Non vedevo l’ora di ritornare a casa mia, erano quasi due mesi che stavo in ospedale, e quella mattina delle dimissioni mi sembrava un sogno, avevo avuto un incidente con la mia moto, un’auto non aveva rispettato lo stop e……. non ricordo più nulla, anche le mie povere costole ci erano andate di mezzo, e qualche lesione interna dovuta al trauma della caduta, ma la cosa peggiore era che avevo entrambi i polsi ingessati, e la mie mani era come se non le avessi, fino a quel momento mi ero dovuto accontentare dell’aiuto o di una infermiera, o peggio di un uomo infermiere, mia madre sempre premurosa, mi stava rifacendo la valigia con le poche cose che dovevo portare via, era euforica, finalmente dopo tanto tempo non era più sola in casa, io mi chiamo Eugenio, il nome era del nonno materno, ho 24 anni e sono ormai agli sgoccioli per la tanto sospirata Laurea in Legge, mia madre Erminia di anni ne ha 40, infatti rimase incinta di me che ne aveva 16, ma poi il tempo ha rovinato il matrimonio con mio padre, un matrimonio che in condizioni normali non sarebbe mai avvenuto, siamo usciti dall’Ospedale che sembravamo una coppietta, tanto mia madre mi teneva stretto a lei, era felicissima che rientravo in casa,anche perché uscendo ero migliorato definitivamente, per i polsi c’era ancora un po’ di tempo, mi avevano messo dei ferri e operato già due volte, ma questa ultima sembrava la definitiva, una volta a casa mi aveva riempito ci coccole e complimenti, la sua felicità le usciva da tutti i pori, mi aveva preparato le lasagne che a me piacciono da impazzire, e il pollo arrosto con le patate, due piatti da favola per i miei gusti, e la cosa più importante per me era proprio quel cibo, erano due mesi che ero a dieta proprio per le complicazioni interne, e oggi finalmente potevo mangiare cose di mio gusto, mi ero accomodato subito sul mio posto preferito, il divano nel salone, io li ci passavo le ore, sia a studiare che a vedere la tele, sentivo i profumi di cucina che mi sconvolgevano lo stomaco, non vedevo l’ora di potermi mangiare tutto in santa pace e in compagnia della mia adorata mammina, lei a 40 anni compiuti, ma è ancora una bellissima donna, ormai sono più di 6 anni che è sola senza mio padre, ha avuto diverse occasioni di conoscere altri uomini, ma a lei rimaneva sempre il problema che se poi io non ci andavo d’accordo per lei sarebbe stato un dramma, e dopo pochi giorni che li aveva conosciuti troncava improvvisamente ogni rapporto, e poi si confidava con me, lei è una donna come avevo detto molto bella, sono 62 kg. di donna mora alta 1,68 una quarta di seno, due gambe bellissime e perfette, affusolate dalla caviglia fina, vanno in un crescendo ad aumentare fino ad arrivare ad un culo a mandolino stupendo, ha due meravigliosi occhi verdi, i capelli nero corvino fin sulle spalle, e un nasino alla francese perfetto, due labbra carnose che nascondono una fila di denti bianchi e perfetti, sembrano finti quanto sono belli, come tutti i ragazzi spesso ho fantasticato su mia madre, la baciavo, le succhiavo i seni bellissimi, le toccavo la fica e il buchetto del culo, ed infine me la scopavo tantissime volte, quante mattine mi sono svegliato tutto imbrattato di sperma, e la colpa era solo di lei, l’avevo sognata e scopata all’infinito, ma erano e sono rimasti solo sogni, poi finalmente la sua voce argentina mi avvisava che era tutto pronto e in tavola, ci si metteva seduti e lei molto vicino a me, purtroppo mi doveva imboccare, io con le mani serrate nel gesso fino hai gomiti non avevo nessuna possibilità di movimento, si prodigava nel farmi mangiare come una