Alzò il lenzuolo e le si stese accanto lentamente. Come lei aveva sempre sognato. Ma questa volta era reale. Dal contatto con il suo corpo capì che l’uomo indossava solo una maglietta e dei boxer, questo aumentò la sua eccitazione. Si mosse leggermente e sfiorò con le gambe nude quelle dell’uomo, percependone la peluria ma soprattutto il vigore. Indossava sempre il pigiama quando andava a letto, anche se era solo un sonnellino pomeridiano. Quella volta indossava il solito pigiamino estivo, pantaloncini e camicetta leggeri, che lasciavano intuire le sue dolci forme. Non indossava mai il reggiseno in estate quando andava a letto, la mamma le permetteva di non metterlo e di lasciare libero il suo seno che nonostante i suoi 18 anni era ormai quello di una donna. Ma gli slip si. Quelli doveva indossarli. E non le dispiaceva. Spesso lo sfregare del cotone sulle grandi labbra, specialmente quando era molto eccitata, aveva aumentato il suo piacere.Le si stese accanto e l’abbraccio alle spalle. Era molto confuso e impaurito, ma allo stesso tempo molto eccitato all’idea che quello che lui aveva sempre desiderato stava per realizzarsi. Si cinse a lei e percepì l’inteso profumo che il suo giovane corpo emanava. Era un profumo che conosceva bene. Era un profumo che lo inebriava. Il suo viso adesso le sfiorava i capelli e la sua bocca era poggiato sul collo. Non seppe resistere e la baciò. Lei non disse nulla, ma lui sapeva che non stava dormendo anzi. Tremava come una foglia. Fece scivolare il braccio lungo il fianco destro di lei e poi facendo perno con il gomito sull’anca spinse la mano verso il suo petto. Un altro tremito la scosse. Lui si fermò e la bacio di nuovo sul collo. Le dava piccoli baci e allo stesso tempo piccoli colpi con la punta della lingua. Quando lei smise di tremare riprese ad accarezzarle il seno. A quel punto lei si sposto per rendergli facile la manovra. Lui era al settimo cielo. Quello che era accaduto qualche giorno prima era stato interpretato correttamente. Le slaccio due bottoni in modo da poter infilare la mano dentro la camicetta e cominciò lentamente ad accarezzarle i seni. Lentamente. Prima il destro e poi il sinistro. Un lento movimento circolare fino a percepire i capezzoli già duri. La senti fremere. Ed ansimare.Aveva desiderato per anni che accadesse. Ad un certo punto aveva cominciato a sognarlo ogni notte. L’aveva desiderato a tal punto che il suo primo orgasmo l’aveva avuto durante uno di questi sogni, l’anno prima. Un sogno in cui la possedeva da dietro. Aveva goduto, aveva urlato e si era svegliata. La madre era entrata nella stanza chiedendole cosa era successo. – Era un incubo mamma, stai tranquilla. Poi si era accorta di essere completamente bagnata e ripenso a quella sensazione sconvolgente ma piacevole provata durante il sogno. Da allora era diventata un’ossessione.Non aveva molti amici, come spesso accade alla ragazze intelligenti, e lei lo era, i suoi coetanei la annoiavano. Si sentiva invece sempre più attratta dagli uomini maturi e Massimo con i suoi 46 anni incarnava esattamente il suo ideale di uomo. Valentina era una ragazza semplice. Semplice e bellissima. Fino a qualche anno prima aveva ancora il portamento un po’ goffo delle adolescenti ma adesso il suo corpo di donna stava letteralmente esplodendo, mostrando allo sguardo degli uomini, quell’armonia armonia e quella sensualità che portano alla perdizione. Era bella. Di una bellezza discreta ma irresistibile. Un viso perfetto incastonato fra lunghi capelli neri e impreziosito da due splendidi occhi verdi ereditati dalla mamma. Del padre aveva invece ereditato il sorriso e i modi aggraziati e soprattutto la dolcezza di carattere. Il lavoro purtroppo lo portava spesso lontano da casa per lunghi