Stanno per arrivare le vacanze di natale, e al bar l’argomento principale è dove, trascorrere le vacanze, io sto dicendo a tutti che per le feste andrò in montagna a sciare, Marzia è vicino a me ma non ha il coraggio di chiedermi cosa penso di fare con lei, infatti da quando è stata cacciata da casa e si è trasferita a casa mia dipende in tutto e per tutto da me, sia per il mangiare, per il vestire, per l’università e non ha certo l’ardire di chiedermi anche di pagarle le vacanze.Io però mi ero già organizzato e avevo prenotato anche per lei, ero andato anche a comprarle tute da sci e giacche a vento adatte ai grandi freddi di montagna, ma avevo nascosto tutto per dirglielo all’ultimo momento.Arrivò finalmente la sera prima della partenza, quando rientrai trovai i miei bagagli già pronti, le dissi che volevo controllare quello che aveva messo nelle valige e le aprii, cominciai a rovistare nei bagagli borbottando, dicendo che me lo aspettavo, che non era neppure capace di preparare una cosa semplice come preparare le valige, feci proprio finta di essere arrabbiato, quando mi avvicinai a lei. Marzia si scostò come se avesse paura che la picchiassi, io le dissi che non avevo voglia di stancarmi proprio la sera prima della partenza, tirai fuori dall’armadio una valigia vuota e le dissi di riempirla con tutto quello che aveva dimenticato, lei mi guardava confusa, e mi chiese cosa avesse dimenticato, perché le sembrava di avere messo anche il superfluo, allora io le dissi che avevo visto solo vestiti e accessori miei ma neppure un suo vestito. Lei all’inizio non capì ma poi comprese che io mi aspettavo che lei venisse con me, allora mi disse che era molto contenta che avessi pensato di portarla con me ma che non aveva dei vestiti adatti alla montagna, allora le risposi “ma come, non eravamo d’accordo che ora ero io che pensavo a te? Come potevi solo immaginare che ti avrei lasciato a casa da sola? Sei la mia ragazza, ti voglio bene, dove vado io vieni anche tu!” le brillarono gli occhi dalla contentezza, “per quanto riguarda i vestiti” proseguii “penso che questi ti possano bastare” così dicendo scesi in garage con lei, aprii uno scatolone e tirai fuori tutto quello che le avevo comprato. Lei non stava più nella pelle per la felicità, ormai era rassegnata a rimanere a casa da sola.La mattina seguente saremmo dovuti partire presto quindi andammo a letto presto, lei non riusciva a dormire talmente era eccitata e continuava a rigirarsi nel letto, impedendo anche a me di prendere sonno, allora le presi una mano e me la misi sul cazzo, dicendole che sapevo io qual’era il metodo per calmarla, lei cominciò a menarmelo lentamente, io le feci scendere le mutandine a mezza coscia e la masturbavo dolcemente, poi mi sdraiai sopra di lei,le feci allargare le cosce e mi infilai dentro la sua figa, scopammo così dolcemente finchè non venimmo quasi contemporaneamente, poi finalmente ci addormentammo.Dopo un lungo viaggio eravamo giunti in montagna, arrivati in albergo prendemmo possesso della nostra camera, disfammo le valige ed eravamo pronti per la prima discesa sulla neve, Marzia non sapeva sciare e mi disse che mi avrebbe aspettato nel bar ai piedi delle piste, sciai per tutto il pomeriggio, alla sera ci recammo al ristorante dell’albergo dove facemmo conoscenza con dei ragazzi che erano in vacanza come noi.Fummo invitati a una festa e fummo felici di partecipare, la festa si svolgeva in un locale molto grande diviso in vari settori, c’era la discoteca, il cabaret, l’american bar e una saletta dove si poteva giocare a carte. Andammo all’american bar, in quanto ero stanco e non avevo voglia di stordirmi con la musica ad alto volume della discoteca. Io e Marzia ci sedemmo su un divanetto davanti ai ragazzi che avevamo conosciuto prima, iniziammo a chiacchierare, io tenevo Marzia allacciata a me