Mio chiamo Luigi, ho 25 anni, abbastanza alto ma non bellissimo e vivo ancora con i miei genitori.Mia madre Maria di 47 anni e mio padre Piero di 55.Mia madre è ancora in forma nonostante non sia più giovane, è alta 1,65, formosetta dato che ha la 3° abbondante di seno ed il culone classico per le donne della sua età, ma non è grassa.Non ha mia lavorato dato che si è sempre occupata della casa di mio padre e di me, unico figlio.Mio padre invece è un professore di liceo in pensione, fisico non certo atletico ma abbastanza asciutto, è alto 1,75. Di carattere molto autoritario e formale, sempre impegnato sia in politica che in associazioni culturali. Maria trascorre le giornate vestita quasi sempre con quei grembiulini leggeri da casalinga con sotto solo la biancheria intima tra le faccende di casa senza mai riposarsi un secondoMio padre passa il poco tempo che trascorre in casa assorto dalla lettura di giornali e riviste comodamente seduto sulla sua poltrona preferita. Quando ha bisogno di qualsiasi cosa, tipo un bicchiere d’acqua, una penna o qualsiasi altra cosa gli serva in quel momento che non sia a portata di mano in quel momento, non esita a chiamare Maria che magari si trova nell’altra stanza per farsela portare.Maria esaudisce sempre le richieste di mio padre senza mai dire una parola di disapprovazione.Prima non ci facevo caso, ma ora cominciavo a notare come mio padre trattasse la mamma come una domestica e non come una moglie e lei accettava la situazione con assoluta tranquillità, come se fosse tutto normale.Un giorno mentre mio padre era come al solito in salotto intento a leggere, entrai in cucina mentre Maria stava cucinando la cena. Stavo aprendo il frigorifero quando sbattei involontariamente con la mano sul sedere di mamma che proprio in quel momento si era abbassata per prendere una pentola dal mobile in basso. Mamma non ebbe nessuna reazione sebbene data la scarsa consistenza del vestito non poteva non essersene resa conto. La guardai per chiederle scusa, ma lei continuò cucinare tranquillamente. La cosa mi turbò e non poco, mi chiedevo se avesse fatto finta di niente o se veramente non si fosse accorta.Passai giorni con questo dubbio, finchè un pomeriggio vidi mamma che girava per casa con il vestito sporco di farina proprio all’altezza del seno. Allora la chiamai: “mamma,….. vieni un po’ qui!”. Maria arrivò di corsa come faceva sempre quando qualcuno di noi la chiamava.Quando fu di fronte a me le dissi: “guarda….. ti sei sporcata….. aspetta un attimo che ti pulisco io”.Poi cominciai a darle dei colpetti sul seno per scrollarle la farina di dosso.Le rimase immobile e si fece pulire per bene da me anche quando sostituii i colpetti con strofinamenti con il palmo della mano, lasciando talvolta una mano completamente sopra al suo seno mentre con l’altra la spazzolavo.Quando non c’era più la minima traccia di farina sul suo vestito, lei mi disse: “grazie Luigi, sei stato davvero gentile a pulirmi, sei proprio un bravo figlio”. Poi si rimise a fare le faccende di casa, sempre in assoluta tranquillità. Era eccitante il fatto che la mamma si lasciava toccare da suo figlio senza dire una parola. Il giorno seguente, mentre mamma era impegnata a spolverare la libreria, mi avvicinai a lei, le misi pesantemente una mano sul suo bel culone e palpandolo le dissi: “ehi mamma ma qui non hai spolverato bene”, lei rispose: “ è vero… grazie…. ora provvedo subito”,ma non disse assolutamente nulla riguardo il sedere .Allora smisi di palparla e tornai in camera mia a pensare.Avevo una mamma sottomessa e servizievole, ma fino a che punto potevo arrivare?Non volevo rischiare di andare troppo oltre per paura che da un momento all’altro mia madre si ribellasse o che mio padre lo venisse a sapere.Era già una situazione molto intrigante poter palpare il culo e le tette di mia madre senza troppe scuse o approfittando di situazioni particolari.La mattina prima di uscire di casa salutavo sempre mia madre dandole un bacio sulla guancia mentre con una mano le toccavo le tette. Durante la giornata ogni qual volta Maria si piegava in avanti per prendere qualche cosa o per passare lo straccio in terra io le palpavo il sedere.Avevo solo riguardo di non essere visto da mio padre, ma dato che lui a casa non c’era quasi mai agivo in tutta libertà.Maria non opponeva mai nessuna resistenza, non si ribellava ne si lamentava, così dopo un po’ decisi di andare oltre.Un giorno, dato