Sono sempre stato un ragazzo magrolino, alto 1,65, la classica donnetta.Questa cosa non mi ha mai dato problemi però,visto e considerato che mi sono sempre piaciuti gli uomini.Alti e muscolosi oppure molto grassi sono il mio tipo, molto più vecchi preferibilmente.Le mie prime esperienze le ho avute attorno ai 19 anni e successivamente non mi sono più fermato.Adesso che ne ho 21, il mio amante è un insegnante di Greco che ho conosciuto quando frequentavo il liceo classico(ora sono all’università).Sono le due di pomeriggio, siamo nel suo studio, io sono nudo e lui mi prende alla pecorina. Il suo pisello è troppo sottile, i suoi movimenti ritmici, non mi riesce di godere, inoltre come uomo non è niente di speciale, barba folta a parte.Tira fuori il pisello e mi gode sul culo, io resto li con il mio coso mezzo moscio e scuoto le chiappe per farlo contento.-non ti ho fatto male vero?-No tranquillo-vorrei dirgli che del mio culo si è preso cura un negro con una mazza impressionante ma va bene così, faccio finta di niente e sorrido.La governante nell’altra stanza per lui rende le cose più eccitanti.Un giorno, mentre gli facevo una sega preliminare, bussarono alla porta.Era il suo amico Olaf, un tedesco immigrato in italia che aveva un concessionario di auto usate.Era un omaccione grasso coi baffoni tutto rasato che parlava molto bene la nostra lingua.Il dialogo fu molto aperto e tranquillo, anche Olaf era della nostra sponda e non mancò di elogiarmi con diversi complimenti.Portavo i capelli a caschetto, poi avevo due belle labbra carnose ed un culetto sodo meglio di quello di una femmina ventenne.Il professore rise compiaciuto e poi chiacchierammo per altri dieci minuti.Aveva male allo stomaco e quando ci disse che andava in bagno, subito Olaf non perse occasione per avvicinarsi a me, tanto che alla fine mi passò un biglietto con l’indirizzo del concessionario e mi disse di passare a trovarlo senza però dire nulla a Pietro.Olaf mi sembrava il tipo con cui fare delle belle porcate tanto che mi sporsi sulla porta per vedere se Pietro tornava e poi lo baciai con la lingua, assaporando la sua che era bella grossa e vorace.Mi passò molta saliva nella bocca che ovviamente ingoiai con piacere.La chiave del bagno ci fece smettere con le nostre effusioni, Pietro ritornò ed Olaf si congedò.Pietro disse-allora che vi siete detti?–Nulla, mi ha parlato del concessionario di auto–Ah si, lui è un fissato con le macchine-Poi tirò fuori l’uccello mezzo duro, gli era rimasta la voglia.Glielo presi in bocca e con la lingua e le mani lo feci venire schizzando su tutto il pavimento.Almeno eiaculava come si deve, però non mi andava di bere la sua sborra ne di sporcarmi.Due giorni dopo telefonai al concessionario e domandai di Olaf, me lo passarono e ci accordammo per fare due chiacchiere.Ora io sapevo che due chiacchiere significava scopare, quindi mi preparai al meglio.Arrivato al concessionario all’ora di chiusura pomeridiana, notai che il suo appartamento stava dieci metri più in fondo.Mi accolse e mi mostrò la casa. Era un bell’appartamento di duecento metri quadri, pieno di begli oggetti ed una stanza appositamente per i suoi giochetti che per il momento non includevano me, quindi me la fece vedere di sfuggita.Io che non resistevo lo provocai in tutti i modi, allora mi palpeggiò il culo e mi disse se mi andava di essere scopato.-Si–però non voglio bruciare le tappe in fretta-si slacciò la fibbia e mi mostrò il suo attrezzò.La lunghezza era nella media, ma il volume era spaventoso, rotondo e grosso come un tubo di piombo.Mi inginocchiai nel corridoio e glielo presi in bocca pompando con forza, cercando di contenere tutto quel pacco.Olaf si mise nudo mostrandomi il ventre prominente, proprio come piaceva a me.Aveva anche due enormi palle che amava farsi leccare.Lo assecondai e poi passai anche a lappargli il buco del culo.Lui me lo rinfilò in bocca spingendo con violenza e tenendomi la nuca.Era diventato duro ed era un bel vedere, il suo glande era mostruoso, la cappella di un fungo .Lo ingoiavo con vera dedizione e mi masturbavo.Lui mi ordinò di stendermi e con il piede mi schiacciò con forza il pene.Lo incitavo a farmi male ed a scoparmi.Olaf si masturbava in ginocchio davanti a me e con la mano libera mi strizzava i coglioni.Alla fine venne sborrandomi sul pisello.Poi mi disse di tirarmi su le mutande ed i pantaloni e di restare così.Io obbedii e con la sua sborra sul pisello, parlammo un po’ di noi.Mi disse che ero bellissimo e che voleva che fossi la sua troia.Ne ero entusiasta, però lui mi disse che avrei sofferto e molto.Non mi importava, mi piaceva troppo quell’uomo ed il modo in cui mi trattava.Visto che insistevo per avere qualche altro assaggio, mi portò in bagno e mi disse di fargli fare pipì.Io afferrai il suo uccellone ed aspettai che partisse il getto, poi lo indirizzai nella tazza, gli feci lo scrollone e lo baciai.Mi disse di lavarglielo e così feci, mentre lo insaponavo presi a masturbarlo facendoglielo diventare di nuovo duro.Finito di lavarlo mi inginocchiai e lo imboccai.Presi a pompare come meglio potevo ed alla fine mi sborrò in gola, con getti potenti e lunghi.Bevvi tutto e glielo leccai per bene.