passandole un braccio dietro la schiena, e con la mano le accarezzavo il seno, lei non diceva niente, ma i ragazzi davanti a noi avevano visto la mia mano e si scambiavano dei risolini, decisi allora di proseguire lo spettacolo, con l’aiuto della penombra che c’era nel locale feci mettere Marzia sulle mie ginocchia e sempre facendo finta di nulla, le misi una mano tra le cosce, le parlai in un orecchio e lei aprì obbediente le gambe lasciando entrare la mia mano, i ragazzi davanti a noi non riuscivano a togliere lo sguardo dalle cosce di Marzia.Dopo un’ora ci stancammo di restare lì a parlare e i ragazzi che erano in tre, mi chiesero se avevo voglia di fare una partita a poker e io accettai, mi portarono in una saletta dove c’era il classico tavolo verde con il lampadario basso proprio sul centro del tavolo, ci accomodammo ai quattro lati del tavolo e Marzia si mise vicino a me, cominciammo a giocare e io dissi a Marzia di sedersi sulle mie ginocchia e mentre giocavo con una mano le accarezzavo il seno slacciando un paio di bottoni della camicetta e infilando le dita dentro le massaggiavo i capezzoli che risaltavano attraverso la stoffa della camicia, altrimenti le accarezzavo le cosce e infilavo le dita nelle sue mutandine, lei non aveva il coraggio di lamentarsi, si sentiva ancora in debito con me.Per un po’ vinsi ma poi la fortuna girò e cominciai a perdere alla fine perdevo una bella sommetta, allora dissi ai tre che non avevo più contanti con me e che avrei dovuto smettere a meno che loro non accettassero un pagamento in natura, loro si guardarono ridendo poi accettarono. Riprendemmo a giocare e io giocai male col proposito di perdere infatti così fu, la prima mano che persi avevo messo in palio un pompino di Marzia, il ragazzo che aveva vinto la mano aveva già tirato fuori il cazzo dai pantaloni, aveva un cazzo molto lungo ma sottile ricurvo all’insù, prese Marzia la fece abbassare e le mise il cazzo in bocca, venne dopo pochissimi minuti tenendo la testa di Marzia contro il suo corpo così che lei fu costretta a inghiottire tutto.La seconda mano persi ancora, avevo messo in palio una scopata in figa, quello che vinse prese Marzia senza tanti complimenti la fece sdraiare sul tavolo da gioco, sputò sulla sua figa e poi sul suo cazzo e la penetrò in un solo colpo, Marzia gridò ma lui non se ne preoccupò e la sbattè violentemente per fortuna di Marzia anche lui non resistette molto e venne nella sua figa dopo pochi minuti.Alla fine misi in palio il culo di Marzia, la quale mi guardò con uno sguardo implorante, infatti le faceva sempre male, anche perché da lì era sempre stata presa con violenza, ricominciammo a giocare e per sua fortuna io vinsi la mano e recuperai anche tutti i soldi che avevo perso.Tornammo in camera che era molto tardi, io avevo bevuto mi sentivo incazzato e me la presi con Marzia accusandola di avere fatto la puttana con i tipi di prima e di averci messo troppo impegno nel pompino e che poteva fare a meno di bere tutto quanto, mentre stava poi scopando le dissi che mi ero accorto che era venuta, lei negò ma io la mandai in bagno per lavarsi dicendole che mi faceva schifo averla vicino in quanto puzzava di sesso e di sborra di altri uomini.Quando uscì dal bagno le dissi che dovevo punirla per il suo comportamento, le dissi di sdraiarsi sulle mie ginocchia, e cominciai a schiaffeggiarla sul culo nudo, la colpii finchè le natiche divennero viola poi la feci alzare e la colpii sul seno lei cercava di non gridare allora io che la volevo sentire urlare presi i suoi capezzoli fra le dita e li torsi finchè lei non gridò, la feci sdraiare sul letto e preso un vibratore che avevo in valigia glielo infilai nella figa, lo misi in moto e quello iniziò a vibrare, poi le dissi che avevo sonno e che mi sarei messo a dormire e che lei non provasse a toglierselo altrimenti avrebbe