I giorni passavano e sempre più frequentemente mio figlio faceva piccanti apprezzamenti oppure si esibiva in avances più o meno esplicite. Ormai non si curava più nemmeno della presenza del padre in un’altra stanza della casa. Allungava anche decisamente le mani: mentre servivo a tavola insinuava una mano sotto la gonna fino ad accarezzarmi l’interno coscia oppure mentre lavavo i piatti mi stringeva da dietro facendomi sentire il suo uccello contro il culo mentre mi afferrava le tette. Si faceva trovare in camera sua con il cazzo in mano intento a spararsi una sega e fu proprio questo che accadde un giorno: entrai un mattino nella camera per sbrigare i quotidiani lavori domestici quando lo trovai con i soli slip addosso disteso sul letto che si accarezzava il pacco. – “Oh, scusa…volevo rifare il letto ma se vuoi torno più tardi” – “No… fermati! – disse Mario –vieni a sederti qui sul letto, devo parlarti” pur temendo che volesse ancora approfittare di me accettai e mi misi accanto a lui. – “Cara mammina – disse con tono ironico – lo sai che se papà venisse a sapere quello che è successo chi ci rimetterebbe di più tra noi saresti tu? Le cose tra di voi non vanno troppo bene e papà, lo sai per esperienza diretta, a volte diventa manesco. Io invece in fondo sono sempre suo figlio…” Era vero!Era un tipo irascibile e violento e più d’una volta dopo una lite mio marito aveva alzato pesantemente le mani su di me. Purtroppo era anche vero che aveva una passione sfrenata per suo figlio.- “Cosa…cosa vorresti dire?” chiesi preoccupata – “Che ho deciso di continuare a divertirmi con te e se non vuoi che accada nulla devi fare sempre quello che ti dico. Chiaro?” Feci per alzarmi e andarmene indignata quando mi senti afferrare un braccio e tirare nuovamente sul letto. – “Devi fare quello che dico, a partire da ora!” mise la mia mano sul suo cazzo come aveva già fatto altre volte. – “Adesso – disse ancora – voglio che mi baci mentre mi massaggi l’uccello.” Prese la mia testa con entrambe le mani e l’avvicinò alla sua bocca fino a far toccare le mie labbra con le sue. – “Tira fuori la lingua, troia! Voglio un bacio come si deve!” Mi stavo eccitando come una cagna ma sapevo che ciò che stavamo facendo era sbagliato. Sentire però quel cazzo duro sotto la mia mano e quella lingua che mi stava esplorando tutta la bocca mi fece accettare quasi con slancio il ruolo di schiava. – “Adesso mamma prendi una sedia e siediti di fronte a me. Ora togliti le mutandine.” Non capivo bene cosa volesse fare ma lo assecondai. – “Ora voglio che mi guardi mentre mi masturbo davanti a te”. Tirò fuori quel pene ormai enorme e guardandomi negli occhi cominciò a menarselo. Io non riuscivo a staccare gli occhi dal suo cazzo. – “Dimmi che ti piace guardarmi” disse Mario- “Si – risposi come in uno stato di trance – mi piace vedere che te lo meni” – “Dimmi che hai voglia di prenderlo in mano, in bocca , in fica…” – “Ho una gran voglia di succhiarti quel cazzo enorme figlio mio” ero come ipnotizzata da quel lento movimento di mano. Quella cappella violacea che ora usciva, ora rientrava tra le sue dita mi faceva bagnare tutta. – “Allarga le gambe e toccati! Voglio vederti mentre ti fai un ditalino, voglio vedere che te lo fai per me!” Feci come chiese. Ero completamente allagata e quando lo vidi alzarsi e venire verso di me impazzii dalla voglia di fargli un pompino ed invece lui mi sborrò in faccia ordinandomi poi di leccare tutto il suo sperma. – “Adesso vattene fuori di qui!” Mi sbattè fuori dalla camera in malo modo ed io corsi a chiudermi in bagno per finire quel ditalino interrotto. Appena venni