Mio nonno mi diceva sempre che per addestrare gli animali (e le persone aggiungo io) ci vuole il bastone e la carota, e così dopo la punizione di Marzia, iniziò il “periodo della carota” mi ero trasformato nel ragazzo perfetto, le telefonavo tutti i giorni, quando la incontravo all’università o al bar mi mostravo sempre felicissimo di vederla la abbracciavo e la baciavo anche quando vedevo che lei si vergognava a farsi vedere in pubblico in atteggiamenti intimi, alla sera quando non avevo voglia di uscire stavamo a casa mia e facevamo l’amore sempre molto teneramente, e lei era sempre più innamorata di me.Era passato un mese quando una sera tardi mi telefonò, era strano infatti non mi chiamava quasi mai, specialmente in quell’ora tarda, stava piangendo e mi chiese se potevo passare da lei, le chiesi cos’era successo ma lei piangeva e non rispondeva, allora le assicurai che entro pochi minuti sarei stato sotto casa sua, così fu, appena arrivai la vidi venirmi incontro e si buttò tra le mie braccia, la feci salire in macchina, quando si fu un po’ calmata mi racconto cosa era successo: Un amico di suo padre l’aveva vista la sera prima mentre era in macchina con me, io come al solito le avevo fatto alzare la gonna mettendo bene in vista le mutandine e ogni tanto quando il traffico lo permetteva mi piaceva spostarle me mutandine e infilarvi dentro un dito a cercare le labbra della fica per masturbarla così sarebbe arrivata a casa mia già eccitata, lei le prime volte non voleva ma per non contrariarmi poiché le dissi che mi piaceva molto toccarla ogni momento lei accettò anche perché si accorse che i passeggeri delle altre macchine quando si affiancavano a noi non potevano vedere quello che succedeva, io non le dissi mai che invece i guidatori dei furgoni e dei camion essendo più alti della macchina vedevano tutto lo spettacolo e che io quando mi accorgevo di essere osservato cercavo sempre di fare vedere il più possibile la figa di Marzia e le infilavo il mio dito dentro, purtroppo l’amico di suo padre era uno dei tanti fortunati che aveva visto la scena ma avendo riconosciuto Marzia, invece di farsi i cazzi suoi, era andato da suo padre a raccontare tutto.Quando Marzia era tornata a casa suo padre le disse quello che il suo amico gli aveva raccontato, lei troppo spaventata non era riuscita nemmeno a negare, il padre proseguì dicendo che aveva notato che lei era cambiata, non portava più gli occhiali, aveva cambiato pettinatura e si vestiva meglio di prima, ma che aveva anche capito che era una puttana che si faceva mettere le mani addosso da tutti quindi da quel momento avrebbe soddisfatto anche lui, così dicendo si abbassò i pantaloni e tirò fuori il cazzo già in tiro, Marzia cercò di scappare ma lui la prese per i capelli e strappandole i vestiti iniziò a palparla dappertutto, riuscì anche a infilarle il cazzo in bocca ma Marzia, riuscì a chiudersi in bagno, all’improvviso tornò la madre, vedendo la confusione chiese al marito cos’era successo e lui per cavarsela gli raccontò che aveva scoperto che la figlia faceva la puttana, che lo sapevano tutti, e quando era tornato a casa la figlia ci aveva provato anche con lui, la madre era furiosa, chiamò Marzia che uscì dal bagno coperta solamente da un piccolo asciugamano, lei provò a raccontare alla madre quello che era veramente successo ma lei non volle sentire ragione, forse non le credeva ma più probabilmente sapeva che specie di porco era il marito ma dopotutto se doveva scegliere tra il marito e la figlia sceglieva il marito.Iniziò a picchiare Marzia con il manico della scopa, la chiuse in camera sua dicendole di raccogliere i suoi quattro stracci e di andarsene non voleva più vederla, poi uscì di casa, appena la moglie uscì il padre di Marzia entrò in cameretta e le disse che se gli avrebbe fatto un servizio completo ci avrebbe pensato lui a calmare la moglie, le si avvicinò Marzia per sfuggirgli cadde sopra il letto, lui le fu subito addosso, le disse che da quando era cambiata lo arrapava che aveva voglia di farsela ma che solo dopo il racconto del suo amico aveva trovato il coraggio di dirglielo. Le prese la faccia con le mani e le mise la lingua in bocca, lasciando cadere parecchia saliva nella bocca di Marzia che lui schiacciandole le guance costringeva ad