apro gli occhi, non è più Aldo che mi sta accarezzando. Un uomo della cui presenza non mi ero accorta prima è venuto a sedersi dietro di noi e si sta dando un gran daffare su di me. Cerco di avvisare Aldo perchè penso che a sua volta non se ne sia ancora accorto, ma vengo ammutolita. “Zitta! Lascialo fare!” Mi sussurra mio marito e mi sbottona di più il vestito per facilitare l’esplorazione alle mani dello sconosciuto che ora è sceso alla nostra fila per palparmi con maggior agio. Mi sta sbavando sul seno mentre con una mano prende possesso della fica. Mi sditalina con tale sapienza che in breve raggiungo l’orgasmo e mi deve chiudere la bocca in un bacio bruciante per soffocare le grida di piacere che salgono incontrollate. Appena mi riprendo ci invita con decisione ad andare con lui, in un posto più tranquillo e discreto ci dice. “Non fate rumore e seguitemi!” Non attende neppure una risposta da parte nostra, mi prende la mano e mi strattona facendomi salire velocemente la scalinata della galleria. Sono costretta a seguirlo mentre cerco di tenere chiuso il vestito completamente sbottonato; sotto sono praticamente nuda, le tette al vento e gli slip parzialmente abbassati. Mentre saliamo ci rendiamo conto che l’uomo deve far parte del personale del locale, ci guida con sicurezza nella penombra del cinematografo fin dietro un pesante tendone dove apre una porta chiusa a chiave. Richiude l’uscio alle nostre spalle ed accende una lampada da tavolo illuminando un ufficio che deve essere quello della direzione. Ci sono solo un paio di sedie ed un divano sul quale si affretta a farmi distendere. Come un lupo affamato si getta fra le mie gambe, mi strappa gli slip e immerge la lingua nella mia fessura sbavando con lussuria. Lecca veloce strappandomi gemiti che adesso nessuno cerca più di soffocare, si accanisce sulla fica e quando si dedica al culo si accorge subito che non è più vergine. “Ahh bella ficona ti sei fatta fare anche il culo! Se ti piace prenderlo anche lì te lo metto subito anch’io, qui davanti a tuo marito, ora… subito…” E alle parole fa seguire i fatti, mi alza le ginocchia fin sopra le spalle e così, oscenamente aperta, mi infila con un colpo secco, prepotente. Provo una fitta di dolore che però passa subito per lasciar spazio al piacere del suo randello. Mi ara fra le natiche mentre succhio il cazzo di Aldo e dopo pochi colpi l’uomo farfuglia il suo piacere: “Ti piace così? Lo senti il mio cazzo nel culo? Bella ficona ho sempre sognato di scopare nel culo una donna come te! Ahh come è stretta tua moglie… come è bello il suo culetto!” Le sue grida hanno il potere di far godere Aldo che mi sborra in bocca, ma non ingoio lo sperma perchè un’idea lubrica mi attraversa la mente, abbandono il suo cazzo e con le mani, afferrata la testa dello sconosciuto che mi sta inculando, lo costringo a baciarmi la bocca piena. Non sono respinta come temevo, anzi! La sua lingua serpeggia avida fra le mie labbra risucchiando la linfa vitale, mi fruga ovunque e dopo aver bevuto tutto il liquore mi lecca la bocca all’esterno per raccogliere le ultime stille. Alla fine gode e rantola sulle mie spalle tutta la sua passione. Muore su di me, ma non si toglie, il suo cazzo si ammoscia piano, piano e lo sento ritrarsi lentamente dall’ano, ma quando inizio a stringere ritmicamente lo sfintere quasi a volerlo trattenere, immediatamente riprende vita e con novello vigore ricomincia la sua danza. E’ mezzanotte passata quando ce ne andiamo, usciamo dal cine con le poche persone dell’ultimo spettacolo. Sono sfinita, ma soddisfatta e pensare che non so neppure il nome dell’uomo che per tutta la sera mi ha goduto e fatto godere in mille modi. Abbracciata a mio marito raggiungiamo