ripresi il controllo e mi assalirono mille sensi di colpa: mio Dio, ma che sto facendo? Mi sono masturbata pensando a mio figlio che mi tratta come una puttana. E’ orribile, ma è possibile che non riesco a controllarmi, ad oppormi alle sue richieste? Cominciavo a capire che in fondo in fondo forse lo volevo anch’io. A dare forza a questo pensiero c’era poi il fatto che cominciavo ad attendere con sempre più impazienza la prossima mossa di mio figlio. La sera successiva dopo cena mio marito andò al bar con gli amici e Mario ed io ci mettemmo seduti a guardare la tv. Ormai avevo ammesso a me stessa che le sevizie di mio figlio mi eccitavano e quindi nella speranza di provocarlo mi vestii e mi truccai come una puttana da strada. Però non feci altro perché non volevo fargli capire che la cosa mi piaceva. Mario notò subito il mio look ed evidentemente eccitato infilò una mano nella mia scollatura facendomi uscire una mammella: cominciò a stuzzicarla, a leccarla, a succhiarla. Non dissi nulla e per quanto la cosa mi piacesse rimasi rigida il più possibile; volevo fargli credere che ero contraria a ciò che stava facendo. Stavo lentamente capovolgendo le posizioni tra me e mio figlio. – “Adesso spogliati, voglio vederti nuda” mi disse – “Sei un bastardo – dissi con disprezzo mentre mi svestivo – quando finirà questa storia?” – “Spogliati e taci! Tu sei la mia schiava e fai quello dico io senza discutere, chiaro? Ora prendi quel tovagliolo – disse indicandone uno sul tavolo – e bendati. Guai a te se riesci a vedere qualcosa!” Presi il tovagliolo , lo legai intorno agli occhi e mi stesi in terra sul tappeto come nel frattempo mi aveva ordinato di fare. Furono attimi di terrore: ero stesa in terra con gli occhi bendati senza la minima idea di che cosa volesse farmi mio figlio. Poi sentii qualcosa di umido sulla mia caviglia destra: era la sua bocca. Stava risalendo la gamba a colpi di lingua e quando arrivò all’interno coscia sfiorandomi il pube con il naso non riuscii a trattenere un profondo gemito. – “Ti piace, eh puttana?” – “Sei proprio un figlio di puttana…e io che credevo che non sapessi farci con le donne” Feci appena in tempo a terminare la frase che sentii la sua lingua affondare nella mia fica. Saettava cosi velocemente e profondamente che mi sembrava d’essere scopata da un piccolo cazzo. Sentivo il suo corpo contro le mie gambe e capivo che si era spogliato, probabilmente completamente. Abbandonò la mia vagina per risalire sempre leccandomi fino alle tette prima e alla bocca poi. Ci baciammo e questa volta non ci fu bisogno di alcun ordine. – “E adesso è ora che tu abbia qualcosa di più…! Disse e sentii che con un colpo secco infilò il suo uccello nella mia fessura. – “No, questo no! Non dobbiamo” urlavo mentre cercavo di divincolarmi ma Mario mi afferrò le braccia bloccandole per terra e prese a scoparmi con ancora più forza. La mia fica era un lago e non avevo più la forza ne la voglia di ribellarmi. Lo lasciai fare e allora mi tolse la benda dagli occhi. – “Voglio vederla in faccia questa zoccola di mia madre mentre me la sbatto” – “Si sbattimi, fottimi, spaccami la fica! – avevo ormai ceduto alla libidine – Sono una troia…..tua mamma è una grande troia” Le parole uscivano da sole e più mio figlio mi insultava e più io mi eccitavo, ormai era chiaro per me che ero sempre stata una vacca repressa. Ebbi tutti gli orgasmi possibili e fui quasi delusa quando lo sentii uscire dalla fica e sborrarmi sulla pancia, avrei voluto che mi venisse in faccia o ancora meglio in bocca. Quant’è bello scoprirsi puttane…
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