mamma con il suo bambino, un po’ mi vergognavo ma dovevo per forza sottostare a questa situazione, dopo aver mangiato abbondantemente andavamo a riposare, e lei per la felicità mi invitava nel suo lettone, prima di addormentarsi mi riempiva di nuovo di baci su tutto il viso, e poi con un buon riposo angelo mio si addormentava felice e serena, io avendola vicina a me fantasticavo un pochino, ma poi anche per me il sonno ristoratore prendeva il sopravvento, anche complice il fatto che avevo mangiato moltissimo, poi una dolcissima voce mi riportava alla bellissima realtà, e un profumo di caffè mi svegliava definitivamente, era la mia dolcissima mamma che mi serviva un vassoio con il caffè e il bricco del latte, me lo porgeva alle labbra e io lo bevevo con molto gusto, poco dopo mi diceva che finalmente era venuto il momento del bagno, ne hai veramente bisogno tesoro aggiungeva, io ero disorientato e nello stesso tempo spaventato, non sarei riuscito a farmi fare il bagno da mia madre, mi vergognavo come un ladro, ma lei con calma e semplicità mi diceva, ma tesoro che problema pensi che sia, ti ho fatto io e ti conosco molto bene, si sei cresciuto, ma sempre mio figlio rimani, dai che mamma adesso ti lava per bene e così vedrai che questa sera sarai profumatissimo nel letto, mi si avvicinava e iniziava a spogliarmi, ero rimasto in mutande, ma lei mi aveva sfilato anche quelle, e poi guardandomi aveva aggiunto, ma che vuoi che sia tesoro, non sei il primo uomo nudo che vedo, con tuo padre ci sono stata qualche anno, e come siete fatti lo so benissimo e mi accompagnava al bagno, la vasca era già pronta con la sua acqua caldissima, lentamente e aiutato da lei entravo dentro e mi sdraiavo in quel sogno bollente, erano due mesi che non facevo un bagno completo, le infermiere mi lavavano alla meglio perché ero nel letto, ma l’acqua calda mi stava facendo anche un effetto che mai avrei voluto avere, perlomeno in quel momento con mia madre vicino, ma la schiuma dei sali un po’ nascondeva la mia erezione, poi mentre mi aveva fatto mettere seduto aveva iniziato a lavarmi il collo e il busto, io ero sempre con le braccia alzate per non bagnare i gessi, ma il momento temuto infine era arrivato con un, alzati che ti lavo tutto il resto, mi sarei sotterrato, non sapevo che dire o fare, ero eccitato da morire, però mi ero dovuto alzare per forza, come stavo in piedi mia madre meravigliata mi aveva detto, madonna amore mio, non sapevo di averti fatto così bene, adesso mi spiego il perché dei tuoi successi con tutte quelle ragazzette che frequenti, ma poi pensandoci bene aggiungeva, sono anche due mesi che sei all’asciutto o sbaglio? mi insaponava prima tutto il tronco dell’uccello, e poi si dedicava alla cappella con molta cura e delicatezza, poi lo lavava con il getto dell’acqua e iniziava a segarmelo divinamente, e contemporaneamente aggiungeva, adesso la mamma ti farà stare meglio, e poi vedrai che sarai più calmo, in pochi secondi facevo una sborrata da campionato, e lei vedendola mi aveva aggiunto, tesoro, non ho mai visto una sborrata cosi copiosa, hai fatto un mare di sperma, ne avevi proprio bisogno amore mio, e aveva iniziato a lavarmi le gambe, si era inchinata offrendomi una visuale completa dei suoi seni che erano stupendi, aveva i caporelli dritti e credo duri da morire, era affannata e la voce un pò arrocchita, ma il cazzo non accennava a scendere e questo mi aveva messo in una condizione indescrivibile, e lei vedendolo aveva aggiunto, vedo che ha sortito poco effetto, facciamo così, adesso finisco di lavarti e dopo ci penso io, questa situazione si