Si erano sentiti telefonicamente molte volte ogni giorno; Susy era impaziente ed ogni volta chiedeva a Claudio insistentemente, come se la sua mente ormai fosse bloccata su quel pensiero, mentre Claudio le ripeteva: “per la tua “prima volta” con una donna, voglio una speciale per te!”. E finalmente, qualche giorno dopo, la chiamò: “è appena tornata dalla Scozia, si chiama Lorena, ha un anno più di te, se vuoi venire nel mio studio oggi, lei ci sarà. Io penso che vi piacerete, ma ovviamente l’incontro è senza impegno! E’ una donna straordinaria, vedrai, anche se è esclusivamente lesbica! Oh, guarda che lei è d’accordo nel lasciarsi fotografare, spero che non sarai tu a fare storie!”. Così Susy, nel primo pomeriggio, si precipitò, col cuore in gola, allo studio di lui. Claudio le aprì, sorridente: “hai fatto le scale a piedi? Stai ansimando!”. “l’ascensore era occupato! Lorena è arrivata?”. “sì, è di sopra, in mansarda. Vieni!”. Il cuore le batteva forte, mentre saliva la ripida scala a chiocciola. Lei era in piedi, al termine della scala, non le dette che il tempo per un brevissimo sguardo e la baciò! Fu un bacio non certamente amichevole o di circostanza, lungo, sensuale, la loro lingue s’incontrarono subito, per dirsi quanto desiderio avevano l’una dell’altra! Avevano fretta di prendere piacere l’una dell’altra, Susy non fece in tempo a svestirsi del tutto e neppure a spogliarla completamente, dopo una carezza fugace, lei si chinò fra le sue gambe e, scostandole lateralmente gli slip (uscì in una rauca risatina, sentendoli già bagnati) prese a leccarla, prima tutt’intorno al sesso, poi sul clitoride e infine più profondamente. Poi avvicinò il seno alla figa aperta e la masturbò a lungo col capezzolo durissimo! Susy era già vicina all’orgasmo, lei lo capì dal suo ansimare, dalle grida e dai gemiti, dai sussulti scomposti, ogni volta che il capezzolo la penetrava più profondamente: “voglio che tu impari a distinguere come sa usare il cazzo in maniera diversa, una donna!”. Le disse, mentre con un guizzo afferrava dalla borsetta un fallo di lattice. La fece appoggiare al davanzale della finestra della mansarda e, dopo essersi inginocchiata dietro di lei, lo introdusse con dolcezza, facendolo girare intorno alle pareti della vagina. Susy esplose in un grido ed un gemito lunghissimi, mentre l’orgasmo la sconvolgeva. Appena Lorena ebbe estratto il fallo dalla sua vagina, ancora in preda agli ultimi sussulti dell’orgasmo, prese ad accarezzare quei seni durissimi ed i capezzoli che tanto piacere le avevano provocato. Lorena si sottrasse alle carezze scelse dalla borsetta uno strano fallo a forma di vite e sorridendole con complicità: “questo è molto adatto per farlo entrare nel culo, però bagnalo di saliva, prima!”. Susy eseguì immediatamente le istruzioni ricevute e si chinò a leccarle la fica con grande passione mentre ,contemporaneamente le avvitava nell’ano quello strano fallo. Per lei si trattò di un’esperienza incredibile! Aveva vissuto, come ogni donna, i propri orgasmi con naturalezza, senza posarci più di tanto il pensiero. Adesso il percepire le contrazioni della vagina di lei, il sentire il flusso crescente di quegli umori, attenta ad ogni sussulto, pronta a succhiare tutto il succo dell’orgasmo, non appena fosse sgorgato la stava eccitando in un modo del tutto nuovo, completamente diverso da quando si era trovata ad aspettare lo sgorgare dello sperma. Fu inebriata da quel sapore, da quell’odore e vi tuffò il viso, per imprimersi il ricordo nella mente! Claudio, che, fino ad a quel momento, si era limitato a scattare le foto, mimetizzando il più possibile la propria presenza con l’arredamento, evidentemente su di giri per lo spettacolo altamente eccitante delle due ragazze, a quel punto ruppe il silenzio, alquanto maldestramente: “non vi andrebbe di far felice anche me?”. Lorena gli sorrise con un certo compatimento: “lo sai bene che i maschietti non mi piacciono!”. Susy fu urtata da quel suo atteggiamento, che le sembrò, in qualche modo, di possesso o, quantomeno, come di richiesta di un compenso dovuto. Fu dura, nella risposta, più nel tono che nelle parole: “non crederti che io abbia sempre voglia di te!”. Claudio assunse l’aria contrariata del bambino viziato a cui è stato negato il giocattolo, ma non ebbe il coraggio di replicare. Aveva troppa paura di contrariarla! Lorena lasciò la stanza, con un bacetto per entrambi: “trovo la porta da sola! Vi lascio liberi di litigare!”. Il rumore della porta che si chiudeva alle sue spalle, li sorprese a guardarsi in faccia, confrontandosi. Ma Claudio era già rassegnato a perdere quella partita! Susy si rivestì in fretta: “chiamami, domani, se ti va!”. E così avvenne. “Non ho molto tempo, lavare, stirare e l’estetista, se vuoi puoi venire a casa mia verso le 14”. Claudio le diede uno squillo, con 5 minuti d’anticipo, lei gli aprì la porta. “Carina, la tua casa!” Interruppe le sue frasi banali di circostanza: “cos’avevi da dirmi?”. Il tono era ancora così duro che lei stessa se ne meravigliò e senti il bisogno di scusarsi: “una giornata storta!” commentò. Claudio sedette e tutto d’un fiato le disse di essere completamente soggiogato da lei, dalla sua sfrontata sensualità, dalla sua assenza di tabù e conformismi. “Sono ridotto che in qualsiasi momento della giornata, desidero soltanto fare sesso con te!”. Solo allora Susy si addolcì e gli sorrise. “anch’io, quando penso a te, desidero farti godere! Ma, ormai dovresti averlo capito che non sono tanto normale!”. Lui la guardava e l’ascoltava, completamente soggiogato, mentre lei s’inginocchiava davanti a lui e si spogliava: “vuoi fare un accordo con me? Io non ti dirò mai di no, ogni volta che tu vorrai che io ti dia piacere e tu, in cambio, mi asseconderai nel procurarmi gli uomini e le donne che mi piaceranno! Col tuo lavoro, conoscerai un sacco di modelli e modelle e farai in modo che io possa sfogare tutte le mie voglie!”. Annuì. “parola? Posso fidarmi?”. Annuì di nuovo mentre lei lo spogliava e, presogli il cazzo in mano: “adesso godi e ricordati che hai promesso!”. Si bagnò le mani di saliva, prima di cominciare a giocare col suo cazzo, strusciandoselo sul seno o accarezzandosi lei stessa quando non lo teneva a due mani. Per un attimo sembrò che la voglia di sentirselo in bocca la prendesse, ma dopo averlo leccato in punta, riprese a menarlo a due mani, cercando il suo orgasmo. E Claudio venne fra le sue mani che lei si leccò accuratamente: “adoro il sapore del tuo sperma!” “Adesso, vattene che devo lavarmi e poi correre dall’estetista, altrimenti ti faccio fare brutta figura con i bei maschi a cui mi presenterai!”. Rideva, felice e spudorata, mentre lo aiutava a rivestirsi e lo accompagnava alla porta. “A domani; vengo in studio, nell’intervallo del pranzo; tu prepara tutte le foto di bei ragazzi che hai, ah, anche le ragazze!”. E lo baciò in bocca!

