La mattina dopo ero veramente stanco ma anche stranamente felice come non mai.Monica mi gironzolava intorno senza parlare, facendo i suoi servizi di sempre, da parte mia, mi godevo una tranquilla mattinata a letto in compagnia del giornale.Ogni tanto leggevo ad alta voce qualche notizia ma Monica mi rispondeva solo con dei monosillabi, quando la dott.ssa Giugni mi chiamò al telefono, cosa che non era mai successa prima, Monica mi guardò uscire con uno sguardo preoccupato.Entrai nello studio privato di Rosa e la trovai in compagnia del marito, mi invitarono a pranzare con loro e io accettai, durante il pranzo la conversazione cadde inevitabilmente su quello che era successo la sera prima, mi dissero che Flora aveva avuto la giornata libera dal lavoro per riprendersi dal festino.Luigi disse che gli era tornata l’energia che da tempo non aveva, voleva che tornasse tutto come ai bei tempi, aveva trascurato per troppo tempo i suoi hobby, per prima cosa avrebbe ricominciato a fare delle visite mediche alle infermiere, cosa che una volta accadeva sempre almeno una volta al mese, Rosa si occupò subito di mettere l’avviso sulla apposita bacheca, le visite erano fissate per la mattina dopo.Rimasi fino al tardo pomeriggio e chiesi informazioni più dettagliate su Monica, Luigi e Rosa mi dissero che era sposata con un tipo poco raccomandabile, più di una volta l’avevano vista coperta di lividi, anche se lui cercava sempre di colpirla in zone poco visibili, Luigi nelle sue passate visite aveva capito che era maltrattata quotidianamente dal marito e da buon bastardo ne aveva subito approfittato sottoponendola ad una violenza più che altro psicologica continuando a minacciarla che l’avrebbe licenziata, cosa che la terrorizzava visto che era il marito che tutti i fine mese passava a ritirare la sua busta paga. Luigi mi disse che avevano anche due figlie, forse gemelle, che avevano sui 13/14 anni, e che dovevano essere in collegio.Quando tornai in camera mia era quasi ora di cena, Monica stava preparandomi il tavolo, appena entrai mi chiese se stavo bene, e io le risposi che non ero mai stato meglio, rassicurata mi disse che aveva preparato tutto e che andava a casa, il suo turno era finito, mi dispiaceva aver passato tutta la giornata fuori e non aver passato un po’ di tempo con lei, le andai vicino per salutarla, le presi il mento con la mano facendole alzare il viso verso di me, vidi nei suoi occhi la paura che subito passò quando mi limitai a darle un piccolo bacio sulle labbra, quando la lasciai quasi scappò via.La mattina dopo Luigi mi chiese se volevo assistere alle visite, accettai subito, mentre mi recavo nel suo studio incrociai delle infermiere che avevano tutte uno sguardo preoccupato, Luigi mi fece accomodare davanti alla scrivania, da li avevo una buona visuale di tutto lo studio, in particolare del lettino ginecologico messo proprio in mezzo alla stanza.Rosa chiamò la prima infermiera, si chiamava Eliona, 30anni circa, piccola di statura ma con un corpo ben formato e una lunga treccia di capelli rossi. Luigi iniziò con il chiederle se aveva avuto notizie della famiglia, poi mi spiegò che Eliona era in Italia da quasi un anno, l’avevano portata dei suoi amici albanesi con la promessa di un lavoro, poi come sempre accade avevano cercato di farla prostituire, lei era scappata e un amico di Luigi l’aveva affidata a lui, lei non aveva nessun permesso di soggiorno, se usciva e i suoi amici la trovavano finiva sulla strada e se provava a ritornare a casa i genitori l’avrebbero cacciata. Era costretta a rimanere lì.Luigi le disse di spogliarsi completamente, nella stanza non c’era nessun angolo riparato e lei dopo averlo cercato inutilmente cominciò a spogliarsi davanti a noi, appena pronta Luigi le disse di sdraiarsi sul lettino e di infilare le gambe nelle staffe apposite, lei non potè fare altro che obbedire.Senza usare i guanti Luigi cominciò la visita, le mise senza delicatezza due dita nella figa, quando la sentì contrarre i muscoli le diede una violenta sberla, prese lo speculum e lo infilò al posto delle dita, aveva avuto l’idea di tenerlo in un contenitore termico pieno di ghiaccio e lo strumento essendo di metallo provocò un grande fastidio alla ragazza che non riusciva a stare ferma, quando la temperatura delle strumento raggiunse un grado accettabile e la ragazza si calmò, Luigi girò la rotella che lo faceva aprire, lo fece aprire completamente e Eliona si lamentava sottovoce per il dolore che provava, prese poi quello che mi sembrò un grosso cotton fioc lungo circa 30 cm e lo inserì nella figa, senza nessuna delicatezza lo sfregò contro le pareti e poi lo spinse fino in fondo e fu soddisfatto solo quando lei non riuscì a trattenere un grido.Lasciandola con la figa stranamente aperta passò a occuparsi del culo, prese dal contenitore del