periodi e Valentina ne sentiva molto la mancanza. La madre invece non aveva un carattere molto facile. Di rigida impostazione, la madre era sempre stata parca di carezze e affettuosità, che venivano sempre considerati segno di debolezza. Valentina nel tempo aveva imparato che comunque la donna le voleva molto bene e a suo modo cercava di dimostrarlo. Quello a cui Valentina non si era mai abituata era il fatto che la donna non sorridesse mai. Da grande avrebbe capito che è difficile sorridere alla vita se lavori in un reparto per malati terminali.La mano continuava ad accarezzare la pelle di seta, indugiando prima sulle aureole e poi sui capezzoli. Quando il tremore cessò, la mano di Massimo scese lentamente verso l’ombelico e poi verso il pube. Superò facilmente l’ostacolo dell’elastico e si fermo a un centimetro dal clitoride, indugiando sul monte di Venere. Valentina riprese a tremare per l’eccitazione, Massimo non si fermò le sfiorò le grandi labbra e poi le piccole, e poi di nuovo prese ad accarezzarle entrambe con tre dita con un movimento su e giù. Massimo, trovandosi ancora alle sue spalle non riusciva a vederla in viso, ma ne intuiva la naturale bellezza. Le scostò i capelli con la mano ancora libera, le baciò il collo e con la lingua si fece più audace. Le mordicchiò i lobi, e poi di nuovo giù lungo la spalla che intanto aveva scoperto. Valentina cominciò ad ansimare. Intanto la mano destra continuava ad andare su e giù descrivendo dei cerchi concentrici attorno il clitoride, eretto come un piccolo fallo per l’eccitazione. Il suo ansimare gli fece capire che era il momento, e così le fece scivolare il medio lungo il clitoride fin dentro la vagina. Valentina trattenne l’urlo mentre un turbinio di sensazioni fisiche e psichiche le squassava il corpo. Strinse le gambe quasi a bloccare lì la mano per l’eternità. Apri e strinse le gambe altre due o tre volte tremante. Poi si acquietò. Era ovvio che quello non le sarebbe bastato.Rimasero in silenzio per circa dieci minuti. Nessuno dei due aveva il coraggio di parlare, di interrompere la magia di quel momento. Lui la cinse e lei si accucciò su di lui rannicchiando le gambe e facendo aderire le sue spalle al petto di Massimo. Poi si girò e lo guardò negli occhi. Finalmente la vide in volto. Bella. Bellissima. Lei non disse nulla, appoggiò delicatamente le labbra su quelle dell’uomo e lo baciò.Valentina si alzò dal letto e si diresse verso il bagno. Doveva assolutamente riprendersi. Si sciaquò, si riassettò i capelli e tornò nella sua stanza. Era eccitatissima. Sapeva che quello era il giorno. L’uomo che aveva sempre sognato era lì a pochi passi. Era lì per lei, solo per lei. Entrò nella stanza in penombra e si sedette a cavalcioni su di lui.Massimo si era intanto tirato su e appoggiato alla spalliera del letto. Quando la vide entrare ebbe un tuffo al cuore. Era più che bella che mai. Lei si avvicinò al letto e si venne a sedere sopra di lui. Come quel giorno. Come quel pomeriggio in cui era cominciato tutto.Era successo tre giorni prima nel tardo pomeriggio. Stava seduto sul divano nel patio che dà nel giardino interno e aspettava che la madre di Valentina gli portasse qualcosa da bere. Ma fu una gradita sorpesa vedere il sorriso di Valentina accompagnare un bicchiere di thé freddo. La ragazza era felice di vederlo e con molta naturalezza si sedette a cavalcioni su di lui abbracciandolo con passione. Quel giorno Valentina indossava un vestito leggerissimo che lasciava intravedere i fianchi morbidi e il seno rotondo. Massimo riusciva a intravedere anche i piccoli slip bianchi mentre quel giorno Valentina non indossava reggiseno. Era la prima volta che vedeva Valentina sotto una luce diversa e ne fu molto turbato, tuttavia non