Voglio raccontarvi una storia realmente accaduta più di 30 anni fa.Mara non era veramente sua nipote ma la cuginetta appena diciottenne di Miriam, una insegnante elementare sua coetanea di 35 anni, con la quale faceva sesso quando capitava; non erano fidanzati ma amici, affettuosi amici, e si frequentavano perché stavano bene insieme; era una relazione tranquilla e non impegnativa nella quale tutti e due trovavano il loro vantaggio.Miriam era una donna intelligente; non si faceva illusioni sul suo futuro di zitella, sebbene fosse una donna dolce e piacente, ma non aveva rinunciato ai piaceri del sesso e si accontentava di quello che Francesco le offriva; non lo opprimeva con richieste di future promesse matrimoniali, lo faceva sentire libero e non debitore verso di lei e Francesco, rappresentante di abbigliamento spesso assente per lavoro, la ricambiava lasciandola libera delle sue azioni, di prendere altrove il suo piacere se le fosse capitato, così come faceva lui; non era geloso perché in realtà non gliene fregava niente pur volendole bene, ma forse proprio per questo non gli dispiaceva se Miriam frequentava altri uomini; sperava che lei trovasse qualcosa di meglio e più di quanto era disposto ad offrirle lui. E glielo diceva.In seguito spesso pensò di aver commesso un errore nel non aver saputo valutare meglio Miriam; i successivi, deludenti e dolorosi incontri finiti male lo convinsero che sarebbe stata la migliore delle mogli, dolce ed affettuosa com’era.Era uno scapolo di 35 anni abbastanza piacente, che le donne guardavano con simpatia e diffidenza insieme; dicevano che era un farfallone, ma allo stesso tempo lo giudicavano anche maturo per una prossima ed eventuale caduta nella trappola del matrimonio, e un po’ tutte le sue amiche, più o meno apertamente, ci provavano con lui.Ci provò anche Paola, la sorella di Miriam, di due anni più giovane e un po’ più carina, che un pomeriggio gli capitò in casa con una scusa: “pensavo di trovare mia sorella”, disse; la fece accomodare in cucina e le offerse un caffè e da come si svolse la conversazione, dai sorrisi che lei dispensava e dal continuo e rivelante accavallamento di gambe Francesco capì che era pronta per essere colta.La condusse in camera da letto – Paola si schernì un po’ , tanto per la forma – la spogliò e le accarezzò a lungo la schiena e le natiche, insistendo su queste e tra queste, quasi a volerle trasmettere le sue intenzioni che non parvero spiacere a Paola; gravando sulla schiena di lei la prese a lungo davanti e sentendo vicino l’orgasmo di lei, cambiò porta, continuò masturbandola con la mano e, mentre lei godeva, la sodomizzò.Quell’episodio gli confermò che il sesso a 35 anni, oltre al piacere finale, poteva offrire ancora le emozioni e i turbamenti dei 18 anni; dipendeva da situazioni al di fuori della norma e la potente erezione, che era seguita a quell’eccitazione nuova, lo convinse che più del variare la donna con cui fare l’amore non era estraneo il fatto che Paola fosse la sorella di Miriam; avevano contribuito molto il tradimento, la slealtà, il senso del quasi proibito; si sentì un po’ in colpa verso Miriam ma poi pensò che se non si era fatta scrupoli Paola nel tradire la sorella non c’erano motivi validi per farsene lui.A Miriam voleva bene ma non ne era innamorato, gli stava bene quel tipo di rapporto senza scosse, come succede ad una coppia che sta insieme da tempo, piacevole ma senza esaltazione. Spesso Francesco si sorprendeva a pensare a quanto la vita sarebbe stata più semplice e vivibile se con tutte le sue amiche, o meglio se in genere tra amici maschi e femmine, ci fosse stato questo scambio di affettuosità e di sesso; così come ci si scambiano gli inviti a cena, al cinema, favori vari ed anche prestiti di libri o soldi, perché no gli inviti al letto? ci si saluta con strette di mano, perché no con strette di altro? perché non fare l’amore con una amica piuttosto che dover convincere e non sempre con successo una estranea? non dovrebbe l’amicizia favorire questo tipo di rapporti senza complicarsi la vita con coinvolgimenti sentimentali? solo il sesso? Certo spesso succede anche questo ma non è la