Siamo rimasti in cinque dopo cena: io, Gianni e la sua ragazza, Paola, Luisa e Stefania. Mi dispiace di perdere tempo per descrivervi la situazione in cui mi sono trovato e i componenti, ma ritengo sia necessario perché ognuno di voi si immagini nei minimi particolari il contesto in cui si è svolta una serata passata con ragazze di alta classe che non posso nascondere siano mie amiche. Il resto fa parte di una serata che ricorderò per sempre e in cui ho goduto come non mai. Gianni è un mio amico d’infanzia e ormai sono diversi anni che sta insieme a Paola: ragazza alta, bionda, proveniente da una famiglia benestante, Paola ha 28 anni ed è la classica bella ragazza abbastanza snob, la classica ragazza che accompagna ogni suo atteggiamento con aria di superiorità. Ama stare al centro dell’attenzione, ama essere ammirata, osservata, ama sentirsi la migliore, la più bella nel gruppo, ma è abile a non dimostrare ciò, si mantiene sempre entro quel limite giusto per non farsi considerare in questo modo. Le piace essere osservata e guardata, ma non eccede mai, non indossa mai abiti espliciti, non le piace essere semplicemente provocante, il suo è un gioco più sottile che non tutti intuiscono immediatamente. Le piace essere guardata e in modo particolare da me, da me che ho capito il suo gioco e che volutamente non le do molta importanza forse per rispetto di Gianni o forse perché so che così facendo la invoglio a spingersi sempre più avanti nel suo gioco. E’ come se con me avesse giocato una scommessa: poiché ho avuto diverse esperienze con ragazze affascinanti e tutt’altro che brutte, penso che voglia dimostrare di piacermi. E’ capitato a volte che venisse a sedersi sopra le mie gambe, ma era sempre attenta a non mettersi troppo in prossimità delle mie ginocchia, ma a spingersi sempre più indietro, magari appoggiando le mani involontariamente al mio interno coscia, oppure non sono stati rari i casi in cui mi fissasse mentre stava baciando Gianni. Mi sono dimostrato sempre indifferente a quel suo gioco, ma se devo essere sincero mi attrae. Mi piace il suo corpo, mi piace quel suo viso voglioso, mi piacciono quelle sue cosce, mi piacciono anche quei suoi piedi che spesso calzano stivali di gran classe e non eccessivi e mi piace il suo sedere e se devo essere sincero le ho dedicato abbastanza seghe anche se so che così dicendo le sto dando una gran soddisfazione. Stefania invece è la ragazza di un nostro caro amico, Roberto. Non molto alta, castana, carnagione chiara, Stefania è la classica ragazza che tiene al suo corpo più di ogni altra cosa. Le piace essere sempre in forma, è maniacale nell’essere sempre perfetta in ogni minimo particolare, indossa sempre abiti rigorosamente firmati e biancheria di alta classe; è minuta, ma la cosa che non le manca (al contrario di Paola) è il seno: porta una quarta che su un corpicino come il suo è tutto dire. Ma la cosa che stupisce, ce lo dice sempre Roberto per scherzare e per vantarsi, è che ha due zizze sode come il marmo. Luisa invece è un’universitaria alla cui famiglia non mancano i soldi: ragazza di classe con esperienze da modella, tra le tre forse è la più bella, ma qui entrano in gioco gusti personali poiché stiamo parlando veramente di tre ragazze con un fisico pressoché perfetto. Ha un fisico tonico con non molto seno. La cosa a cui tiene di più però sono i piedi: non so se ha una specie di feticismo per quella sua parte del corpo, ma so solo che spende milioni solo su scarpe: le piacciono in modo particolare stivali, sandali con tacco (ne ha parecchi di Gucci) e sandali alla schiava. Paola, Luisa e Stefy sono le classiche ragazze i cui problemi più seri sono come spendere i soldi il fine settimana, quando andare al centro estetico a