riuscì ad impedire che i suoi sensi si risvegliassero sotto i pantaloncini. Il movimento non sfuggì a Valentina, anche perché gli slip sottili le permisero di sentire il sesso dell’uomo sfregare sulla sua passerina con tutto il suo vigore. Rimase interdetta per qualche istante, poi strinse l’uomo in un abbraccio ancora più passionale, muovendosi in modo da strusciare il proprio sesso sull’oggetto del desiderio e appoggiando completamente il seno sul viso dell’uomo. Dopo qualche secondo guardò Massimo in viso e vistone l’evidente imbarazzo gli disse – Stupido – e fu a quel punto che accadde quello che lui non avrebbe mai immaginato. Valentina poggiò infatti le labbra su quelle di lui e si fece strada lentamente con la lingua. Massimo resistette solo qualche istante e poi ricambiò il bacio. Fu un bacio breve ma intenso. Le lingue esplorarono le bocche con avidità, mentre Valentina continuò a muoversi lentamente sul sesso dell’uomo, fino a che Massimo non gemette raggiungendo il piacere.Adesso lei era di nuovo lì, seduta a cavalcioni su di lui come quel pomeriggio. Valentina lo guardava in silenzio e sorrideva. Sorrideva come solo lei sapeva fare. Un sorriso solare pieno di gioia e voglia di vivere. Quel giorno però il suo sorriso era un sorriso carico di aspettative e di desiderio. Si, quello era il giorno giusto, lo aveva aspettato per tutta la vita. Era sola quel giorno, la madre aveva il turno pomeridiano e aveva portato con se Luca il piccolo fratellino lasciandolo dai nonni. Era sola e lo sarebbe rimasta per tutto il pomeriggio. Sola con lui.Si chinò su di lui e lo baciò. Prima sulla fonte, poi scese lungo gli occhi e lo baciò delicatamente sulle guance. Massimo le accarezzò leggermente le gambe nude risalendo lentamente fino ai pantaloncini del pigiama. Valentina ebbe un fremito, poi decisa arrivò alla bocca e lo baciò con passione. Lui rispose al bacio aprendo la bocca, permettendo così a Valentina di esplorarla lentamente con la lingua. Intanto continuava ad accarezzarla, prima le cosce poi i glutei. Le sensazioni che arrivavano dalle carezze erano fantastiche. I glutei tondi e morbidi, perfetti al tatto e la pelle liscia come un tessuto damascato aumentavano la sua eccitazione a dismisura. La lingua di Valentina cominciò a saettare spinta più dall’istinto che da una reale arte amatoria. Ma Valentina era una donna fatta per il sesso. E Massimo quel giorno se ne rese conto definitivamente.Valentina percepì l’eccitazione di Massimo e cominciò ad intensificare il movimento della lingua. Sentiva il sesso dell’uomo strusciarle contro e cominciò a provare un piacere sottile ma sempre crescente. Iniziò a muoversi su e giù, come quel giorno, fino a quando lui le disse – Aspetta.Si tirò su con la schiena e si appoggiò alla spalliera del letto. Adesso erano di fronte. La guardò, le accarezzo i capelli e poi il viso e il collo. Poi scese lungo il busto e cominciò a sbottonarle la camicetta. Lentamente, prima un bottone, poi l’altro. I seni vennero fuori prepotentemente. Le aveva sempre sognati quelle tette. Non erano molto grandi, una terza abbondante, ma avevano una forma perfetta e soprattutto erano sode. Stavano in piedi da sole. La madre costringeva la ragazza a portare sempre reggiseni rigidi, sia per nasconderle un po’, ma anche per coprire i capezzoli che erano molto sensibili e si rizzavano facilmente. Slacciati i bottoni, Massimo tolse via la camicetta, si chinò su di lei e cominciò a baciarla sul collo, sulle spalle e poi sui seni. Baciare e leccare il seno era una cosa che gli piaceva molto. Descriveva lentamente piccoli cerchi concentrici attorno alle aureole e poi sui capezzoli. Li mordicchiava e li succhiava, sempre molto delicatamente, alternando prima un seno e poi un