Nell’appartamento dove abito, è un bellissimo attico in una palazzina di quattro piani, il mio pastore Maremmano,un bel cane sempre agitato e giocoso, aveva fatto cadere un vaso di fiori nel cortile, fortunatamente non c’era nessuno in quel momento, ma aveva centrato l’auto della signora dell’interno 11 una bellissima signora di circa trenta anni, alta bionda austera, con i modi e i vestiti di quelle che se lo possono permettere, con una bambina di 4 anni che gli accudiva la donna di colore che aveva, la incontravo spesso nell’ascensore, il suo profumo e il suo corpo mi inebriavano, mi bastava vederla per eccitarmi, era veramente il tipo che rispecchiava completamente tutti i miei gusti, e quel giorno, appena accaduto il fatto, si presentava nel mio appartamento rossa in viso per il furore che le usciva dalle narici, la vedevo che era agitatissima, non sapeva che dire e come comportarsi per incidente che la coinvolgeva con me, la facevo accomodare in sala e per prima cosa cercavo di offrirle qualcosa, alla fine si decideva per un tè che la mia Filippina (è la persona che ho al mio servizio) si affrettava a preparare, per prima cosa le dicevo che non doveva preoccuparsi in quanto ero assicurato per qualsiasi incidente, pertanto avrei telefonato subito al mio agente e avremmo sistemato la cosa in poco tempo, nel frattempo la pregavo di farmi avere un preventivo del danno subito, leggermente si era calmata, ma il vedermela così vicina ed incazzata come prima mi eccitava ancora di più, il te lo vedevo che non riusciva a tranquillizzarla, non riuscivo a capire il motivo di tanta agitazione, poi lei si alzava e andava via promettendomi di farmi avere il preventivo subito, e arrivata sulla porta mi aggiungeva, mi scusi io mi chiamo Roberta e lei? Alfredo rispondevo dandole la mano, e finalmente la potevo toccare questa bambola bionda oggetto dei miei sogni erotici, sentire quella mano mi aveva dato i brividi, aveva delle dita lunghissime, le unghie non molto lunghe e ben curate, ma la cosa più bella in assoluto era la morbidezza di quella mano, non avevo mai sentito una mano così morbida di donna, la mattina dopo, saranno state le nove, sentivo suonare alla porta, la mia Colf andava ad aprire e sentivo che era la voce di Roberta, ero a torso nudo, indossavo al volo una vestaglia e mi precipitavo da lei, era vicina la finestra del salone, il sole le faceva trasparire la gonna nera che indossava, potevo vederle il tanga che indossava, le due gambe bellissime, tornite e lunghe esaltavano il culo che era una meraviglia, poi si girava e guardandomi negli occhi mi diceva, spero di non averla disturbata, ma vedendo l’ora avevo timore di non trovarla più tardi, io mi ero perso nel balcone del seno appena nascosto da una camicetta bianca, avrà avuto almeno una quarta, con i capelli biondi fino alle spalle, e due occhi azzurro mare dove mi stavo perdendo, ma lei alzando il tono della voce mi diceva, ma Sig. Alfredo mi ascolta a quello che le sto dicendo? io riprendendo il controllo di me stesso le rispondevo mi scusi mi ero distratto, mi stava dicendo? e lai con un sorriso malizioso mi rispondeva, credo che le debba le mie scuse, non dovevo indossare questa gonna che traspare, e il volto si arrossiva immediatamente, abbassava lo sguardo e si metteva seduta, togliendomi quella visione celestiale del suo corpo, io per ritornare nella norma della conversazione le dicevo se gradiva un caffè, che lei accettava aggiungendo, le ho portato il preventivo che mi aveva chiesto ieri e mi dava un foglio piegato, ero rimasto sbalordito, il mio vaso gli aveva procurato danni per 2700 Euro, e aggiungeva, vede Alfredo, io ho due grossi problemi, il primo è che la macchina mi serve, e il secondo, anche se mi vergogno a dirlo, è che adesso non dispongo della cifra da anticipare al carrozziere in attesa di essere risarcita, e poi scusami,ma non sarebbe il caso di darci del tu? che ne dici Alfredo? ed io felicissimo le davo la mano dicendole, con molto piacere Roberta, non avevo mai sentito una mano di donna cosi morbida, era di una morbidezza che mi sconvolgeva e mi aveva eccitato in un attimo, lei dal mio sguardo aveva intuito qualcosa, lo leggevo nei suoi occhi azzurro mare, poi lei fingendo indifferenza, si era messa a guardare dalla finestra del salone il mio terrazzo pieno di fiori, e