Veronika era sempre stata una ragazza sopra le righe. Innanzi tutto il nome. Veronika con la kappa. Le piaceva essere al centro dell’attenzione, da bambina, quando le maestre ed i compagni le chiedevano il significato di quella lettera. Che significato doveva esserci? Niente di particolare ovviamente, era solo un modo di distinguersi dalla massa. Era solo un modo per essere diversa, forse migliore degli altri. Veronika è davvero bellissima. Non è una di quelle donne truccate, che hanno bisogno di fondotinta o sostanze simili per apparire migliori. No, lei è già bellissima di suo.Alta, almeno 1,75 cm, slanciata, con due gambe lunghissime e perfette, vitino da vespa, sottile, che porta ad un seno abbastanza generoso, una quarta. Nonostante la quarta per qualsiasi donna possa sembrare eccessiva, per lei non lo era anzi. Indossava sempre camicette aperte, o maglie scollate, che le permettevano di sfoggiare un decolté assolutamente eccezionale. Viso impertinente con un non so che di dolce. Capelli rossi (naturali), ondulati e lunghissimi, oltre i gomiti, anche se nessuno può quasi mai ammirarli visto che lei li tiene stretti in un severo chignon da cui non lascia sfuggire nemmeno un piccolo boccolo. La pelle ovviamente è candida, non pallidissima, ma di un colore tenue rosa pesca e le labbra sensuali che illuminano i denti bianchissimi. Ovviamente abbiamo tralasciato di parlare dei suoi occhi, per tenerli per ultimi. I suoi occhi, il vero mistero di Veronika. Azzurri? Indaco? Viola? Forse il colore non si può stabilire con una certezza assoluta, ma possiamo sicuramente dire che sono occhi da gatta. Occhi però senza alcun riflesso.Veronika ha subito un piccolo incidente stradale. Non grave, nel senso che è certamente rimasta quasi illesa e non ha rischiato la vita, ma i vetri rotti della macchina le hanno tolto la vista.Quasi nessuno si accorge di questo incontrandola sul lavoro. No, nessuno. Lei è fiera, sempre in tailleur, impeccabile, mai incerta. C’è qualcosa che Veronika non ha detto a nessuno: non è così sicura come sembra. Nella sua oscurità, ormai 3 anni di completo buio, ha imparato a vivere, contando ancora di più su se stessa senza appoggiarsi agli altri. Molte persone si sono avvicinate a lei con la pretesa di sopraffarla, altre mosse dalla pietà. Ma lei non sopporta entrambe. Nel weekend è rimasta a casa a pensare. Le è arrivata una raccomandata, un possibile intervento guaritore agli occhi. Probabilità di riuscita massima: 90%. È quasi certo. Potrebbe recuperare la vista. E se non andasse bene?? Lei è una donna realizzata professionalmente e nonostante il suo handicap la sua società continua a svilupparsi principalmente per il suo intuito, per i suoi meriti. Ma la sua vita sentimentale è nulla. Nessun uomo di cui si fidi. Nessuno da tre anni è riuscita ad avvicinarla. Perché? Forse perché era presa da altri problemi, ma è più probabile che molti erano affascinati dalla sua cecità. L’amore le mancava certo, ma non riusciva a fidarsi di nessuno. Le mancava anche il sesso, ma quello è un altro discorso. Ora era lunedì mattina. Mancavano 7 giorni all’intervento. Che le avrebbe ridato l’indipendenza, la totale responsabilità di se stessa. Non aveva confidato niente a nessuno, nemmeno a quella che considerava la sua unica amica: Marzia.Marzia era la sua segretaria, ma Veronika non la trattava affatto come tale. Veronika non l’aveva mai vista, l’aveva assunta solamente dopo l’incidente, per farsi aiutare in mansioni che prima era solita svolgere da sola. Marzia era simpatica, estroversa, disponibile, ma mai invadente. Era sincera fino all’esaurimento nervoso. Era l’unica che aveva infranto un pochino la sua corazza. Marzia era entrata nell’ufficio. Sentiva il suo profumo leggero di legno di cedro. – Ciao Veronika, come va?– Benissimo Marzia, e il tuo fine settimana com’è andato?