altro. Purtroppo sua moglie non la vedeva alla stessa maniera. Quindi non gli sembrò vero che Valentina glielo permettesse. La ragazza invece gradì molto e per ricambiare lo spogliò completamente e lo fece distendere sul letto. Cominciò a baciarlo dappertutto. Ricominciò dal viso per scendere delicatamente lungo il collo e il torace. Si soffermo sui capezzoli leccandoli con voluttà sfiorando con i seni la pancia dell’uomo. Poi andò oltre arrivò all’ombelico e fu lì che Massimo intuì qual era la sua qualità migliore. Una dote innata. La lingua di Valentina cominciò a roteare e poi a penetrare l’ombelico con piccoli colpi. Il sesso di Massimo stava esplodendo dal desiderio e quando lui cominciava a intuire quale fosse la metà finale di quell’esplorazione, Valentina si fermò.I suoi seni avevano infatti appena sfiorato il pene dell’uomo. Fu un lampo. Risalì un po’, guardò Massimo negli occhi e strinse fra le sue tette il sesso dell’uomo. Massimo non aveva mai fatto una cosa simile e pensare che il seno era la sua parte preferita. Fu fantastico. I seni morbidi e avvolgenti della ragazza cominciare a muoversi con un ritmo lento ma continuò. Lei sapeva come fagli raggiungere il piacere facendoglielo assaporare momento per momento Continuò su e giù per qualche momento, fino a quando il sesso dell’uomo non uscì dal quel morbido abbraccio e scivolò nella bocca calda e umida di Valentina. Massimo non capì più nulla. Valentina roteò la lingua sul glande lentamente poi scese lungo l’asta fino ai testicoli. Sembrava l’avesse fatto da sempre, ma era la prima volta. Valentina percepiva in modo quasi naturale cosa potesse dare piacere ad un uomo. Andò su e giù sempre lentamente, leccando delicatamente il pene con movimenti regolari su e giù fino alla base. Accarezzo i testicoli e li leccò ingoiandoli quasi completamente, poi risalì. Arrivata sul glande si soffermò qualche istante, appoggiò di nuovo le labbra sulla punta, la sfiorò con la punta della lingua e infine ingoiò il sesso sempre più in profondità. Quando sentì il sapore acre dei primi umori dell’uomo aspirò con forza e lasciando la presa con la bocca appoggiò il pene di Massimo fra i suoi seni. Gli schizzi copiosi la colpirono dappertutto. Sul petto, sul collo, sul viso. Massimo la guardò esterrefatto, lei ricambiò lo sguardo, sorrise e disse – E’ stato bellissimo. Poi la sua lingua cercò in quella dell’uomo la conferma del piacere reciproco.Valentina si alzò e andò a sciaquarsi. Al suo ritorno trovò Massimo seduto sul bordo del letto. Gli occhi si incontrarono consapevoli e vogliosi. Quando lei fece per sedersi lui la fermò chiedendole di restare in piedi. L’abbracciò per un attimo e poi lentamente le sfilò prima il pigiama e poi gli slip. La visione del suo pube era celestiale. Valentina, ancora giovane, aveva poco pelo che lasciava chiaramente intravedere il sesso della ragazza in tutto il suo splendore. L’uomo si alzò chiese a Valentina di sedersi sul bordo del letto e s’inginocchiò fra le sue gambe. Cominciò a baciarla fra le cosce alternando carezze e piccoli colpi di lingua. L’uomo risalì lentamente lungo le cosce fino a raggiungere la passera della ragazza oramai gonfia e tumida di piacere. Valentina si abbandono sul letto e Massimo capì poteva continuare. Cominciò a passare la lingua sul sesso di lei, con un movimento continuo dal basso verso l’alto. Prima le grandi labbra e poi le piccole, fino al clitoride. Lì si soffermò a lungo, con baci e leccate e infine, quando i gemiti della ragazza gli dissero che stava per raggiungere l’apice del piacere, cominciò a succhiarlo leccandone solo una minuscola parte con la punta della lingua. L’urlo di Valentina risuonò nella casa deserta. Spasmi simili a convulsioni l’attraversarono per tutto il