credo che volontariamente lo aveva fatto per mettermi ancora di più in agitazione, io mi avvicinavo a lei da dietro, e potevo sentire il profumo che emanava il suo collo, lei continuava a spiegarmi tutti i problemi che le avevo creato con quel vaso, sottolineando il più grave, che a lei mancava la cifra da anticipare, poi si voltava cosi rapidamente che ci trovavamo con i volti quasi attaccati, lo sfiorargli le labbra con le mie era stato un gesto senza premeditazione, per una frazione di secondo lo aveva accettato il quasi bacio, ma un attimo dopo faceva l’atto di togliersi, ed io invece questa volta volutamente le davo quel bacio che prima mi ero negato, aveva le labbra morbide e socchiuse, con la lingua le avevo forzato quella fessura, ed ero entrato prepotentemente dentro la sua bocca, in un istante faceva l’atto di volersi togliere spingendomi sul torace con le mani, ma poi come se lo avesse deciso in quel momento, apriva la sua bocca dardeggiandomi con una lingua che era un vortice di contrazioni, ed era in quel momento che le mie braccia le cingevano il corpo stupendo, portandomelo attaccato al mio, la mia erezione non poteva nascondersi, ma lei prima la ignorava o faceva finta, e poi mi si gettava ancora di più sul mio corpo, e iniziava a strusciarsi per sentirla meglio, ma si staccava quasi subito, dicendomi, mio dio, se la tua Colf mi ha vista sono guai per me, è molto amica della mia, e fare arrivare la cosa a mio marito ci vuole anche meno, io capivo il suo stato d’animo, ma la mia eccitazione non lo voleva capire, gli dissi, senti Roberta, fra poco la Colf va via che deve fare la spesa, posso ordinarle qualcosa per farle perdere ancora più tempo, ma tu mi devi promettere che ritorni appena lei è uscita, e lei mi rispondeva, ma sei pazzo, vuoi continuare in questa pazzia che ringraziando Dio abbiamo evitato, ma non pensi al fatto che io sono felicemente sposata con mio marito? le rispondevo, io quando ti ho baciata non sentivo questo tuo attaccamento per tuo marito, ma ti prego non voglio disgustarmi la tua conoscenza proprio adesso, ti prometto che mi comporto bene, ma tu fra poco ritorna, e ti garantisco che trovo la soluzione a tutti i tuoi problemi, e marcavo, auto e soldi compresi, sia chiaro che non voglio in nessun modo sembrare un approfittatore, il fatto è solo che mi piaci da morire, ma sei solo tu la giudice di quello che potrebbe far nascere il nostro accordo. La mia Colf poco dopo usciva per la spesa, e dopo dieci minuti Roberta suonava alla mia porta, appena entrata mi diceva, guarda che ho pochissimo tempo, mio marito deve rientrare a casa, e scuse per giustificare la mia assenza non ne ho, ma io come se non avesse parlato, la prendevo tra le mie braccia e cercavo di baciarla di nuovo, la sua resistenza era solo per scena, infatti mi cedeva quasi subito prendendo e ricambiando il bacio stringendosi forte a me, le nostre lingue si toccavano impazzite, lei con il suo pube mi spingeva sul mio bastone che ormai era durissimo, mentre la baciavo le mie mani scivolavano sulla schiena per fermasi sul suo magnifico culo, gli tastavo tutte le chiappe e le allargavo per saggiarne le rotondità, la sentivo che mi reagiva positivamente, con la sua gamba mi aveva allacciato la mia, così la sentivo ancora più larga e accondiscendente, poi con una mano le carezzavo prima la pancia e poi scendevo verso la fica, non faceva il minimo accenno di resistenza, anzi si scansava leggermente per favorirmi la manovra di discesa verso il suo tesoro, le alzavo la sua gonna leggerissima e posavo leggermente la mano sul suo pube, al mio contatto aveva un brivido di piacere, con il dito le scansavo il tanga e finalmente ero a contatto del suo morbido cespuglio, aveva le labbra gonfie e pronunciate, caldissime al contatto del mio dito, poi finalmente le entravo in mezzo e sentivo che la fica era intrisa di umori, al contatto del mio dito lei emetteva un mugolio intensificando il mulinare della sua lingua nella mia bocca, poi con la sua mano arrivava finalmente al mio manganello stringendolo e tastandolo con le sue mani morbidissime, io ormai le ero entrato nella sua bollente fica e la stavo maturbando ma con molta lentezza, volevo gustarmi quella stupenda sensazione di conquista che avevo appena guadagnato, improvvisamente si allargava ancora di più e mi