Stavo lavorando al computer ed ero concentrato per non perdere il filo del discorso. Mi hanno sempre insegnato che nel mio lavoro non si può essere superficiali e questo inse-gnamento lo porto sempre ben impresso nella testa.Il primo squillo non l’ho sentito neppure; il secondo mi ha distolto dallo schermo del computer; al terzo ho sollevato la cornetta ed ho chiesto alla segretaria chi fosse”La sig.na Mariasevera, ha detto che è una sua amica e l’ho passata””Ha fatto bene”…”Pronto…””Ciao, sono Mariasevera, come stai””Bene e tu? È da un po’ che non ci si sente, che ti è capi-tato?””Oh, nulla di particolare, ma sai com’è, mi sono sempre ri-promessa di chiamarti e poi, per un motivo o per un altro, non l’ho fatto; però anche tu… Ti hanno tagliato le dita delle mani?””No che significa; e che il lavoro mi assorbe totalmente e non ho tempo nemmeno per me stesso. Be’, però, adesso che ci siamo risentiti possiamo anche vederci, no?””Ti ho chiamato per questo; sai stasera stavo sola soletta nella mia stanza ed ho ripensato ai miei vecchi amici e chi poteva venirmi in mente se non te?””Be’, se dici così mi fai arrossire””Sì? E da quando sei diventato timido?””Da che sto parlando con te. Allora quando ci vediamo?””Mi vuoi raggiungere a casa mia, più tardi?””Non prima delle dieci. Ho molto da lavorare””Benissimo, allora ti aspetto. Cerca di essere puntuale, se non ricordo male per te l’orologio è un optional. Guarda che se fai ritardo non ti faccio salire””Ehhh come siamo diventate cattive; ti farò passare l’acidità. A più tardi.”Ti aspetto, un bacio””Un bacio anche a te”.Mi sono rimesso a lavorare, ma il mio pensiero tornava sempre a Mariasevera. L’ultima volta che ci siamo incon-trati è stato più di un anno prima e lei era sempre in splen-dida forma.Ho conosciuto Mariasevera a scuola ed aveva soltanto se-dici anni. Con il passare del tempo è diventata una gran fi-gona ed all’Università è sempre stata una delle ragazze più ambite. Adesso deve compiere trent’anni a novembre.Ho chiuso gli occhi e l’ho immaginata così come la ricorda-vo: alta più di un metro e settanta, capelli castano chiari, lunghi e sempre sciolti, viso da cavallona maiala e sguardo penetrante e provocante. Un seno piccolo, ma invitante, due cosce sode e lunghe, ma soprattutto un culo da favola.Spesso mi viene in mente una mattina: ormai universitari, ho incontrato Mariasevera per le vie di Taranto: non riusci-vo a staccare gli occhi dal suo culo; portava un paio di jeans attillati che evidenziavano la forma stupenda del suo fondoschiena; mi sono ritrovato a sperare che il suo pezzo pregiato non avesse accusato gli anni passati.Sono arrivato a casa sua con una mezz’ora di ritardo; ho citofonato ed ha risposto Mariasevera con voce abbastan-za incazzata. Mi ha aperto la porta e mi ha rimproverato per il ritardo; le ho sorriso ed il mio sguardo, giudicato sempre irresistibile, l’ha calmata immediatamente. L’ho os-servata ed ho capito: quella sera avremmo scopato. Infatti indossava una camicetta celeste sbottonata per i quattro bottoni più alti ed un fuseaux nero, aderente che mi ha ras-sicurato sull’ottimo mantenimento del suo fondoschiena. L’ho guardata da cima a piedi, poi l’ho fissata negli occhi; conoscevo lo sguardo di Mariasevera: era affamata di ses-so.”Hai cenato?”, mi ha chiesto”No, ma non ho fame”; mi sono avvicinato a lei, le ho preso il viso e le ho sussurrato nell’orecchio:”Ho voglia solo di te”.L’ho abbracciata e l’ho baciata sul collo. Mariasevera si è lasciata andare, facendo ricadere la testa all’indietro ed of-frendo alle mie labbra tutto il