la macchina per fare ritorno a casa. Dopo un paio di settimane, un pomeriggio torno dall’aver fatto la spesa eccitata e con una gran voglia di scopare. E’ successo che uscendo dal supermercato sono stata avvicinata da uno dei tanti africani che, in cambio di pochi spiccioli, si offrono per aiutare a stivare nel baule della macchina i vari pacchetti degli acquisti, solo che questa volta il negretto di turno non si è limitato alla solita bisogna. Mentre ero china sul baule per sistemare i pacchettini, il mandrillo alle mie spalle si è ripetutamente appoggiato al mio sedere strusciandomi sulle natiche un bastone che come proporzioni doveva essere senz’altro all’altezza delle dimensioni per le quali vanno famosi questi africani. Per un po’ l’ho lasciato fare perchè la dura presenza e le sue manovrine cominciavano a solleticare ed eccitare la mia fantasia e forse l’ho anche illuso di avermi trovata disponibile subito, ma il timore che le altre persone intorno a noi potessero accorgersi di quanto stava succedendo mi ha portata a tenere un atteggiamento più prudente e, pur a malincuore, l’ho indotto a cessare le sue manfrine. “Hei giovanotto! Non ti sembra di esagerare? E se qualcuno ci vede?” Lo allontano con decisione strizzandogli il rigonfio che appariva evidente sui pantaloni, poi con un vago, ma stuzzicante progetto nella mente, gli sorrido maliziosamente lasciandogli una buona mancia e con una nemmeno troppo celata promessa di un possibile futuro incontro, riparto con la macchina dopo aver saputo il suo nome: Husman. “Mi trovi sempre qui!” Mi urla dietro mentre mi allontano e lo osservo nello specchietto retrovisivo agitare con forza le braccia in un gesto di saluto. Quando Aldo rientra dal lavoro non perdo tempo a narrargli l’accaduto ed il mio desiderio di avere possibilmente un rapporto con Husman. Potremmo passare a prenderlo la sera quando la gente è quasi tutta in casa per la cena e portarlo da noi. “Dai andiamo subito al parcheggio, ci accordiamo con lui così passiamo a prenderlo più tardi!” Io sono smaniosa ma Aldo è un po’ titubante. Ha paura di essere notato dai vicini, ma vedendomi agitata come una ragazzina al primo appuntamento, alla fine cede e ci avviamo. Parcheggiamo fra altre macchine e scesi dalla vettura fingiamo di trafficare nel baule mentre mi guardo intorno per individuare il “mio” uomo. Alla fine lo vedo più in là che sta aiutando come il solito delle persone, anche lui mi nota, mi fa segno con una mano di avermi visto e mi raggiunge poco dopo. Rallenta titubante quando si accorge di Aldo, ma mi affretto a rassicurarlo. “Vieni, vieni Husman, questo è mio marito e come me, anche lui vorrebbe conoscerti meglio, anzi tutti e due vorremmo che tu questa sera venissi a casa nostra, si mangia qualche cosa e poi… si può chiacchierare un po’ con tutto comodo, che ne dici?” La proposta è chiara ed inequivocabile, ma lo vediamo tentennare, i suoi occhi si spostano in continuazione da me a mio marito ed è evidente che si trova a disagio. Ha capito che gli abbiamo proposto di venire a scopare da noi, ma la presenza di mio marito lo lascia perplesso, forse teme qualche trappola a suo danno e allora gli prendo la mano e furtivamente, nascosti tra due macchine, me la porto fra le gambe sussurrando: “Dai vieni da noi, non ti piacerebbe avermi tutta nuda solo per te?” Mentre gli occhi gli si accendono di desiderio, rapidamente gli afferro il cazzo da sopra i pantaloni per dargli una strizzata, ma veloce lo abbandono per motivi di prudenza. Faccio in tempo in ogni modo ad avvertire la subitanea, possente erezione. Aldo gli batte una mano sulla spalla in maniera confidenziale: “Allora passo a prenderti alle otto e mezza! Fatti trovare pronto e cerca