farsi una doccia solare, dove andare a comprare il prossimo completino intimo e così via. Non sto parlando di tre ragazze all’eccesso, ma di tre mie amiche con una passione sfrenata per il loro corpo e la loro bellezza, di tre ragazze che amano spendere soldi per vestirsi bene, per calzare scarpe che le soddisfino e che magari soddisfino pure le menti dei propri ragazzi o nel caso di Luisa (che fidanzata non è) le fantasie degli uomini che la circondano. E’ con loro che sono rimasto dopo cena a casa di Paola. Vengo al dunque. Abbiamo finito di stare a tavola e gli altri se ne sono andati anche a causa dell’ora tarda. Noi abbiamo deciso di trattenerci ancora un po’. Stiamo tranquillamente parlando seduti nel salotto quando non so cosa passa per la testa a Gianni e alle altre tre ed è probabile che fino adesso non abbia capito nulla di quattro persone con cui ho condiviso parecchi giorni di divertimenti, perché quando Gianni si alza e porta Paola davanti a me nella mia testa si scatena una confusione spaventosa. “Io vado di là con Luisa e Stefy, voi rimanete qua?” mi dice Gianni. A quella frase nella mia testa frulla qualcosa di strano, ma in un attimo cerco di mettere da parte i miei pensieri e cerco di ritornare a quella che penso essere la realtà. Gianni inizia a parlare forse accorgendomi della mia faccia da pesce lesso: “Su sveglia però! Vuoi restare qua o andare di là tu?” Non capisco il perché di quella domanda, ma la situazione in un attimo mi si chiarisce, anche se rimango comunque allibito: mentre Gianni mi pone la domanda vedo, dietro lui, Stefania togliersi la magliettina bianca che indossa sopra. Gianni ha un’espressione quasi ironica e mentre mi guarda mette le mani sulla vita di Paola che sta ridendo e le slaccia la lunga gonna a portafoglio che le lasciava scoperta solo la parte terminale degli stivali marroni. La gonna viene via e io mi blocco per un attimo: Paola sta in piedi ed è rigirata verso di me con la schiena. Quello che mi si presenta è una cosa che mi resterà impressa per parecchio tempo nella mia mente: non vedo altro che il sedere di Paola scoperto in mezzo a un reggicalze color carne che le cinge la vita e che gli da un effetto ancora più rotondeggiante. Gli elastici reggono su un paio di calze sempre color carne che le terminano a metà coscia e il resto è coperto da quel paio di stivali firmati e di color marrone con tacco. A Luisa e Stefy esce una risata e Stefy aggiunge: “Dai Gianni andiamo!”. Gianni mi guarda un attimo aspettando forse un gesto, una parola da me, una parola che non arriva forse per la saliva che mi manca o forse per la confusione che ho in testa… poi si avvia abbracciando Stefania e Luisa. “Non godere troppo, altrimenti mi incazzo!” gli dice Paola, Gianni fa un cenno con la testa, ma non aggiunge altro. Mentre escono dalla sala guardo un attimo i tre: Luisa mi sembra un po’ impacciata, di sicuro più di Stefy che già è in reggiseno e che ridendo agita con una mano l’uccello di Gianni ancora nei pantaloni. “Allora…da dove iniziamo?”, Paola richiama la mia attenzione, ma non ci vuole un grande sforzo per farlo. Mi alzo dalla poltrona e la prima cosa che mi viene spontaneo fare è metterle una mano sul sedere. Non so neanche io perché, perché non ho chiesto spiegazioni, perché non ho fatto domande, perché non ho esitato, ma in certe occasioni penso che l’eccitazione raggiunga livelli tali da rubarti la razionalità. Quella che ho di fronte è una ragazza di 28 anni in reggicalze, nonché ragazza di uno dei miei migliori amici, che mi sta dicendo da dove voglio iniziare a gustarmi il proprio corpo. Le metto il medio e l’anulare tra le due parti del sedere e inizio a baciarle le spalle e il collo: sento l’odore della sua pelle, il calore del