Ho sempre avuto un desiderio segreto: fare delle cose porche con mia madre. Sapevo che sarebbero state solo delle storie immaginarie, deliri escogitati per godere con più gusto durante le tante masturbazioni pensando a lei, alle sue enormi tette, al suo culo fantastico e a quella bocca carnosa che faceva pensare a succulenti pompini.A rafforzare questo desiderio ci pensava la relativa esigua differenza di età, mia madre era rimasta incinta di me a 16 anni, ci separavano 17 anni scarsi e quando feci 18 anni lei non ne aveva ancora compiuti 35. Fu proprio in quel periodo, subito dopo il mio compleanno, che successe l’incredibile.I miei genitori avevano finalmente deciso di regalarmi il motorino (io volevo la Vespa per fare il fighetto, ma mi accontentai), ormai i miei amici lo avevano tutti, mancavo solo io all’appello. Mia madre aveva sempre ceduto alle mie insistenze sull’averlo, ma mio padre proprio non ne voleva sapere. Rispetto alla mia cara mamma era un tipo all’antica, probabile che i suoi 53 anni suonati si facessero sentire in queste circostanze. Diceva che non ero pronto per i motori, dovevo aspettare a diventare grande, per lui nonostante avessi ormai i fatidici 18 anni, ero comunque un bambino. E aveva ragione, dopo neanche una settimana ebbi un brutto incidente, ma il dolore e lo sconforto che ebbi all’inizio fu subito spazzato via da quello che successe subito dopo.All’ospedale potevo benissimo essere scambiato per una mummia, testa fasciata, collo bloccato, tutte e due le braccia ingessate e con quelle anche l’intera gamba destra e dal ginocchio in giù per la sinistra. Praticamente ero assolutamente privo di libertà e completamente dipendente dagli altri, che erano costretti a imboccarmi e aiutarmi a fare i bisogni.Dall’ospedale fui dimesso dopo neanche dieci giorni, poi tornai a casa. La differenza era solo nelle fasciature e nel collare protettivo che adesso non portavo più. Rimaneva il gesso, che avrei dovuto portare per almeno una ventina di giorni e il disagio di non essere indipendente, i miei facevano venire a casa, infatti, una signora che avrebbe dovuto aiutarmi in ciò che avevo più bisogno. Purtroppo la tipa in questione non era certo un mostro di bellezza, anzi…praticamente era un mostro e basta!I giorni passavano e con quelli la mia voglia di masturbazione. Erano quindici giorni che non lo facevo ed ero abituato a farlo anche tre volte a giorno per scaricare la libidine procurata dai miei ormoni, ormai nel pieno della loro attività.Ma una novità mi aspettava dietro l’angolo. Una mattina invece della brutta tipa, mi svegliò mia madre, ancora in vestaglia, dicendomi che l’infermiera che mi accudiva non sarebbe venuta perché aveva avuto un incidente, oggi ci avrebbe pensato lei a me, aveva già avvisato l’ufficio e si prendeva una giornata libera. La notizia mi sconvolse dalla felicità e anche il cazzo la prese bene, quella mattina si era alzato più duro del solito e la vista della mammina con una vestaglietta semitrasparente non faceva altro che aiutarlo di più. Solitamente bastava la vista della tipaccia a farlo ritornare al suo posto, ma questa volta sarebbe stato diverso.”Allora caro, comincio a farti la colazione e poi ti imbocco come facevo quando eri piccolino”.”si mamma, sarà come fare un tuffo nel passato”.Mia madre fu molto dolce nel darmi da mangiare, non si era cambiata e, tra un boccone e l’altro, le occhiate a quelle grosse poppe non facevano che aumentare, così come la misura del mio cazzo che ormai non ce la faceva più a stare rinchiuso.”Tutto a posto caro? Hai bisogno di qualcosa prima che vada a farmi la doccia e vestirmi?”In verità c’era qualcosa e anche di impellente: stavo crepando di pisciare. La situazione mi stuzzicava, ma nel contempo mi faceva provare vergogna. Comunque risposi: “beh, visto che mi hai dato la pappina, adesso dovresti cambiarmi il pannolino”.”Hai sempre voglia di scherzare! comunque è vero dovrai pure fare i tuoi bisogni. Allora dov’è quell’affare…””Sotto il letto mamma, la tipa lo mette sempre sotto il letto”Stava succedendo, mia madre stava per tirarmi