Sono stato sempre attratto dalle donne più grandi di me, anche di parecchi anni. Non so, forse è l’inconscio desiderio sessuale verso la propria madre, forse è il sentirsi protetti da una figura materna o comunque della famiglia, fatto sta che le donne di oltre quarant’anni hanno sempre acceso in me dei fortissimi richiami sessuali. Purtroppo però non sono riuscito a realizzarli, tranne che una sola volta, con la signora Marta, una delle amiche d’infanzia di mia madre. Era una bella signora bionda di quasi cinquant’anni, mentre io all’epoca avevo poco più di vent’anni. Spesso andavamo a trascorrere le serate in casa loro, cenando e giocando a carte. Ormai eravamo molto intimi. Spesso Marta mi chiedeva se ero fidanzato ed io non sapevo cosa rispondere, e quando mi salutava mi abbracciava e mi baciava sulle guance. Marta e il marito avevano una casa al mare e spesso vi passavano dei fine settimana. Ci avevano invitato spesso, anche se la casa non era molto grande, ma io non ebbi mai la fortuna di passare qualche giornata al mare in loro compagnia. Una sera squilla il telefono e vado a rispondere. Era Marta. Voleva parlare con mia madre, ma era uscita.- Senti, caro, posso dirlo anche a te. La prossima settimana io volevo andare al mare con Marcello, ma dato che lui lavora dovrei rinunciarvi, a meno che tua madre non mi faccia compagnia. Anzi, se vuoi puoi venire anche tu, visto che il posto stavolta c’è. Mi raccomando, fatemi sapere al più presto! -Il giorno dopo mamma chiamò Marta e si misero d’accordo. Fui contentissimo della loro decisione, ed iniziammo subito i preparativi per il viaggio. Nessuna delle due aveva la patente, perciò toccò a me fare l’autista. Mamma si accomodò nel sedile posteriore e Marta al mio fianco. Era la fine di Giugno e già era terribilmente caldo. Marta indossava una camicetta bianca leggera ed una gonna verde con spacco laterale che, dal momento che era seduta, le arrivava a malapena al ginocchio. Durante il viaggio non persi l’occasione di guardare le sue belle gambe e sbirciare attraverso la camicetta che, dato il caldo, era aperta per un bel pezzo, mettendo in mostra un bel paio di tette, inguainate da un intrigante reggiseno nero. Spesso i nostri sguardi si incontravano, ed io arrossivo leggermente, pensando che lei intuiva dove stavo guardando. Dopo circa tre ore arrivammo a destinazione e iniziammo a portare i bagagli nella casa. Era una bella casa, anche se piccolina. C’erano due camere, una con un letto matrimoniale e l’altra con un letto singolo. Marta ci offrì la sua camera, ma mamma disse che era meglio che io dormissi solo, per cui io mi accomodai nella camera con il letto singolo. Mamma e Marta organizzarono un pranzo veloce e, nel primo pomeriggio, andammo subito in spiaggia. Rimasi a bocca aperta quando vidi Marta in due pezzi. Che fica! Alta, bionda, grandi tette, vita stretta, fianchi ampi e gambe lunghe. Certamente non era più giovanissima, ma quel corpo suscitava in me i più folli desideri erotici. Ci sdraiammo a prendere il sole e Marta, guardandomi negli occhi, chiese se qualcuno aveva voglia di spalmarle un po’ di olio abbronzante. Mi parve un chiaro invito, perciò mi alzai e andai verso di lei. Era sdraiata a pancia in sotto con la testa adagiata sugli avambracci. Feci scivolare l’olio dalla bottiglietta sulla schiena di Marta ed iniziai a spalmarlo con le mani. Il contatto con la calda pelle di Marta mi eccitò terribilmente, tanto da dover nascondere in qualche modo la mia erezione. Avevo finito di spalmare l’olio sulla schiena e stavo per rialzarmi, quando Marta mi disse:- E le gambe? Non vorrai mica che me le scotti . . . -Mi riabbassai e misi un po’ di olio sulle gambe. Iniziai a spalmarlo, e notai che Marta aveva allargato le gambe più del necessario e addirittura, con una mano, spostò i bordi del costume all’interno del solco che divide le natiche, in modo da scoprirle quasi del tutto. Dalla posizione in cui mi trovavo avevo una visione privilegiata delle sue parti intime- Per favore, Andrea, metti l’olio dappertutto, fino in cima, non lasciare parti di pelle senza olio, altrimenti mi brucio . . . -Non sapevo cosa fare. Ogni volta che mi avvicinavo alle chiappe guadagnavo un po’ di terreno, ma avevo paura a spingermi oltre. Notai che Marta, quando le mie mani strusciavano sulle chiappe, muoveva il bacino a destra e sinistra, in modo tale da far infilare il costume sempre di più nel solco tra le natiche. – Credo che possa bastare – dissi e mi rialzai. Il cazzo faceva fatica ad entrare nel costume perciò mi sdrai velocemente sull’asciugamano a pancia in sotto. Dopo circa un ora mi alzai e decisi di fare il bagno. C’era pochissima gente ancora in quel periodo, e il mare era uno spettacolo.