suo sedere e quel reggicalze struscia proprio davanti ai miei pantaloni. “Ah, ma allora ti piace” mi dice e così dicendo mi accorgo che sta vincendo la propria scommessa e questo la fa sciogliere ancora di più. Rigira il suo viso e cerca la mia lingua, mi eccita sentirla sulla mia. Stiamo qualche minuto con le lingue fuori a baciarci, poi lei porta la mano sinistra dietro la sua schiena, dove sono io, e inizia a toccarmi fuori dai pantaloni proprio come Stefy faceva prima con Gianni. Il mio uccello è già in erezione e lei si accorge anche di questo: “Gianni lo ha più grosso del tuo, ma secondo me lo usi meglio”, mi dice mentre le nostre due lingue si cercano. Non ne posso già più. Inizio a scendere con il viso sulla schiena e poi verso il sedere. Lei sta sempre in piedi. “Adesso sentiamo che odore hai”, mi viene da dirle e cerco con le mani di allargarle il sedere e scendo ancora con il viso. Finalmente lo vedo e lo sento quel culo, è tutto depilato, è sodo, è perfetto. Le allargo ancora un po’ le chiappe ed è lì, lo vedo finalmente quel forellino rosa tanto sognato: il suo ano, l’ano di Paola. “Lo hai visto finalmente maiale” mi dice con voce eccitata, quasi tremante. Non le rispondo perché non ci sono bisogno di risposte, mi getto con il viso in mezzo al solco delle due natiche e con la bocca lo vado a baciare. Lo bacio, lo annuso e lo ribacio e poi lo lecco anche. Sento l’odore delle sue chiappe, sento l’umido causato da un po’ di sudore su quella zona. Mi limito a leccarle solo quello, non scendo alla passera e Paola per aiutarmi si inchina davanti. “Continua dai… fammi come hanno fatto alla Koll su Così fan tutte” “Sì… ma adesso fammi leccare un altro po’” “Lo sognavi questo buchino, dimmi la verità? Quante seghe ti sei fatto?” Non le voglio dare soddisfazione, devo continuare a dominare il gioco, ma mi risulta difficile ora: con quel sedere davanti al viso, quel reggicalze e quegli stivali…lei che mi dice quelle cose e che mi guarda… Inizio a scendere anche sugli stivali di pelle: marroni, di gran classe, le arrivano fin sotto le ginocchia e hanno un tacco alto e fino. “Penso proprio che tu abbia la stessa mania di Gianni per i piedi e le scarpe!” mi dice, “Pensi bene”, “Allora aspetta un attimo”. Smetto per un attimo di annusarla, lei si rigira, si mette seduta e si sfila gli stivali, rimane con quelle calze color carne e quel reggicalze. Mi guarda e si mette a posto i capelli biondi. “Perché li hai tolti. Mi eccita vederteli addosso. Voglio scoparti così ”, mi sono sciolto. “Aspetta un attimo prima di scopare! Vuoi scopare subito?! Intanto se me li lecchi un po’ non mi dispiace”. Sono lì davanti a me, quei magnifici piedi curati dentro quelle calze. Non sono proprio come quelli di Luisa, ma stiamo discutendo sulla perfezione. Inizio ad annusarli e a leccarli contemporaneamente. Odorano di pelle, quella degli stivali penso, e di lei, di Paola, dell’odore del suo corpo. Lei, non so come mai, si eccita e mugola. “Dai continua, vuoi che tolga le calze?” “No… sei matta…” “Quante volte me li hai guardati… eh? Guarda che me ne accorgevo… ti piacciono eh… ti piace vedermi con il reggicalze e ti piace anche scoparmi… e dai continua…” Continuo a odorarli e a leccarli e il mio uccello è diventato di marmo, ho le palle dure come non mai. “Togliti i pantaloni” mi dice e io non so più dove guardare: quel reggicalze senza slip le lascia scoperta tutta la passerina. E’ curata anche quella, ma non totalmente depilata: ha un colore non proprio biondo, ma castano chiaro. Intanto mi tolgo i pantaloni e la polo e rimango in mutande. Paola si stende e io mi metto in ginocchio davanti a lei. “Adesso ti faccio quello che faccio a Gianni prima di fare l’amore”. Inizia a strusciarmi i suoi piedi