aprire, Marzia aveva un carattere molto debole e scommetto che se tutto ciò fosse capitato qualche tempo fa quando ancora non era innamorata di me avrebbe ceduto al padre, ma ora pensando a me ebbe la forza di ribellarsi, riuscì a sfuggire alla stretta del padre, quando la mamma rientrò la vide tutta rossa in viso, con il fiatone, con il rossetto sbavato e le labbra gonfie per il bacio violento del padre, guardò il padre che stava seduto sul letto, con le mani cercava di coprire l’erezione, la madre non ci vide più prese Marzia e la buttò sul pianerottolo insieme a dei vestiti presi a caso nel suo armadio poi le disse che non voleva più sapere niente di lei che sua figlia da quel momento era morta.Fu allora che Marzia andò da una vicina e chiese di potermi telefonare, io le proposi di andare insieme a lei a parlare con i suoi e riuscii a convincerla, quando suonammo alla porta venne proprio la madre ad aprire vedendo la figlia le disse che quella ormai non era più casa sua, non mi lasciò nemmeno parlare, disse a Marzia che le dava dieci minuti per andare in camera sua, raccogliere le sue cose e sparire per sempre.Marzia disperata fece quello che le era stato detto, dopo dieci minuti ritornò in sala con una valigia piena di vestiti, fece per dire qualcosa ma la madre la cacciò via.Uscimmo per strada, lei era veramente disperata, non aveva fatto nulla per meritarsi un simile trattamento, dai suoi genitori poi, io cercai di consolarla, la presi fra le braccia e la abbracciai, in quel momento il padre si affacciò alla finestra e le gridò di andare da un’altra parte a fare la puttana perché quello era un quartiere rispettabile.Io presi la valigia di Marzia e la caricai in macchina poi feci sedere Marzia nel sedile accanto al mio e partii dirigendomi verso casa mia, quando entrammo Marzia era ancora sconvolta, non riusciva a credere a quello che le era successo, continuava a piangere dicendo di non sapere più cosa fare, allora io mi sedetti sul divano e la presi in braccio come se fosse una bambina, la coccolai e le dissi che non doveva preoccuparsi, lei era la mia ragazza ed avrei pensato io a lei, da quel momento poteva vivere con me, con il mensile che mio padre mi passava avremmo potuto benissimo vivere in due.La portai poi in camera, la spogliai lasciandola solo in reggiseno e mutande, poi mi sdraiai vicino a lei e tenendola abbracciata la cullai finchè lei non si addormentò.La mattina dopo mi svegliai e non la trovai nel letto, mi alzai e vidi che mi aveva preparato la colazione, in tutti quei mesi che abitavo da solo era la prima volta che avrei fatto colazione in casa, lei indossava una mia maglietta che le arrivava a metà sedere, mi disse se non mi dispiaceva che aveva preso la maglietta ma non volendo svegliarmi non aveva acceso la luce e aveva preso la prima cosa che aveva trovato, la rassicurai e le chiesi se si era un po’ tranquillizzata, lei stava per rimettersi a piangere allora la abbracciai e le dissi di rimanere in casa per quella mattina, quando sarei tornato nel primo pomeriggio saremmo usciti.Passai la mattina pensando a quello che era successo e decisi che per il momento mi andava bene che rimanesse da me, così avrei avuto una figa sempre a mia disposizione in ogni momento della giornata, quando rientrai la trovai avvilita sul divano ma mi corse incontro per salutarmi con un bacio, le dissi che siccome adesso mi sentivo responsabile per lei l’avrei portata da un ginecologo per una visita, in realtà non volevo trovarmi con una gravidanza indesiderata fra i piedi, quindi uscimmo per recarci dal medico, dopo pochi minuti di attesa il ginecologo le chiese di accomodarsi, lei aveva paura e gli chiese se io potevo entrare, il medico non aveva nulla in contrario, le disse di spogliarsi e poi di accomodarsi sul lettino mettendo le gambe negli appositi ganci.Marzia uscì da dietro il paravento e si sdraiò sul lettino, poi mise le gambe sui ganci e rimase lì con entrambi i buchi bene esposti, si avvicinò il ginecologo e vide sul corpo di Marzia i segni delle frustate che non erano ancora spariti del tutto, notò poi l’ano di Marzia che dopo quell’inculata violenta era ancora gonfio e violaceo tanto che io non avevo ancora usato il secondo canale da quella volta, mi guardò e fece un sorrisino complice, Marzia non si