lungo collo da baciare e lec-care. Si è strusciata su di me ed ha avvertito il cazzo in-grossarsi sotto i miei pantaloni. Non ha perso tempo ed ha allungato una mano sulla patta massaggiando la verga che ormai stava per esplodere dentro la costrizione dei panta-loni. Ha slacciato avidamente il bottone, ha abbassato la cerniera ed ha infilato la mano all’interno dei boxer. Ha preso il cazzo in mano e lo ha liberato da ogni indumento, smanettandolo con cura ed esperienza. La cappella si in-grossava ad ogni colpo della sua mano e Mariasevera sentiva il calore salire sempre in crescendo.Le ho sbottonato la camicia facendola cadere sul pavi-mento; lei ha fatto altrettanto con la mia e con la mano libe-ra mi ha accarezzato il petto, mentre con l’altra ha conti-nuato sempre a spugnettarmi.Le ho palpato il culo, sempre sodo e alto, notando la man-canza di slip; per fugare ogni dubbio le ho detto:”Togliti i fuseaux che voglio vedere il tuo gran culo”Mariasevera li ha sfilati immediatamente mostrando la sua intimità senza bisogno di levare slip che non c’erano.Con una mano le ho accarezzato le grandi labbra ed il cli-toride, mentre con l’altra mi sono avvicinato al buco del culo; poi all’improvviso ho infilato il medio della mano sini-stra dentro la vagina e quello della mano destra dentro l’ano.Mariasevera ha sussultato, quindi mi ha abbracciato implo-randomi di non smettere.La troia seguiva il ritmo che avevo imposto cercando di af-fondare quanto più possibile così da sentire meglio la dop-pia penetrazione. È rimasta abbracciata a me, leccandomi con eccitazione sul collo.Ho cominciato a sentire le dita impiastricciate di succo va-ginale e l’ho penetrata più a fondo e con tutta la mano. Ma-riasevera non ha resistito, si è piegata con le ginocchia ed ha lanciato un grido intenso per il piacere raggiunto.Mi ha guardato negli occhi, ha sorriso ed ha preso il cazzo in mano. Lo ha smanettato per alcuni secondi, quindi si è inginocchiata davanti a me osservando la verga imprigio-nata dalle sue sapienti mani. Ha tirato fuori la lingua ed ha leccato con delicatezza la cappella. Ha passato la lingua sul filetto e su tutto il glande, quindi ha leccato il cazzo co-me se stesse gustando un prelibato gelato. È arrivata ad inumidire tutto il membro per fermarsi a bagnare la sacca delle palle; tenendo sempre il cazzo in mano è rimasta a leccare i testicoli e sotto di essi fin quasi ad arrivare al buco del culo.Ha sentito il cazzo farsi sempre più caldo, quindi lo ha pre-so completamente in bocca, si è aggrappata ai fianchi ed è partita per un estasiante pompino. Ho sentivo la cappella arrivarle in gola e godevo per la sensazione che la sua lin-gua leccasse sapientemente ogni parte del mio cazzo; in-tanto lei ha continuato incessantemente a pompare avver-tendo il cazzo ingrossarsi ad ogni botta della sua lingua. Le ho portato le mani dietro la testa e l’ho obbligata a tenere l’intera verga dentro la bocca. Sono esploso in una violenta ed abbondante sborrata che Mariasevera non ha esitato ad ingoiare completamente sotto i miei insulti”Ingoia troia; fammi vedere quanto sei maiala. Dissetati con la mia sborra vacca, puttana. Continua che poi ti rompo il culo”.Ingoiata l’intera sborrata, Mariasevera ha continuato a te-nere il cazzo in bocca per pulirlo dagli ultimi residui di sperma.”Fattelo smosciare in bocca che ti faccio un bel regalo; un regalo degno di una troia come te”Mariasevera ha alzato gli occhi ed è rimasta con il boccone a riempirle la cavità orale. Nel giro di poco il cazzo ha per-so la forza di rimanere ritto e si è smosciato