Marzia desiderava quell’automobile da almeno un mese, ma il padre era stato categorico. “Se io avessi una macchina tutta mia, tu non ti dovresti scomodare per accompagnarmi in ufficio e venirmi a prendere ogni sera.” Era convinta che questa strategia sarebbe stata quella vincente perché fosse accontentata ed, invece, era stata l’arma utilizzata contro di lei. “Marzia, ci ho pensato ed ho deciso.” Le aveva detto la sera precedente il padre, “Quell’usato che vuoi costa più di otto milioni e non intendo spendere una cifra simile per un tuo capriccio. Hai solo vent’anni!” Di fronte alle sue insistenze, aveva aggiunto, “Se proprio la vuoi, utilizza i tuoi soldi per pagare le rate.” … “Io quella cifra col mio lavoro non l’avrò mai. E poi è una macchina usata. Se non la compro subito potrebbero venderla a qualcun altro e … mi piace troppo.” Era seduta accanto al Sig. Losani, nella sua automobile, e stava dando sfogo alla sua rabbia. L’uomo, un collega del genitore, un quarantottenne ben distinto, dal fisico giovanile e muscoloso, era andato a prenderla all’uscita dal lavoro, dato che il padre avrebbe fatto molto tardi da un cliente. La ragazza era rimasta a lungo silenziosa e soprapensiero, poi aveva chiesto il suo aiuto. “Perché non parla lei a mio padre?”. Lui le aveva sospirato, dopo averci meditato su. “Non penso che avrei successo con Salvo. Quando prende una decisione è irremovibile.” Vide la ragazza mordersi il labbro per la rabbia crescente e bisbigliare qualcosa tra i denti, tipo “io gliela faccio pagare..” L’uomo si sentiva a disaggio. Avrebbe voluto aiutare in qualche modo Marzia, ma sapeva che il suo amico era ferreo nelle sue decisioni, qualunque tentativo di fargli cambiare idea sarebbe stato inutile. Ma allora perchè … ma sì! L’idea gli sembrò valida e la volle riferire alla giovane. “Non ti angustiare. Potresti cercare un lavoro aggiuntivo. Guadagneresti di più e, magari, arriveresti a pagarti l’auto.” Aveva notato immediatamente il viso della ragazza accendersi per l’entusiasmo. “E’ un’idea geniale, si! Ma cosa posso fare? Dovrei guadagnare almeno cinquecentomila lire al giorno. Mi dica e io la faccio.” Oh no! Che casino aveva combinato! Marzia credeva che il lavoro glielo potesse offrire lui, ma non era così. “Marzia, mi dispiace sul serio se hai creduto che potessi aiutarti io, ma non è così. Io..” “Potrei essere particolarmente disponibile” lo interruppe lei. “Cosa !?!” rispose l’uomo che non aveva compreso il messaggio “io per quella macchina farei qualsiasi cosa e .. non penso ad altro per avere quei soldi subito.” Abbandonò per un attimo la vista della strada che aveva di fronte per girarsi verso di lei, “Scusa Marzia, ma non capisco. Sarà che sto guidando.” Lei lo guardò decisa “Che ne dice se le facessi le stesse cose che faccio al mio ragazzo mentre lui guida in mezzo al traffico?” gli chiese spudoratamente. “ma che dici!?!” esclamò l’uomo, perdendo il controllo della macchina per un attimo. “Sono certa che le piacerebbe. Basta osservarla mentre mi guarda. Anche adesso sbircia in continuazione le mie gambe.” L’uomo era sotto shock! Non voleva credere alle proprie orecchie. Avrebbe voluto controllare il suo cervello, ma le parole gli uscirono di botto. “Ma cosa fai al tuo ragazzo?” disse con voce tremolante. “Ehi! Sicuro che lo vuole sapere?” All’uomo non rimase che deglutire in fretta, calando affermativamente la testa. “Quando c’è traffico ci annoiamo a stare in macchina senza fare nulla. Allora io lo intrattengo un po’ con dei giochi.” gli disse con voce seducente. “Non le piacerebbe se giocassi ora con lei.?” “Cazzo !!!” la macchina sbandò di nuovo mentre lui fissava dritto negli occhi la giovane brunetta.,Era seria quanto mai. “Ma davvero, saresti capace di..” le parole gli mancarono all’improvviso. “Certo che lo faccio”, quasi sussurrava, “lo porto fuori adesso. Con tutte le macchine che passano, e lo riempio di bacini, posso? Le piacerebbe?” “Ohhhh, Marzia ! .. non prenderti gioco di me.” “Gioco di cosa ?” chiese la ragazza mentre allungava una mano. “Lei pensi a guidare. Non vorrà far venire un vigile.” La mano s’infilò tra le gambe, accarezzando la verga già dura. Le dita premettero forte contro la circonferenza, abbrancandola dai lati per saggiarne la larghezza “è grosso! Complimenti.” Iniziò a sbottonargli i pantaloni, mentre l’uomo cercava di concentrarsi nella guida, infilando la mano dentro e continuando a stuzzicarlo da dentro. “Se vuole scendo un po’” Non credeva alle sue orecchie, alle sue sensazioni. Chinò la testa. “Succhiamelo.” Lei sorrise “Lo avrei fatto lo stesso, lei mi piace. Ma i soldi mi servono.” nel mentre gli abbassava velocemente i pantaloni e dava uno strattone ai boxer. Allungò le dita lunghe e delicate nelle mutande e afferrò l’asta. Lui sospirò un’altra volta guardando la mano della brunetta che si avvolgeva sul suo cazzo mentre lo portava fuori lentamente Si spostò i capelli, si piegò sul bacino e si ! lanciò. L’uomo sentì le labbra calde, bollenti premere sulla base dell’uccello. Poi un sonoro schiocco di labbra diede inizio al bocchino. La ragazza aprì la bocca e imboccò una decina di centimetri del pene, iniziando a pomparlo di buona lena. Afferrò la base del saldamente e spinse ulteriormente la bocca giù in fondo, forzando ancora altri centimetri nel fondo della gola. Una volta arrivata al massimo, iniziò ad andare su e giù, aprendo leggermente la bocca qualche volta per creare suoni osceni. Per chissà quanti minuti andò avanti e indietro con la testa, grugnendo e leccando. Le succhiate erano sempre più intense, sino a quando una bordata di sperma neon le esplose dentro la bocca. Lei ingoiò con foga, gustando il sapore di quella crema. La macchina sbandò nuovamente e lei si alzò. “Piaciuto?” Si puliva il mento e le labbra con la mano, incurante che qualcuno avesse potuto vederli. “Ma perché non chiama qualche suo amico, prima di tornare a casa? Sa che devo racimolare qui soldi, no?”
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