Alberto mi piaceva, avevo pensato a lui a lungo, quel suo modo di fare così sicuro mi intrigava da morire, oltretutto era un uomo colto e raffinato, qualsiasi donna ne sarebbe rimasta affascinata. Eugenio, il mio uomo, aveva capito la situazione, dopo le due serate passate con lui, aveva iniziato a guardarmi con occhi diversi, avevamo fatto sesso nei giorni successivi e tra noi le cose avevano preso una strana piega.Avevo l’impressione che Eugenio fosse orgoglioso del desiderio che il professore dimostrava nei miei confronti, era sicuramente un meccanismo contorto ma reale.La conferma me la diede proprio lui, cominciò a spogliarmi in modo violento, non era mai stato così istintivo, mi strappò gli slip, mi spinse verso il muro, mi stava addosso in modo nuovo, faceva domande incalzanti, ossessive:- “Ti è piaciuto, ti sei bagnata come una troia, ti sei fatta fare quello che voleva, adesso la paghi, mi sembra giusto…”- “Mi ha costretta, aveva il tuo permesso e ne ha approfittato”- “Lui aveva il permesso di sottometterti, ma tu non avevi il permesso di goderne, la verità è che sei una troia, ti piace Alberto e ti piace essere la sua schiava in prestito, meriti una lezione”.Mi trovavo in una situazione assurda, Eugenio era diventato violento, eccessivo come non era mai stato, approfittava di me con la scusa di farmela pagare, il nostro rapporto “schiava-padrone” diventò in pochi giorni un vero rapporto sado-maso. Acquistò al sexy shop alcuni gadget, ne vidi solo alcuni, collare con guinzaglio, una nuova frusta e alcuni cunei di varie dimensioni, si procurò anche alcune corde di varie lunghezze. Una sera, mi disse con solennità che doveva parlarmi, che aveva fissato alcune regole che dovevo rispettare e che ero libera di scegliere se accettare o meno, ma che se non fossi stata d’accordo, non avrei più rivisto il professore. Che tranello! Sapeva benissimo che volevo rivederlo, quindi finsi di riflettere sulla proposta e diedi il mio benestare.* “Bene amore mio, sono contento, siediti e ascolta bene, da oggi le cose cambieranno, tutte le sere mi aspetterai inginocchiata dietro la porta d’ingresso, porterai il cuneo nel culo per almeno due ore, lo voglio comodo anch’io, guarderai la televisione o farai qualsiasi altra cosa con le corde strette intorno al tuo bel corpicino, starai nella mia “morsa” giornalmente, subirai un giorno si e uno no, un bel clistere punitivo, verrai frustata ad ogni mancanza, sarai sempre ben depilata, niente mutandine quando sei con me, ne in casa ne fuori, devi chiedermi il permesso per fare i tuoi bisogni fisiologici, è severamente vietata la masturbazione, se scopro che ti sei fatta un ditalino riceverai una punizione supplementare, sono libero di aggiungere regole nuove senza avvisarti, quando andrai fuori per lavoro, indosserai una cintura di castità che ho ordinato, l’ho fatta fare su misura da un artigiano, è uno strumento fastidioso e doloroso, quindi ti consiglio di evitare impegni superflui, per il tuo bene. Alberto ti avrà tutta per se solo due volte al mese, se vuole vederti di più, potrà farlo solo alla mia presenza, in entrambe le situazioni, obbedirai in silenzio a tutti i suoi desideri”. Stavo seduta sul divano con le mani sul volto, ero eccitata e spaventata, non lo avevo mai sentito tanto risoluto, mi sembrava una persona nuova, diversa, sapevo che non aspettava nessun commento e non ne feci, mi venne vicino mi baciò sulla bocca e andò a prendere la sua nuova attrezzatura:- “Nuda, a pecorina sul tavolo, silenzio assoluto, non ho voglia di sentire le tue solite lamentele”- “Ti prego amore, fai quello che vuoi