accorse di nulla.Il medico si infilò i guanti e cominciò a esplorare la fica con le dita poi prese lo specolum e lo introdusse nella vagina, Marzia ebbe un sussulto, forse perché era freddo, e quando il dottore iniziò a girare la vite per allargarlo Marzia mi strinse la mano, il medico lasciò lo strumento inserito nella figa mi guardò come per chiedere la mia approvazione poi disse che doveva fare un esame anale, Marzia mi guardò preoccupata, ma io le strinsi la mano per farle coraggio, allora il dottore senza usare nessuna crema lubrificante inserì un dito nell’ano della mia ragazza, evidentemente le faceva ancora male perché lancio un grido, le dissi di stare buona che era per il suo bene, il medico allora inserì un altro dito e allargò le due dita dentro il culo di Marzia che si lamentava sottovoce, quando il medico mi guardò vide il mio sguardo di approvazione allora introdusse altre due dita nel culo di Marzia, ormai il dolore era tanto e dovetti abbassarmi su di lei per tranquillizzarla, lei diceva di sentire molto male ma il medico disse di avere quasi finito, iniziò a muovere le quattro dita come se fossero un cazzo, dentro e fuori dal culo di Marzia, e con l’altra mano muoveva lo specolum che era sempre rimasto nella sua figa.Dopo qualche minuto fece uscire le dita dal buco del culo ed estrasse lo strumento dalla figa, le prese le tette fra le mani e con la scusa della visita iniziò a massaggiarle poi diede due pizzicotti molto forti sui capezzoli, Marzia gridò ancora una volta, finalmente il dottore disse di avere finito e di andare a rivestirsi, le prescrisse la pillola e guardandomi, sorridendo, mi disse che avrebbe voluto rivederla e di fissare un altro appuntamento.Riportai Marzia a casa, andò in bagno per rinfrescarsi, quando tornò le chiesi se aveva deciso di rimanere a vivere con me, lei mi rispose che contentissima di restare anche se al pensiero di come era stata trattata dalla sua famiglia le faceva ancora male.Dopo cena ci sedemmo sul divano per guardare la tv, lei mi disse di fare come se non ci fosse, non voleva che cambiassi le mie abitudini per lei, allora le risposi che quando ero a casa da solo mi piaceva guardare delle videocassette, lei mi disse che le avrebbe guardate insieme a me.Inserii una cassetta nel videoregistratore e subito sul video apparvero le immagini di un film pornografico, lei non disse niente ma cercava di guardare da un’altra parte, il quasi scusandomi le dissi che erano il genere di film che guardavo quando ero solo, le passai un braccio dietro le spalle e la tenni stretta a me mentre sul video era in corso un’orgia con i fiocchi, le immagini che guardavo mi fecero eccitare, sempre guardando la tv portai la mia mano sotto la gonna di Marzia, poi ci ripensai e le dissi di spogliarsi completamente mentre io facevo altrettanto, le non se lo fece ripetere, quando fu nuda la feci sedere sul divano con le gambe spalancate, mi misi in ginocchio davanti a lei e iniziai a leccarle la figa, dopo qualche secondo era già bagnata, mi alzai e le porsi il mio cazzo da succhiare, quando fui pronto mi sdraiai sul tappeto e le dissi di venirmi sopra, lei mi scavalcò con una gamba e rimase in piedi sopra di me, io le accarezzai i polpacci e lei si accucciò portando la sua figa proprio sul mio cazzo, poi si sedette facendolo entrare tutto dentro di lei.Cominciò un lento su e giù, poi la feci mettere alla pecorina, la leccai la fica e quando passai all’ano lei si irrigidì allora decisi che per questa sera mi sarei accontentato della figa dove la penetrai, era calda e molto bagnata, con una mano le accarezzavo il clitoride e la sentii venire io tirai fuori ilmio cazzo, lo appoggia al solco delle natiche e venni schizzando sborra fino sulla schiena.Passammo la serata facendo l’amore per parecchio tempo, finchè decisi che era pronta per “il momento del bastone”.Il giorno dopo al bar incontrai il mio amico Giorgio, gli disse che doveva farmi un altro piacere, gli spiegai quello che doveva fare poi lo salutai.Giorgio nel pomeriggio si presentò a casa mia, Marzia andò ad aprire gli disse subito che non ero ancora arrivato, lui le rispose che avevamo un appuntamento e che io gli avevo detto di accomodarsi per aspettarmi se non ero ancora arrivato. Marzia non potè rifiutarsi di farlo entrare per