norma.Sciocchezze, utopie! si diceva poi sorridendo tra se; intanto, se così fosse, il mondo sarebbe un unico enorme casino e poi ci vorrebbero una società ed una umanità più intelligenti, non guastate dall’educazione, dalle cosiddette conquiste sociali, dal progresso e dalla civiltà o almeno non frenate da idee in contrasto con gli istinti naturali sia degli uomini che delle donne; dicono che gli uomini hanno in testa “solo quello”, perché le donne che hanno in testa?Facevano d’estate gite domenicali al mare o in montagna, da soli ma più spesso in comitiva con altri amici; l’indomani, una domenica di luglio, sarebbero andati al mare con Marco, sua moglie, i due bambini, il cane, il gommone e la barchetta a vela caricati sul tetto della vettura di Marco e vettovaglie a base di polli arrosto, melanzane ripiene, frutta, bibite e vino.Il sabato sera Miriam gli fa: “Ti dispiace se domani viene con noi una mia cuginetta? Mia zia mi ha chiesto di portarla con me, non ti darà fastidio”.“Perché dovrebbe dispiacermi, ci sono due posti liberi in macchina, non debbo portarla in braccio; quanti anni ha?”“E’ una ragazzina, diciotto anni.”Speriamo non rompa troppo le scatole, si augurò Francesco.Alle nove del giorno dopo Francesco passa a prelevare Miriam a casa di lei e da lì a prendere Mara, la cuginetta; la mamma di questa, una bella e ancor giovane donna matronale sul tipo della casalinga con l’aria onesta della mamma di famiglia.Mara, gli riempì il portabagagli con tegami di buona roba da mangiare, cucinata da lei la mattina presto, con cui si sarebbe potuto sfamare un orfanotrofio; si disse felicissima di averlo conosciuto, gli fece le solite raccomandazioni di andare piano, di non rientrare troppo tardi; armati di ombrellone e sedie a sdraio, passarono da casa di Marco che, già con la vettura in moto, spazientito aspettava da 10 minuti che la moglie scendesse dopo un’ultima spazzolata ai capelli, che i bambini ed il cane avessero fatto pipì e, finalmente tutti a bordo, in tandem si diressero verso il mare.E durante il viaggio Mara, alta e un po’ pienotta ma ben fatta e proporzionata, che anni dopo sarebbe diventata come sua madre, con un vestitino a fiori scampanato e sandali bassi, viso tondeggiante da adolescente con due begli occhi neri sorridenti e pieni di malizia, nel complesso figurina piacente ma niente di eccezionale, cominciò a rompere le scatole; Francesco ed Miriam non potevano scambiare una frase che lei interveniva a mettere il suo granello di sale, con la petulanza caratteristica delle ragazzine della sua età quando vogliono far vedere di sapere tutto di tutto e dicono di tutto, ma solo per sottolineare che ci sono anche loro e non consentono che ci si dimentichi di questa importante presenza; Francesco cominciava ad innervosirsi ma taceva sorridendo per riguardo ad Miriam, che lo invitava con lo sguardo ad aver pazienza.A volte la zittiva oppure la sfotteva dicendole: “Ma lo sai che mi stai facendo riflettere? Mi stai aprendo nuovi orizzonti”;“dice davvero, signor Francesco? non mi prende in giro?”;“E come mi permetterei!? Sai tante cose tu e le dici così bene che sembri più grande dei tuoi 18 anni, almeno 21” rispondeva Francesco strizzando l’occhio ad Miriam;“davvero mi da 21 anni”“per come parli, si”. Mara non si accorgeva dello scherzo che finì comunque quando dopo mezz’ora arrivarono alla spiaggia.Scaricate le vetture, piantati gli ombrelloni, aperte le sdraie venne il momento di mettersi in tenuta da mare ed ecco dalla crisalide sbocciare la farfalla; l’insignificante ragazzina, tolto il vestitino scampanato e restando in bikini, si rivelò una piacevole e conturbante sorpresa; quel vestitino non le rendeva giustizia e le due gambe da concorso, il seno ed il suo posteriore erano di una donna e facevano dimenticare i suoi diciotto anni.Francesco, a bocca aperta e quasi senza fiato, la guardò ammirato e la troietta se ne accorse:“Mi trova bella?” gli chiese, sorridendo e facendo una giravolta;“Beh! Non sei male”, minimizzò lui, che sentiva il sangue scorrergli veloce e pensava a tutto quello che sarebbe stato possibile fare con tutto quel che Mara mostrava.E per quanto a volte in vettura fosse