Sono una donna di 43 anni, mediamente alta, dai capelli color rosso ramato, dei grandi occhi marroni tendenti al verde. Nonostante l’età, ho ancora un bel fisico; un’abbondante V° di seno, ed un fondo schiena da far girare la testa. Nonostante abbia fatto dei figli, il mio corpo con l’aiuto della palestra, è ancora sodo e piacente. Adoro indossare sempre biancheria intima sexy e merlettata, per la gioia di mio marito. Al dunque, sono una normale donna felicemente sposata ad un marito stupendo, con una famiglia normale, che vive una vita normalissima. Mai avrei immaginato di scrivere sulle pagine di questa rubrica, la storia che diversi anni fà mi capitò di vivere, trascorrendo delle vacanze in una località del Trentino. Era l’anno 1989, allora avevo 32 anni. Io e mio marito avevamo deciso da tempo che le prossime vacanze, almeno una settima, l’avremmo trascorsa in montagna. Entusiasti dei racconti di alcune coppie di amici che già avevano passato nella regione del Trentino Alto Adige, una vacanza da sogno nel periodo di luglio, non facemmo altro che prenotarci per tempo presso un’agenzia di viaggi, fare le valigie e partire. Quell’anno, almeno per quella settimana, avevamo deciso di partire io e lui da soli, senza prole, proprio per ritemprarci e ritrovare un pò noi stessi, fare un secondo viaggio di nozze. Dopo un viaggio stancante, ma bellissimo, sotto il profilo paesaggistico, arrivammo a destinazione; un bell’alberghetto, ai piedi di una spettacolare catena montuosa. Riposti i bagagli nella stanza della pensione, ci avviammo a dare un’occhiata al paese, che non aveva nulla da invidiare alle migliori località svizzere. Tornati per l’ora di cena in albergo, notai che oltre ai proprietari, gente semplice e genuina come il loro succulento menu, chi ci serviva al tavolo era un bel ragazzo giovanissimo, che non avrà avuto più di 18 anni. Era il figlio dei padroni, che veniva ad aiutare i genitori durante la stagione estiva, mentre l’inverno studiava all’estero. Non sò cosa mi prese, ma vederlo mi fece scaturire la voglia di giocare e far ingelosire mio marito, mi piaceva fare la spiritosa e gli feci notare che mi sarebbe piaciuto parlarci, conoscerlo, insomma scambiare quattro chiacchiere, con grosso disappunto di mio marito. Era alto, biondo, leggermente muscoloso, con due occhi verdi, che solo a guardarli ti sentivi illanguidire, fisico atletico e ben messo. Finita la cena, stanchi del viaggio andammo su in camera, mio marito cominciò subito a rimprovermi, dicendomi se quello era il modo di cretineggiare davanti a lui, soprattutto con un bambino. Per farla breve, quella sera mi sentivo il sangue ribollire, sarà stato il vino, le pietanze pepate, o quel ragazzo che mi aveva messo il fuoco addosso, mi spogliai in fretta ed invece di mettermi la camicia da notte, rimasi nuda, accarezzai mio marito, lo abbracciai, gli diedi un bacio passionale, m’inginocchiai davanti a lui, gli sbottonai i pantaloni e tirandogli fuori il cazzo già armato, gli feci un pompino coi fiocchi. Mio marito, rimasto in piedi davanti a me, prese la mia testa e tirandomi sù senza scostarmi dal suo uccello, mi disse:”Ti piace il piccolo tirolese vero puttanona, ti sei infoita prima, giù a cena e adesso vuoi un cazzo a portata di mano?” – Rimasi un pò perplessa, non sapevo cosa rispondere, era vero mi sentivo il fuoco nelle vene, ma non stavo facendo l’amore con mio marito perchè non avevo nient’altro per le mani, lo stavo facendo, e facendo così bene, perchè lui era il mio uomo e mi andava di scoparmelo in quel modo quella sera. Comunque, finii quello che avevo iniziato con mio marito, che regolarmente mi sborrò in gola tutto il suo nettare