Lucia è arrivata a lavorare alla mia ditta da circa 6 mesi, è una ragazza di 34 anni, non tanto alta, capelli ricci, molto carina, sempre ben truccata e ben vestita, sposata da 2 mesi. Veramente una bella presenza, truccatissima, elegante, a volte anche sexy e maliziosa, ma mai volgare (almeno pensavo…), smalto rosso, tipico atteggiamento da vera gnocca direi. Vedendo i suoi atteggiamenti quando si parlava di cose spinte pensai fosse una mezza suora, appena di parlava di sesso arrossiva e tentava di cambiare discorso, ma capii subito che invece sotto sotto le piaceva parecchie scopare. Decisi così di aspettare il momento opportuno, anche se non volevo fare la figura del porco e decisi di tentare di provocarla per vedere come reagiva. Un giorno si presentò in ufficio con un vestito favoloso, tailleur rosso fuoco corto sopra al ginocchio con spacchetto laterale, si intravedevano benissimo le autoreggenti nere molto sottili, scarpa con tacco, attorno alla caviglia aveva una cavigliera d’oro. S’accorse subito che quel giorno la guardai in modo diverso, effettivamente mi faceva tirare il cazzo, devo essere sincero. Era vestita così perché arrivavano clienti, fortunati loro alla vista della gnoccona….. Le sue meravigliose tette si intravedevano, mentre notai che sotto portava uno slip alla brasiliana.. Dopo un’intensa giornata di lavoro verso le 20 i clienti se ne tornano in albergo ma solo per mezz’ora perché poi bisogna accompagnarli a cena, stavo uscendo quando Lucia mi dice “perché non vieni con noi a cena, c’è il direttore commerciale che mi rompe, magari ci facciamo compagnia”, subito non pensai male, pensai che volesse davvero un po’ di compagnia diversa, ma invece…. Come d’accordo l’andai a prendere a casa sua verso le 21.00, scese puntuale e quando salì in macchina il mio uccello si drizzò di colpo, era una favola, tutta da leccare. Tiratissima, truccatissima, profumatissima, tacco da favola, autoreggenti, gonna corta con spacco dietro, rossetto strepitoso che rendeva le sue labbra mordibe, mani delicate e provocanti con lo smalto rosso. Mi fece davvero drizzare….. “Come ti sembro?”, “una favola ” gli risposi “Grazie, sei molto gentile, mi sono vestita abbastanza sexy, così ti farai gli occhi stasera” Vide subito un certo rigonfiamento nella mia patta dei pantaloni e devo dire che mi fece uno sguardo malizioso, sembrava molto entusiasta di sapere di avermi fatto eccitare. Andammo a cena, lei si muoveva con eleganza, accavallava le gambe per farmi notare le cosce e la fine degli autoreggenti, parlava con eleganza, sorrideva con semplicità. Il suo viso era fantastico, mi faceva sempre + drizzare. Finalmente la cena di pesce, peraltro ottima, era finita, Lucia mi disse “sono cotta, non vedo l’ora di andare a letto, mi accompagni?”, “Certo dolcezza” le risposi. Arrivammo da lei verso l’una di notte, sapevo che suo marito era fuori per lavoro, lei mi disse “perché non sali un minuto, beviamo un limonino”, “certo” le dissi. Salimmo in casa, avevo una voglia di scoparla incredibile, ma volevo fosse lei a provarci, non ci mise molto… Mi sedetti sul divano, le mi versò da bere, si tolse i tacchi, rimase in piedi e mi disse “sono molto sexy vero”, feci un cenno con la testa, poi delicatamente mi appoggiò il piedino sulla patta dei pantaloni, scorgevo lo slip che portava sotto e la fine delle autoreggenti, muoveva il pollice sulla punta del mio pisello, ormai duro come il marmo. “Ti piace vero…” mi disse….. “Da morire…..” le risposi…. “Sai Paolo, è da stamattina che ho una voglia matta di farti eccitare e provocarti, per vedere la tua reazione, e devo dire che il piedino sul tuo cazzo fa effetto, ti piace vero, dimmi che ti piace….” Pian piano le tolsi le autoreggenti, le tolsi la gonna, in un secondo la spogliai e mi spogliai anch’io. Appena vide il mio cazzo in tiro esclamò compiaciuta “che favola…avevo proprio voglia di un cazzo così, fammelo sentire dai…” Iniziò a masturbarmelo con la mani, vedere le sue unghie rosse a contatto col mio uccello mi faceva venire i brividi, poi lo leccò dolcemente, mentre con due dita mi massaggiava le palle, sembrava molto esperta, mi spompinò meravigliosamente, un continuo succhiare veloce e lento, di massaggiarlo, accarezzarlo, strizzarlo, il