Carmela terminati con ottimo profitto gli esami di maturità, si trasferì in una città del Nord Italia per poter proseguire i suoi amati studi classici. Veniva da un paesino del Sud e da una famiglia molto povera e numerosa ma sempre disposta ad aiutarla soprattutto dal punto di vista economico e questo la responsabilizzava molto e talvolta si sentiva quasi in colpa per ciò che i suoi genitori e i suoi fratelli e sorelle erano costretti a rinunciare per poterle pagare le spese degli studi, in particolare ora si sarebbero aggiunte le spese dell’alloggio vicino all’Università. Appena scesa dal treno, si sentì spaesata, non era certo abituata ai rumori, alla confusione della metropoli e la prima tentazione fu quella di riprendere il treno e tornare al paese. Fu però solo un pensiero momentaneo e passeggero. Certo la città la spaventava, cosi piena di tentazioni e di pericoli per lei ragazza all’antica e ancora vergine e che tale doveva restare fino al matrimonio secondo l’antica tradizione. Finalmente, giunse alla sede del dormitorio dell’Università e le venne assegnata una stanza che avrebbe dovuto condividere con un’ altra ragazza, in quanto una camera singola era troppo cara per le possibilità economiche della sua famiglia. La sua compagna di stanza si chiamava Silvia e proveniva da un’ altra città del Nord. Pur essendo cosi diverse fecero subito amicizia. Dopo qualche settimana di convivenza erano molto affiatate e cominciare a toccare anche argomenti delicati quale ad esempio il sesso. Carmela era molto colpita dalla naturalezza con cui Silvia, che certo non poteva essere definita una bella ragazza, ma sicuramente un tipo si, con quegli occhi neri e quello sguardo provocante, descriveva i suoi rapporti con i ragazzi che aveva avuto. Dalle prime seghe, al primo pompino fatto ad Andrea un suo compagno di quinta liceo, fino alla prima scopata con un amico di famiglia che l’aveva finalmente iniziata alle pratiche del sesso, inculata compresa. Carmela era imbarazzata perché non aveva avuto nessun esperienza se non qualche bacio con la lingua con qualche ragazzo conosciuto sulla spiaggia. Silvia la rincuorava: “Non preoccuparti Carmela, a te ci penso io, l’Università è piena di bei ragazzi, vedrai che ti divertirai con me.” Poi aggiunse: “Per prima cosa devi smetterla di vestirti da suora e soprattutto metti in risalto la tua femminilità!”. Effettivamente Carmela non si era mai preoccupata del suo abbigliamento, ma era proprio una bella ragazza. Alta un metro e settanta, occhi e capelli neri a baschetto, una terza di reggiseno. L’indomani Silvia la portò per negozi e le fece spendere in vestiti quasi tutti i soldi che i suoi genitori le avevano dato. Il risultato fu però soddisfacente, Carmela era praticamente irriconoscibile talmente era bella e provocante. Per i soldi l’unica strada era ottenere la borsa di studio che le avrebbe consentito di studiare e alloggiare gratis per un anno intero. “Sei talmente brava che non avrai problemi” le ripeteva sempre Silvia. Intanto venne il giorno del suo “debutto sessuale” in occasione del diciannovesimo compleanno di Silvia che diede una grande festa a cui parteciparono tantissime persone e soprattutto tanti ragazzi. Silvia aveva organizzato tutto, voleva fare incontrare Carmela con Diego uno studente universitario a cui piaceva molto Carmela. Dopo le presentazioni di rito Silvia si allontanò confidando nelle capacità di seduzione di Diego che era un bel ragazzo che si sarebbe fatto anche lei volentieri. Carmela quella sera bevve un po’ troppo e accettò l’invito di Diego ad andare nel suo appartamento. Il ragazzo non aveva intenzione di perdere tempo in inutili preliminari e cominciò a spogliare Carmela. Quando fu completamente nuda disse “Inginocchiati e prendimelo in bocca” e le portò il pene alle labbra. Carmela, eccitata eseguì quell’ordine cosi perentorio. Seguendo le dritte che le aveva dato Silvia iniziò il suo primo e non certo ultimo pompino. Dai mugolii di piacere di Diego capì che stava andando bene e incitata a continuare dallo stesso ragazzo baciava e leccava quella nerchia di almeno 18 centimetri, non trascurava nemmeno i testicoli che succhiava con devozione. “Sei bravissima, continua così” la spronava Diego, e lei continuava come in estasi accentuando i rumori osceni del risucchio. Dopo qualche minuto Carmela intuì che il ragazzo stava per venire e non volendo bere il suo sperma si ritrasse, ma la mano di Diego premeva sulla sua nuca e cosi fu costretta ad ingoiare il seme del suo primo ragazzo. Inizialmente, rimase schifata ma dopo aver trangugiato tutta la sborra rimase come in estasi per l’eccitazione ed il godimento. Tutto questo l’aveva fatta sentire terribilmente donna, anche quella specie di sottomissione cui l’aveva costretta Diego l’aveva soddisfatta ed eccitata. Ma il bello doveva ancora venire. Carmela era ancora ai piedi di Diego che la fece rialzare e l’adagiò sul letto, le mise in mano un preservativo che Carmela, sempre memore dell’insegnamento di Silvia, applicò al pene del ragazzo. Incominciò così la sua prima scopata, Diego pompava sempre più forte, i gemiti di lei si confondevano con i mugolii di lui. Provarono diverse posizioni, tutte nuove per Carmela ma tutte terribilmente eccitanti e goduriose. Durante l’amplesso lui la insultava con espressioni di ogni tipo “sei la mia puttana”, “sei una gran porca” e altre simili. Dopo qualche decina di minuti il ragazzo esausto venne dentro di lei ed enentrambi si addormentarono sfiniti dal piacere. L’indomani Silvia appena la vide le chiese subito: “Com’ è andata con il tuo stallone?”. Carmela non rispose, si limitò a baciare sulle labbra l’amica ed in quel gesto ci stava tutta la sua gratitudine. Dopo Diego anche altri ragazzi usufruirono della nuova Carmela, che tuttavia riuscì ad ottenere la borsa di studio e a mantenere la sua nuova vita.
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