senza ritegno nella bocca della donna.Le ho messo entrambe le mani dietro la testa, bloccando ogni suo movimento, quindi le ho intimato”Bevi il mio piscio, vacca”detto questo mi sono messo ad orinare nella bocca di Ma-riasevera che altro non ha potuto fare che bere il mio liqui-do puzzolente e nauseabondo.All’inizio ha cercato invano di liberarsi del boccone così da poter sputare la pipì; poi si è rassegnata ed ha cominciato ad ingoiare tutta la urina che sgorgava incessante nella sua bocca. Alla fine è stata quasi felice di quella inaspet-tata bevuta, infatti con voce timida ha detto”Non l’avevo mai fatto, ma sono contenta di aver provato anche questo. Lo sai che mi piace essere considerata una maiala senza inibizioni”.Mariasevera aveva l’alito molto pesante in seguito alla doppia bevuta di sperma e pipì così le ho detto di andare a lavarsi i denti.”Non mi va di scopare con una latrina. Lavati e torna qui che ti devo sbonnare il culo”Mariasevera si è alzata ed è andata in bagno a rinfrescarsi. È tornata dopo pochi minuti. Nel frattempo mi sono seduto sul suo letto massaggiando il cazzo per farlo riprendere, ma è bastato che Mariasevera si inginocchiasse tra le mie gambe e lo prendesse in bocca per due minuti perché la mia asta fosse pronta a ricominciare la giostra.Mariasevera si è alzata in piedi e mi sono ritrovato con la faccia all’altezza del suo pube; le ho allargato le cosce ed ho infilato la testa in mezzo leccando con avidità la sua fi-ca. Le ho succhiato il clitoride e le ho ficcato la lingua nella larga vagina. Mariasevera si è piegata in avanti per il desi-derio crescente e quando stava per godere mi ha fermato, si è messa a cavalcioni su di me e si è fatta chiavare. Si muoveva come una dannata in cerca di un intenso orga-smo che ha trovato di lì a poco.”Siiii godooooo, dai daiiii; sono una troia, una puttana, una vacca che pensa a godere. Daiiiii go-dooooooooooooooooooooooooooo”Si è accasciata su di me abbracciandomi.”Adesso ti metti carponi di fronte a quello specchio”.Mariasevera ha assecondato il mio ordine e si è messa a quattro zampe sul pavimento con la faccia rivolta ad un grande specchio che campeggiava nella stanza. Il culo ec-cezionale con le chiappe alte e sode e la fica continuava a grondare umori. Le sono andato da dietro e le ho strusciato il cazzo sulla vagina; l’ho inumidito per bene e quando l’ho ritenuto pronto, l’ho puntato dritto verso l’ano. Mariasevera si è contratta non appena ha sentito il cazzo sbattere con-tro il suo buco, ma si è rilassata quando ha capito che sarei entrato con dolcezza; ed infatti l’ho penetrata delicata-mente, ma quando il suo culo è stato pieno del mio cazzo ho aumentato il ritmo dell’inculata facendole, a tratti, anche male. Mariasevera però ha il culo rotto ad ogni evenienza per cui non le è stato difficile sopportare la mia violenza. Anzi quel ritmo doloroso per molte è stato per lei il viatico all’ennesimo orgasmo.Volevo godere, ma non lo volevo fare nel suo culo; così ho tirato il cazzo fuori dal suo culo e mi sono portato davanti al suo viso; l’ho presa per i capelli e mi sono masturbato per alcuni secondi, necessari per inondarle il volto di caldo e denso liquido seminale.Mariasevera ha chiuso gli occhi ed ha aperto la bocca ed in pochi secondi si è ritrovata il viso completamente ricoperto di sperma. L’odore della sborra le ha dato alla testa, ma niente in confronto al puzzo della pipì che le ho riversato in faccia e tra i capelli.Mariasevera era una maschera di piscio e sborra, ma quello è stato solo l’inizio di un tremendo week-end che l’aspettava.