sulle mie mutande e inizia a muoverli su e giù. “Ti piace?” Io non ci vedo più dal piacere… lei li muove sempre più veloce e inizia a parlarmi con voce più alta: “E dai… segati sui miei piedini… guardami e poi scopami… dai…” “Quanto li hai belli Paoletta” “Mi piace stare così mentre Gianni scopa da un’altra parte… mi fa sentire zoccola… e poi voglio scopare con te…” “E dai allora… scopiamo…” “Prima voglio vedere che fa quel maiale con le altre due” Smette di farmi quelle maialate, ci alziamo, lei rimette gli stivali e andiamo di là. Ho le palle che mi scoppiano e penso di non resistere a lungo. Dalla camera ci arrivano delle risate e qualche gemito. Mentre cammino le fisso il culo che fino a pochi minuti fa le avevo leccato. Gianni è nella camera di Paola: sta in piedi ed è già nudo, davanti in ginocchio sta Stefy e dietro Luisa. Stefy gli sta leccando l’uccello, senza metterlo in bocca e Luisa è intenta ad allargare le chiappe e a leccargli il sedere. Gianni schiude gli occhi ed è come estasiato. Lo vedo immerso nel piacere: leccato da due ragazze che non vi potete neanche immaginare in quanto a bellezza. “Uhhm… e ciuccialo Stefy dai!” , la incita Gianni poi si accorge del nostro arrivo: “Paoletta già finito? Io ancora ho un po’ da fare! Ahh….” Paola si avvicina a Luisa che ora tutto mi sembra meno che impacciata: “Leccaglielo bene questo ano Luisa!”, poi Gianni mi fa cenno di avvicinarmi e mi dice: “Perché non chiedi a Paola se te lo fa anche a te il bidè?” La mia eccitazione è arrivata all’apice: mi sembra di essere dentro un film di Brass. Guardo Luisa: è uno spettacolo vederla eccitata. I sandali alla schiava non se li è tolti e ha fatto bene: le stringhe le salgono e avvolgono tutto il polpaccio, quei piedi sono perfetti, hanno quelle dita perfette, né troppo grandi, né troppo piccole. Gelosa del suo seno, ancora non lo ha scoperto, ma con quelle mani meravigliose lecca il sedere a Gianni e ogni tanto scende fino ai testicoli. Stefy ha un perizoma nero, le autoreggenti e per volere di Gianni si è tolta il reggiseno: finalmente le vedo quelle zizze. Belle sode, chiare, con due capezzoli abbastanza grandi e rosei. Gianni gode e geme: “Guardami negli occhi Stefania quando lecchi il mio uccello!”, Stefy non fa che dargli ascolto. Si guardano in preda al piacere. Lei lo fissa mentre passa la sua lingua su tutta l’asta fino a soffermarsi sulla punta “Hanno fantasia!” dico a Paola, ma lei non perde tempo. E’ quasi invidiosa di quello che stanno facendo gli altri tre, lei deve essere la meglio, è lei che deve essere invidiata per quello che fa. “Sì, ma io e te ora facciamo qualcosa di più!”, mi guarda divertita. Mi prende l’uccello fra le mani e me lo agita un attimo, giusto il tempo di farmelo rizzare al massimo… “Io penso che sei pronto per sentire il mio sedere” mi dice e si rigira chinandosi. “Guarda che sei fortunato… che non lo da mai così alla svelta!”, esclama Gianni. Io non penso più: prendo il mio uccello tra il pollice e l’indice e lo dirigo lì, verso quel buchino rosa. Lo vedo, è lì e lei per facilitarmi il compito me lo schiude pure, attende solo che lo infili dentro le sue chiappe rosee, aspetta solo di farsi inculare da me, di farsi vedere da Gianni, Luisa e Stefy, aspetta solo di sentirsi zoccola, ma io stento a metterlo dentro forse per l’emozione o forse per la fretta di farle vedere la mia esperienza che in quel campo non era così ampia. “Basta che spingi, su” mi incita, ma non mi riesce allora si rivolge a Gianni. “Amore, Silvano ha bisogno di una mano!”, Gianni mugolando dal piacere, ma allunga le mani sul sedere di Paola per allargarle ancora di più le chiappe. “E’ un para… è un paradosso che io ti aiuti a… uhhh… a cavalcare la mia ragazza!” Ecco che il mio