Il regalino per la scopata notturna fu ovviamente un mega-pompino, ovviamente molto gradito.Mentre lo succhiava avidamente mi massaggiava le palle, mamma che bello, godevo, godevo…….Sembrava una professionista, anzi lo era…………Si erano fatto le 6 e mezza del mattino, non più tardi di un’ora dopo ci dovevamo svegliare per andare al lavoro, così ci guardammo allo specchio, eravamo distrutti, avevo male alle palle a forza di scopare, Lucia invece aveva gli occhi fuori dalla testa, ma continuava a fissare il mio pisellone (22 cm di piacere), che al momento era a penzoloni.Decidemmo di farci una doccia, eravamo talmente sudati, ma per evitare ulteriori scopate la fece prima lei poi io. Quando esco dalla doccia lei è in bagno che si sta depilando, ha un corpo favoloso la signora, mi prende in mano il pisello e mi dice “sei stato un vero toro stanotte, ti devo fare i complimenti, adesso mi sento davvero rilassata sai”, “niente figurati, è stato un piacere scoparti ovunque”, “ti sei divertito è………….” Intanto inizia a menarlo leggermente, il pisello seppur stremato reagiva e si stava indurendo, era quello che voleva, iniziò a menarlo prima lentamente, eravamo entrambi in piedi, lei mi guardava fisso negli occhi e con le mani me lo menava, sempre più veloce, come solo una vera troia sa fare, mentre lo menava mi diceva “abbiamo fatto tutto stanotte, ma non ti avevo ancora fatto una sega, mi sembra giusto fartela bel cazzone………….”Dopo qualche minuto le sborrai in mano e lei fu contenta e mi disse “adesso vestiamoci e andiamo a fare colazione prima di andare in ufficio”.Ci fermammo al bar, le avevo chiesto di non vestirsi in modo provocante, così mise un maglioncino un po’ scollato, pantaloni eleganti e scarpe a punta ma senza tacco.Ci sedemmo al bar, io mangia 2 panini col prosciutto e lei ordinò cappuccino e cannolo con la crema, continuava a provocarmi “adesso mangio il cannolo, ma il cannolo migliore c’è l’hai tu fra le gambe……….” E roba di questo genere, tutte frasi che non facevo altre che farmi pensare alla scopata notturna. Lei continuava a fissarmi facendomi apprezzamenti, io le guardavo la bocca e mi immaginavi di entrarci col pisello, mi aveva davvero stregato, era una donna favolosa, ed io avevo stregato lei “non faccio che pensare alla prossima volta che mi scopi, non vedo l’ora………..”Arrivammo in ufficio, ovviamente non assieme per non destare sospetti, anche se il direttore commerciale mi chiamò da una parte e mi disse “senti ragazzo, si vede lontano un chilometro che tu e Lucia avete dormito poco, per me fate quello che volete ma fuori da qui ok?”, “non si preoccupi – gli dissi – ci teniamo al posto di lavoro”.La giornata era abbastanza tranquilla, normale routine quotidiana direi, telefonate, fax, rompipalle continui ehehehehehe, ma avevo solo una cosa in testa, la splendida gnocca mora…….Mi telefonò e disse “scusi, posso chiamarti pisellone mio?”, “senti Lucia, non qui in ufficio, il direttore sa tutto, quindi stiamo attenti”, “davvero? Allora la cosa si fa più eccitante………” e mise giù il telefono.Durante l’ora di pranzo io rimanevo a giochicchiare in ufficio, non andavo a mangiare, in azienda non c’era nessuno a quell’ora quando sento bussare la porta, era lei. Appena la vidi capii subito le intenzioni che aveva, si era appena truccata ed aveva qualcosa in mano stretta in un pugno. “Ma cosa fai a quest’ora, non vai a pranzo?” “Il mio pranzo sei tu tesoro” mi disse. Si avvicinò come una ballerina, non camminava Lucia, sfilava, si girò per farmi notare il suo splendido culo, mi sembrò di intravedere che sotto i pantaloni non avesse gli slip, infatti si girò a mi disse “guarda Paolo, senti il mio odore…….” Aprì la mano e mi mise i suoi slip sul naso, per farmeli annusare, erano talmente bagnati che quasi gocciolavano, sapevano il suo inconfondibile odore di splendida gnocca “non resistevo più e mi sono masturbata in bagno pensando a te, questo è il risultato”, “dai Lucia qui in ufficio è pericoloso……”, “io sono pericolosa, vedrai cosa ti combino………..”, chiuse a chiave la porta e chiuse la serranda della finestra, accese la luce sul tavolo, si inchinò, mi slacciò i pantaloni, ovviamente il pisellone sbucò fuori bello in tiro e lei “guarda che meraviglia, tutto da leccare……”, iniziò l’opera come al solito, mi accarezzava la punta con le unghie e mi leccava avidamente le palle, vide che erano un po’ frappe e mi disse “tranquillo tesoro, ci penso io………” sembrava una che non facesse che pompini dalla mattina alla sera, lo succhiava magistralmente, con foga incredibile e mi massaggiava continuamente le palle, prima con la lingua poi con le mani, era davvero brava. “sborrami in viso……….” Fu la sua unica frase, e della serie ogni desiderio è un ordine, ecco una mega-sborrata in faccia, era tutta schizzata……….”davvero un bel pompino – le dissi – sei un’artista”, “sono la migliore” mi rispose soddisfatta.Mi accompagnò in bagno per ripulirmi, mi strizzò a dovere l’uccello, me lo lavò e lo rimise tra i boxer.”Ci prendiamo un caffè?” mi disse.”Perché non andiamo a mangiarci un panino invece?” le risposi.”Non ho fame, ho già mangiato oggi” fu la risposta.”Allora vada per il caffè” le dissi.”Prima del caffè però ti devo far assaggiare una cosa, vieni in bagno con me…….”Ecco lo sapevo, avevo già capito………..Andammo in bagno, lei si sedette sul lavandino dopo essersi tolta i pantaloni e mi disse “fai quello che devi fare”, dolcemente le divaricai la cosce, aveva un pube fantastico, una gnocca favolosa, talmente bagnata che gocciolava, iniziai con le mani, un dito, poi due, poi tre, godeva come una vera troia, “vai di lingua” mi disse, detto fatto inizia a succhiargliela come si succhia un arancio, aveva un sapore favoloso, sapeva di, di….. di fica, che la succhia sa cosa intendo, inconfondibile sapore di fica……..Dopo circa 5 minuti urlò di piacere, aveva raggiunto l’orgasmo.”Adesso possiamo bere il caffè?” le chiesi”Si, ma lo pago io” fu la risposta.Andammo dalla macchinetta del caffè, ci guardavamo fissi mentre lo bevevamo, lei mi strusciò la mano sulla patta dei pantaloni “hai un cazzo micidiale……….” Mi disse. “Se vuoi è tutto tuo” fu la risposta.Andammo in ufficio a riprendere il lavoro, anche se al lavoro ci pensavamo poco.
Aggiungi ai Preferiti