esplodeva in un orgasmo fortissimo, era completamente impazzita per quel contatto della mia mano, e cercava di scansarmi i pantaloni e le mutandine per toccare dal vivo il mio bastone, con l’altra mano l’aiutavo a liberarlo dalla prigione degli abiti che avevo indosso, e lei appena lo ebbe conquistato, si inchinava repentinamente e me lo prendeva in bocca con una bramosia incredibile, iniziava a lapparmi tutta la cappella mentre con la mano lo stava menando leggermente, con l’altra mi carezzava le palle, era indemoniata sul mio cazzo che si stava gustando come l’ultimo dei trofei, ormai io avevo raggiunto la fase del non ritorno, con il dito dentro la sua fica la stavo martoriando, ma sfilatolo bagnato come era lo mettevo dentro al buco del culo, era la fine, iniziavo a regalarle un mare di sperma, avevo fatto l’atto di scansarmi ma lei lo aveva preso ancora più in fondo, e si stava bevendo tutto il frutto del mio godere, ma la sentivo che anche lei stava sborrando per il mio dito che le scandagliava l’intestino, io mi dovevo mettere seduto, quella sborrata mi aveva messo veramente in una condizione pietosa, mi sentivo vuoto e spossato come se avessi sopportato chissà quale fatica, a quel punto lei mi fissava con uno sguardo meraviglioso, con un sorriso che sembrava dire, hai visto come sono stata brava? Le prendevo il viso tra le mie mani e le nostre labbra si riunivano di nuovo in un bacio dolcissimo e appassionato, poi mi alzavo e le cingevo la vita, e senza avere resistenza da parte sua, la portavo nella mia camera da letto, stava per dire qualcosa, ma prima la baciavo e poi l’adagiavo sul letto e iniziavo a leccarle la fica da sopra il tanga, era solo un accenno di resistenza e dirmi, ma mio marito, e la frase si smorzava lì, allargava le cosce e con le mani si scansava di lato il tanga, la sua fica profumava di eccitazione, amore, voglia di godere, era una fica stupenda, castana chiara, le labbra ancora più gonfie per l’eccitazione, il clitoride eretto che faceva capolino tra le piccole labbra, ed i suoi umori colavano intensi e lucidi tra i peli della fica, la lingua l’avevo nel frattempo l’avevo messa sul buco del culo, che con il mio trattamento lo sentivo che pulsava, poi con la punta le ero entrato dentro, il tanto per sentire lo sfintere che si agitava sotto i miei colpi di lingua, adesso le ero ritornato sulla fica e la stavo slinguando in tutta la sua superfice, e lei in quel momento che mi diceva ti prego adesso, possiedimi adesso,non resisto più, mi alzavo e ritornando sul suo viso le mi baciava e leccava saggiando i suoi umori, poi con la sua mano mi prendeva il cazzo e se lo puntava in mezzo alla fica, facevo solo un leggero movimento, e lo sentivo scivolare dentro quel paradiso bollente che aveva nella fica, iniziavo a scoparmi questa donna meravigliosa che mi godeva come una pazza, infatti mi istigava dicendomi, dai Alfredo scopami più forte, madonna che cazzo che hai mi sento la fica piena di te, quanto è bello e grosso dai sfondami la fica che sto sborrando di nuovo, a quel punto io mi giravo con lei e così facendo le stavo sotto, e prima di baciarla di nuovo le dicevo, dai Roberta scopati da sola ti voglio sentire che te lo godi come vuoi tu, lei si alzava con il busto mettendomi le mani sul torace, poi iniziava le flessioni sul mio bastone, si fermava e ricominciava, poi veniva avanti con il bacino e si strusciava sul dorso del cazzo, e ricominciava a pomparsi da sola fino a che prima tremando e poi inrigidendosi ricominciava ancora più svelta e terminava con un urlo soffocato e sborrava una quantità industriale di umori, mi sentivo fradicio per l’enorme quantità di miele che aveva emesso Roberta, ma anche la mia non era stata da meno, lei si era accasciata sopra di me sudata e affannata, le carezzavo il volto e le davo dei piccoli baci sulle gote, ma questa donna scatenava in me gli ormoni in un modo che non mi era mai capitato, sentivo che il cazzo mi stava ricrescendo dentro di lei, si alzava con il viso e mi dava uno sguardo stupito, non poteva credere che a me la voglia mi era ritornata come prima, e forse ancora più forte, preso da un’incontenibile voglia le dicevo, ti prego Roberta prendimelo con la mano, è stata la prima cosa che mi ha fatto impazzire di te, si sfilava il cazzo dalla fica e me lo prendeva in mano menandomelo