-Buonasera- Rimasi sorpreso da quella voce che riportò la mia mente alla realtà. Come ogni sera, stavo portando il mio Gordon, uno splendido esemplare di alano arlecchino, a sgranchire le sue zampone al parco e coglievo quell’occasione per rilassarmi e far viaggiare la mia mente senza una meta precisa. -Buonasera- replicai a quel saluto senza rendermi conto a chi lo stavo facendo. – Sto facendo un sondaggio per una nota marca di prodotti alimentari, vorrebbe cortesemente darmi 5 minuti del suo tempo? In cambio possa darle un buono acquisto del valore di 25 € in beni alimentari.- Prima di rispondere la squadrai per bene. Era la classica ragazzina che vuole rendersi autonoma con piccoli lavori per sentirsi più grande della sua età. Ben fatta, anche se a prima vista non era una che si faceva notare. In particolare notai l’eleganza del suo tailleur e il bottone della camicietta che lasciava intravedere il reggiseno bianco. Probabilmente quelle domande le doveva rivolgere solo a uomini e quello scollo poteva aiutarla a ricevere risposte positive. -Certamente- le risposi, iniziando a pensare a come potevo far diventare interessante quell’incontro, -purchè siano veramente 5 minuti, tra un po’ è l’ora della pappa e Gordon non le permetterebbe di farmi ritardare!- Dicendo così, le indicai il mio cane che correva libero sul grande prato. – E’ bellissimo!- Mi disse, forse perchè le avevano insegnato di dire così. – I cani, soprattutto gli alani sono la mia passione. Quando vado in campagna da una mia amica gioco tutto il giorno con loro. Mi piacerebbe tanto averne uno ma purtroppo i miei non vogliono –- Ok signorina…- – Marzia – – Ok signorina Marzia, se vuole, finita l’intervista, la invito a casa mia a preparare la pappa a Gordon e così si potrà divertire un po’ – Buttai lì quella frase senza troppa convinzione, sicuro che la sua risposta sarebbe stata un no molto cortese adducendolo ad una scusa di un appuntamento di lavoro già fissato, e invece.. – magari!! Ma dice davvero sul serio? – Sinceramente non dicevo sul serio, ma a quel punto la frittata l’avevo fatta. – Certo, oltretutto tra un po’ è buoi e io devo proprio andare, se vuole ‘intervista la facciamo a casa – – La ringrazio sig….- – Marco, scusami non mi ero nemmeno presentato, ma non mi chiamare signore e dammi del tu, se vuoi – E così mi ritrovai in compagnia di una ragazzina poco più che maggiorenne che da intervistatrice era diventata dog sitter e che la sua maggiore aspirazione era quella di accudire al mio cane. – Boh? – pensai – certo che i giovani di oggi sono davvero strani !- Nel cammino verso casa cercai di scogliere un po’ il ghiaccio conversando del più e del meno, ma cercando di insistere sempre di più sulla sua vita privata. Seppi così che non era fidanzata, ma che aveva avuto già diversi ragazzi, ma continuava sempre ad insistere sulla sua grande passione per gli animali al punto che mi incuriosì in po’. Arrivati a casa, le mostrai dov’era il mangiare del cane e si mise subito a preparaglielo. Gordon è particolarmente sensibile al cibo e a chiunque glielo prepara manifesta la sua gioia scodinzolando e girandogli dintorno. E’ un cane docile e affettuoso e anche molto intelligente. Aveva subito capito che quella ragazza gli voleva bene. Infatti Marzia, mentre cuoceva la carne si era messa a giocare con lui e a carezzarlo a piene mani. Ci sapeva veramente fare e il mio Gordon si grogiolava fra le sue carezze. La serata andò avanti con una pizza surgelata per cena e dopo un paio di birre doppio malto ci buttammo sul divano a fare quattro chiacchere. Il volto di Marzia si era un po’ arrossato grazie all’effetto delle birre e decise di togliersi la giacca rimanendo con la camicietta bianca. Gordon come ci vide sul divano si avvicinò come faceva sempre, ma