– Splendidamente – fu la risposta di MarziaVeronika scoprì con disappunto che era curiosa di sapere i dettagli. Marzia le aveva preannunciato, con la sua solita sincerità, che la settimana doveva passarla in montagna con un paio di amici maschi, due ragazzi tutto pepe. Sì, Marzia era una donna che si sentiva libera, sessualmente in grado di compiere qualsiasi scelta. – Allora i due prescelti si sono dimostrati validi e degni di te- Commentò ironicamente.- Sì, devo ammetterlo, non erano niente male. Mi hanno fatto toccare il cielo non con un dito, ma con l’intera mano!- Marzia sospirò languida poi proseguì: – Tu invece? Ancora niente sesso? Posso assicurarti che per una bellezza come te questa castità è proprio un errore. -Veronika non si offese per il commento, anzi iniziò a sentire una certa sensazione nella bocca dello stomaco. Marzia sembra averci fatto caso perché continua a parlare.- Se ci fossi stata anche tu, sicuramente avrebbero saputo anche fare di meglio.. Sono sicura che entrambi ti avrebbero convinta di quanto tempo stai sprecando inutilmente. Dopo cinque minuti sotto le loro mani, e perché no, anche lingue, ti avrebbero risvegliata dal torpore Vero -Marzia rise leggermente, ma parlava sul serio e Veronika lo percepì. Arrossì in volto, e inavvertitamente si umettò le labbra.Marzia la incalzò leggermente. – Non dirmi che non ti tocchi nemmeno un po’ da sola… Pensa a quello stesso piacere moltiplicato almeno 3 o 4 volte, pensaci bene… Non dirmi che ti dispiacerebbe…- Veronika si sentiva come stordita. Sentiva il profumo di Marzia sempre più forte, forse si era avvicinata. Sì, sentiva il suo alito leggero sul viso. – Veronika.. – esordì l’amica.- Dimmi – riuscì a malapena a rispondere.Non uscì una sola parola di risposta dalle labbra di Marzia. Veronika era tesa, cercava di percepire qualcosa, ma vi era il silenzio più assoluto, solamente i due loro respiri, probabilmente affannati, nella totale oscurità. Sentiva caldo, molto caldo. Slacciò un bottone della camicetta per trovare un po’ di refrigerio. Marzia la scrutava. Sicuramente Veronika non si rendeva conto del suo potenziale femminile. Con la camicetta aperta si intravedevano perfettamente le sue curve. Si rendeva perfettamente conto che l’amica si era eccitate con le sue allusioni. E questo le piaceva. Voleva coinvolgerla nei suoi giochetti e nelle sue fantasie. Forse con l’aiuto di Veronika avrebbe provato qualche scintilla in più!Detto questo continuò a stuzzicarla. – Sai Vero, credo che ricorderò a lungo questa week-end. Marco poi è stato superlativo. Mi ha sdraiata sul tavolo della cucina e con la sua lingua mi ha provocato credo il più forte orgasmo degli ultimi tempi. Mi sono sentita quasi senza forza dal godimento. Il clitoride fra un po’ mi scoppiava dal piacere.- Si interruppe un attimo dal parlare e successivamente riprese: – Che ne dici di conoscerlo?- Veronika credette di aver capito male. – Cosa??- Marzia: – Non metterti subito sull’attenti. Potrebbe essere molto piacevole. Lasciati andare qualche volta- terminò la frase sussurrando, vicinissima a Veronika. Poteva sentire il cuore dell’amica battere velocemente. – Marzia ma cosa stai dicendo. – cercò di protestare Veronika.- Non fare la finta offesa Vero. Saresti tu la prima a trarne piacere. Dimmi seriamente: da quando non provi un orgasmo? Dico un orgasmo procurato da una figura diversa da te stessa. – Veronika decise di essere sincera. Era inutile fingere con l’amica. – Tre anni. -Marzia si stupì molto anche se cercò di fare l’indifferente di fronte a questa rivelazione.Però frenò ogni suo stupore immediatamente riprendendo il discorso.- Lo immaginavo. Ed ora mi dici per quale ragione proibisci a te stessa ogni divertimento??– Marzia, cerca di capirmi, ma lo sai quante persone ci hanno provato? E secondo te, ridotta così come posso decidere di fare sesso come fai tu? Sai in che guai potrei cacciarmi?