di non dare nell’occhio.” Fa segno di sì con la testa, ci guarda con gli occhi sbarrati e ancora non è riuscito a dire una parola, sentiamo la sua voce solo quando ci grida: “Ciao!” mentre ci allontaniamo. Giunti a casa ci prepariamo al meglio per l’incontro organizzando una cenetta rapida e leggera e alla fine mi spoglio per indossare un intimo sexy. Aldo, tutto eccitato nel vedermi seminuda, mi si strofina addosso baciandomi e palpandomi il seno. Anch’io sono molto eccitata, mi sento come una bestia in calore e non vedo l’ora di sentire il negretto agitarsi fra le mie gambe. Finalmente giunge l’ora dell’incontro e sono in spasmodica attesa del ritorno di Aldo col nostro amico. Quando arrivano, Husman sembra alquanto intimidito e imbarazzato, ma in breve cambia atteggiamento e sollecitato da mio marito mi si avvinghia imprigionandomi contro lo stipite della porta, mi stringe con forza una mammella ed inizia a baciarmi in bocca. La sua lingua dura e guizzante mi fruga fra le labbra cercando la mia, la trova e la risucchia nella sua bocca poi torna a guizzare nella mia in un bacio violento quanto piacevole, non sono mai stata baciata con tanta veemenza e lussuria e quando si stacca ho il respiro affannoso alla ricerca spasmodica di ossigeno. “Dopo, dopo!” Riesco appena a farfugliare. “Ora lavatevi le mani e andiamo a mangiare.” I due uomini sono seduti comodi in salotto quando arrivo con i caffè, Husman mi guarda con occhi eccitati mentre sorseggia la bevanda calda, allunga una mano ad accarezzarmi la curva dell’anca e non appena Aldo mi solleva la sottana ne approfitta per brancicarmi la carne con dita adunche. Mi attira a sè, le mani attanagliate sulle natiche ed il viso premuto sul ventre, mi bacia mordicchiandomi da sopra le mutandine e con la lingua rasposa scende a frugarmi l’inguine e l’interno delle cosce. Aldo mi ha nel frattempo spogliata dagli inutili indumenti, restano da togliere solamente le calze velate e le mutandine che, quasi subito, mi sono strappate di dosso. Ora la lingua dell’africano s’incunea dura come un piccolo membro nella mia natura, mi penetra frugandomi l’interno della vagina, poi con le labbra a ventosa mi risucchia con forza il clitoride aspirandolo all’interno della bocca, lo rilascia e lo riprende di nuovo con forza e così per un numero infinito di volte, è come se facesse un pompino ad un piccolo pene. L’abilità di quella bocca impareggiabile dà subito i suoi risultati e tra i fremiti dell’orgasmo mi accorgo di scivolare sul tappeto, godo e improvvisamente mi viene il timore che Husman voglia smettere di leccarmi, ma il negretto non demorde e continua nella sua azione. Mio marito intanto mi cavalca sul petto, il cazzo stretto fra le mammelle che preme con forza con le mani. Le sue natiche si muovono frenetiche davanti al mio viso, le afferro in un raptus di lussuria ed affondo golosa la lingua alla ricerca dell’ano che palpitando si dischiude alle mie attenzioni. Husman ha smesso di leccarmi anche se lo sento ancora muoversi fra le mie gambe, ma che sta combinando? Perchè non mi chiava? Cosa aspetta? All’improvviso capisco. Le sue attenzioni sono ora per mio marito che continua ad agitarsi fra le mie mammelle. Gli ha preso il cazzo in bocca e lo sta succhiando con la medesima passione che ha dedicato alla mia fica, Aldo si agita sempre più frenetico e disordinato sul mio petto, mi strizza le mammelle indolenzite dalla ferrea morsa delle sue mani e in un rantolo gode spasmodico nella bocca di Husman. Ho il respiro affannoso e gli occhi chiusi quando il negro mi forza le labbra con le sue facendomi scivolare nella bocca il seme che ha ricevuto da mio marito. Il sapore dello sperma mi riaccende i sensi sopiti dal recente