proma di distendersi ai nostri piedi venne a cercare altre carezze con il suo musone. Nel fare così scostò un po’ la gonna di Marzia lasciando scoperte le sue gambe che non erano niente male. Lei non ci fece neanche caso e anzi, si portò il muso del cane fino al grembo e notai un brivido sul suo volto. Bevemmo una grappa per digerire la pizza surgelata e sprofondammo sul divano tentando di fare l’intervista, mentre Gordon si era steso a mo’ di tappeto ai nostri piedi. Gli occhi di Marzia si facevano sempre più languidi, quando notai che con il suo piede nudo (si era tolta il decoltè) stava accarezzando la pancia del cane che si lasciava massaggiare più che volentieri. Feci finta di nulla, ma ogni tanto davo uno sguardo in basso finchè vidi che le sue dita indugiavano sulla protuberanza di Gordon che sembra grassi e molto. Infatti lentamente iniziò ad eccitarsi e il suo pisellone stava facendo capolino dalla pelle con la cappella rossa. Incuriosito ed eccitato dalla situazione imprevista cercai di ricapitolare le idee e arrivare in fondo alla storia. – Mi sembra che a Gordon tu sia molto piaciuta – le dissi indifferentemente – E’ un cane molto affettuoso, quasi umano- – Oh sì- mi rispose con voce roca – e poi a me i cani fanno un certo effetto…- – Credo di capire, ma perchè non ti metti più comoda- Ormai si era scoperta e non poteva più tirarsi indietro (ammesso che avesse voluto tirarsi indietro). Si adagiò sul tappeto accanto al cane e ricominciò ad accarezzarlo, questa volta con le mani. Le sue mani scorrevano sul quel corpo muscoloso come carpendo ogni vibrazione dell’animale che manifestava il suo gradimento soprattutto quando si avvicinavano alla sua pancia. – A lui piace molto farsi accarezzare la pancia – le dissi incoraggiandola – Sì, è così per tutti i cani… e non solo – mi rispose. Ormai la situazione era sufficientemente calda, la sua gonna era praticamente arrivata all’inguine e le sue mutandine ormai a vista mostravano una chiazza bagnata proprio nel mezzo. La invitai a liberarsi della camicietta e della gonna, mantenendomi in disparte per non guastare il quadretto. in un attimo fu nuda accanto a Gordon con la sua testolona appoggiata sulle sue gambe e il naso che le puntava la fichetta incorniciata di giovane pelo. Senza tante remore e inibizioni Gordon tirò fuori la sua lingua larga come una mia mano e dette una bella lappata a quella passera in calore che produceva tanto liquido denso e profumato. Allora mi avvicinai a lei e la invita a prenderglielo in mano. Mi guardò ed in un attimo di ritorno alla realtà mi disse – come mi giudicherai, adesso?- – Io non ti giudico affatto,- le risposi -sarà più facile che ti giudichi Gordon e lui non può che giudicarti bene!- Questa mi battuta la rilassò ulteriormente e così si lasciò prendere la sua mano nella mia e la guidai sulla verga del cane invitandola ad aiutarla ad uscire dalla sua guaina. Con molta delicatezza prese a far scorrere lentamente la mano su e giù, mentre l’altra mano era sua fica in fiamme e si stava masturbando. – E’ la prima volta che faccio questo davanti ad un uomo- mi confessò -mi sento un po’ in imbarazzo- sinceramente non mi sembrava troppo imbarazzata, ma presi quella frase come una preghiera di incitamento. Non mi feci attendere e avvicinandomi alle sue spalle iniziai ad accarezzarle i seni incredibilmente sodi e acerbi per poi aiutarla a distendersi in maniera opposta a Gordon, in modo da avere il suo cazzo che ormai si mostrava in tutto il suo splendore, a portata di mano e contemporaneamente avvicinare la sua fica al muso del cane che come l’ebbe a portata di lingua non aspettò un secondo per iniziare a leccarla furiosamente come se ci dovesse scavare una buca. Marzia inizio a gemere senza ritegno, mentre continuava a maneggiare il