dovuto subire una punizione peggiore.Mi svegliai alla mattina, lei era ancora di fianco a me, il vibratore ancora nella figa, non vibrava più, le pile si erano scaricate, mi disse che non era riuscita a dormire, la figa le era diventata insensibile, io le tolsi il vibratore, ma ero eccitato all’idea che aveva passato tutta la notta con la figa riempita, le feci notare il mio cazzo duro e lei si chinò su di lui per prenderlo in bocca e mi fece un meraviglioso pompino, mi scaricai dentro la sua bocca, poi mi vestii, le dissi di restare pure a letto le avrei fatto portare la colazione in camera mentre io andavo a sciare.Tornai nel primo pomeriggio, dopo essermi fermato a comprare dei panini e delle bibite al bar salii in camera, lei stava ancora dormendo, scostai le coperte per guardarla, era nuda, sdraiata su un fianco con le ginocchia contro il petto, sul suo culo vi vedevano i segni della sculacciata, a quella vista il mio cazzo si mise sull’attenti, allora mi tolsi in fretta i vestiti e mi infilai nel letto, mi sistemai dietro di lei facendo aderire il mio corpo al suo, il mio cazzo premeva contro il suo sedere, lei si svegliò, si girò verso di me e mi sorrise, in quel momento la desideravo tantissimo, se sorrisi a mia volta poi la baciai, prima delicatamente sulle labbra, poi sempre più appassionatamente, facendole aprire la bocca e infilando la mia lingua in profondità, lei era senza fiato, le dissi che era tutta la mattina che pensavo a lei e che mi era venuta voglia di incularla, anche se si vedeva che non era contenta della cosa, in quanto aveva paura, lei mi chiese quello che volevo che facesse, se doveva impalasi da sola come la volta precedente ma io la rassicurai dicendole che quella di oggi non sarebbe stata una punizione, volevo farla godere, lei allora si tranquillizzò, io ripresi a baciarla mentre con una mano scesi fra le sue gambe dove però trovai la figa asciutta, infatti dopo il trattamento subito la notte precedente era molto irritata, allora le feci aprire le gambe e mi accomodai davanti alla sua figa e cominciai a leccarla lasciando cadere parecchia saliva su di essa, ogni tanto introducevo un dito e quando mi accorsi che era pronta guidai il mio cazzo dentro di lei, la scopai a lungo, dolcemente, pensando solo a farla godere, infatti persi il conto delle volte che venne.Poi mi staccai da lei, mi alzai e presi il vasetto di crema solare che tenevo nella tasca della giacca a vento, lo aprii e presi una grande quantità di crema che iniziai a spalmarle sul buco del culo, lo sentivo contratto, allora ripresi il massaggio e ogni tanto introducevo un dito facendo entrare la crema anche internamente, continuai a lungo finchè la sentii rilassata, con contraeva più i muscoli e riuscivo a infilare anche due dita contemporaneamente, pensai che fosse pronta le passai il vasetto di crema e me la feci mettere sul cazzo, lei mi fece una sega ungendomi bene tutto il cazzo, non ce la facevo più, avevo le palle che mi scoppiavano per la voglia, allora la feci stendere su un fianco, mi portai dietro di lei, le feci alzare un po’ le gambe e guidai il mio cazzo contro il suo buco del culo, lei si irrigidì allora con l’altra mano iniziai a masturbarla mentre con la bocca contro il suo orecchio le mormoravo paroline dolci per farla rilassare, riprovai a spingere il cazzo dentro di lei, questa volta riuscii ad entrare con la punta del cazzo e rimasi fermo in modo che lei si abituasse a quell’intrusione, quando sentii che non contraeva più i muscoli, spinsi un altro po’ e il cazzo fu dentro per metà, mi fermai ancora e nel frattempo non avevo smesso di massaggiarle la figa, un ultimo colpo e fui tutto dentro di lei, sentivo che tratteneva il fiato per la paura, iniziai a muovermi molto lentamente, lei si lamentava sottovoce, dicendomi che le faceva male ma che era un dolore