Lei se ne stava lì, seduta alla sua scrivania, con il solito libro di scienze sotto gli occhi: l’interrogazione si faceva sempre più vicina e lei, da studentessa modello quale era, non si perdeva d’animo, ma andava avanti, nonostante il caldo della bella stagione, il sole, che tanto aveva desiderato nel buio dei pomeriggi invernali, e gli amici, che già partivano per le prime scampagnate, alla scoperta di quell’amore tanto agognato. Lei rimaneva lì, col suo abitino leggero, chiaro, sottile, i capelli raccolti in unico ciuffo, tenuto su da una matita. Sulla scrivania una montagna di cartaccia dominava su tutto; fogli scritti e accartocciati, penne finite e mai buttate, colori, evidenziatori…di fronte, appeso alla parete, tutto il suo mondo: le foto più belle, i momenti che mai avrebbe dimenticato, i paesaggi che mai si sarebbero dissolti, gli amici, che, forse, non avrebbe più incontrato… e più in là, loro due, insieme, felici, innocenti: una foto al lago, in barca, stretti nell’abbraccio di mamma e papà, in un’afosa giornata d’agosto d’alcuni anni fa. Un giorno era successo. Così, per caso. Ma era successo. Non era molto, non era irreparabile… ma era successo. Tutt’un tratto si era scoperta donna, una giovane donna, seppure così infantile nel corpo; ma, soprattutto, lo aveva scoperto uomo! Lo aveva visto rientrare in casa con una macchiolina rossa sul collo, nascosta dal colletto della camicia… e aveva iniziato a pensare… la sola idea di come si fosse procurato quel marchio inequivocabile, le faceva venire uno strano brivido addosso. Ed ora lo sentiva di là, in bagno; poteva già immaginare l’odore di maschio, che la sua pelle avrebbe emanato una volta uscito dalla doccia…non appena l’acqua si fermò, lei scostò un po’ la porta, per poterlo vedere mentre raggiungeva la sua camera con il solo telo da bagno intorno alla vita. Eccolo uscire, risoluto e fiero, con il corpo umido, così fresco… lei non seppe trattenersi: con gli occhi cercò il suo sguardo lo attirò nella sua cameretta. Lei seduta, piccola piccola, rispetto a lui, così maestoso… gli porse la mano, lui la prese e si avvicinò, ponendosi di fronte a lei, appoggiato al bordo della scrivania. La fronte di lei posata al ventre di lui e le mani che, dolcemente, carezzavano le sue gambe. Lui immobile. Niente sorpresa. Niente imbarazzo. Da troppo tempo attendeva quel momento. Solo un’eccitazione profonda, che divenne incontenibile, quando lei prese a baciare il suo ombelico, con le mani strette intorno alla vita. Con un movimento lentissimo sganciò il telo bianco, liberando, così, quel bel pene, che, agli occhi di lei, apparve enorme! Nonostante la sua inesperienza, allungò una mano, come una bambina, tremando, per saggiare la consistenza di quel nuovo gioco… un gioco caldo, bollente…un gioco che l’avrebbe resa Donna a tutti gli effetti; che le avrebbe fatto presto conoscere il piacere d’essere Donna! E come una bambina, schiuse le labbra per accogliere in sé, ciò che sentiva già suo. Un brivido corse per la schiena di lui: il calore tante volte provato, non era lo stesso di sempre… era magico! E, carezzando quel ciuffo di capelli, che incorniciava il viso di lei, seguendo una melodia inesistente, presero a muoversi piano, ondeggiando all’unisono, lui col bacino, lei con la testa, mentre le mani, lente, scorrevano sui glutei di lui e, lievi, giungevano ai testicoli, ormai gonfi d’amore. Le prese la testa, la allontanò da sé e la fissò negli occhi. Lei si alzò, di fronte a lui, con quel vestitino morbido… ripensò a quel glande infuocato, che puntava dritto contro di lei; si avvicinò, sollevò di poco la gonna… poi, afferrato il membro, se lo portò tra le gambe, cercando di sentirlo il più vicino possibile al clitoride, così sensibile, eretto anch’esso! Al contatto con quelle mutandine leggerissime, egli si accorse presto di quanto lei fosse eccitata. I capezzoli turgidi spuntavano dal tessuto come punte di chiodi. In un attimo la spogliò, lasciandole solo le mutandine umide addosso. Le carezzò il volto, le spalle fino a posare le mani sul piccolo seno sodo… piano le dita scivolarono ai fianchi… poi, all’inguine, spostarono lo slip di lato e, tra i sospiri di lei, raggiunsero quella fessurina inviolata. Lei lo lasciò fare…era la prima volta, non si era mai concessa a nessuno… ma come negarsi a lui?! Le dita scivolavano tra gli umori, dilatandola poco a poco, senza tregua. Qualche lamento, poi, di nuovo gemiti, sussulti. Le piaceva, le piaceva tremendamente, ma ora sentiva il bisogno di rompere del tutto con l’ingenuità… con fermezza afferrò il pene, masturbandolo piano e, tenendo la mano di lui dentro di sé, condusse il giovane amante al proprio letto. Solo allora se ne distaccò, ponendosi nel mezzo dell’alcova, schiudendosi a lui, come un bocciolo al primo raggio di sole. Lui si accostò a lei, gattonando tra le sue gambe; si abbandonò piano su quel corpo delicato e muovendo il bacino contro di lei, passò a lungo il pene contro il suo pube, finché la sentì stringere le gambe intorno alla sua vita ed esplodere di piacere. La lasciò riprendere fiato, poi, quando il suo membro fu di nuovo lubrificato a dovere, lo spinse dentro piano, ma senza esitazioni… Un dolore lancinante, il respiro mozzato… poi, una sensazione nuova…il grembo pieno di lui, del suo membro così grande… e quello slip, che con l’elastico continuava a seviziarle dolcemente il clitoride… un piacere troppo intenso e i colpi sicuri di lui lo rendevano ancora più forte…… Gemiti, sospiri, calore senza fine… poi, le contrazioni di lei segnarono il suo primo, vero, memorabile orgasmo. Poco dopo fu il turno del suo giovane compagno d’amore: spinse il membro fino in fondo, sfiorando il limite invalicabile con la punta del glande. Lei percepì questa nuova stimolazione ed insieme vennero ancora, mescolando i loro umori con immensa passione. Restarono a lungo abbracciati, finché il pene non si fu ritirato naturalmente. Solo allora lui si staccò, ma solo per unire le sue labbra alla vagina e raccogliere il frutto di un amore proibito, da portare, poi, alla bocca di lei e suggellare così, l’inizio di una nuova vita.
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