uccello inizia ad entrare, lo tengo sempre con l’indice e il pollice: “Ecco, ecco…” dico e Paola inizia a mugolare. “Dai amore che è quasi tutto” le dice Gianni. A me riesce difficile pensare che Gianni mi sta aiutando a metterlo nel sedere della sua ragazza. Arrivo all’ultimo: è tutto dentro. Quello che vedo mi fa impazzire: vedo i suoi capelli biondi e il suo viso, vedo le sue mani da gran donna sulla spalliera del letto, quelle mani che non so neanche io quanti uccelli avranno stretto, vedo il suo corpo restringersi sulla vita dove c’è quel magnifico reggicalze per poi allargarsi con quel sedere che viene ad appoggiare direttamente sul mio bacino e vedo il mio uccello sparire dentro quel buchino rosa: il suo ano. Inizio a spingere su e giù. “Finalmente ti inculo…” le dico, “Te lo sognavi il mio ano… uhmmm” “Senti quanto è stretto!” e in effetti lo sento stretto. Lo sento stretto e caldo. Le mie palle le sbattono contro a ogni spinta e lei ogni tanto geme. “Vuoi che mi metto il preservativo? Dovrebbe scorrere meglio!” le dico “Tanto ormai… ahh… il peggio è fatto” mi risponde. Gianni era al settimo cielo: “Anche i coioni Stefy… anche i coioni… ahhhh…. ahhhh” Gianni viene: sporca Stefy un po’ sul viso e un po’ sul corpo e lei guarda quell’uccello dritto con espressione soddisfatta, come se fosse soddisfatta del suo “lavoro”. Gianni non esita un istante. “Girati Stefy, che è arrivato il momento anche per te!” Stefy si mette a lato del letto e si piega in avanti, Gianni con l’uccello dritto e ancora sporco le va dietro e con molta più esperienza di me glielo mette dietro. Stefy si inarca lasciando libere le sue zizze all’aria… “Anche il cazzo in culo oggi!” esclama come parlando fra sé e sé, ma con la faccia eccitata. “Luisa, tu lo sai che devi fare no!?” le dice Gianni tra i mugolii. Luisa si stende sul letto davanti a Stefy, allarga le gambe: Stefy ci si butta in mezzo abbracciandole le cosce. Le lecca la passera tra un gemito e l’altro e Luisa guarda Gianni eccitata. Lui sembra in preda ad un’estasi e anche io non sono da meno. Ma a Gianni non basta:“Alza le gambe Luisa” le dice. Luisa alza le sue gambe tanto quanto basta a Gianni per leccarle i piedi. Li bacia, le bacia le caviglie strette da quei sandali alla schiava da gran donna e nello stesso tempo con le mani non da pace alle tette di Stefania che non fanno altro che dondolare. Stefy a tutta l’aria di godere, ma le dovrebbe anche dare un po’ fastidio: a ogni spinta il suo corpo vibra tutto, le vibrano le cosce, le chiappe, le tette, il viso e a ogni spinta si immerge ancora di più tra le gambe di Luisa. Gianni a un bel cazzo non spropositato, ma di dimensioni abbastanza grandi. A Luisa l’idea che qualcuno apprezzi così tanto i suoi piedi e il suo corpo penso che la ecciti, ma si limita a gemere e non parla: non è il tipo che si mette a dire quello che le piacerebbe fare o farsi fare e non le viene spontaneo esternare i suoi pensieri. Stefy stringe per un attimo le gambe, ma Gianni la blocca subito: “Eh no! Mentre ti do nel culetto i piedini me li devi far vedere! Allarga le gambe!” “Gianni sei un maiale!” le dice Paola quasi gelosa. “Tu stai zitta amore che non mi sembri nelle condizioni di dire certe cose!” la incalza Gianni. Luisa ride divertita. Io continuo a inculare Paola: vedo le sue gambe lunghe e perfette sulle mie, sento il suo corpo che inizia ad essere sudato e vedo la sua porcaggine… vedo quanto le da gusto farsi inculare da me, vedo quanto le piace quella situazione, sento i suoi gemiti e il suo viso divertito, ogni tanto sposta i capelli biondi che le vanno in faccia con un gesto che esprime il suo essere “donna di classe”. Godo come non mai… quanto ho desiderato scoparmela e ora la sto avendo nella maniera