orgasmo, faccio mia la lingua che mi sta esplorando la bocca, la succhio e risucchio come fosse un piccolo cazzo poi, a mia volta, mi tuffo a leccare fra le labbra tumide e carnose del negro. Aldo nel frattempo si è tolto dalla scomoda posizione sul mio petto e sta armeggiando fra le gambe mie e di Husman. Quando penso di aver capito le sue intenzioni cerco di agevolargli i vari maneggiamenti spalancando le cosce sotto il ventre del negretto. Le mani di mio marito ora riescono ad accarezzarmi la fica con maggiore facilità, con le dita ne allarga le labbra e vi fa strofinare in mezzo il duro batacchio di Husman, chissà se è grosso e lungo come me lo sono sognato e come l’ho desiderato! Ancora non glielo ho visto nè preso in mano, è il primo contatto diretto col suo membro quello che in questo momento mi sta trasportando sulle onde della libidine. Aldo continua a giocarci strusciandolo contro il clitoride, me lo sfrega tutt’intorno per tuffarne a tratti la punta sull’ingresso della vagina, ma per ora non agevola la sua penetrazione che sto desiderando con tutta me stessa. Gli grido tutto il mio desiderio, la voglia spasmodica di sentirmi violata, chiavata come un animale in calore ma non sono accontentata. Il gioco continua in un crescendo spasmodico di lussuria, ho il cervello in fiamme e non resisto più al desiderio di avere il cazzo tutto nel mio ventre che si protende vibrante verso la dura appendice. A fatica allungo le braccia fra i corpi sudati e con una mano riesco ad afferrare l’oggetto della mia passione. Madre mia! E’ più grosso e lungo di quanto la mia fantasia avesse potuto immaginare, scalzo con furia mio marito e guidando con mano sicura la mia conquista, permetto ad Husman di penetrarmi con la rabbia che a sua volta ha accumulato con tutti quei maneggi. Finalmente mi sento riempita e ad ogni spinta provo spasimi di piacere in ogni parte del corpo. Il negro rantola sulla mia bocca con grida appena soffocate dalle mie labbra che stanno martirizzando le sue, esplode improvviso in un orgasmo colossale e mi sento riempita dal suo sperma che schizza violento contro l’utero. “No! Non puoi aver già finito! Continua! Non ti fermare!” Grido con voce isterica, ma le mie paure non hanno ragione d’essere. Quello stallone d’Africa continua a pompare come se non avesse mai goduto e il suo membro è così gonfio e duro che sembra prossimo a scoppiare. Aumenta il ritmo e la forza dei suoi colpi portandomi a conoscere il paradiso e godo come non ho mai goduto prima. Husman mi solleva le gambe portandomi le ginocchia all’altezza delle spalle e mentre lui continua a pomparmi, richiamo l’attenzione di mio marito su di me. Il pensiero che mi sta guardando aumenta a dismisura la mia libidine e di conseguenza il mio piacere. “Guardami Aldo! Guarda come questo bel ragazzo negro mi sta chiavando! Sono diventata la sua troia, la troia che tu hai voluto, che hai sempre desiderato!” Ho le pareti della vagina che bruciano per la frizione violenta di quell’incredibile pistone e lo sperma appena eiaculato è già stato del tutto riassorbito dai tessuti infiammati. E’ quasi un sollievo quando Husman gode per la seconda volta. Ora, ansante, si ferma rimanendo quieto sul mio ventre, solo a tratti si muove lieve dentro di me, mi guarda negli occhi e atteggia una smorfia a sorriso: “Mi hai chiamato negro… spero non in senso dispregiativo! Ti è piaciuto donna bianca? Ti piace far l’amore con i negri?” “E a te piacciono le donne bianche? Siamo abbastanza porche per voi africani? Continua a chiavarmi, trattami come una delle tue donne!” Non risponde alla mia ultima provocazione, ho ancora le gambe sollevate all’altezza delle spalle e quando lentamente lo sento sfilarsi dalla fica rimango