ghiaccio un altro strumento uguale al primo, cercava di infilarlo nell’ano della ragazza che per il freddo si contraeva impedendo l’inserimento, Luigi con violenza diede una potente spinta e lo inserì fino in fondo, anche quello fu poi aperto completamente, inserì il solito bastoncino che questa volta uscì sporco di merda, Luigi si arrabbiò, prese a sberle la ragazza dicendole che era una vera schifosa, sapeva che doveva essere visitata e non aveva fatto nulla per evitare di sporcare tutto di merda. Rosa sentendo quello che stava succedendo arrivò subito con un grande contenitore di plastica che conteneva almeno 5litri di liquido rosa, lo attacco all’apposito sostegno, dal contenitore partiva un grosso tubo di gomma che terminava con un beccuccio, stavano per farle un clistere.Il liquido rosa era acqua e sapone, era molto caldo, quando capì qual’era la sua sorte Eliona cominciò a supplicarli ma loro senza ascoltarla continuarono con il loro lavoro, il beccuccio sostituì lo speculum nel culo e quando fecero scorrere l’acqua saponata Eliona gridò per il dolore, l’acqua scendeva velocemente ci vollero pochi minuti affinchè si svuotasse e la pancia della ragazza si gonfiava a vista d’occhio, le tolsero allora il tubo e infilarono nell’ano un tappo che assomigliava a un ciuccio per bambini, una grossa pallina attaccata a un disco piatto con un anello, una volta che la pallina veniva inserita non usciva se non con una grossa spinta.Eliona si lamentava per i forti dolori che il calore e il sapone le provocavano, la fecero alzare dal lettino e a fatica lei si strascinò su una poltroncina dove venne lasciata a lamentarsi, intanto chiamarono la seconda infermiera, questa quando entrò vide subito la sua collega, aveva sentito le grida stando fuori ed era molto spaventata, anche lei subì lo stesso trattamento ma fu più fortunata il bastoncino dal suo culo uscì pulito, Luigi le fece i complimenti e come premio le fece l’onore di darle il suo cazzo da succhiare.Finalmente a Eliona fu concesso di andare a scaricarsi.Venne il turno di Monica, quando entrò e mi vide rimase bloccata sulla porta, Luigi le disse di entrare e le spiegò che ero suo ospite, le disse che ormai ero quasi guarito e che quando fossi stato dimesso non avrebbe più avuto bisogno di lei. Monica si buttò in ginocchio ai suoi piedi, pregandolo di non licenziarla altrimenti il marito l’avrebbe uccisa, lui la fece alzare e le ordinò di spogliarsi, Monica evitava di guardare nella mia direzione e cominciò a spogliarsi, quando fu nuda notai subito i vari lividi che coprivano il suo corpo, non riuscivo a capacitarmi di non essermene accorto il giorno che l’avevo scopata, ma effettivamente non avevo passato il mio tempo a guardarla.Anche lei fu fatta sdraiare sul lettino, era là completamente nuda con il sesso esposto ai nostri sguardi, quando Luigi fece per inserire lo speculum ghiacciato, provai pena per lei, mi alzai e avvicinandomi a loro presi lo strumento dalle mani di Luigi, lui prima mi guardò interrogativamente ma poi capì che Monica mi interessava particolarmente.Sempre lasciandola sdraiata le fece un discorso sulle mansioni che avrebbe dovuto fare in aggiunta a quelle che già le erano assegnate, prima di tutto doveva soddisfarmi sessualmente almeno una volta al giorno finchè rimanevo in clinica altrimenti poteva andarsene anche subito, oppure avrebbe potuto raccontare tutto al marito, cosa del tutto inammissibile, poi avrebbe dovuto soddisfare sia lui che la moglie ogni volta che le sarebbe stato ordinato.Non avendo altra scelta Monica accettò, fu mandata via e continuarono le visite che ormai non mi interessavano più, così rientrai in camera.Monica stava rifacendomi il letto, aveva pianto, mi chiese cosa volevo che facesse, io mi misi seduto sul letto e prendendole una mano la feci sedere di fianco a me, la abbracciai, sentendola rigida le accarezzai la schiena per farla rilassare, nel frattempo le dicevo che non doveva preoccuparsi di niente, non le avrei fatto fare niente che lei non volesse.Lei si tranquillizzò, quando la baciai rispose al bacio prima timidamente, e quando cominciai a infilarle la lingua in bocca prima rimase ferma poi cercò anche lei di intrecciare la sua lingua con la mia, rimasi per un tempo infinito a baciarla finchè la sentii completamente rilassata, con le guance rosse per l’eccitazione.Le slacciai i bottoni della divisa e presi a baciarla sul collo e sul seno, notai dei lividi, erano tutti in posizioni nascoste, uno dietro il collo nascosto dai capelli, sulle costole, e un grande livido lasciato da un morso proprio sopra un capezzolo, glieli feci notare e le chiesi se aveva voglia di parlarmene, si fece pregare per un po’ ma poi singhiozzando mi raccontò la sua vita.Era rimasta in collegio fino a 18anni poi le suore la mandarono a lavorare, incontrò il