più porca e nel modo che la rende più zoccola… con quel reggicalze… a pecorina… nel suo sedere… La prendo per i fianchi Paola, la voglio aiutare perché è troppo brava. “Quanto mi piace quando scopo con il culo… è un piacere diverso…” “Ti vengo nel sedere…” “Con quelle palle dure che hai, me lo riempi tutto! Vienimi fuori!” Con questa frase ho raggiunto il culmine e non riesco a trattenermi, inizio a spingere più forte e con maggiore frequenza perché sento che sto per venire dentro quel suo buchino rosa… “Dai Paola che vengo.. uhmmm… dai zoccola mia…. ahhhh” “Guardami Gianni… guardami…” gli dice e nello stesso tempo sento che le vengo dentro. L’uccello entra e esce e inizia a sporcarsi di bianco, lei urla. “Brava amore! Brava!” le dice Gianni. Il momento magico termina, tolgo il cazzo dalle sue chiappe sudate. Ho goduto come un maiale con il suo culo, il culo tanto desiderato. Sono confuso. Paola si rimette dritta e si passa un fazzolettino di carta in mezzo alle chiappe rosee e sudate. Gianni, sudato, si rigira verso me con la faccia che esprime il suo godimento: “Perché così presto? Ora devo andare a scopare con Paola!” “Che vuol dire?” gli dico e intanto noto che Gianni velocizza le sue spinte come se cercasse di venire più velocemente. “Su… su che tanto non ce la faccio” dice rammaricato e toglie il suo cazzo dal culo di Stefania, più piccolo di quello di Paola (Stefy è molto più minuta) lasciando Stefy e Luisa. “Sono le regole! Quando si finisce tutti di venire per la prima volta, ognuno torna con la propria compagna!” Gianni quasi dispiaciuto si stacca da Stefy, ma si riprende Paola senza perdere tempo: “Togliti le scarpe amore, che con te rinizio dai piedi!” Paola non ha tempo nemmeno di riprendersi che si inizia a ritogliere quei stupendi stivali per iniziare il gioco che, a quanto sembra, per loro due è di rito. Ora tocca a me fare una bella scopata a tre e la cosa non mi dispiace affatto. Coinvolgo Luisa, che forse fino adesso è quella che ha goduto di meno. Mi stendo sul letto, lei mi monta sopra l’uccello con la sua passera dandomi la schiena e inizia la sua danza. “Finalmente nella figa!” esclama. Stupendo: vedere una ragazza come Luisa apprezzare il mio cazzo, essere vogliosa di scopare con me mi esalta. Stefy mi viene sopra il viso con il sedere e l’invito sembra essere esplicito: inizio a leccare anche lei. Inizia a gemere, ma in verità in quella camera non c’è nessuno che non geme. “ E’ l’ano… è l’ano che ci piace… è l’ano che piace alle ragazze… prenderlo nel culo è una cosa da zoccole!”, sorride. Io inizio il mio lavoro mentre vedo il mio uccello sparire tra le gambe di Luisa. La serata fu lunga e felice. Quella sera, mi rendo conto solo ora, Gianni e Paola provarono uno scambio di coppia se così possiamo dire, visto che la seconda coppia non c’era. Non so se per loro era la prima volta, ma avvenne tutto con troppa facilità e avvenne tutto in modo naturale anche dopo, quando decidemmo di smettere e tornare a casa. Sembrava avessimo fatto la cosa più normale di questo mondo, soprattutto per le ragazze che comunque si scoprirono amanti del buon sesso e con una spiccata predilezione per l’ano. Andavano orgogliose dei loro sederi, che per più di una volta affermarono essere sprecati solo per andare in bagno. Si scoprirono essere feticiste anche del piede, affermando che passeggiare per le strade e scoprire che ”gli uomini prima ti guardano lì e poi gli si rizza” le eccitava. La serata finì alla terza sborrata mia, dopo che Luisa venne due volte, Gianni tre, Stefy due (una ! sono sicuro, l’altra affermò che fu un orgasmo anale) e Paola nessuna. Poiché Gianni iniziò di nuovo dai piedi, ma si fermò sempre al culo.
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