ma gradualmente, non esagerare”Presi la posizione richiesta, ero già tutta bagnata, vedevo i fili dei miei umori che mi colavano tra le coscie, lo vidi armeggiare con una bacinella d’acqua, si avvicinò e cominciò a radermi, iniziò dalla figa ma si dedicò con cura anche alla zona del retto, non avendolo mai fatto prima, mi stupì per la sua maestria, l’operazione durò poco ma fu molto eccitante, mi parlava vantandosi dei risultati:- “Che bella passerina, sembra quella di una bimbetta, anche il culetto tutto bello liscio, mi fa impazzire”.Quando non utilizzava il pennello da barba,, me lo infilava nel culo, lasciando fuoriscire le setole, ero ancora indolenzita per il trattamento che mi aveva riservato Alberto nel nostro ultimo incontro, eppure mi piaceva da morire, cercavo di immaginare la scena che aveva davanti il mio uomo, cominciai a godere, raggiunsi l’orgasmo prima che lui finisse la sua opera:- “Sei proprio una gran puttana, vieni anche così, facendoti rasare il culo, non mi sembra una gran punizione, ma adesso arriverà anche quella, stai tranquilla”.Cominciò a sculacciarmi forte a piena mano, avevo ancora il pennello nel culo e lo sentivo meglio a ogni botta ricevuta. Mi fece scendere dal tavolo solo quando le mie chiappe diventarono rosse scarlatte:- “Scendi, vai sul tappeto e aspettami li in ginocchio schiava”.Arrivò con le sue nuove corde, non aveva ancora la maestria del professore ma mi stupì comunque, mi ritrovai in poco tempo tutta stretta tra nodi e doppi passaggi, prima di fissare gli ultimi nodi, mi infilò un grosso cuneo ben lubrificato nel culo, fece in modo che la corda lo tenesse ben fermo al suo posto e mi aiutò a stendermi sul divano:- “Bene tesoro, ora te ne stai qui bella tranquilla senza lamentarti, quando ne avrò voglia ti slegherò, meno ti muovi meglio è, questo tipo di legatura tende a stringersi fino a limitare il respiro”.Prese un bavaglio tra i suoi nuovi gadget, di quelli con la pallina di gomma che tengono la bocca aperta, lo legò strettamente dietro la mia nuca e mi lasciò sola andandosene nel suo studio. Ero terrorizzata, odiavo restare sola da legata, mi veniva un’angoscia terribile, non potevo neanche chiamarlo in caso di emergenza, ero comunque su di giri, delle sensazioni nuove si impadronirono di me, mi sentivo veramente sua, lo amavo alla follia, adesso il suo gioco mi era chiaro, mi lasciava in balia di Alberto solo per avere la possibilità di essere più severo nei nostri giochi, ero sicura che tra i due c’era un patto chiaro, il professore doveva riferire tutto quello che succedeva nei nostri incontri così Eugenio aveva argomenti a sufficienza per punirmi severamente.Mi ero quasi appisolata, nonostante il supplizio delle corde e del cuneo, ma si sa, l’uomo si abitua a tutto, e poi chissà, forse le endorfine prodotte dal mio corpo eccitato fungevano da analgesico, si avvicinò, mi slegò velocemente senza dire una parola, mi tolse il cuneo, mi sollevò di peso e dopo avermi messo a pecorina sul divano cominciò a fottermi violentemente, prima nella figa e poi nel culo.- “Sei mia, sei di mia proprietà, adoro vederti sottomessa ai miei capricci, adesso ti sborro nel culo, adesso che comincia ad allargarsi è il posto migliore per godere”.Mentre mi inculava violentemente, giocava con il mio clitoride, mi fece venire più volte ed infine si perse dentro di me, fu probabilmente la più bella scopata che avessimo mai fatto, ma una nuova convinzione si fece strada in me, sarebbe stata solo la prima di una lunga serie, e tutto anche grazie alle sue nuove regole.
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