stato brusco con lei, Mara non sembrava essersela presa, anzi gli gironzolava sempre intorno, gli sedeva vicino sotto l’ombrellone e non perdeva occasione per stare proprio a contatto fisico con lui, di cercarlo soprattutto giocando in acqua durante i numerosi bagni: “apri le gambe che nuotando sott’acqua ci passo in mezzo”, non perdendo l’occasione di strusciarsi con i fianchi e le natiche contro l’alto delle gambe di lui e “ora vediamo se sei capace di farlo tu” ed era ancora lei a stringere impercettibilmente le cosce per farsi strusciare ed ancora “ti monto sulle spalle e mi tuffo” e montandogli sulle spalle era uno strusciarsi ancor più evidente, a volte imbarazzante ma che a Francesco poi non dispiaceva più di tanto, visto che accettava il gioco, imbarazzo camuffato dal gioco, al quale credeva solo chi voleva crederci.Per far cessare lo “sconcio” e un po’ per restare sola con lui Miriam fa:“ Ci facciamo un giro sul gommone, Francesco?”“Certo, andiamo!” dice Francesco, prendendo il gommone di Marco;“Vengo anch’io” urla la peste e cosi Mara monta con loro.Miriam fa la faccia cupa e sbuffa.Miriam e Francesco siedono uno di fronte all’altra nel piccolo gommone ed in mezzo, tra le loro gambe allargate con le spalle rivolte a Francesco, Mara che prende a remare; per remare meglio si spinge più indietro, poggiando il fondo schiena contro il basso ventre di Francesco… per avere un punto fermo d’appoggio su cui fare leva.A questo punto Miriam si incazza sul serio e le dice che è veramente una rompi coglioni e che mai più l’avrebbe portata con lei, zia o non zia, cugina o non cugina, che è una stronzetta che non capisce un cazzo, indiscreta ed invadente e per di più cretina.La stronzetta non fa una piega e continua a remare, allontanandosi dalla spiaggia di almeno 150 metri. Francesco, già eccitato, per evitare altre storie dice:“Sto scomodo così, sto troppo stretto”; puntellandosi con le mani sui bordi del gommone si solleva e siede sul bordo alle sue spalle, un po’ per calmare Miriam e un po’ per lasciare più spazio a Mara per la sua pagaiata; ma Mara ha sempre bisogno del suo punto d’appoggio e si fa ancora indietro, fino a toccare con la schiena il basso ventre di Francesco che, tra una remata e l’altra, comincia ad assumere proporzioni vistose e che eccedono la norma. Non è possibile che Mara non si sia accorta del gonfiore e sembra anzi accentuare la pressione ed i movimenti laterali della schiena mentre rema.Francesco non si domina più e, in un momento di lucida follia Mara, scosta dall’alto verso il basso lo slip da bagno denudando la bestia bollente, dura e pulsante e gliela appoggia contro la schiena; il movimento di Mara non solo non si ferma ma sembra ancor più deciso e appoggiato; Francesco smarrisce il dominio di se stesso ed il risultato è una repentina e violenta manifestazione del suo piacere, che le sarebbe finita sulla schiena se non si fosse precipitosamente rovesciato in mare a completare nell’acqua quell’inaspettato e sconvolgente godimento, fornendo abbondante alimento ai piccoli pesci presenti nelle vicinanze.“ Io rientro a nuoto ”, gridò con voce roca alle due ragazze, “continuate voi”.Si diresse verso riva nuotando lentamente per darsi il tempo di ritornare normale e sentiva Miriam inveire ancora contro Mara.Il resto della giornata trascorse a mangiare, a sonnecchiare sotto l’ombrellone, a prendere il sole e a calmare Miriam che non si dava pace; non che si fosse accorta di qualcosa, la sagoma di Mara le aveva nascosto ( ma forse l’aveva intuita ) l’eccitazione di Francesco, ma non riusciva a smettere di mormorare: “Sta stronzetta! che rompicoglioni! è l’ultima volta che la porto con me.” e Francesco: “ma dai calmati! in fondo è solo una ragazzina, forse curiosa e che ha fretta di crescere, vuole giocare a fare l’adulta, sarà capitato anche a te alla sua età” e Miriam ancora più incazzata “si, difendila pure; con me ha chiuso, e se continui chiudo anche con te”.Gli convenne vigliaccamente tacere e si limitò a cingerle le spalle e a baciarla sulla guancia.Intanto Mara continuava la sua maliziosa e forse inconscia seduzione con Francesco; aveva un grosso dilemma; in macchina gli dava del lei e durante i giochi in acqua il tu:“ non so come fare, se ti do del tu mi sembra di prendermi troppa confidenza con te, se le do il lei sembra che la voglia tenere la distanza; è un bel problema! ““Chiamami zio Francesco e dammi del tu, così come lo dai ai tuoi zii” le rispose Francesco, che da quel momento per Mara fu “zio Francesco”.