sopportabile, allora io le chiesi se potevo muovermi più velocemente lei mi rispose affermativamente, allora iniziai a scoparla nel culo ma con la mano non lasciavo la sua figa masturbandola con lo stesso ritmo usato per l’inculata, quando mi disse che stava per venire la inculai ancora più forte, lei gridava sia perché stava godendo sia per il dolore, non ce la feci più a resistere e sborrai nel suo intestino, lei si accasciò, priva di forze io tirai fuori il mio cazzo dal suo culo e lo vidi sporco di sangue, il suo buco del culo era rimasto aperto, sembrava una piccola bocca allora presi in cazzo e lo rimisi dentro lei non se lo aspettava e lanciò un piccolo grido più di spavento che di dolore, lo lascia dentro di lei finchè sentii che si stava ammosciando allora lo tirai fuori, lei si girò verso di me e mi disse che questa volta era stato bello anche se aveva provato un po’ di dolore aveva goduto tantissimo.Restammo per alcuni minuti abbracciati, poi mi tornarono in mente i panini allora presi il sacchetto e restando seduti sul letto li divorammo.Il resto della vacanza passò tranquillamente, la mattina andavo a sciare, lei non volle saperne di imparare, il pomeriggio facevamo delle lunghe passeggiate e passavamo le notti a fare l’amore. Purtroppo anche le vacanze finirono e ritornammo in città riprendendo la vita di sempre, un pomeriggio tornai a casa e non la trovai, non mi preoccupai finchè non fu quasi notte, non sapevo cosa pensare, di solito quando usciva mi avvisava sempre, andai a letto che lei non era ancora tornata, stavo dormendo quando sentii il rumore delle chiavi nella serratura, sentii la porta aprirsi e richiudersi poi udii un tonfo poi più nulla, allora mi alzai accesi la luce e la vidi accovacciata per terra le andai vicino e notai che aveva tutti i vestiti strappati e la faccia piena di lividi, mi chinai di fianco a lei che si buttò tra le mie braccia e piangendo mi disse che avevo tutte le ragioni per cacciarla di casa, io non riuscivo a capire allora lei mi raccontò che la mattina mentre stava andando a lezione venne avvicinata da un furgone, alla guida c’era l’amico del padre che le offrì un passaggio, lei non voleva allora lui le disse che aveva saputo che per colpa sua era stata cacciata di casa e che stava cercando di convincere suo padre a perdonarla e che proprio in quel momento stava andando da lui, Marzia che da quanto era stata cacciata pensava sempre alla sua famiglia, si lasciò convincere e salì sul furgone, questi giunse proprio davanti alla casa dei suoi genitori, scesero e insieme andarono a suonare il campanello, venne suo padre ad aprire, quando la vide si arrabbiò con il suo amico, ma quando quest’ultimo gli disse che l’aveva portata perché sapeva quanto a lui sarebbe piaciuto farsi la figlia, cambiò atteggiamento, li fece entrare, Marzia cercò con lo sguardo la madre ma non la vide, il padre le disse che era fuori e sarebbe rientrata molto tardi.E chiese dove si era sistemata e quando lei rispose che viveva con me lui disse di avere sempre saputo che sarebbe diventata una puttana e che voleva sapere se era veramente brava, con l’aiuto dell’amico la spogliò lei cercava di liberarsi ma loro erano in due e anche se vecchi erano pur sempre più forti di lei, in breve si trovò nuda con quattro mani che la frugavano, fu costretta anche a far loro un pompino poi il padre la violentò mentre l’amico la teneva, poi si scambiarono le parti e fu la volta dell’amico a violentarla mentre il padre cercava di incularla.Non si accorsero che si stava aprendo la porta ed entrò la madre la quale cominciò a inveire contro Marzia, dicendole che era una troia e che non avrebbe dovuto tornare a casa, ma che non le avrebbe permesso di portarle via il marito, il quale nel frattempo non aveva mai smesso di incularla mentre l’amico la stava ancora scopando, quando vennero entrambi