Mi chiamo Marco e quello che mi è successo ci tengo a raccontarvelo in quanto lo ritengo molto eccitante. Era un giorno come tanti altri, uscivo di casa vestito di tutto punto con giacca, camicia e cravatta, per recarmi ad appuntamento domiciliare, sono un venditore porta a porta di creme per la pelle. Avevo avuto l’indirizzo di questa famiglia da un amico che mi aiuta spesso in questo lavoro. Prima di recarmi da questa famiglia avevo telefonato e mi aveva risposto un signore, molto cortese e gentile, dandomi appuntamento per le 15,00 e dicendomi anche che il mio amico Giorgio gli aveva parlato della mia merce e che erano interessati. Alle 15,00, puntuale, suono al campanello della famiglia e mi risponde la voce di una donna. Al momento ci sono rimasto un po’ male, anche perché non conoscendo la Signora non ero certo di riuscire a vendere qualcosa. Ma subito pensai che aveva risposto lei, sol perché il marito in quel momento non poteva venire al citofono. Mi ripresi subito e dissi che avevo un appuntamento con il sig. Giuseppe e che se non era in casa sarei ritornato più tardi. Ma anche la signora si dimostra gentile e mi invita ad entrare dicendomi che anche se Giuseppe, il marito, era momentaneamente assente, aveva già provveduto a parlale delle mie creme e che era interessata, quanto meno, a vedere il prodotto. Abitavano al terzo piano e mi invita a salire. Si apre i portone ed entro. Sulla soglia dell’appartamento è ad attendermi una signora sui 45 anni: alta, bruna, capelli lisci che arrivano sulle spalle, un bel seno e un po’ robusta, ma non grassa. Mi presento dicendo di chiamarmi Marco e lei risponde di chiamarsi Luisa. Mi fa entrare, scusandosi per l’assenza del marito che era dovuto uscire per andare dalla madre che lo aveva chiamato per degli affari di famiglia e che sicuramente, come le aveva detto, sarebbe ritornato la sera tardi, ma mi incoraggiò dicendomi, con un sorriso, che l’interessata alle creme era lei e perciò non ci sarebbero stati problemi. Eravamo a metà luglio e il caldo incominciava a farsi sentire. Luisa mi invita a mettermi comodo ed a levandomi la giacca. Lo faccio molto volentieri e noto che lei è vestita con una camicetta ed una gonna con uno spacco laterale che non lasciava niente all’immaginazione, infatti si vedeva una bella coscia bianca e liscia, sicuramente si era depilata da poco. Mi invita a sedermi sul divano e lei si siede accanto a me, mi offre una sigaretta dicendomi di mettermi a mio aggio, ma subito si alza. Si scusa dicendo che va in cucina a prendere qualcosa di fresco. Ritorna con una bibita a base di menta e me la offre dicendo che prima di iniziare la mia presentazione delle creme è meglio se bevo qualcosa considerato che debbo parlare molto. Accetto volentieri e ne bevo un po’ mettendo il bicchiere sul tavolino. Anche Luisa beve la bibita, ma lo fa in maniera provocante, dicendo che lei ama assaporare qualsiasi cosa porta alla bocca. Sedutasi sul divano la gonna si era tirata un po’ su fino a meta coscia. Luisa si scusa dicendo che i divani sono comodi, e non sempre, solo per stare coricati, mentre a sedersi, per le donne è un problema. Gli rispondo con un sorriso dicendole che a volte bisognava ringraziare il creatore di quei divani. In particolar modo il creatore di quel divano. Luisa sorride, facendomi capire che era d’accordo con me. Aprì la mia ventiquattrore per mettere bene in mostra i miei articoli quando lei si china verso la mia valigetta vicino al divano per meglio vedere gli articoli che c’erano dentro e noto che dalla camicetta bianca si intravede il seno senza reggiseno. Incomincio a sudare per l’eccitazione e lei mi dice che la sua pelle è molto secca ed avrebbe bisogno di una crema. Le faccio vedere il prodotto e Luisa mi dice se può metterla subito, anzi mi chiede se gliela posso spalmare sulle spalle. Gli risposi che lo avrei fatto volentieri. – Andiamo nella stanza da letto o preferisci qua sul divano. Già il fatto che mi dava del tu mi incoraggiò molto e risposi: – Dove si sente più comoda – Veramente se si tratta di comodità preferisco il letto al divano. – Allora andiamo nella stanza da letto. Ci avviamo entrambi verso la stanza da letto, lei avanti ed io dietro con il barattolo della crema in mano. Ho modo di notare che ha un culo veramente da favola che dice toccami. Nella stanza da letto