dolciamaro, ma prima di addormentarci nel letto parlammo, e fù così che lui mi disse: “Senti amore, io ho capito che cosa ti sta succedendo, ma sono solo delle infatuazioni momentanee, poichè possono ricordare magari qualche primo amore, la nostra adolescenza ma niente di più. Comunque noi abbiamo dei figli, siamo sposati, tu sei una dona sposata, che fai ti metti a fare il filo ad un bambino poi?” “Bambino un cazzo! Un bambino che faceva fare i bambini, se ti scopava per bene!” Pensai tra me e me. Presi sonno e mi risvegliai al mattino fresca e riposata, ma con una voglia di scopare che non mi capitava dai tempi in cui ero fidanzata. Presi a toccare ed accarezzare sotto le coperte il manico di mio marito, che si svegliò lentamente e trovatosi con una verga che metteva paura, mi disse: “Ancora? Adesso ti faccio vedere io, ora me lo succhi tutto quanto e poi ti metto alla pecorina e ti sfondo il culo, va bè che è già sfondato e da sfondare non c’è più nulla, ma ti assicuro che ti levo la voglia per un bel pezzo!” A quelle parole non seppi resistere, mi ero infoiata, avevo la passera in fiamme che sbrodava tutta, e feci l’amore in modo veramente puttanesco. Dopo alcuni giorni di soggiorno in quella località, capimmo che tutto era molto bello; il paesaggio, le catene montuose, i laghetti prativi, ma c’era anche una noia mortale, almeno per me! Una mattina svegliatosi di buon’ora, mio marito mi dice che ha deciso di fare una visitina al torrente vicino, per appurare se gli consentivano di pescare. Io non sapendo cosa fare senza di lui, decisi di scendere per la colazione del mattino e poi inventarmi qualcosa per passare almeno la prima parte della giornata. Scesa giù nel saloncino dove si pranzava, mi accorsi che la maggior parte dei villeggianti era già fuori; chi era andato ad escursionare sentieri, chi a fare foto, chi una semplice passeggiata in funivia. Io ero rimasta sola soletta, avendo come unica compagnia, la cameriera che rassettava i tavoli e il mio bel tirolese. Dopo aver dato uno sguardo ai giornali del mattino, ed aver messo il naso fuori dall’albergo, decido di ritornare su in camera. Mentre salgo le scale, mi accorgo di come l’oggetto dei miei insani desideri mi guardava, stento a salire, mi volto per riguardarlo a mia volta, ed ottengo un sorriso malizioso. Non dò peso, e continuo a salire, entrata in camera mi spoglio di nuovo, faccio per mettermi sul letto, quando sento trillare il citofono sul comodino; rispondo…. era il piccolo biondo diciottenne che mi chiedeva se avevo bisogno di qualcosa! Rimango una frazione di secondo muta, poi dico: “No, no grazie”! Rimango allibita, perchè mi ha chiamata? Mi sento di nuovo il sangue ribollire, che faccio? Lo lascio stare, o lo richiamo tramite citofono alla Holl? Non sò cosa fare! Sono attimi, mi sento illanguidire, penso che fra qualche giorno me andrò, tornerò in città, non lo rivedrò mai più e lo dimenticherò pensando alla sciocchezza che mi ero messa in testa. Penso, ripenso, ho i tremori alle gambe, dico a me stessa; “Ma che faccio, che stò pensando, sei pazza? Sei sposata, è poco più che un bambino, ha ragione lui, mio marito…..!” Mentre penso queste cose, alzo automaticamente il citofono e chiamo giù. Mi risponde lui, dico con voce tremante: “Scusa, mi puoi portare una bottiglia di minerale?” Neanche dopo due minuti è sù, bussa alla porta io apro, lo faccio entrare e dico; “Grazie R……….., puoi poggiarla lì sul tavolo?” Lui esegue, fà per girare i tacchi, poi mi guarda e mi dice:”Hai una gran voglia di me, vero?” Non dico nulla, gl’incollo la lingua in bocca lo bacio spudoratamente in ogni dove, il collo, le palpebre, mentre gli tolgo la camicia gli lecco