dentro di lei e si staccarono la madre prese la cintura dei pantaloni del padre e la frustò a sangue, poi disse che visto che avevano una figlia che faceva la puttana tanto valeva approfittarne, quindi la chiuse in camera e le disse che usciva per cercarle dei clienti, tornò dopo mezz’ora con un marocchino, l’aveva notato prima fuori dal supermercato ed era andata da lui per offrirgli la figlia in cambio di soldi, lui non se lo fece ripetere due volte ed approfittò subito dell’occasione non gli capitava tutti i giorni di scopare con una ragazza bianca poi. Marzia vide la porta della camera aprirsi e la madre fece entrare il marocchino, lei si era messa addosso un lenzuolo perché sotto era ancora nuda, la madre le si avvicino e glielo strappo di dosso lasciandola nuda poi disse al marocchino che li lasciava soli e di metterci tutto il tempo che voleva, lui si avvicinò a Marzia e cercò di baciarla, lei però girò la testa dall’altra parte, lui puzzava di aglio e di sporco, aveva i denti neri e marci, lui allora disse che sua madre gli aveva dato il permesso di picchiarla le lei faceva la difficile, comunque rinunciò per il momento a baciarla, si tolse i pantaloni e tirò fuori il cazzo già seni eretto, aveva delle dimensioni mostruose ma era sporco, ricoperto da una patina giallognola, e puzzava di piscio, costrinse Marzia a prenderglielo in bocca, a lei venne il vomito ma lui glielo spingeva in gola, e lei per respirare era costretta a fare quello che lui voleva, dopo qualche minuto lui la prese la spinse sul letto e senza troppe cerimonie le infilò il cazzo nella figa mentre cercava di baciarla, lei non poteva fare nulla se non subire la violenza e sperare che durasse poco, infatti lui venne con un grugnito dentro di lei, poi le diede un schiaffo sul culo, si rivestì e uscì. Marzia non sentiva più alcun rumore in casa, si fece coraggio e uscì dalla camera vide i suoi vestiti tutti strappati per terra vicino al divano, li raccolse e li indossò poi provoò ad aprire la porta d’entrata e trovò che non era chiusa a chiave, scappò quando fu per strada si accorse che era notte ed era corsa subito da me.Io ero furioso, come osava quella gente trattare così una cosa che era di mia proprietà, solo io potevo trattarla male, andai in bagno per prepararle un bagno caldo, mentre la vasca si riempiva tornai da lei, era ancora accovacciate a terra, la feci alzare, le tolsi i vestiti che buttai in pattumiera, la presi in braccio e la immersi nella vasca, la lavai delicatamente con una spugna insaponata poi la sciacquai e la avvolsi in un accappatoio, la portai a letto dove si addormentò.Anche se erano le tre di notte uscii, mi diressi in un bar che sapevo essere frequentato da gentaglia che aveva già avuto dei guai con la legge, quando entrai mi diressi verso un tavolo dove c’erano tre tipi che avevano l’aspetto di camionisti, offrii loro da bere e gli chiesi se volevano guadagnare dei soldi facili divertendosi, chiaramente mi risposero di si. Uscimmo insieme, e andammo a casa dei genitori di Marzia, mi attaccai al campanello finchè il padre non venne ad aprirmi, quando vide che ero io mi disse di andarmene che avrebbe chiamato la polizia, io non lo ascoltai e con uno spintone lo mandai a rotolare per terra ed entrammo chiudendoci la porta dietro le spalle.Arrivò anche la moglie per vedere cosa stesse succedendo, io le dissi che visto che per tutto il giorno si erano divertiti loco con Marzia ora era il mio turno di divertirmi, ad un mio cenno i tre li presero gli strapparono i pigiami lasciandoli nudi poi gli misero i cazzi davanti e se li fecero sbocchinare sia da lui che da lei, poi la madre venne presa da due che contemporaneamente le infilarono i loro cazzi nella figa e nel culo mentre il terzo si inculava il padre, io allora dissi che potevo anche andarmene e che loro potevano finire con