- Io vado a fare il bagno -Marta invitò mia madre a farlo anche lei, ma si rifiutò, per cui ci avviammo verso la riva io e Marta.- Sai nuotare – mi chiese- Certamente, e tu? — Anch’io. Proviamo ad arrivare agli scogli? -Entrammo in acqua e, dopo esserci acclimatati, iniziammo a nuotare verso gli scogli. Io arrivai per primo e mi accomodai su uno scoglio. Marta stava per arrivare e iniziò anche lei a salire.- Per favore, Andrea, aiutami, ho paura di cadere -Allungai una mano e cercai di issarla sullo scoglio, ma Marta perse l’equilibrio e cadde in acqua, trascinandomi con lei. Una volta in mare ci trovammo abbracciati e, nonostante fossimo riemersi, Marta non abbandonò la presa.- Scusami, Andrea, sono scivolata — Non ti preoccupare, non è successo niente -Il contatto con il suo corpo mi fece impazzire. Sentivo le grandi tette premere contro il mio petto, e le gambe erano allacciate al mio bacino, per cui il cazzo era a contatto con la fica, separati unicamente dal tessuto bagnato dei rispettivi costumi. Rimanemmo in quella posizione per qualche secondo, guardandoci negli occhi, poi Marta abbandonò la presa e si riavvicinò agli scogli. Stavolta riuscì a salirvi sopra senza scivolare, ed io feci altrettanto. Ci posizionammo nel lato che da sul mare aperto, opposto alla riva, in uno scoglio abbastanza ampio e riparato. Non c’era nessuno, ne sugli scogli ne in mare. Marta si sdraiò supina sullo scoglio a prendere il sole, e così feci anche io.- E bellissimo prendere il sole qui. Quasi quasi mi metto in topless . . . -E così dicendo si portò le mani dietro la schiena, slacciò il pezzo superiore del costume e lo tirò via, scoprendo le sue magnifiche tette.- Che te ne pare? – mi chiese sollevandosi sui gomiti e sollevando le tette con le mani – Bellissimo . . . bellissimo veramente – mormorai con un filo di voce- Mi vuoi far vedere qualcosa anche tu? – mi chiese sorridendoDiedi un occhiata in giro per controllare se c’era nessuno, ruotai su un fianco ponendomi di fronte a lei e abbassai gli slip, facendo così uscire il cazzo che era ormai completamente eretto- Bellissimo . . . bellissimo veramente . . . – rispose Marta, fissando lo sguardo sul mio cazzo. Si spostò verso me fino a far aderire il suo corpo con il mio. Poggiò le tette sul mio fianco sinistro e scivolò con la testa verso il mio ventre. Con la mano sinistra prese il cazzo e iniziò a masturbarmi molto lentamente. Poi avvicinò la bocca e, aprendo leggermente le labbra, vi strusciò sopra la cappella. Quindi, sempre più infoiata, inghiottì il cazzo completamente e iniziò a farmi un clamoroso pompino. Ero in estasi, nessuna mi aveva mai succhiato in quel modo! Nel giro di pochi minuti ebbi un orgasmo travolgente, inondandole la gola di sperma. Marta succhiò quasi tutto il mio seme, lasciandone fuoriuscire solo modeste quantità, che leccò avidamente con la lingua.- Brutto sporcaccione! E’ così che si fa? Ed ora io come faccio . . . — Scusami, Marta, ma sei stata eccezionale . . . nessuna mi ha mai fatto un bocchino come questo! – Grazie, Andrea, è un bel complimento . . . fatto da un giovanotto come te . . . a una vecchia come me. Ci pensi? Potrei essere tua madre! . . . -Scoppiammo in una risata e ci abbracciammo. Il corpo caldo e maturo di Marta era per me fonte inesauribile di eccitazione. Le carezzai le tette e avvicinai la lingua ai capezzoli, leccando e succhiando ora l’uno ora l’altro. Marta sospirava- Ah . . . si . . . così . . . succhia . . . -Con la mano destra intanto ero sceso tra le sue gambe e accarezzavo la fica coperta dal tessuto degli slip. Poi un rumore improvviso ci fece sobbalzare e istintivamente Marta si coprì le tette con le mani. Io rimisi a posto il costume e mi allontanai da Marta. Qualcuno stava arrampicandosi sugli scogli. Rimanemmo