che doveva uscire per fare la spesa, Maria andò in camera per cambiarsi d’abito.In casa nostra non si sono mai chiuse le porte a chiave, quindi attesi qualche minuto poi entrai in camera di mia madre.Mi fermai sull’uscio ad ammirare mia madre.Maria si era tolto il grembiule ed era solo in reggiseno e mutande.Era la prima volta che la vedevo così svestita e mi stavo eccitando.Lei quando mi vide per un attimo sembrò che si fosse bloccata, ma dopo pochi istanti riprese a vestirsi. Si infilò un gonna nera lunga fino al ginocchio ed una camicetta bianca.Si truccò leggermente, si pettinò ed uscì dalla camera senza dirmi niente.Poi uscì di casa ed io andai in camera mia a studiare.Dopo qualche ora mia madre tornò con la spesa.Per prima cosa andò in camera a cambiarsi, per rimettersi il suo tanto affezionato grembiule.Io la seguii in camera sua ed anche questa volta assistetti allo spettacolo della vestizione e vestizione di mamma.Lei come sempre rimase in silenzio.Si tolse la camicetta e la gonna e rimase nuovamente in reggiseno e mutandine.Stava per rimettersi il grembiule quando io intervenni dicendole: “aspetta…… fa molto caldo ……forse è meglio che sotto il grembiule non indossi il reggiseno”, lei allora dopo essere stata ad ascoltarmi, fece come gli avevo suggerito, si sfilò il reggiseno e si rimise il grembiule.La vista degli stupendi seni di mamma mi aveva mandato in estasi, aveva quasi voglia di farmi un sega lì di fronte a lei, ma poi mi controllai. La mamma stava per uscire dalla camera quando io la bloccai dicendole: “credo che sia meglio che da oggi in poi non indossi più il reggiseno, sei più libera senza ed a me piace di più”.Lei rispose: “hai ragione, stò molto meglio senza e poi non credo che Piero se ne accorgerà mai”.Poi andò in cucina a sistemare la spesa. Il grembiule che indossava mia madre era ampio e scollato così che ogni volta che si chinava lasciava intravedere buona parte del suo bel seno nudo.La mamma era sempre di più in mano mia.Un giorno entrai in bagno, c’era mia madre seduta sulla tazza a fare la pipì.Mi fermai a guardarla mentre urinava, poi quando ebbe finito le dissi: “aspetta mamma…. non andare… ora tocca a me fare la pipì…. però non voglio sporcarmi le mani, aiutami tu “.Maria allora mi slacciò i pantaloni e mi tirò fuori l’uccello ed io inizia a pisciare.Quando ebbi finito me lo sgrullò per bene e dopo averlo pulito con pezzo di carta igienica me lo rimise nei pantaloni.Io ringraziai Maria e lei per tutta risposta mi rispose che non aveva fatto niente di particolare per essere ringraziata.Da quel giorno ogni volta che devo pisciare chiamo mamma che arriva di corsa e mi aiuta.Ultimamente poi mentre lei china in avanti mi tiene il cazzo mentre piscio, io le infilo una mano nella scollatura del grembiule e le palpeggio le tette, le strizzo i capezzoli fino a farli indurire.Alla mamma non dispiace affetto essere comandata da me, è sempre pronta ad esaudire ogni mio capriccio, come quando le chiesi di insaponarmi completamente sotto la doccia o di uscire di casa abbigliata in modo piuttosto.Io potevo disporre come volevo di Maria ma non avevo mai ancora provato a farlo sessualmente, dato che in fin dei conti era sempre mia madre.Un giorno però decisi di fare il grande passo, così dopo che per l’ennesima volta mi aveva aiutato a fare la pipì, quando era il momento di pulirmi con la carta igienica io le dissi: “no, non usare la carta….. voglio che me lo pulisci con la lingua”.Mamma allora iniziò a leccarlo come se fosse un gelato. Lo lecco’ tutto intorno e sulla cappella finchè non fosse completamente pulito mentre io come al solito le mungevo le tette.Allora le dissi che per il momento poteva bastare, poteva tornare a fare le sue faccende quotidiane dato che Piero stava per tornare a casa.La mamma tornò come se nulla fosse alle sue faccende.Dopo cena quando mio padre uscì per andare ad una delle sue frequenti riunioni politiche, mi sedetti sulla poltrona di papà e chiamai Maria.La mamma arrivò di corsa come sempre e messasi di fronte a me mi chiese il motivo per cui l’avevo chiamata.Allora inizia il mio discorso: “cara la mia mammina, è da un po’ di tempo che approfitto di te, ti metto le mani addosso, ti chiedo di fare cose che nessuna madre che si rispetti farebbe mai a suo figlio, ti chiedo di uscire vestita molto provocante e di girare per casa messa nuda come non hai mai fatto, addirittura oggi mi hai lavato l’uccello