mi dice che sarebbe stata meglio in abiti più liberi e se diresse verso l’armadio per metter su qualcosa di più comodo, a quel punto mi frullarono molte idee per la testa ma pensai: calma Marco, ti è stata consigliata da un amico e non devi fare brutte figure. Prese dall’armadio una vestaglietta corta e trasparente e disse che l’appoggiava sulla poltrona per mettersela dopo che le avevo spalmato la crema. Incominciò a spogliarsi lentamente fino a quando non rimase in slip autoreggenti e reggiseno. Era una donna favolosa, due gambe dritte e sode, un seno, che se anche di notevoli dimensioni, stava ancora dritto e due capezzoli dritti e duri che premevano contro il reggiseno. Non solo io ero eccitato. Si coricò sul letto a pancia in giù, slacciò il reggiseno e mi disse di cominciare a spalmare la crema sulle spalle sperando che le facesse passare quel fastidioso mal di schiena che aveva da 2 giorni. Con le mani tremanti inizia a spalmare la crema sulla schiena, ma il mio movimento presto si trasformò in un massaggio che Luisa gradiva molto. Iniziarono i mugolii accompagnati dal movimento della schiena e dal bacino, mentre in me aumentava l’eccitazione. Lo sentivo gonfiarsi dentro i pantaloni e sicuramente continuando quel massaggio avrebbe presto cominciato a farmi male, stretto per com’era negli slip e date le sue dimensioni (23×16). Mi invitò a scendere più giù, mentre inarcando il bacino si toglieva gli slip. A questo punto ho incominciato ad accarezzarle il culo e mettere la mano in mezzo alle cosce. Arrivato alla fica mi bagnai tutta la mano. Era in un lago. Si girò e cominciò a sbottonarmi i pantaloni. Si ritrovò subito la bocca all’altezza del mio pene che ormai era uscito dagli slip x metà. In un batter d’occhio lo liberò interamente dalla morsa e non riuscì a trattenere una escavazione di stupore, ma contemporaneamente di compiacimento. – Madre natura ti ha voluto bene. Ed iniziò a leccarlo dalla testa ai ciglioni e viceversa. Aveva una lingua che sembrava una saetta e alternava alle leccate l’ingoio, che pur mettendocela tutta non riusciva ad ingoiarlo tutto. – E’ troppo lungo, ma è bellissimo giocarci. Pensa che quello di mio marito non arriva neanche a metà di questo. Ci mettemmo in posizione del 69 ed inizia a leccare forsennatamente la sua fica che continuava a bagnarsi quasi stesse facendo la pipì. Ad ogni colpo di lingua si inarcava. Ad un tratto cominciò a tremare incitandomi di essere più veloce. – Dai, forza, continua, sto per godere alla faccia di quel cornuto di mio marito. Godooooooooooooooooo. Tremava tutta ed urlava il suo godimento mentre dalla fica uscivano umori a valanga. – Ora mi devi scopare. Lo devi fare sul tappeto. Prima io sopra e lei sotto, poi di fianco e poi alla pecorina. Si vedeva in lei una donna assetata di cazzo e mentre aveva il cazzo in fica mi disse: – Non mi venire dentro, voglio che mi sborri in bocca, mi raccomando sborrami in bocca voglio affogare nella tua sborra calda. A questo punto non riuscì più a trattenermi, lo tirai fuori e lei subito si girò per prenderlo in bocca e a quel punto sborrai. Una sborrata mai vista. La quantità sorprese anche me. Gli svuotai tutto in gola, lei cercò di ingoiare, ma la quantità era troppa e non ci riuscì a bocca piena cercava di ingoiarlo tutto e quando finalmente lo mandò tutto giù, andò ad aprire la porta e dietro c’era il marito. Rimasi di stucco, ma lui subito mi disse di non preoccuparmi che lui godeva solo quando la moglie veniva scopata da altri. Mi chiese di scoparla ancora, io…. cercai di prender tempo ma subito lei si butto sul mio cazzo e me le fece subito venir duro, si miseri nuovo a 69 ed io ricominciai a leccargliela, lei gemeva, come una cagna in calore ed in men che non si dica si girò e si mise a “smorza candela” mi sembrava di essere in paradiso sborrai di nuovo e lei sempre più appagata si sedette vicino a me e mi disse: “grazie era da tanto che volevo essere scopata il cornuto è da molto che non mi trovava uno stallone come te” E così dicendo si mise di nuovo a pecorina. Mentre io la scopavo il cornuto si segava e le sborrò in bocca mentre lei aveva il mio cazzo nel culo. Non so più cosa sia successo perché poi ho cambiato lavoro e città, ma ancora oggi quando lo ricordo mi si drizza ancora il cazzo!!!!!!
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