mio pisellone spariva nella sua bocca per poi uscire, con la lingua era davvero brava “ti faccio un pompino favoloso, dai sborrami tra le gengive ed in faccia”, ogni desiderio è un ordine, una sborrata micidiale le riempi la bocca e tutto il suo bel visino. Mi portò in bagno, mi lavò il pisello strizzandolo per bene e mi disse “adesso tocca a te farmi godere”, non me lo feci dire due volti, le divaricai le splendide cosce, le aprii le grandi labbra, peraltro inondate, erano morbide come la panna, le leccai vogliosamente, le aprivo con le dita e mettevo la lingua dentro, lei gridava “si, leccamela, sei una favola, bravo pisellone, fammi godere…”, come prima ogni desiderio è un ordine, la leccai a fondo, era favolosa a gambe aperte…., stava godendo come una vera troia, la signora perbene, dopo qualche minuto raggiunse l’orgasmo…. “Adesso Paolo mi devi scopare, hai capito, mi devi scopare come una troia…” “Ogni tuo desiderio è un ordine, bella gnocca che sei…..” Con grande savoir faire mi succhiò il pisello, me lo tirò per farlo diventare bello duro, poi si mise sopra di me per cavalcarmi, la infilai di prepotenza, lei mugugnava di piacere, cavalcava alla grande Lucia, mentre le leccavo i capezzoli, le massaggiavo i seni, poi mise le mia mani sul suo splendido culo, la sollevavo con le mani e glielo facevo sentire sempre di più , lei godeva, gridava di piacere, e stava sudando, ma le piaceva da morire sentire il mio palo dentro di lei “hai un cazzo favoloso tesoro, spingilo spingiloooooooo…..” Dopo varie posizioni sembrava stravolta, aveva la faccia cotta e passata, era venuta già tre volte, mentre io (oltre al pompino) avevo sborrato un’ altra volta. Sembrava finita la nottata di sesso, erano le 5 di mattina, invece mi disse “sai Paolo, ho voglia di darti il mio sederino…..”, e della serie ogni desiderio è un ordine non esitai, anche dietro….la misi a pecora e la penetrai, aveva un fondoschiena favoloso la signora…. Eravamo stremati, sudati, passati, bagnati ovunque, ma trovò la forza di dirmi “Paolo tesoro, sei stato favoloso, una scopata così non l’avevo mai fatta, meriti un premio….”, indovinate il premio? Con Lucia in ufficio Il regalino per la scopata notturna fu ovviamente un mega-pompino, ovviamente molto gradito. Mentre lo succhiava avidamente mi massaggiava le palle, mamma che bello, godevo, godevo… Sembrava una professionista, anzi lo era…. Si erano fatto le 6 e mezza del mattino, non più tardi di un’ora dopo ci dovevamo svegliare per andare al lavoro, così ci guardammo allo specchio, eravamo distrutti, avevo male alle palle a forza di scopare, Lucia invece aveva gli occhi fuori dalla testa, ma continuava a fissare il mio pisellone (22 cm di piacere), che al momento era a penzoloni. Decidemmo di farci una doccia, eravamo talmente sudati, ma per evitare ulteriori scopate la fece prima lei poi io. Quando esco dalla doccia lei è in bagno che si sta depilando, ha un corpo favoloso la signora, mi prende in mano il pisello e mi dice “sei stato un vero toro stanotte, ti devo fare i complimenti, adesso mi sento davvero rilassata sai”, “niente figurati, è stato un piacere scoparti ovunque”, “ti sei divertito è…..” Intanto inizia a menarlo leggermente, il pisello seppur stremato reagiva e si stava indurendo, era quello che voleva, iniziò a menarlo prima lentamente, eravamo entrambi in piedi, lei mi guardava fisso negli occhi e con le mani me lo menava, sempre più veloce, come solo una vera troia sa fare, mentre lo menava mi diceva “abbiamo fatto tutto stanotte, ma non ti avevo ancora fatto una sega, mi sembra giusto fartela bel cazzone…..” Dopo qualche minuto le sborrai in mano e lei fu contenta e mi disse “adesso vestiamoci e andiamo a fare colazione prima di andare in ufficio”. Ci fermammo al bar, le avevo chiesto di non vestirsi in modo provocante, così mise un maglioncino un po’ scollato, pantaloni eleganti e scarpe a punta ma senza tacco. Ci sedemmo al bar, io mangia 2 panini col prosciutto e lei ordinò cappuccino e cannolo con la crema, continuava a provocarmi “adesso mangio il cannolo, ma il cannolo migliore c’è l’hai tu fra le gambe….” E roba di questo genere, tutte frasi che non facevo altre che farmi pensare alla scopata notturna. Lei continuava a