bastone di carne. – Credo che tu debba ricambiare il favore – le dissi. Questa volta esitò, non voleva arrivare fin lì. Le sue esperienze si erano limitate a qualche sega e non voleva prenderlo in bocca. – eh no, bella! adesso sei in ballo e balliamo fino in fondo- così dicendo presi la sua testa e la spinsi verso la pancia del cane. Qui avvenne il fatto che cambiò radicalmente il senso della serata. La ragazza ebbe un gesto istintivo contro di me e alzò una mano come per colpirmi. Gordon se ne accorse e anche se era buono e docile, non permetteva a nessuno di farmi del male. Con un ringhio smise di leccare e spalanco la sua bocca proprio sulla fica della ragazza appoggiando minacciosamente i denti sulla sua carne, senza affondare ma con lo sguardo rivolto verso la poveretta che aveva aggredito il suo padrone come per dirle – fallo un’altra volta e ti apro la pancia – La ragazza capì subito la sua posizione di inferiorità e mi implorò di ordinare al cane di mollare la presa. – Cara ragazza , avresti dovuto pensarci prima, adesso sia Gordon che il suo padrone sono eccitatissimi e vogliono arrivare fino in fondo. D’altra parte non te l’ho chiesto io di fare quello che hai fatto finora, no?- Le dissi con voce ferma e decisa. Quella situazione mi eccitava ancora di più. Mi ritrovavo una ragazzina sotto la morsa delle fauci del mio alano con il suo uccello in mano che mi implorava pietà. Ma anche Gordon cominciava ad essere impaziente. dalla sua bocca aperta sul pube della ragazza iniziava a colare la bava che si mescolava agli umori della vittima. Il cane, concentrato sulla difesa del suo padrone stava perdendo la sua erezione e lentamente il suo cazzo si inguainava ritraendosi con Marzia che terrorizzata ancora lo teneva oin mano. -E’ ora che tu lo tranquillizzi e che tu dia soddisfazione alla bestiola, no?- le dissi con un sorriso un po’ beffardo e lentamente avvicinai il suo volto al cane ripetendo l’operazione di prima. Ma questa volta non fu interrotta dalla sua reazione e nonostante la riluttanza appoggiò le labbra al cazzo di Gordon ricominciando a masturbarlo delicatamente aspettando che uscisse fuori. – avanti pupa, non puoi stare lì ad aspettare, leccalo ora.- – Ma ci sono i peli!!- mi guardò implorante – Non ti ho detto io di smettere quando era tutto fuori, adesso se vuoi che la tua fichetta rimanga attaccata alla tua pancina devi tirare fuori la lingua e darti da fare!- Con riluttanza e ben consapevole di non avere alternative, obbedì ai miei ordini e si prodigò a leccare l’asta pelosa che però non esitò ad riuscire di nuovo fuori mostrandosi in tutto il suo splendore. Gordon si rilassò di nuovo e mollò la presa permettendo anche alla ragazza di tranquillizzarsi, se così si può dire. L’uccello dell’alano aveva ormai preso la sua forma definitiva e la lingua di Marzia faticava non poco a leccarlo tutto, mostrandomi con gli occhi, quando poteva , tutta la sua rabbia e il suo disgusto. -Adesso è arrivato il momento di prenderlo tutto in bocca, mia cara- Mi piaceva darle questi ordini, scoprendo in me un lato sadico da dominatore che era sempre stato nascosto. Afferrai il bastone di Gordon e spinsi la sua testa in avanti. Senza troppe reazioni spalancò la bocca e si lasciò penetrare da quella verga bollente di dimensioni bestiali che già rilasciava dal buchino gocce di liquido spermatico. Il suo volto si deformò nello sforzo e dallo stomaco alcuni conati di vomito furono trattenuti a fatica. Nel frattempo, senza perdermi per un attimo la scena, mi spogliai e le misi il mio cazzo sulla mano libera. Penso che avrebbe voluto uccidermi in quel momento. – Sei un mostro – ebbe tempo di dirmi in un momento che le era uscito il cazzo del cane di bocca. – sei una piccola troia e ti sto dando quello che più ti piace, perchè ti lamenti?