Ero stanca di vedere mio figlio chiudersi in camera a masturbarsi, non usciva quasi mai di casa, aveva pochissimi amici e per quanto ne sapevo nessuna amica. Ogni giorno, rassettando la camera, scoprivo una nuova rivista porno, spesso macchiata di sperma. Ero davvero preoccupata: cercai mille volte di parlargli ma non riuscivo mai a trovare le parole… l’imbarazzo era troppo grande. Le cose poi peggiorarono ulteriormente: oltre alle riviste cominciavo a trovare anche videocassette. Sulle prime si trattava di video porno di vario argomento ma poi iniziarono ad essere più specifiche finché ne trovai una dal titolo: “La mamma amante”. Fui tentata di guardarla ma la mia moralità, allora credevo di averne una, me lo impedi. Da quel giorno ogni video hard che trovavo trattava l’argomento incesto. Non sapevo più che fare: mio figlio non solo si masturbava una o due volte al giorno ma lo faceva guardando filmini pornografici incestuosi. Ma un giorno, dopo una furiosa litigata con mio marito, rientrai precipitosamente a casa mentre lui se ne andò dicendo che non sarebbe rientrato quella notte. Entrai e mi diressi verso la mia camera per cambiarmi d’abito e passando davanti a quella di mio figlio sentii i soliti versi: si stava masturbando! Scostai leggermente la porta e lo vidi li con l’uccello in mano intento menarselo davanti ad un film porno. Lo osservai un attimo non sapendo se entrare o no finché non sentii il protagonista del video dire: “Dai mamma, adesso succhiami il cazzo!” Mi sentii ribollire il sangue e non so, con il senno di poi, se fosse rabbia o eccitamento o tutte e due le cose. Sta di fatto che mi precipitai nella stanza, mio figlio nel vedermi si alzò in piedi cercando di coprirsi, mi avvicinai decisa e dicendo “Adesso basta!” gli diedi uno schiaffo. La reazione di mio figlio mio lasciò attonita: mi restituì lo schiaffo ma con tale violenza da farmi barcollare. Portai una mano sulla guancia nel tentativo di lenire il dolore e dissi a mio figlio: – “Ma sei impazzito? La devi smettere di masturbarti, devi trovare qualcuno che ti faccia capire cosa vuol dire fare sesso” e mentre gli dicevo tutto questo quasi inconsapevolmente allungavo una mano verso il suo cazzo e cominciai a fargli una sega. – “Capisci cosa intendo dire?” aggiunsi. Mario appoggiò le mani sulle mie spalle e mi spinse ad inginocchiarmi. – “Dai mamma, adesso succhiami il cazzo” …era la stessa frase che avevo sentito dire dal protagonista del video porno. Avevo capito che si stava realizzando un sogno per mio figlio e allora lo presi in bocca succhiandolo fino a farmi riempire la bocca con il suo sperma. Poi mi alzai, lo accarezzai e dissi: – “Ora sai cosa volevo dire. Ho fatto quello che ho fatto solo perché ero preoccupata per te. Non farti quindi strane idee” e usci dalla camera. Ma Mario la pensava diversamente … Per un po’ di giorni le cose tornarono nella normalità: eravamo semplicemente un padre, una madre ed un figlio ma un pomeriggio, mentre stavo lavando i piatti e mio marito era in salotto a guardare la tv, Mario mi si avvicinò e cingendomi i fianchi mi disse: – “E’ stato bellissimo l’altro giorno, grazie” e sentii chiaramente il suo pacco premere contro le mie natiche – “Non voglio più parlarne – dissi – è stato quello che è stato e basta”. Non posso negare che ripensare a quell’avvenimento mi eccitava ma ero pur sempre sua madre e ciò mi faceva sentire a disagio, imbarazzata e venivo continuamente assalita da sensi di colpa. Mario mi lasciò i fianchi e allontanandosi aggiunse: – “Chissà cosa direbbe papà se lo venisse a sapere….” Sentii un brivido correre lungo la schiena all’idea che ciò potesse capitare e poi mi domandai cosa intendesse dire con questo ma cercai di scacciare immediatamente ogni pensiero al riguardo. La sera successiva ero in bagno a dare gli ultimi ritocchi al trucco, mio marito doveva portarmi fuori a cena, quando vidi mio figlio appoggiato alla porta che mi guardava. – “Hai intenzione di fare strage di cuori stasera? – disse – con un vestito cosi aderente, minigonna nera e scarpe nere con tacco alto, sarà impossibile non notarti” – “Grazie – risposi – sei proprio gentile” – “No, mamma, non era un complimento ma una semplice constatazione. Sei veramente eccitante…è difficile resisterti…” Stavo per dire qualcosa quando guardando nello specchio vidi Mario alle mie spalle che si apriva la lampo e tirava fuori l’uccello che era già in piena erezione. Mi voltai e con tono arrabbiato gli dissi: – “Cosa fai?… Ma… ma ti rendi conto di quello che fai?… ma come ti permetti… rimetti via il tuo coso ed esci subito da qui!” Non disse nulla, mi afferrò la mano con la quale impugnavo ancora il rossetto e stringendo forte il polso getto via il cosmetico – “Mamma cara, questa manina da troia è fatta per impugnare ben altro” e portò la mia mano sul cazzo e cominciò ad accompagnarla in una lenta sega. – “Fermati – dissi – l’altro giorno ho sbagliato, l’ho fatto solo perché mi faceva pena vederti cosi ma adesso non voglio… e se tornasse tuo padre?” – “…e se gli dicessi che che razza di moglie troia ha?” Sei tu che hai cominciato e adesso decido io quando finisce!” – “Ma…ma devo prepararmi per uscire…” – “Basta! – mi interruppe mio figlio – adesso datti da fare con questa bocca da pompinara” mi fece abbassare e spinse con forza il suo cazzo tra le mie labbra. Non ero io che gli facevo un bocchino ma era piuttosto lui che mi stava scopando in bocca. Io riprovavo quelle strane sensazioni: disagio e paura mescolate al solito grande eccitamento. Ero tutta bagnata ma mi sentii morire quando udii la porta di casa aprirsi e la voce di mio marito dire: “Sono tornato. Sei pronta cara?” Volevo staccarmi da mio figlio ma lui mi blocco la testa continuando a stantuffarmi con ancora più forza. Per fortuna venne copiosamente nella mia bocca qualche secondo dopo. Mi ricomposi e spinsi mio figlio fuori dal bagno e a voce alta dissi: – “Un secondo caro, sono quasi pronta” Mentre uscivamo di casa Mario ci venne a salutare: – “Divertitevi, mi raccomando. Eh, avrei voluto uscire anch’io ma…” – “Vuoi venire con noi?” disse mio marito – “No, grazie – replicò Mario – per stasera non ho più bisogno di venire…” Il piccolo bastardo si stava divertendo a mettermi in difficoltà ma io avevo ancora in bocca il meraviglioso sapore della sua sborra e mi limitai a sorriderglie a dire a mio marito: – “Dai, caro, andiamo che si è fatto tardi…” Ebbi chiaro il presentimento che tra me e mio figlio la storia non fosse finita, anzi era appena cominciata. Se vi piacciono queste storie scrivetemi.
Aggiungi ai Preferiti