-C’è una cosa, sei troppo peloso-Io che di peli ne avevo davvero pochi mi meravigliai, ma lui disse: Ti voglio tutto glabro, mi raccomando.Così me ne andai, con la sua sborra in pancia e nelle mutande attaccata ai peli del pube ed al glande.Il giorno dopo mi rasai del tutto e telefonai a Pietro.Pietro mi disse di passare ma io inventai una scusa, non avevo voglia si succhiargli l’uccello, lui però pareva insistente, così ci andai.A casa sua, mi presentò un bell’uomo, un personal trainer brizzolato di 42 anni, muscoli da capogiro. Si chiamava GianniLa cosa mi sorprese, pareva quasi che Pietro si cercasse le corna, ma in quel caso mai cosa fu più vera.Quando Gianni andò via, Pietro mi chiese:Come lo trovi?-in che senso?– è un bell’uomo–Si certo–anche tu gli piaci molto, dice che sei da scopare a vista-io feci il vago ma Pietro insistendo mi fece uscire che anche io me lo sarei scopato e che lui la scenetta se la sarebbe goduta volentieri.Gli promisi che ci avrei pensato e poi lo salutai per andare da Olaf.-Aspetta-e mi mostrò l’uccello duro.Ci baciammo e gli feci una sega incredibile che lo stese in trenta secondi.Soddisfatto mi lasciò andare.Ad Olaf raccontai tutto e lui mi disse che Pietro di comportava sempre così per paura di non soddisfare i suoi partner, cosa tra l’altro vera.Olaf comunque non perse tempo e mi disse di spogliarmi.Mi analizzò e mi disse che non mi ero rasato bene, allora mi condusse in bagno, prese una crema depilatoria e me la applicò su tutto il corpo.-Ci vorranno dieci minuti-intanto indossa questi.Mi dette delle strane mutande talmente strette che quasi mi facevamo male.Erano piccolissime ed avevano una chiusura talmente ermetica da non far uscire nulla.Presto capii a cosa servivano. Con quelle era impossibile avere una erezione, il mio uccello era già compresso e piegato.Sarei morto con quelle indosso.Olaf si spogliò e mi disse di ciucciargli l’uccello.Mentre glielo leccavo e baciavo il cazzo già premeva e mi faceva un male cane.Dopo un po’ ci facemmo una doccia, Olaf mi lavò la crema di dosso e mi fece continuare con il pompino.Le mutande erano aperte sul culo, quindi non mi meravigliò che in quella magnifica vasca padronale, con il getto dell’acqua calda e l’odore del sapone, mi prese sfondandomi il culo ben lubrificato da sapone ed acqua.Prese a pomparmi a lungo ma non venne.Alla fine ci lavammo a vicenda e sul volto avevo impressa tutta la sofferenza per le mutande.-vieni-mi portò a letto e mi fece stendere. Ci baciammo a lungo stretti uno all’altro, io allargai le gambe e lui scivolò con facilità dentro di me.Scopammo in maniera abbastanza normale, con lui che mi schiacciava con il suo peso e mi penetrava mentre gli tenevo le gambe attorno alla vita.Ogni tanto smetteva di baciarmi e mi sputava in bocca, però poi tornava a rovistarmi il palato con la lingua.I suoi colpi erano potenti ed io impazzivo per quelle dannate mutande, il pisello mi esplodeva.Esplose anche Olaf sborrandomi diritto nel culo.Dopo un po’ si ritrasse e mi disse:Questo è solo l’assaggio, per stavolta te la sei cavata con poco, vedrai in futuro.Lo implorai di potermi togliere le mutande ma lui mi disse di no.Il suo scopo era di tenere accesa la mia voglia affinché lo provocassi di continuo.Difatti io gli toccato l’uccello, gli accarezzavo il petto e lo baciavo.-Devo pisciare, vieni con me-andammo a pisciare ed Olaf mi disse di tenerglielo.Poi mi disse di andare carponi sul cesso e di annusare l’odore del piscio mentre lui mi ammirava il culo e me lo palpeggiava per bene.Io avevo le mani sul cesso e stavo li a pecora con lui che mi toccava con avidità.Di nuovo in tiro mi penetrò lubrificandomi con la saliva .Mi scopò a lungo ed alla fine mi ordinò di sedermi sulla tazza e di succhiarglielo.Lo feci e lui mi sborrò in faccia, sporcandomi, parte del seme cadde sulla mutanda speciale, allora me la fece sfilare e me la piazzò in bocca orinandomi di leccarla.Mentre lo facevo mi toccai e venni in dieci secondi.Quella era solo la prima parte della mia storia con Olaf.
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