leggermente, ma mentre lo faceva diceva, ma lo sai che hai un cazzo bellissimo e grosso? ecco perché mi fai godere moltissimo, quando me lo metti dentro mi sento veramente la fica piena del tuo bastone, ma adesso continuava me lo voglio godere a modo mio, si inchinava e me lo prendeva in bocca, ma durava poco, mi riempiva la cappella di saliva e sollevandosi e tenendolo in mano se lo puntava sul buco del culo, poi mentre scendeva lentamente per infilarselo dentro mi diceva, spero solo che questo tuo palo non me lo finisca di rompere il mio buchetto, lui è abituato con quello di mio marito che è poco più della metà del tuo, e continuava a scendere sempre più giù, ormai lo aveva dentro quasi la metà e cominciava a godere, poi si lasciava del tutto e se lo infilava dentro al culo fino alle palle, faceva una smorfia di dolore e rimaneva ferma, ma si muoveva leggermente avanti e dietro per sentirlo fino in fondo, infatti mi diceva mentre se lo godeva per tutta la sua lunghezza, me lo sento che mi arriva fino alla pancia, il culo quasi mi scoppia, ma quanto è bello e ancora sono ferma, però se mi guardi la fica lo vedi che sto scolando in continuazione, lo sento, è una sensazione meravigliosa, ma che bel cazzo che hai Alfredo, non avevo mai goduto così tanto, infatti le vedevo la fica che colava senza sosta, aveva il clitoride dritto e rosso che le era uscito dal suo alveolo, gli avevo messo un dito sopra e come lo avevo strusciato aveva sborrato di nuovo abbondantemente, poi cominciava a muoversi e iniziava ad incularsi con il mio bastone negli intestini, anche io ero quasi al traguardo e l’avvertivo, adesso ti riempio l’intestini della mia sborra le dicevo, a quella notizia Roberta cominciava a sborrare senza sosta, urlava il suo piacere e si agitava sul mio bastone, era impazzita dal piacere, continuava a pomparsi nel culo senza trovare il modo di smettere, ormai le piaceva incredibilmente sentirsi il mio manganello nel culo, e alla fine crollava veramente su di me quasi piangendo dalla gioia, mi rimaneva prona sopra al mio torace, non capiva neanche dove fosse, aveva perso la connezzione del tempo e del luogo, io la corazzavo in continuazione la schiena il viso, e poi le avevo preso in mano i seni, anche quelli erano stupendi, aveva i capezzoli ancora duri ed eretti per l’eccitazione passata, poi le mettevo le dita sulle labbra, e le carezzavo con un sentimento che era quasi amore, avevo trovato in Roberta veramente la donna dei miei sogni, poi lei faticosamente si era rialzata e con malavoglia si era sfilata il mio manganello dal culo, era andati in bagno barcollando e da li mi diceva, mi hai distrutto Alfredo, io non ho mai goduto così intensamente e tante volte come oggi con te, mi sento distrutta e mi fa male tutto il corpo, poi pettinatasi in fretta mi si avvicinava e mi baciava sulla bocca, ma con la mano mi riprendeva il cazzo carezzandolo, poi mentre usciva mi bisbigliava, per gli accordi ci sentiamo per telefono, io le davo delle chiavi e le dicevo, queste sono della mia macchina piccola, tienila fino a che non ti hanno riparato la tua, e poi quando dovrai pagare il carrozziere ritorna da me che ti anticipo la somma, e lei ridendo mi rispondeva, ti ringrazio moltissimo della tua disponibilità, ma credo che prima dovrò venire per sentire se è tutto a posto e se hai la somma in contanti, e poi dovremmo contarli insieme non ti pare? E credo proprio che per contarli ci vorranno almeno quattro ore, altrimenti come avrai potuto notare anche tu non mi diverto, ha mi ero dimenticata di dirti che a partire da domani mattina, come esce la tua Colf, io vengo da te solo per cinque minuti, il tempo che mi possa dissetare con quella stupenda fontana che hai in mezzo alle gambe, allora le rispondevo mi trovi completamente d’accordo, ma ad un patto, che fai dissetare anche me, credo che la tua fontana sia migliore della mia, o perlomeno ci dissetiamo insieme, mi dava un leggero bacio sulle labbra e mentre apriva la portami sussurrava, ma tu cosa ti sei messo in testa, io per riprendermi da quello che abbiamo fatto questa mattina mi ci vuole almeno una settimana, se vuoi bevo io e basta, altrimenti credo che un goccetto te lo possa offrire non credi? Ma mentre usciva io pensavo che, ma questa è un’altra storia.
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