suo futuro marito Giorgio, una sera a casa della famiglia dove aveva preso servizio, era un amico di famiglia, come la vide cominciò a farle degli apprezzamenti volgari, non perdeva occasione per metterle le mani addosso e la famiglia per la quale lavorava non la difendeva mai, neppure quella volta che lo videro con una mano sotto la sua gonna. Un giorno lui arrivò quando tutti erano fuori e lei era in casa da sola, la violentò senza preoccuparsi che fosse vergine, da quel giorno la aspettava sotto casa tutti i giorni e prima di riportarla all’istituto dove ancora abitava, la violentava. Era un incubo, un giorno scoprì di essere incinta, quando lo disse alle suore la cacciarono, lei raccontò tutto alla sua padrona e lei parlò con Giorgio il quale ammise di essere il padre, Giorgio decise che l’avrebbe sposata dopo tutto aveva bisogno di una cameriera e di un buco da scopare. Iniziò così la sua vita da sposata, Giorgio la violentava regolarmente quasi tutti i giorni, l’aveva anche ceduta a dei suoi amici in cambio di favori Purtroppo per le troppe botte prese perse il bambino che aspettava.Le ci vollero alcuni anni per rimanere incinta di nuovo, anche se non era sicura di non aver perso qualche altro bambino, suo marito non la faceva mai andare dal dottore. Quando nacquero le bambine volle scoparla lo stesso giorno malgrado i punti e il dolore immane che lei provava. Le bambine furono poi affidate a una bambinaia prima e a un collegio poi. Lei stava ancora con il marito che la picchiava regolarmente per ogni sciocchezza e la violentava ogni volta che gli veniva voglia.Per tutta la sua vita non aveva mai fatto l’amore, anche io pur non avendola proprio violentata l’avevo quasi costretta a subire un rapporto.Mi faceva molta pena e decisi di farle provare piacere per la prima volta nella sua vita.La feci sdraiare, la spogliai e cominciai a baciarla, nel frattempo la accarezzavo dolcemente, dopo averle baciato tutto il viso, passai al collo lo leccavo e sentivo di procurarle dei brividi, come scoprii era un punto per lei molto sensibile, le accarezzai il seno poi lo succhiai facendole indurire i capezzoli, sempre leccandola tutta arrivai ai peli della figa, sentivo che si irrigidiva, ma sussurrandole paroline dolci le forzai delicatamente le gambe divaricandole, cominciai ad accarezzarle la figa, prima esternamente, la sentivo asciutta e contratta, ripresi a baciarla per farla sentire a suo agio mentre con le dita avevo sentito il suo clitoride e lo massaggiavo, ogni tanto infilavo un dito dentro di lei e lo ritiravo quando sentivo che non era ancora pronta, finalmente il massaggio ebbe l’effetto desiderato, lei si rilassò, la sua figa cominciò a produrre il liquido vischioso che l’avrebbe lubrificata, al mio dito ne aggiunsi un altro, lei si lasciava fare, sempre lasciando dentro le dita ripresi a leccarla, prendevo il suo grilletto fra le labbra e lo stringevo piano, ad un tratto successe, lei cominciò a sospirare, a gemere sempre più forte, cercò di stringere le gambe imprigionandomi la testa, con le mani provò a spingermi via da lei, io non rinunciai ripresi anzi a leccarla con maggior vigore e con le dita le masturbavo la figa, quando venne lanciò un grido liberatorio e rimase sorpresa lei stessa della forza del suo godimento, non l’aveva mai provato era una sensazione nuova, rimase immobile per qualche istante ma io non avevo intenzione di darle tregua, ripresi il massaggio riuscii a farla venire altre due volte, poi le dissi di avvisarmi quando sentiva che stava per godere ancora, appena lo fece la penetrai con il mio cazzo, mi sembrava di sfondare un panetto di burro morbido, sentivo le contrazioni dei suoi muscoli stringermi il cazzo delicatamente, mentre dalle sue labbra si alzava un altro gemito, cominciai allora a scoparla, ogni tanto restavo fermo con il cazzo piantato dentro di lei in profondità, le sentivo la bocca dell’utero solleticarmi la punta del cazzo, lei era talmente eccitata che venne anche così mentre io rimanevo immobile dentro di lei e lei che si muoveva come se fosse stata morsa da una tarantola.Durai a lungo, la presi in varie posizioni, lei obbediva in tutto quello che le chiedevo, persi il conto degli orgasmi che riuscii a provocarle. Ad un certo punto le dissi che non ce la facevo più dovevo sborrare e lei ingenuamente mi chiese cosa doveva fare, incredibile, era sposata da anni e ancora non sapeva cosa fare. Le risposi di restare sdraiata e di non fare assolutamente nulla, mi presi il cazzo con la mano e senza neppure smanettarlo sborrai sulla sua pancia. Mi lasciai cadere sulla schiena esausto, le passai un braccio dietro le spalle e me la tirai vicina, mentre la baciavo lei mi disse che non pensava che fare sesso poteva essere così bello e piacevole, poi si addormentò sulla mia spalla.
Aggiungi ai Preferiti