-Marzia capiva eccome. – Allora chissà quanta voglia hai. – Azzardò. – Ma di me ti fidi?- Chiese- Certo che mi fido Marzia. – Rispose sicura Veronika.- Allora che ne dici se ti do una mano io a superare le tue paure? – Marzia non diede il tempo di risposta all’amica, ma le leccò le labbra con le proprie.Veronika sussultò stupita. Non pensò al fatto che fosse l’amica Marzia a baciarla. Il suo corpo si risvegliava dopo tre anni di torpore. Riusciva a pensare solamente a questo. Alla lingua che le accarezzava le labbra. Marzia dolcemente continuava a disegnarle il contorno delle bocca, già soddisfatta del fatto che l’amica non so fosse ritratta. Accompagnò il suo gesto accarezzandole le cosce sotto la gonna con la mano, scivolando lentamente ed impercettibilmente verso l’interno. Veronika si sentiva accaldata. L’amica si sarebbe offesa se lei l’avesse fermata? Ma lei voleva fermarla?. Fu il suo corpo a rispondere. Marzia passò a leccarle le labbra, e quando arrivò all’apertura della bocca non trovò alcuno ostacolo. Veronika aveva aperto la bocca e ora stava ricevendo la lingua dell’amica. Stava corrispondendo al bacio. Dapprima con timidezza e poi partecipò attivamente. Dischiuse timidamente le gambe alle carezze leggere e permise a Marzia di accarezzarle l’inguine. Era tutta bagnata. Marzia le slacciò la camicetta, lentamente facendole assaporare ogni brivido del proprio corpo. Le liberò un seno. Gonfio, dal capezzolo turgido. – Lasciati andare Veronika. – Le sussurrò prima di prenderle in bocca il capezzolo. Leccava il seno dell’amica, prima con dolcezza e poi con fervore, stuzzicandolo e succhiandolo. Veronika cominciò senza nemmeno accorgersene a gemere. Marzia quando la sentì le scostò le mutandine con le dita e la penetrò con il solo indice. Era bagnata e la vulva si apriva come i petali di un fiore sotto il suo tocco. Veronika sembrava non sapere più connettere, aprì maggiormente le gambe e cominciò a sfiorarsi il seno libero con le proprie dita. Con l’altra mano accarezzò i capelli di Marzia e le premette la testa contro le sexy mammelle prorompenti. Marzia non aveva fretta. Inserì anche un altro dito, lasciando il pollice a massaggiare il clitoride pulsante. Veronika gemeva sempre più forte, scordatasi del fatto che erano in un ufficio nel quale sarebbe potuto entrare qualcuno. Qualcuno le avrebbe potute vedere, avvolte in quel rapporto saffico, vederla gemere di piacere con la propria segretaria avvinghiata a lei, con la bocca attaccata al suo seno e la mano in mezzo alle sue gambe spalancate.No, pensava solo al piacere che la stava travolgendo. Forse non pensava nemmeno di arrivare ad una richiesta simile, ma sentì la propria voce chiedere all’amica: – Leccamela, ti prego. -Subito dopo aver formulato la richiesta si pentì ed ebbe paura di essersi spinta oltre. Sentì Marzia che si staccava dal suo capezzolo, smise di succhiarglielo. La sentì quasi allontanarsi ma immediatamente nell’istante che seguì sentì anche che Marzia le scostava le mutandine con più veemenza e si tuffava con la testa in mezzo alle gambe aperte. Prese a leccare esperta e Veronika smise di preoccuparsi sentendo la sua lingua calda e spugnosa lambirle ogni angolo di figa disponibile. Marzia assaporava i sapori dell’amica senza stancarsi. Le cominciò a succhiare il clitoride, passandogli la lingua sopra con forza, sapeva cosa poteva piacere ad una donna.Veronika urlò godendo come da anni non faceva. Marzia continuò ancora a leccarle la figa prolungandole il piacere. Veronika esausta chiuse le gambe non appena sentì Marzia spostarsi.Le era davvero piaciuto. Il sesso le mancava ed era inutile continuare a negarselo. Avrebbe conosciuto Marco, l’amico di Marzia e poi…. Chissà.
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