con la lingua dopo che ho pisciato, ma non ti ribelli, non mi dici niente, accetti tutto quello che ti faccio come se mi fosse dovuto,……. perché?”Mia madre allora rispose: “fin da quando ero piccola mi hanno insegnato che in casa chi comanda è l’uomo, quindi io sono a vostra disposizione, sia di tuo padre che tua. Infatti Piero mi ha sempre trattato come se fossi una domestica ed io sono contenta per questo e gli voglio ancora molto bene, ma se tu hai deciso di usarmi in altro modo io sono sarò sempre pronta ad esaudirti, tu sei mio figlio e nulla ti può essere negato.”Il solo udire quelle parole mi fece eccitare, ma continuai a parlare dicendo: “quindi mamma, mi stai dicendo che posso chiederti di fare qualsiasi cosa mi passi per la mente, ……tu la farai?”Maria rispose: “certo e con immenso piacere, qualsiasi cosa piace a te, va bene anche a me seppur umiliante o dolorosa e se è una cosa che non ho fatto mai mi sforzerò di imparare a farla nel migliore dei modi”.Allora io dissi: “bene, allora da ora in poi quando non c’è papà non mi chiamerai più per nome, mi dovrai sempre chiamare PADRONE, io invece ti chiamerò CAGNA”.Maria rispose: “si Padrone, come ti desideri”.Io dissi: “bene cagna, mettiti a 4 zampe e prendimelo in bocca, infilatelo tutto dentro fino alle palle e non toglierlo finchè non te lo dico io”.Maria ubbidii immediatamente ed estratto il cazzo dai pantaloni se lo mise in bocca, ma non riusciva a prenderlo tutto, allora le misi le mani sulla nuca e le spinsi la testa con forza verso di me. Finalmente tutto il cazzo era dentro la sua bocca ed io sempre con le mani dietro la testa la bloccai in quella posizione per diversi secondi, finchè non mi accorsi che il volto stava diventando paonazzo, non riusciva a respirare.Le permisi di togliersi il cazzo dalla bocca ed insieme al cazzo uscì anche un discreto quantitativo di saliva che mi cadde sui piedi.Allora iniziai a prenderla a schiaffi dicendole: “guarda cosa hai fatto troia….. chiedimi scusa!”Allora Maria disse: “mi scusi padrone sono proprio una cagna cattiva, mi punisca come meglio crede”.Ma ero talmente eccitato per la posizione di assoluta dominanza che avevo conquistato su mia madre che per questa volta le dissi che mi sarei limitato a darle qualche schiaffo, ma che se sarebbe successo nuovamente, l’avrei punita selvaggiamente.Pio le dissi di farmi un bel pompino e di ingoiare tutto senza far cadere neanche una goccia di sperma o di saliva in terra o erano guai.Lei ubbidì e mi fece il più bel pompino che mi fosse mai stato fatto e quando venne il momento di sborrare, lei bevve avidamente tutto. Non per paura di essere punita, ma perché voleva che io fossi soddisfatto di lei.Per quella sera mi fermai lì, rimandando al giorno seguente ogni altro divertimento con la mia madre cagna. Ero talmente eccitato per la posizione di assoluta dominanza che avevo conquistato su mia madre che per questa volta le dissi che mi sarei limitato a darle qualche schiaffo, ma che se sarebbe successo nuovamente, l’avrei punita selvaggiamente.Pio le dissi di farmi un bel pompino e di ingoiare tutto senza far cadere neanche una goccia di sperma o di saliva in terra o erano guai.Lei ubbidì e mi fece il più bel pompino che mi fosse mai stato fatto e quando venne il momento di sborrare, lei bevve avidamente tutto. Non per paura di essere punita, ma perché voleva che io fossi soddisfatto di lei.Per quella sera mi fermai lì, rimandando al giorno seguente ogni altro divertimento con la mia madre cagna.La mattina seguente non appena mi svegliai, chiamai a gran voce Maria.Mamma arrivò subito. Era completamente nuda poiché stava per entrare nella vasca per fare il bagno quando udii il mio richiamo.La vista di mia madre nuda ai piedi del letto che attendeva i miei ordini mi eccitava tantissimo, ma avevo un forte stimolo di fare pipì.Allora dissi a Maria: “senti mamma… o meglio cagna…… devo pisciare ma non ho voglia di alzarmi dal letto, come possiamo fare?”Mamma allora disse: “Padrone, io non l’ho mai fatto prima, ma se vuole può pisciarmi in bocca, io sarei orgogliosa di essere usata come suo cesso personale”.Io allora dissi: “brava la mia cagna, era proprio questo che volevo sentirmi dire,…………….. avanti datti da fare che non ce la faccio più a trattenerla.Maria allora si gettò sul mio cazzo e se lo mise avidamente in bocca in attesa di essere inondata di piscio. Dopo solo pochi secondi un caldo fiotto cominciò a