il petto implume, ma ben piazzato. Mi spoglio in un attimo, rimango in tanga e giarrettiere, mi inginocchio davanti a lui che capisce cosa stò per fare, rimane fermo come inebetito, gli tiro giù la lampo e prima che lui si slacci i pantaloni, gliel’ho già tirato fuori e portato alla mia ingorda bocca, che adesso serrata e golosa del suo uccello fresco, giovane e durissimo come il ferro, lavora di lingua e di labbra per assaporarlo tutto! Mi comporto come una gran vaccona non ci vedo più dalla voglia, non mi sembra vero, non sò neanch’io quello che faccio. Il piccolo non dura molto! Dopo essermi messa comoda, seduta sulla sponda del letto, senza mai togliere le labbra dal cazzo, comincio a succhiare con ritmo frenetico, slinguandolo dappertutto sull’enorme cappella, sotto i suoi turgidi coglioni pronti ad esplodermi in gola tutto il loro contenuto. Dò ancora due colpettini sù e giù con la testa, che lui mi tiene con le mani assecondando il mio movimento e sento un poderoso schizzo caldo riempirmi la gola ed il palato. Non gliela faccio a contenere tutto il suo sperma, un pò lo ingoio, un pò va fuori sulle mie guance. Lo guardo sorridente ed appagata di quello che ho fatto poc’anzi, lui si finisce di spogliare e senza dire una parola mi toglie le mutandine, mi sdraia sul letto, si china su di me e comincia a leccarmi tutta la figa bagnata e bollente. Sento i miei umori che escono copiosi, le grandi labbra della vagina sono gonfie di desiderio, raggiungo subito un’orgasmo violento che lui si affretta a degustare sulla sua lingua! Si tira sù, mi alza le gambe se le poggia sulle spalle e me lo mette dentro, stantuffando ad un ritmo meraviglioso che mi fà impazzire! Non duriamo molto in quella posizione, mi gira alla pecorina e senza tanti complimenti, prima m’insaliva il buchetto poi ci sputa sopra e me lo sbatte nel culo! Mi sento impalata, (non che fossi nuova a quel tipo di rapporto, mio marito me lo aveva fatto tante volte il culo), ma il modo in cui me lo ha infilato dentro, la foga dei suoi colpi di reni nel pompamparmi mi sconvolgono, urlo senza ritegno il mio godimento-dolore, lui mi mette una mano davanti alla bocca per non farmi sentire dalla cameriera che sta rifacendo le stanze vicine, io godo mugolando e mordendogli il palmo della mano che ho davanti alla bocca, lui m’inonda l’intestino di calda sborra. Sono sfinita! Lui si stacca da me, io faccio per alzarmi ed andare in bagno, sento colare dal buco del culo una melassa appiccicosa, che raccolgo con la mano per non sporcare il letto e la moquettes. Dopo una doccia torno da lui, che mi ha seguita in bagno per lavarsi, sono senza fiato, spossata e confusa, una scopata così me la ricorderò per un bel pezzo! E così è stato! Sono passati 11 anni, da quella pazzia che spudoratamente mi concessi! Mio marito, giulivo e contento per aver potuto pescare, aveva passato tutta la giornata fuori in montagna, sul torrente, senza rendersi conto che era stato fuori anche per il pranzo e stava anche saltando la cena, se non rientrava per tempo. Io l’avevo passata in modo diverso, facendomi trombare non sò quante volte, avevo la passera lessata ed il culo in fiamme, avevo ricevuto su tutto il mio corpo una bella dose di sborra calda, che mi aveva veramente ritemprato, sia la pelle (dicono che faccia bene all’epidermide), che lo spirito. Ripartimmo qualche giorno dopo. Non ho avuto più occasione di tornare in quella regione per le vacanze e non l’ho più rivisto, però ancora oggi ricordo con piacere nelle lunghe notti invernali, quelle meravigliose scopate che mi feci quel giorno. In fondo occhi non vedono, cuore non duole!
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