fissarmi facendomi apprezzamenti, io le guardavo la bocca e mi immaginavi di entrarci col pisello, mi aveva davvero stregato, era una donna favolosa, ed io avevo stregato lei “non faccio che pensare alla prossima volta che mi scopi, non vedo l’ora…..” Arrivammo in ufficio, ovviamente non assieme per non destare sospetti, anche se il direttore commerciale mi chiamò da una parte e mi disse “senti ragazzo, si vede lontano un chilometro che tu e Lucia avete dormito poco, per me fate quello che volete ma fuori da qui ok?”, “non si preoccupi – gli dissi – ci teniamo al posto di lavoro”. La giornata era abbastanza tranquilla, normale routine quotidiana direi, telefonate, fax, rompipalle continui ehehehehehe, ma avevo solo una cosa in testa, la splendida gnocca mora… Mi telefonò e disse “scusi, posso chiamarti pisellone mio?”, “senti Lucia, non qui in ufficio, il direttore sa tutto, quindi stiamo attenti”, “davvero? Allora la cosa si fa più eccitante…” e mise giù il telefono. Durante l’ora di pranzo io rimanevo a giochicchiare in ufficio, non andavo a mangiare, in azienda non c’era nessuno a quell’ora quando sento bussare la porta, era lei. Appena la vidi capii subito le intenzioni che aveva, si era appena truccata ed aveva qualcosa in mano stretta in un pugno. “Ma cosa fai a quest’ora, non vai a pranzo?” “Il mio pranzo sei tu tesoro” mi disse. Si avvicinò come una ballerina, non camminava Lucia, sfilava, si girò per farmi notare il suo splendido culo, mi sembrò di intravedere che sotto i pantaloni non avesse gli slip, infatti si girò a mi disse “guarda Paolo, senti il mio odore…” Aprì la mano e mi mise i suoi slip sul naso, per farmeli annusare, erano talmente bagnati che quasi gocciolavano, sapevano il suo inconfondibile odore di splendida gnocca “non resistevo più e mi sono masturbata in bagno pensando a te, questo è il risultato”, “dai Lucia qui in ufficio è pericoloso..”, “io sono pericolosa, vedrai cosa ti combino…..”, chiuse a chiave la porta e chiuse la serranda della finestra, accese la luce sul tavolo, si inchinò, mi slacciò i pantaloni, ovviamente il pisellone sbucò fuori bello in tiro e lei “guarda che meraviglia, tutto da leccare..”, iniziò l’opera come al solito, mi accarezzava la punta con le unghie e mi leccava avidamente le palle, vide che erano un po’ frappe e mi disse “tranquillo tesoro, ci penso io…” sembrava una che non facesse che pompini dalla mattina alla sera, lo succhiava magistralmente, con foga incredibile e mi massaggiava continuamente le palle, prima con la lingua poi con le mani, era davvero brava. “sborrami in viso….” Fu la sua unica frase, e della serie ogni desiderio è un ordine, ecco una mega-sborrata in faccia, era tutta schizzata…. “davvero un bel pompino – le dissi – sei un’artista”, “sono la migliore” mi rispose soddisfatta. Mi accompagnò in bagno per ripulirmi, mi strizzò a dovere l’uccello, me lo lavò e lo rimise tra i boxer. “Ci prendiamo un caffè?” mi disse. “Perché non andiamo a mangiarci un panino invece?” le risposi. “Non ho fame, ho già mangiato oggi” fu la risposta. “Allora vada per il caffè” le dissi. “Prima del caffè però ti devo far assaggiare una cosa, vieni in bagno con me…” Ecco lo sapevo, avevo già capito….. Andammo in bagno, lei si sedette sul lavandino dopo essersi tolta i pantaloni e mi disse “fai quello che devi fare”, dolcemente le divaricai la cosce, aveva un pube fantastico, una gnocca favolosa, talmente bagnata che gocciolava, iniziai con le mani, un dito, poi due, poi tre, godeva come una vera troia, “vai di lingua” mi disse, detto fatto inizia a succhiargliela come si succhia un arancio, aveva un sapore favoloso, sapeva di, di… di fica, che la succhia sa cosa intendo, inconfondibile sapore di fica…. Dopo circa 5 minuti urlò di piacere, aveva raggiunto l’orgasmo. “Adesso possiamo bere il caffè?” le chiesi “Si, ma lo pago io” fu la risposta. Andammo dalla macchinetta del caffè, ci guardavamo fissi mentre lo bevevamo, lei mi strusciò la mano sulla patta dei pantaloni “hai un cazzo micidiale….” Mi disse. “Se vuoi è tutto tuo” fu la risposta. Andammo in ufficio a riprendere il lavoro, anche se al lavoro ci pensavamo poco. Alla prossima storia con la signora LUCIA.
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