“Continua a stuzzicare, piccola troietta, e vedrai che ti combina lo zio Francesco!” pensava intanto tra se e se.Ragazzina curiosa, aveva detto a Miriam, e pensava che non poteva essere altro se non la curiosità a spingere Mara a fare quel tipo di manovre; spesso le cose vietate sono quelle che più incuriosiscono e a voler approfondire la conoscenza delle stesse.Di certo non era sessualmente matura, forse provava qualche turbamento, le prudeva e si accarezzava in bagno o la notte a letto, forse senza raggiungere l’orgasmo; probabilmente aveva parlato con amiche più grandi che le avevano acceso la fantasia, ma le descrizioni non le bastavano e voleva vedere con i suoi occhi e da vicino, toccare con mano.“Ma non dovrei essere io, uomo adulto ed esperto, a saper dominare la situazione e a non lasciarmi coinvolgere in queste storie da una diciottenne?” si chiedeva Francesco “ non dovrei piuttosto redarguirla e dirle che certe cose alla sua età non si fanno e che c’è un tempo per tutto? riuscirò a convincerla che sbaglia o si incaponirà di più? e poi non sono un prete né suo padre; lei mi vede come l’amico quasi fidanzato di sua cugina e per questo pensa di potersi prendere delle confidenze, come se l’andare a letto con sua cugina desse un diritto su di me anche a lei. Mi vede come un uomo adulto e forse la mia maggiore età le dà più affidamento di un suo coetaneo, che magari poi andrebbe in giro a vantarsene con i suoi amici; comunque mi ha scelto per fare queste cose, per fare queste esperienze, vuole vedere come è fatto un cazzo ed è lei che mi cerca e mi stuzzica; se io le dico no cosa ottengo? che mi sta a sentire? pensa tu! finirà per odiarmi perché si sentirà offesa dal mio rifiuto e si rivolgerà a qualcun altro che magari non si pone tanti problemi e se la fotte; allora, cazzo, se deve finire fottuta da un altro per la sua testarda curiosità meglio che me la fotto io.”C’erano due voci che litigavano nella sua testa; una gli diceva: “lascia che sia un altro ad iniziarla e a portarsi dietro il rimorso, non assumerti questa responsabilità, non gravarti la coscienza; le donne non ti mancano, che te ne frega di una fottuta in più o in meno?”, e la seconda voce che ribatteva: “forse se lo fai tu avrai la coscienza un pò pesante ma potresti anche salvarla da qualcuno che se ne approfitterebbe troppo, che potrebbe anche ricattarla per fottersela quando e quanto vuole e magari la prostituisce pure; e poi non capita a tutti nella vita di vivere una storia del genere, iniziare una ragazzina e comunque l’eventuale rimorso – ma poi non la stai uccidendo, no? le stai dando quello che lei stessa chiede, non la stai violentando con la forza, non le stai tendendo un agguato per sorprenderla come una vittima ignara e indifesa, non è uno stupro – sarebbe ampiamente bilanciato dal piacere e dall’emozione che proverai”.Aveva un bel catechizzarsi ma nei giorni che seguirono, ripensando spesso a quella domenica al mare, il ricordo lo eccitava sempre.La famiglia di Mara per le vacanze di agosto aveva preso la casa al mare e per il ferragosto erano stati invitati da sua zia, gli disse Miriam, e loro andarono; furono accolti come due principi, trascorsero una favolosa giornata di sole e di mare e a pranzo mangiarono di gusto; Mara per quanto affettuosa e petulante come sempre si comportò come se mai nulla fosse successo.“Che abbia già trovato modo di soddisfare la sua curiosità? o la strigliata di Miriam ha fatto effetto? Mah!” rimuginava Francesco un po’ perplesso.La sera, al momento di partire per rientrare in città, Francesco chiese a Mara se poteva prendere dei fumetti di Diabolik che aveva visto su un tavolino, Mara disse di si ma gli raccomandò di non perderli perché non erano suoi e a fine agosto, al rientro dalle vacanze, glieli avrebbe richiesti per restituirli. Infatti un pomeriggio della prima settimana di settembre gli telefonò:“Ciao zio, sono Mara, potresti riportarmi quei fumetti per cortesia?”