paura che io mi arrabbiassi con lei.Quando Giorgio entrò iniziò a fare i suoi soliti complimenti volgari, le si sedette accanto e la tenne per le spalle con un braccio per non farla allontanare, poi la baciò, Marzia non voleva e cercava di scappare ma lui le mise una mano nella maglietta e gli strizzò i capezzoli fino a farla gridare dal dolore, poi le strappò le mutandine e forzò con una mano le gambe che Marzia teneva strette, trovò la figa e vi infilò dentro le dita, Marzia cercava di scappare ma lui era più forte, Giorgiò riuscì a farsi uscire il cazzo dalla patta dei pantaloni e cercava di spingere la testa di Marzia verso di esso per farsi fare un pompino. Io entrai proprio in quel momento, finsi di essere sorpreso e mi incazzai, Marzia sbiancò mi disse che Giorgio stava cercando di violentarla che lei non voleva ma io feci finta di non volerle credere. Giorgio da parte sua, come avevamo concordato, mi disse che era stata Marzia a cominciare e che lui non aveva saputo resistere anche se sapeva che sarei rientrato fra poco. Mi avvicinai a Marzia e iniziai a schiaffeggiarla, lei cadde a terra allora le dissi di spogliarsi, lei non voleva, si vergognava di Giorgio ma io con un calcio nel culo la convinsi che era meglio per lei se faceva quello che le dicevo.Appena fu nuda dissi a Giorgio che se la poteva prendere perché io non la volevo più, Marzia era disperata, mi supplicava di crederle, ma io ero irremovibile, le dissi che da lei non me l’aspettavo, che l’avevo accolta a casa mia e che lei mi ricambiava in questo modo, ero molto deluso, mi accasciai sul divano ignorando le sue lacrime, lei si inginocchiò davanti a me e mi chiese ancora una volta di crederle, di picchiarla e volevo, ma di non mandarla via, perché senza di me non poteva vivere, io le dissi che era una troia e che voleva restare con me doveva comportarsi da troia, dissi poi a Giorgio di accomodarsi e la spinsi verso di lui il quale non se lo fece di certo ripetere, la prese per una mano la tirò verso di sé e cominciò a toccarla dappertutto, sembrava avesse cento mani, poi cercò di farsi fare un pompino ma Marzia non ne volle sapere di aprire la bocca, continuava a supplicarmi di non farle fare questo, ne sarebbe morta, Giorgio nel frattempo l’aveva sbattuta sul divano e con le mani le teneva le gambe divaricate, lei si contorceva e scalciava e lui non riusciva a penetrarla, allora le diede un ceffone talmente forte che Marzia quasi perse i sensi, allora Giorgio la prese per le gambe e con il cazzo iniziò a strusciarsi contro l’apertura della figa, Marzia lo supplicava di non farlo allora io mi alzai diedi una spinta a Giorgio e lo allontanai da Marzia, lo pregai di andarsene e gli diedi un mazzetto di banconote dicendogli di andare a cercarsi una puttana perché quella era la mia.Appena Giorgio uscì Marzia si buttò ai miei piedi e mi ringraziò, le dissi che non aveva nulla di cui ringraziarmi perché non l’avevo fatto per lei ma per me, non volevo che si spargesse la voce che stessi con una ragazza che se la faceva con tutti, e di spiegarmi perché ogni volta che la lasciavo sola la ritrovavo con Giorgio che cercava di farsela, e che sicuramente era lei che lo incoraggiava, lei mi supplicava di crederle, io aprii un cassetto e tirai fuori un frustino, Marzia sbiancò, le dissi che si meritava una punizione per il suo comportamento, non l’avrei legata ne imbavagliata ma lei non doveva ne muoversi se gridare, se pensava di non farcela poteva anche seguire Giorgio, lei abbassò la testa e mi chiese dove doveva mettersi, la feci appoggiare con le braccia al tavolo e le feci chinare il busto in avanti, con il frustino le accarezzai le natiche e l’interno delle cosce poi senza preavviso la colpii sul culo, le dissi che doveva contare i colpi che le davo, lei obbbedì, cercava di non gridare, ma non poteva fare a meno di gemere quando la colpivo e poi scandiva il numero dei colpi, quando arrivai a 20 dissi che per quella sera era sufficiente, la feci girare e le dissi che mi doveva ringraziare, così fece.Le dissi che non era ancora finita per lei, andai in camera e tornai con due vibratori che avevo comprato aspettando l’occasione di usarli, le dissi che se aveva tanta voglia di cazzo doveva usare quelli perché il mio non avevo nessuna voglia di darglielo, le