colare nella bocca di Maria che lo bevve tutto senza farne cadere neanche una goccia. Poi dopo che me ebbe leccato per bene la cappella per ripulirla da ogni minima traccia di piscio, si mise in ginocchio accanto al letto in attesa di ulteriori ordini. Io invece mi girai dall’altra parte del letto e mi rimisi a dormire.Fui svegliato diverse ore più tardi dallo sbattere del portone di casa, era mio padre che stava rientrando per pranzo.Mi girai e vidi che mamma era ancora in ginocchio accanto al letto completamente nuda, incurante che stava per arrivare papà.E già, io mi ero addormentato dimenticando di concedergli di svolgere le normali mansioni di casa.Allora le dissi: “cazzo……. corri a metterti qualche cosa addosso prima che Piero ci veda e vai a preparare qualche cosa da mangiare”.Maria corse in camera sua per rivestirsi, poi andò in cucina.Qui trovò il marito che appena la vide iniziò subito a sgridarla: “ma che cazzo hai fatto tutta la mattina, non hai preparato ancora nulla da mangiare!”.Lei si inventò una scusa per giustificarsi: “ti chiedo di perdonarmi, caro, ma questa mattina non mi sentivo troppo bene e non mi sono alzata dal letto, ma non ti preoccupare ora stò un po’ meglio e provvedo subito a prepararti da mangiare”.Ma Piero era infuriato e disse: “stavi male?…… ora ti faccio stare ancora più male io”.Così dicendo la spinse con le spalle alla parete ed iniziò a darle sonori ceffoni.Piero la stava riempiendo di botte ma Maria era immobile con la testa china in avanti che subiva senza fare la minima opposizione.Io alzatomi dal letto andai in cucina e facendo il finto tonto chiesi a mio padre cosa stesse succedendo, perché stava picchiando la mamma.Lui mi rispose che la mamma da un po’ di tempo a questa parte stava trascurando le sue faccende di casa quotidiane e che quella mattina aveva toccato il fondo preferendo rimanere a letto invece di preoccuparsi di preparargli da mangiare.Mi disse anche che era felice che fossi presente mentre puniva la moglie per la sua negligenza così che io imparassi come si deve trattare una moglie che non si occupa di accudire il marito.Io non dissi nulla e rimasi immobile ad ammirare la mia cagna che veniva gonfiata di schiaffi dal marito per colpa mia, se solo mio padre sapesse che avevo già imparato come dovevo trattare la mamma…..Quando Piero si stancò di colpirla, la spinse via facendola cadere in terra, dicendo: “fortunatamente stasera parto per un viaggio in Africa, noi del circolo culturale andiamo a portare per aiuti umanitari, ritornerò tra circa un mese”, “vedi di rimetterti in questo periodo e di tornare la brava donna di casa che eri un tempo!”Allora Maria alzò lo sguardo e disse: “si amore, fai buon viaggio e vedrai che al tuo ritorno mi troverai cambiata”.Piero allora disse: “va bene, ora vado a schiacciare un pisolino, tanto mi hai fatto passare la fame, svegliamo tra tre ore e fai in modo di farmi trovare le valigie pronte!”Maria: “si caro, non ti preoccupare, va a riposarti tranquillamente”.Sentite le parole di Maria, Piero si diresse in camera sua per la pennichella.Maria era ancora immobile con le spalle al muro con la faccia segnata dai colpi del marito, quando io mi avvicinai, le misi una mano sotto la gonna e le toccai la fica, poi le dissi: “sei stata brava a prenderti tutta la colpa, ma visto che io sono il Padrone e tu la cagna hai fatto solo il tuo dovere”, “sento che sei tutta bagnata, ti sei eccitata, ti piace proprio essere picchiata e maltrattata, vero”?Lei rispose: “si Padrone, mi piace essere picchiata”.Allora le dissi: “bene, avevo intenzione di limitarmi ad usarti solo come giocattolo sessuale, ma vedo che tu sei proprio una masochista, quindi credo che mi divertirò anche a torturarti e punirti anche senza che tu abbia combinato nulla, solo per il piacere di farlo”.Maria rispose: “Padrone, come le ho già detto ieri lei può usarmi e fare di me tutto quello che vuole senza nessun limite, sono a sua completa disposizione”.Allora le diedi un calcio e le dissi che poteva tornare alle sue abituali mansioni finchè papà non partiva. Lei piegato in due dal dolore che gli avevo procurato con il calcio disse: “grazie padrone, è un onore essere la sua cagna”. La giornata trascorse tranquilla fino a che non giunse l’ora di partire per mio padre.Piero salutò me con una pacca sulle spalle e Maria con un bacio sulle lebbra, poi uscì di casa.
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