deve risolvere, non voglio amore che tu stia male così, dopo avermi lavato tutto mi asciugava e aggiungeva, adesso vai sul mio letto tesoro, fra poco la mamma arriva e ti sistema a dovere, io uscivo dal bagno e lei entrava nella doccia, era girata di spalle, non aveva visto l’occhiata furtiva che le avevo dato alla sua schiena, aveva un culo bellissimo, due chiappe da ragazzina, e le avevo visto un pezzo di seno, madonna quanto era bella e benfatta mia madre, entravo nella sua camera e trovavo il letto già aperto e con le lenzuola solamente, mi sdraiavo, ma la mia erezione non voleva saperne di cessare, avevo un turbinio di pensieri, non volevo credere che stavo vivendo il sogno tante volte fatto, poco dopo faceva il suo ingresso mia madre, era con gli slip e reggiseno, madonna quanto era bella, aveva un sorriso dolcissimo, era la bellezza impersonificata donna, si sdraiava accanto a me e mi dava un bacino sulle guancia sfiorandomi le labbra, e poi quasi sussurrando mi diceva, adesso vedrai che con quello che ti faccio finalmente troverai la calma che non avevi più, si inchinava sul mio uccello durissimo e me lo prendeva in bocca, iniziava il più bel pompino della mia vita, mi leccava prima la cappella, e poi lo imboccava fino alla base, come faceva a mandarselo tutto dentro non lo capirò mai, poi ritornava di nuovo a leccare e succhiare la cappella e ricominciava da capo, lei era chinata dandomi la schiena, le vedevo il culetto meraviglioso, le mie dita erano libere dal gesso, e per me era ormai era una cosa naturale scansarle le mutandine e infilare un dito in mezzo alle chiappe, le sentivo le labbra della fica in mezzo a una selva di peli, ma era fradicia di umori, al contatto della mia mano aveva allargato le gambe per favorirmi la manovra, le avevo messo subito il medio nella fica e cominciavo a farle un ditalino, ma in pochi secondi aveva un orgasmo che la squassava completamente, toglievo il dito da dentro e le raggiungevo il clitoride, lo trovavo eretto e duro, completamente fuori dal suo alveolo, appena l’ho sfiorato aveva avuto un sobbalzo, e poi mi favoriva la manovra dello sfregamento, e di nuovo si produceva in un orgasmo incredibile, in due volte aveva fatto un ruscello di umori, con le braccia le avevo spostato una gamba e infine ero riuscito a mettermela sopra, eravamo a 69 e adesso le potevo vedere la fica stupenda che aveva, era una foresta nera di peli lucidi per gli umori, ma le labbra rosa e il clitoride rosso tradivano la sua eccitazione, ho iniziato a infilarle la lingua nella fica, mi si schiacciava contro, e poco dopo mi regalava un’altra razione di umori notevole che bevevo ingordamente, lei ormai mi succhiava il pisello come un’invasata, stava godendo immensamente per il trattamento che le stavo riservando alla fica, poi cominciavo a succhiarle il clitoride e lei si lamentava con mugolii e lamenti, io stavo per sborrare di nuovo, l’avvisavo, ma lei se lo mandava ancora più in fondo alla gola, io iniziavo a sborrare e lei beveva tutto il mio godimento, e mi regalava di nuovo una cascata di umori dalla sua fica meravigliosa, i nostri orgasmi contemporanei sembrava che non volessero mai finire, poi ci accasciavamo affannati e felici rimanendo in quella posizione, io sotto e mia madre sopra con la sua bellissima fica aperta sul mio viso, siamo rimasti in quella posizione non meno di 20 minuti, lei aveva ancora il mio pisello in bocca quasi moscio, e io avevo le sue labbra della fica poggiate sulla mia bocca, poi ho iniziato di nuovo a sentire che ricominciava a crescere, lei rideva divertita, sembrava una ragazzina alle sue