lanciai i due vibratori, lei li raccolse, cercò di sdraiarsi ma le frustate le avevano piagato tutto il culo e non riusciva a sedersi per il male, allora le suggerii di mettersi alla pecorina, lei lo fece e iniziò a infilare il primo vibratore nella figa, quando fu tutto dentro, prese il secondo e provò a metterselo nel culo, ma non ci riusciva, le tremavano le mani, le dissi di sbrigarsi perché stavo perdendo la pazienza allora lei spinse più forte e la punta sparì oltre l’ano, si vedeva che le faceva male, lei non riusciva a spingerselo dentro tutto.nel frattempo mi era diventato duro e mi faceva male stretto com’era negli slip, allora lo tirai fuori e mi posizionai davanti a lei senza dire nulla, appena lei mi vide mi prese subito il cazzo in bocca, dopo essermelo fatto spompinare a dovere andai dietro di lei, le tolsi il vibratore dal culo, era entrato solo con la punta, e le dissi che ci avrei pensato io ad allargarle il buco, spinsi il mio cazzo finchè sentii che i muscoli si allargavano per farlo passare, la inculai con violenza finchè venni nel suo intestino, poi mi alzai e andai a dormire.Mi svegliai in piena notte allungai la mano e non trovai Marzia di fianco a me, ebbi per un momento il dubbio di avere esagerato e che lei mi avesse lasciato, ma poi notai una luce che filtrava attraverso la porta, mi alzai e la vidi, era ancora inginocchiata per terra con il vibratore ancora infilato in profondità nella figa, le andai vicino e appena lei mi vide mi sorrise debolmente, mi chiese ancora di perdonarla, io mi chinai verso di lei le tolsi i capelli che si erano appiccicati al viso bagnato di lacrime, le tolsi il vibratore, facendole male perché gli umori si erano seccati e avevano come incollato il vibratore alla figa, le misi un braccio sotto l’ascella e la accompagnai in bagno dove la misi sotto la doccia, aveva le gambe addormentate per essere rimasta quasi tutta la notte inginocchiata sul tappeto, non riusciva a stare in piedi, allora mi spogliai ed entrai sotto la doccia con lei.La insaponai e la lavai come fosse una bambina le lavai anche i capelli, poi la avvolsi in un asciugamano e dopo essermi messo addosso un accappatoio la presi in braccio e la portai sul letto.Lei continuava a chiedermi di perdonarla e a dirmi che mi amava, allora la baciai e lei ricominciò a piangere, questa volta per la felicita che provava, continuai a baciarla sul viso, sul collo, sul seno, sulla pancia, sulle cosce, poi le feci allargare le gambe e la leccai sulla figa, continuai finchè lei non venne, poi mi sdraiai di fianco a lei e le dissi di perdonare il mio comportamento di quella sera, ma non ci avevo visto più, vederla tra le braccia di Giorgio mi aveva fatto perdere il lume della ragione.Lei mi disse di non preoccuparmi che mi amava e che mi avrebbe perdonato qualsiasi cosa, le chiesi se si era eccitata tra le braccia di Giorgio, ma lei mi disse che aveva provato solo repulsione perché non poteva pensare di fare l’amore con qualcuno che non fossi io.Allora le dissi che avevo voglia di fare l’amore e lei mi prese il cazzo prima fra le mani e poi in bocca finchè lo sentì duro e pronto per prenderla, allora si mise sopra di me e si fece entrare il cazzo nella figa e si mosse su di me, ogni tanto la facevo abbassare per poterla baciare, poi le dissi che dovevo venire e che doveva scegliere lei il posto in cui avrei sborrato, lei allora si alzò lo prese in bocca e io schizzai la mia sborra nella sua gola, lei ingoiò tutto e poi mi pulì il cazzo con la lingua.Io le dissi ancora che mi spiaceva per averle fatto male la feci girare a pancia in giù, le allargai le natiche e le leccai il buco del culo, lei sussultò appena sentì la mia lingua sull’ano che sicuramente le faceva molto male, ma io le dissi di stare ferma e lei non si mosse più, le dissi anche di tenersi le chiappe con le mani in modo di allargarle, così la leccai a lungo lasciando cadere molta saliva nel solco delle natiche e leccando delicatamente come farebbe un cane per guarirsi le ferite, frattanto con le mani libere la carezzavo sulla figa e la feci venire un’altra volta.Restammo poi sdraiati sul letto per il resto della notte, abbracciati, lei mi aveva perdonato, e io avevo ancora la mia figa a domicilio.
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