in attesa e vedemmo un ragazzino spuntare da dietro gli scogli. Peccato! Il nostro bel momento di intimità era finito, per lo meno in quel momento. – Torniamo a riva, tua madre potrebbe preoccuparsi -Ci tuffammo in mare e nuotammo verso la spiaggia. Era quasi sera quando rincasammo. Spesso i nostri sguardi si incontravano e ci fissavamo intensamente. Dopo una bella cenetta andammo in balcone a goderci il fresco. Tra una chiacchiera e l’altra arrivammo quasi a mezzanotte- Ma non andiamo a dormire? – domandò mia madre- Beh, penso proprio che sia ora – rispose Marta- Io resto qui ancora un po’ . . . – aggiunsi guardando Marta e sorridendo. Sentii le donne parlottare tra loro mentre si preparavano per la notte, poi la luce si spense e la casa piombò nel silenzio. Dopo pochi minuti andai a letto anch’io, ma non riuscii a dormire e, ripensando a cosa era successo quel pomeriggio al mare, il cazzo si rizzò. Stavo per iniziare a spararmi una bella sega quando la porta della camera si aprì. Nella penombra vidi Marta entrare, richiudere silenziosamente la porta alle sue spalle e avvicinarsi al mio letto.- Marta! . . . — Ssssss . . . silenzio . . . -Piegò il ginocchio destro e lo poggiò sul letto. Con la mano destra iniziò a carezzarmi il petto e scese piano piano verso il cazzo, che era già in piena erezione. Io allungai una mano e le accarezzai la coscia sinistra risalendo lentamente verso il culo. Marta indossava una camicia da notte che le arrivava a metà coscia. Infilai la mano sotto la camicia da notte e raggiunsi la chiappa sinistra. Aveva una pelle calda e vellutata.- Aspetta, mi tolgo le mutande . . . -Senza abbandonare il cazzo, Marta si sfilò le mutande con la mano libera abbassandole fino alle caviglie e le lasciò in terra. Io ripresi le mie carezze al suo splendido culo, stavolta libero dalle mutande. Aveva una pelle liscia e vellutata, sensibilissima al tatto. Spostai la mano verso l’interno delle cosce e finalmente toccai i peli della fica. Erano intrisi di umori, segno che anche Marta era eccitatissima. Quando arrivai alle grandi labbra Marta emise un lungo sospiro e iniziò a muovere lentamente il bacino. La penetrai delicatamente con il medio e iniziai a masturbarla- No, fermo, voglio scopare . . . -Salì sopra di me a gambe divaricate e, guidando il cazzo nella fica, si mise a sedere sopra al mio bacino. Aveva una fica calda ed accogliente, con le pareti estremamante lubrificate che facilitarono enormemente la penetrazione- Mmmm . . . che bello . . . -Iniziò a muoversi sopra il mio cazzo. Intanto io avevo abbassato le spalline della sua camicia da notte e le avevo scoperto le tette. Marta stantuffava e io mi riempivo le mani con le sue grandi tette. Il ritmo aumentò fino a diventare velocissimo. Poi Marta si abbassò verso me, mi abbracciò e, mordendosi le labbra per non urlare, emise dei grugniti di piacere, segno che stava per arrivare all’orgasmo. Difatti dopo qualche istante si irrigidì e incollò la sua bocca sulla mia. Quasi contemporaneamente anche io esplosi in un orgasmo sconquassante, annaffiandole la fica con abbondanti quantità di sperma. Rimanemmo avvinghiati in quel modo fino a quando iniziò la fase calante dell’orgasmo. Marta scivolò via da me e si adagiò al mio fianco- Ah . . . che scopata . . . grazie, Andrea — Marta, non avrei mai creduto di godere così intensamente con una signora più grande di me. Sei fantastica! . . . -Marta mi baciò appassionatamente sulla bocca e poi, stringendo il cazzo moscio tra le dita disse:- Questo signorino mi farà divertire questa settimana. Speriamo che tua madre non si accorga di nulla però . . . — Ma no, vedrai, staremo attenti . . . — Ora torno di la, così tua madre non si insospettisce. Buonanotte -Mi baciò ancora una volta sulla bocca, si alzò, si rimise a posto la camicia da notte e si abbassò per raccogliere le mutande. Io ne approfittai e le infilai il dito indice nella fica ancora umida. Marta si girò, mi sorrise e si avviò verso la porta della camera, l’aprì e tornò nella sua camera, a fianco a mia madre, che continuava a dormire tranquillamente senza immaginare neppure lontanamente che suo figlio aveva appena finito di scopare con la sua amica d’infanzia!.
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