Salve a tutti, sono Rocco, 45 anni. Vi vorrei raccontare quello che mi è successo una sera ad un Luna Park. Mia moglie Federica, 39 anni ben portati, va pazza per le giostre. Eravamo di ritorno da una cena quando vedendo le luci in lontananza di un Luna Park mi pregò di fermarci e di divertirci un po’. Data l’ora tarda ormai vi erano più poche persone e i giostrai cominciavano a prepararsi a chiudere. Facemmo qualche tiro al bersaglio senza vincere nulla, salimmo sulle montagne russe. Poi vide la sua passione: “Il Tunnel dell’Amore”. Nonostante la sua insistenza, rinunciai: non avevo voglia di infilarmi in insignificante buco buio. Lei si avviò comunque all’entrata dicendomi che ero uno stronzo a lasciarla e che me l’avrebbe fatta pagare. Dopo aver consegnato il biglietto e aver varcato il cancelletto d’entrata un soffione d’aria, proveniente dal pavimento le sollevò la gonna mostrando delle velatissime autoreggenti nere e un minuscolo perizoma, Federica cercava di tirare giù la gonna ma il getto d’aria era troppo forte. La scena non passò inosservata ai tre ragazzi titolari della giostra che dopo un’occhiata di intesa fra di loro si precipitarono all’entrata sedendosi nella stessa vettura di mia moglie: il più grande accanto a lei e gli altri due dietro. Li vidi scomparire nell’oscurità. Il resto l’ho saputo dal racconto di mia moglie. Appena dentro al tunnel il buio era totale e Federica si accostò al compagno di viaggio un po’ per paura e un po’ per provocazione dicendo: “Il buio mi terrorizza, ti dispiace se mi stringo un po’ a te?” “Prego fai pure, anzi se vuoi ti faccio stringere qualcosa che ti darà sicurezza” rispose il mandrillo, posando la sua mano sulle cosce di Federica che aveva pensato bene di mostrare tirando su la gonna. Intanto uno dei due seduti dietro aveva premuto un pulsante, bloccando la vettura. Le dita esperte dello stallone cominciarono a esplorare le parti più intime della mia signora che ormai eccitata cominciava a mugnare come una cagna. Si fece audace anche lei e cominciò a sbottonare la patta del suo vicino tirando fuori un cazzo di notevoli dimensioni che a fatica riuscì a stringere e cominciò subito a smanettarlo. Enrico, questo era il suo nome, venticinquenne, si alzò e Federica, seduta si trovò davanti alla faccia una mazza incredibile, mai vista prima. Il porco le tirò fuori le grosse tette e vi ci infilò in mezzo la verga, godendosi quella meravigliosa spagnola. Nel frattempo gli altri due erano scesi e ora offrivano le loro aste a Federica che cominciò subito a segare. La puttana si dava da fare tenendo testa a tre uomini contemporaneamente, ma il bello doveva ancora venire. “Vieni troiona che ora ti voglio prendere a pecora” così dicendo Enrico, la fece scendere e appoggiare al cofano dove era seduto Marco, 23 anni. Così la vacca si ritrovò con un cazzo in bocca e uno in fica. Quello dietro spingeva così tanto forte che l’uccello dell’altro, ad ogni colpo le entrava sempre più in gola, ma lei imperterrita continuva a pompare e ad andare dietro con il culo. Riuscì anche a parlare: “Ragazzi, ma io ho tre buchi e voi siete in tre, cosa aspettate a riempirmi tutta?” Allora Roberto, il terzo, 23 anni, dopo averle lubrificato ben bene il buchetto si sedette su una poltrona e fece accomodare la zoccola sul suo bastone bene in tira. All’inizio faticò un po’ ma una volta oltrepassato il primo ostacolo entrò tutto dentro contribuendo ad aumentare le urla di piacere della mia cara mogliettina. Enrico si fece avanti e lei invitò a penetrarla aprendo a dismisura le gambe e offrendogli uno spettacolo meraviglioso. Il terzo infine le si accovacciò sopra ficcandogli in gola i suoi 20 cm. Il quadretto era al completo aveva finalmente ottenuto ciò che voleva e ora si gustava tre stupendi cazzi in una sola volta. Il primo a venire fu Roberto che le riversò tutto lo sperma nell’intestino, poi toccò a Marco che la dissetò facendo ben attenzione a non versarne dopo una goccia e infine Enrico estrasse il pistone e la innaffiò da testa ai piedi. Li rividi dopo circa mezz’ora uscire: “non sai cosa ti sei perso caro!” fu il commento della mia dolce mogliettina.
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