- Le risposi ridendo – e adesso viene il bello!- Le avvicinai il mio cazzo al volto e la invitai a farmi lo stesso trattamento che stava facendo a Gordon. In dimensioni, non potevo certamente competere con lui anche se anche il mio uccello era discreto. Forse contenta dello scambio mollò quello del cane e prese il mio. Si sentiva che non era troppo esperta, ma la sua bocca era caldissima e le sue labbra morbide come un cuscino di piume. Cambiò posizione, allontanandosi dal cane, per dedicarsi al mio uccello. Nel suo pensiero c’era solo di finire alla svelta quella brutta avventura di cui poteva rammaricarsi solo con se stessa. Per permetterle di lavorare meglio mi misi a sedere sul divano in modo da darle la possibilità di leccarmi bene anche i coglioni e il buco del culo. Gordon nel frattempo si era alzato e dopo aver silenziosamente studiato la situazione, si avvicinò dietro di lei e dopo averla annusata le saltò sopra cercando di penetrarla. La ragazza avrebbe voluto cacciare un grido, ma aveva la bocca piena del mio uccello, tentò di divincolarsi ma la immobilizzai tenendola per le braccia. Intanto il cane iniziò a scopare l’aria nel tentativo di infilarle il cazzo in fica, cosa che gli riuscì quasi subito, facendo gemere di dolore la poveretta. – Basta, basta, ti prego!!- iniziò a gridare implorante. – Non è a me che devi dirlo, ma a lui . le risposi meravigliandomi sempre più del mio sarcasmo. – a questo punto, se posso darti un consiglio, esaudisci le nostre voglie prima possibile, se ti riesce, e poi potrai andartene- Poteva sembrare cinico, ma il consiglio era giusto e anche lei lo capì. Con le lacrime agli occhi riprese il mio uccello in bocca cercando di non pensare che quello che le stava squassando la fica non era un uomo ma una bestia di 50 kg. La scena era esagerata, il mio cervello era andato in tilt,mi sentivo ormai prossimo a venire, la presi per i capelli e la spinsi contro di me. – bevi ora!- le gridai e un getto di sperma le si stampò sul palato seguito da un altro e un altro ancora. Non voleva inghiottire, sentivo il liquido viscido che si mescolava alla sua saliva impiastricciandomi tutto il cazzo, ma la tenni in quella posizione finchè, affranta iniziò istintivamente a deglutire inghiottendo fino all’ultima goccia. Gordon intanto continuava a martellarla da dietro e io quasi invidioso della sua resistenza, potei notare che anche Marzia, nonostante la forzatura era venuta abbondantemente, ma il mio Gordon resisteva. La ragazza cominciava a dare segni di sfinimento, d’altra parte non è facile tenere a bada una bestia di quella stazza sulle spalle per molto tempo. Allora lo staccai da lei che quasi mi ringraziò, poi le appoggiai le spalle al divano e feci salire il cane con le zampe davanti sul divano stesso in modo che avesse la faccia proprio all’altezza del batacchio che era diventato enorme e gocciolante. Come un automa aprì la bocca e lasciò che Gordon iniziasse a scoparla così, fino a quando le sue gambe non iniziarono a fremere e cominciò a eruttare sperma in gola alla ragazza che non potendo evitare ricevette tutto in bocca, lasciandoselo poi colare sul mento, sul seno, fino a formare una pozzanghera sulla sua pancia. Il cane finito il suo lavoro si voltò verso il volto di Marzia e come da sua abitudine la leccò per ripulirle il viso e la bocca. Io per completare l’opera, presi il bicchierino della grappa che era sul tavolino, raccolsi lo sperma del cane dalla sua pancia e glielo appoggiai alle labbra che si dischiusero e accolsero il nettare canino senza reagire. Poi la portai in bagno dove si lavò, si rivestì e se ne andò senza una parola ancora inconsapevole se era stata violentata o se aveva voluto lei quell’esperienza
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