corpo. No, questo non era il rassicurante piacere che le sue dita le avevano sempre regalato. Era qualcosa di diverso. Era una cosa nuova, assolutamente sconvolgente che le avrebbe cambiato la vita per sempre. Non era ancora finita.Massimo le si stese accanto. La guardò negli occhi e la baciò. Gli occhi di Valentina emanavano una luce particolare. Era la luce della felicità inconsapevole, della felicità non rovinata dai sensi di colpi e da tutte quelle inibizioni che avevano per anni pesato sulla sua famiglia. Una luce che gli occhi di sua madre non avrebbero mai avuta. Rimasero così, a guardarsi per un tempo infinito poi lui le chiese “Come stai”. Lei non rispose ma con estrema naturalezza lo baciò con passione.Massimo ricambiò il bacio stringendole le spalle con forza, poi insinuò una gamba tra le cosce di lei. Sapeva cosa stava per accadere, e questo l’atterriva m allo stesso tempo lo attraeva terribilmente. Non appena Valentina sentì risvegliarsi nell’uomo il desiderio per lei scivolò delicatamente sotto di lui e allargò le gambe. Era arrivato il momento.Massimo rimase a guardarla per qualche secondo che a Valentina parve un’eternità. Era come se temesse di insozzarla, di sporcarla. E poi aveva una paura matta di farle male. Il suo sesso era lì, a pochi millimetri da quello di Valentina, duro ed eretto, che ne sfiorava le grandi labbra. Fu Valentina che ad un tratto gli disse “Entra ti prego, adesso!”. E Massimo entrò in lei. All’inizio delicatamente, poi quando si accorse che Valentina, la sua Valentina, non era più una ragazzina, fra lo stupore e la rabbia cominciò ad aumentare il ritmo e il vigore dei colpi. Valentina era diventata donna l’anno precedente durante un campeggio con i compagni di liceo. Era diventata fra le carezze goffe e un po’ alticce di un suo compagno di classe. Non era stato quello che ogni ragazza sogna, ma si era divertita, e soprattutto si era tolto un pensiero. Ma questa volta era completamente diverso. Non provava nessun dolore. Era così eccitata che il pene dell’uomo scivolava dentro di lei come il coltello nel burro. Anzi il piacere che proveniva da quello strofinare, sfregare il sesso duro di Massimo, il suo Massimo, nelle piccole e grandi labbra, nelle pareti della vagina, e nel clitoride che ormai era diventato rigido come un pisello, quel piacere era qualcosa di sublime. Valentina cominciò a sentirsi attraversare da piccole scosse. A questo punto inarcò le spalle per assecondare i movimenti dell’uomo. I due corpi cominciarono a muoversi all’unisono, fusi da un unico e inteso attimo di estasi. Valentina cominciò a gemere, ad ansimare e a muoversi ritmicamente. Massimo capì che poteva aumentare il ritmo dei suoi movimenti. Ad un tratto Valentina sentì arrivare una scossa più forte, che l’attraversò tutta dall’ano alla testa sconquassandola tutta. Contemporaneamente sentì il fiotto caldo dell’uomo che le veniva dentro. Urlò. Di gioia, di liberazione, di estasi. Massimo le chiuse la bocca baciandola e stringendola con forza. Poi si acquietarono.Rimasero abbracciati per circa mezz’ora. Nessuno dei due ebbe il coraggio di dire qualcosa che poteva interrompere quel momento magico. Poi lui si alzò e si diresse verso il bagno. Quando tornò si rivestì, si avvicino a lei e la baciò sulla fronte.“Questo resterà per sempre un nostro piccolo segreto! Non è vero?”Lei lo guardò e sorrise in modo strano. Uno sguardo che lui non le aveva mai visto. Un misto di candore e di furbizia. Qualcosa che tradiva tutta la voglia e il desiderio della ragazza, e che gli fece capire che la piccola non si sarebbe fermata lì.“Certo!” rispose “La mamma non saprà mai nulla di quello che è successo oggi. Stai tranquillo, papà”.
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