delusa perchè credo non ce la faccia più a continuare, ma è l’illusione di un attimo perchè con decisione mi pianta la proboscide nel culo sprofondando fino alle palle. L’urlo di dolore è immediato e mentre comincia a rimestare il manganello nel mio intestino mi bacia sulla bocca per soffocare i lamenti. “Ti piace bella troia bianca? E’ così che noi trattiamo le nostre donne, è così che soddisfiamo i loro desideri.” Il dolore è atroce anche perchè il mio sedere, pur essendo già stato violato più volte, non è abituato ad essere sodomizzato, soprattutto da un cazzo di queste dimensioni. Rivolgo lo sguardo implorante verso mio marito alla ricerca di aiuto, ma mi accorgo che non potrò sperare in un suo intervento. Seduto sul tappeto mi guarda con occhi allupati mentre si masturba energicamente e infatti mal interpretando le mie occhiate si solleva sulle ginocchia avvicinandomi il cazzo alla bocca. Lo afferro piantandogli le unghie nella carne, voglio che soffra anche lui, che provi dolore, dolore e piacere come quello che sto provando io. Lo accolgo nella bocca spalancata ingoiandolo fino a sentirmi soffocare, con frenesia lo succhio e lo ingoio ancora, dentro e fuori… dentro e fuori. In un crescendo continuo Aldo mi chiava letteralmente in bocca e poichè il dolore all’ano sta lentamente scemando come conseguenza sto provando maggior piacere. Improvvisa mi nasce un’idea, un desiderio bestiale, mi tolgo per un attimo l’ingombro dalla bocca e mi rivolgo a Husman: “Anche a lui! Mettilo in culo anche a lui mentre glielo prendo in bocca!” Il mio amante si ferma per un attimo forse perplesso per l’inattesa richiesta, poi si libera sfilandosi dalle natiche, afferra con forza per le anche mio marito e sollevandolo come un fuscello lo fa mettere a cavalcioni sul mio seno. Riprendo su Aldo l’azione di lingua interrotta mentre Husman si accosta alle sue spalle e lo infila con la stessa decisione usata nei miei confronti. Ora è Aldo che urla per il male e cerca di liberarsi dal duro randello, ma Husman è forte e lo costringe a soggiacere alle sue attenzioni. Le mie mammelle sono schiacciate e sballottate sotto i colpi inferti al sedere di mio marito e il dolore che sta certamente provando è tale che quasi il cazzo gli si ammoscia, poi gradatamente riprende ad eccitarsi e sprofonda nella mia gola dove si scarica urlando come un matto. Mi lamento di non essere riuscita a gustarmi il suo sperma perchè ha goduto direttamente in fondo alla gola, ma proprio in quel momento Husman, dopo aver scansato Aldo, mi propone il suo attrezzo. Solo un attimo di indecisione al pensiero del buco dal quale è appena uscito, ma un istante dopo mi avvento famelica ficcandomelo in bocca mentre lo meno a due mani. Lo sento guizzare sotto la stretta delle dita mentre a fatica riesco a tenere in bocca la sola cappella, poi arriva improvvisa l’esplosione del suo piacere e sono inondata da un fiume di sborra che in parte riesco ad ingoiare ed in parte mi va di traverso provocandomi feroci colpi di tosse. Sono passati un paio d’anni da quella sera, Husman è tornato a trovarci per allietare le nostre serate parecchie altre volte fino il giorno in cui ci ha manifestato l’intenzione di volersi trasferire in Germania perchè in Italia non riusciva a trovare lavoro. E’ in tale circostanza che ci è venuta un’idea alla quale non avevamo mai pensato prima e lo abbiamo assunto come domestico regolarizzando così anche la sua posizione di immigrato. Ora vive con noi e con mia somma gioia mi può soddisfare anche quando non c’è mio marito; non era infatti immaginabile per me l’idea di perdere quel bel giocattolino che tiene così orgogliosamente fra le gambe!
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