calma.Tornai a casa e andai a dormire, era quasi mattina quando Marzia venne svegliata da un’incubo, io la presi tra le braccia e le chiesi che cosa avesse sognato, lei mi raccontò che nel sogno io la lasciavo perché non volevo più saperne di lei e lei si gettava sotto il treno, la rassicurai non l’avrei mai lasciata, poi le raccontai quello che era successo in casa dei suoi mentre lei dormiva.Lei disse di amarmi e io mi accorsi in quel momento che anch’io tenevo a lei, l’avrei portata dal medico per assicurarmi che stesse bene, telefonai al ginecologo e presi appuntamento per il pomeriggio.Quando entrammo non c’erano altri pazienti, come l’altra volta Marzia mi chiese di entrare con lei, il medico la riconobbe immediatamente, la fece spogliare e accomodare sul lettino e vide i segni sul suo corpo si eccitò, potevo vedere l’erezione anche attraverso il camice, cominciò la visita e come l’altra volta non fu per nulla delicato nell’introdurre strumenti o dita negli orifizi di Marzia e godeva a sentirla lamentarsi, anche io ero eccitato mi piaceva vedere Marzia che soffriva anche se non ero io a provocarle dolore, mi bastava essere presente per poterla consolare, il dottore questa volta fede dei commenti sui segni che c’erano sul corpo di Marzia, lei diventò tuta rossa e allora fui io a raccontare al dottore della violenza subita.Il medico mise ancora due dita nel culo di Marzia che lanciò un gridolino di dolore, allora lui mi chiamò e mi fece notare che intorno all’ano Marzia aveva delle piccole palline che mi disse lui erano emorroidi, e che provocavano un gran dolore durante la penetrazione e un grande bruciore sia durante che dopo l’inculata, malgrado le sue affermazioni non cessava di tenere le dita nell’ano di Marzia.A un cenno del dottore lo seguii in un’altra stanza dove senza mezze parole mi chiese se poteva farsi la mia ragazza, poiché era molto arrapato, io dissi di non avere nulla in contrario a patto che potessi partecipare.Tornammo da Marzia, il dottore si slacciò il camice e tutò fuori il cazzo dai pantaloni, Marzia mi guardò ma io le dissi che andava tutto bene, di fare quello che il medico le diceva, lui le mise il cazzo davanti alla bocca e le disse di succhiarlo, lei obbedì, dopo esserselo fatto pompare per bene lui si posizionò davanti al lettino, dove Marzia era ancora sdraiata con le gambe nei fermi che gliele tenevano spalancate, le introdusse due dita e mi fece notare come fosse già bagnata, prese il cazzo fra le mani e lo introdusse nella figa al posto delle dita mentre la scopava io mi facevo fare un pompino da Marzia quando fui pronto dissi al dottore di cambiare posizione allora lui si sdraiò sul tappeto, io aiutai Marzia ad alzarsi e la feci scendere a smorzacandela sul cazzo del medico, io mi misi dietro di lei, il dottore la prese per le spalle e se la fece aderire al petto, io spinsi il mio cazzo nell’ano di Marzia, che gridò di dolore, il dottore mi disse di non fermarmi, di andare fino in fondo un po’ di dolore non l’avrebbe ammazzata, ma avrebbe reso la scopata più eccitante almeno per noi.Sentivo il cazzo del medico che si muoveva nella figa di Marzia, separato dal mio solo da una sottile membrana venni quasi senza accorgermi e scaricai tutta la mia sborra nell’intestino della ragazza. Quando il dottore sentì che era prossimo a sborrare fece alzare Marzia e le disse che voleva venire nella sua bocca, lei allora prese il suo cazzo in bocca e lo pompò finchè lui venne nella sua bocca, lei mi guardò non sapendo cosa io volessi da lei, io allora le dissi di bere tutto e solo allora lei inghiottì la sborra.Alla fine ci rivestimmo salutammo il medico e tornammo a casa, durante il tragitto la tenni abbracciata a me e le dissi che ero molto contento di lei e che avremmo avuto molti momenti felici insieme.
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