prime esperienze, ma alla mia prima lappata di lingua sulla sua passera, lei si era alzata e mi aveva detto, senti tesoro, questa è stata assolutamente la più bella cosa che ho provato da quando sono nata, ma adesso la voglio sentire dentro di me questa meraviglia, non possiamo fare l’amore, ho timore di una gravidanza, però un regalo te lo faccio, ti do il mio culetto, non l’ho mai provato dentro al culo, e tu sarai il primo, si alzava e andava in bagno, poi ritornava con della crema emolliente e mi diceva, non sarà il massimo ma con questa spero che scivoli, tu cerca di non farmi sentire tanto male, prima se la spalmava sul buchetto e ne mandava un po dentro con il dito, poi con il barattolo stesso me lo spalmava sulla cappella, infine si era messa alla pecorina e mostrandomi tutta quella meraviglia aveva aggiunto, adesso entrami dentro amore mio, ma fai attenzione a farlo piano, me lo voglio godere veramente questo bel cazzone di mio figlio, io mi posizionavo dietro e lei prendendolo con la sua mano se lo poggiava sul buco del culo, iniziavo a spingere leggermente, e anche lei mi favoriva venendomi incontro, infine con un flop la cappella era entrata, e adesso lei tenendosi le chiappe larghe con le mani per allargarle mi aveva detto, dai spingi tesoro, lo sento appena ma lo voglio tutto, continuavo a spingere e mi entrava forzando ma continuava ad andare in fondo, poi lei con uno scatto verso di me se lo era infilato tutto, emetteva un grido e poi diceva, adesso stai fermo così che mi devo abituare a questa meraviglia, però la sua sborrata la faceva mentre eravamo fermi, adesso inizia a muoverti lentamente amore mio, io cominciavo a uscire e entrare di nuovo in quel budello fantastico, poi sempre più svelto, ormai me la stavo inculando alla grande, uscivo fuori fino alla cappella e poi rientravo prepotentemente fino alle palle, lei ormai era impazzita da piacere che stava provando, continuava a gridarmi si tesoro spingilo tutto dentro, dai che mi stai facendo impazzire, madonna quanto è bello, dai ancora mi sento piena di te, adesso godimi dentro, dai che non vedo l’ora di sentirti quando mi riempi l’intestino, a quelle parole io non riuscivo a reggere ulteriormente, e mentre gli dicevo eccomi, iniziavo a sborrare in quel paradiso che sentivo stretto e accogliente, ma sentivo che l’orgasmo non voleva scemare, lei mi faceva un effetto meraviglioso, godevo in un modo incredibile, era veramente la migliore donna che avessi mai conosciuto, ci sdraiavamo distrutti ma soddisfatti e felici, poi mettendole un braccio sotto al collo me la tiravo verso di me, aveva l’espressione di una bambina indifesa ma soddisfatta, e mentre ci guardavamo veniva spontaneo avvicinare le nostre labbra e iniziare un bacio tenero e meraviglioso, le nostre lingue si intrecciavano in un balletto di toccamenti e sfuggite, ci intrecciavamo e mugolavamo in un crescendo di libidine che ci trovava di nuovo pronti a soddisfare di nuovo le nostre voglie, ci mettevamo nuovamente a 69 e iniziavamo uno scambiarci di leccate e succhi che ci portavano di nuovo ad un orgasmo squassante per tutti e due, dopo mia madre si alzava e andava in bagno, quando ne usciva si avvicinava e mi sussurrava, adesso la mamma va dal Dottore, mi faccio la visita e mi deve prescrivere la pillola, così fra una settimana finalmente potrò sentirti completamente, e tu potrai avere tutto quello che vorrai da me, e finalmente potrò risentire quel tuo bellissimo bastone qui dove sono anni che non ho più provato, e così faremo, ma, ma questa è un’altra storia.
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