fuori l’uccello per permettermi di pisciare, me lo avrebbe toccato, non vedevo l’ora.”Bene, vediamo dove si nasconde il piccolo passerotto di mamma… ma! alla faccia del passerotto, caro, ti trovo in buono stato”.Il mio cazzo si era finalmente liberato e si ergeva imponente davanti agli occhi luccicanti di mia madre, che non pensava di assistere a tanto ben di Dio. La mamma me lo stava toccando e cercava disperatamente di riuscire a metterlo in posizione per farmi urinare, ma l’erezione era troppo prepotente per riuscirci.”Mi sa che tutti questi giorni in questo stato ti abbiano fatto accumulare troppe forze caro”.”E’ vero mamma, non sono molto abituato all’astinenza””All’astinenza? Perché hai già una ragazza con cui fai le cosette?””No purtroppo, diciamo che faccio tutto da solo””Comunque sia cerca di non pensarci, altrimenti non riusciamo ad andare avanti”Allora andai all’attacco:”Fosse facile, devo proprio farla mamma e poi il tuo passerotto mi sta facendo davvero male in queste condizioni…””Va bene, userò una tecnica segreta per aiutarti, sono o non sono la tua mammina?”Chiamala tecnica segreta?!? dopo aver detto quella frase ha cominciato prima a scappellarmi il cazzo per vedere meglio la grossa cappella, diventata ormai paonazza, poi comincio a spararmi una fantastica sega. Non aveva un ritmo costante come avrei immaginato, si dava da fare per farmi godere. Andava prima lentamente, poi accelerava vorticosamente per poi rallentare di nuovo. Sentivo che sarei esploso di lì a pochi secondi. “Come va caro, stai ottenendo un po’ di sollievo? la tua faccia mi da già la risposta… quando stai per venire avvisami, userò il tuo bicchiere sul comodino per raccogliere lo sperma, altrimenti sporchiamo le lenzuola rischiando di far rimanere le macchie”.Non passarono neanche dieci secondi…”mamma ci sonooooooo….” e la venuta arrivò: lunga e copiosa, i sedici giorni di astinenza si erano fatti sentire tutti, la sborra sembrava non finire mai, bianca e densa schizzava nel bicchiere. La mamma fissava ipnotizzata la mia cappella da dove usciva il liquido seminale, ahh, quanto avrei voluto che la sua splendida bocca succhiasse il mio cazzone…Mia madre riuscì a non sporcare e far entrare lo sperma nel bicchiere, strizzando per bene le ultime gocce dal mio cazzo che, lentamente, stava perdendo consistenza.A questo punto prese il pappagallo e mi fece urinare tranquillamente…ne avevo davvero tanta, mi stavo svuotando di tutti i miei liquidi. Sembrava l’avesse capito anche mia madre: “adesso svuoto il pappagallo e ti lavo il bicchiere, così ti faccio bere un po’, mi sembra che tu ne abbia bisogno.Andò nel bagnetto presente nella mia camera a fare quello che aveva detto, non chiuse completamente la porta, così, grazie allo specchio del bagno riuscivo in parte a vedere quello che faceva. Lasciò il bicchiere con il mio sperma sul lavandino e aprì il rubinetto dell’acqua calda, poi sparì dalla mia vista, sentii alzare la tazza del cesso e versarci la mia urina dal pappagallo, poi la rividi tornare per chiudere il rubinetto, sparì di nuovo, sentii lo scarico e rimettere a posto la tazza, poi la rividi nuovamente. Si guardava allo specchio, all’inizio non capivo cosa stette aspettando, poi notai che mammina aveva immerso per metà il bicchiere pieno della mia sborra nell’acqua e lo faceva navigare ruotandolo, dopo una trentina di secondi se lo portò alla bocca e, continuando a guardarsi allo specchio, fece cadere un po’ di sperma sulla lingua. Il mio pene stava cominciando a dare segni di risveglio…mia madre stava bevendo il mio liquido seminale dopo averlo riscaldato…non doveva essere ancora al meglio, perché rimise il bicchiere per qualche altro secondo nell’acqua, prima di riportarselo alla bocca e bere golosamente la mia sborra tutta d’un fiato!!! non contenta infilò le dita per raccogliere gli ultimi residui e si succhiò le dita come se stesse mangiando la più deliziosa delle creme. Una volta finito, lavò il bicchiere e rientrò nella mia camera, trovò ad aspettarla un cazzo più duro di prima.
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