“oh! ciao Liuccia, te li porto subito, stavo appunto per uscire di casa; va bene per te se vengo ora? ”“si, benissimo, ti aspetto, ciao ”“ciao, a subito.” Apri la porta che il trillo del campanello ancora risuonava; forse l’aveva visto arrivare guardando dalla finestra. Si salutarono con un bacio sulle guance; era abbronzantissima.“Accomodati che parliamo un po’”“solo pochi minuti, giusto il tempo per salutare tua madre”“mamma è uscita ed è andata a far visita ad una sua amica, ma tu entra lo stesso”“ sei sola? ”“ si ma tra poco dovrebbe rientrare mio fratello ”.Troppo forte era la tentazione e troppo bella l’occasione, non ci pensò due volte ed entrò. Segui Mara in sala da pranzo; posò i fumetti sul tavolo, vi si appoggiò restando in piedi e la guardò:“Bella la tua abbronzatura”, le disse,“ sei stata sempre al sole vedo; ti sei divertita? Come hai trascorso le vacanze? Raccontami”“Casa e spiaggia, spiaggia e casa, nulla di eccezionale; ah si! sai che mi è successo?”“no, dimmi”“ero sulla spiaggia con una mia amichetta, erano quasi le due del pomeriggio ed aspettavo che mamma chiamasse per dire che era pronto da mangiare; la spiaggia era deserta a quell’ora e c’era solo un ragazzo steso sulla sabbia che ci guardava; ad un tratto abbassa il costume da bagno, resta scoperto e ce lo fa vedere; era eccitato ed era molto grosso”“cosa vi ha fatto vedere e cosa era molto grosso?”, fa Francesco fingendo di non capire“il coso”;“che coso?”“dai che hai capito”.Francesco si chiese se non era un modo per dirgli che si era accorta di quanto era successo sul gommone, durante quella gita al mare, ma anche se le era successo veramente quanto raccontava e per il solo fatto che lei gliene parlasse lo mise in uno stato di forte eccitazione; se lo sentiva crescere rapidamente nei pantaloni e non resistette più:“scommetto che vuoi vedere il mio?”“il tuo cosa?” fa a sua volta Mara, falsamente ingenua;“il mio coso”Mara si dovette dire che finalmente c’era, esitò un attimo poi, un po’ sognante, sussurrò:“si ”“aprimi la patta e cercalo tu stessa”.Gli si avvicinò passandogli il braccio sinistro intorno al collo e si appoggio contro il suo fianco, mentre Francesco le passò il braccio destro intorno alla vita, stringendola di più a sé; gli era diventato durissimo e l’esitante mano di Mara che lo cercava maldestramente aumentò la sua eccitazione; lo trovò, lo estrasse e si mise a guardarlo curiosa e affascinata, avida di sapere senza perderne un solo dettaglio; la bestia calda e viva pulsava aritmicamente nella manina che la stringeva; da sola tirò in giù la pelle mettendo a nudo il glande, sentiva che bruciava nella sua mano e Francesco vi aggiungeva le contrazioni che la facevano pulsare, trasmettendole sensazioni nuove.“Hai voglia di masturbarmi!” le disse.“Non so come si fa” risposeVedendola esitante le insegnò come fare, guidandola inizialmente stabilendo la pressione della stretta e il ritmo, poi la lasciò continuare da sola. Mara vi si applicò con entusiasmo, mentre la mano di Francesco, che le accarezzava il culo, andò sotto al vestitino, le accarezzò le cosce e per un lungo momento il sesso; poi si insinuò sotto l’orlo delle mutandine iniziando a massaggiarle la calda pelle delle natiche sode e piene e, premendo su queste, la attrasse maggiormente contro di lui, baciandole e leccandole il collo; disse a Mara di accelerare e dopo un po’ le piantò il dito nel buco, mentre cominciava a godere spargendo con copiosi e lunghi getti il suo piacere sul pavimento.Mara aveva assistito attenta e piena di meraviglia a quel fenomeno zampillante, nuovo per lei; forse non si era nemmeno resa conto del dito che le aveva violato lo sfintere.Francesco le disse di pulire il pavimento prima che arrivasse la mamma e, avendo ora fretta di andarsene, la salutò, si baciarono promettendosi di rivedersi, ed usci.Non riusciva ancora a crederci; gli era veramente successo? quanto più sembra che la vita sia noiosa tanto più succede qualcosa che la vivacizza.
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