Alle volte capitano delle avventure quando meno te le aspetti. Avevo poco più di vent’anni ed ero fidanzato con una bella ragazza mora con la quale avevo molti incontri intimi, anche se fino a quel momento non avevamo mai scopato. L’andavo a trovare a casa ed ero conosciuto molto bene anche dai suoi genitori, che mi accoglievano come un familiare. Il padre era titolare di una piccola azienda di trasporti e stava sempre in ufficio, dalla mattina a sera inoltrata. La moglie spesso era con lui per cui io e Patrizia spesso ci trovavamo a casa da soli. Capitava a volte che rimanevo a cena e mi intrattenevo con i suoi genitori in lunghi noiosissimi discorsi. Patrizia durante il giorno studiava molto e la sera era molto stanca, per cui si addormentava sulla poltrona. Alle volte quando rimaneva sveglia mi posizionavo dietro di lei e le massaggiavo le spalle. Anche se non ero un fisioterapista, questo massaggio aveva un effetto benefico, quasi miracoloso, e Patrizia mi diceva che avevo le mani vellutate, addirittura "fatate". Dopo questo massaggio lei si sentiva rilassata e leggera come una piuma, anche dopo una lunga e dura giornata di studio. Spesso il massaggio continuava nella sua camera, distesi sul letto, ed ovviamente la cosa prendeva un’altra piega . . . Era una calda serata estiva e ero rimasto a cena. Il padre di Patrizia aveva telefonato per dire che sarebbe rincasato tardi. Eravamo in salotto a vedere la TV e la signora Erminia si stava lamentando che gli faceva male il collo e la schiena- Ci vorrebbe uno dei tuoi miracolosi massaggi! – – Se vuole posso farglielo, per me è un piacere -La signora Erminia era infatti una bella cinquantenne, alta, mora, occhi scuri, grandi tette e grandi fianchi, e non nego che più di una volta ho fantasticato eroticamente su di lei- Magari . . . Patrizia, non ti arrabbi? . . . — Ma no mamma, vedrai, ha delle mani portentose, ti sentirai meglio -Andai dietro la sua poltrona e iniziai a massaggiare delicatamente le spalle della signora Erminia.- Mmm . . . che bello . . . -La signora indossava una vestaglietta leggera e, dalla mia posizione, potevo avere un ampia visuale delle grandi tette, inguainate da un reggiseno nero di pizzo piuttosto ingombrante. Quando le mani passavano sulle spalline del reggiseno il massaggio non era molto piacevole.- Forse dovrei togliermi qualcosa . . . così il massaggio avrebbe molto più effetto e tu non dovresti fare troppe acrobazie — Come vuole, signora -Erminia si alzò e andò in camera. Io mi avvicinai a Patrizia e la baciai. Dopo qualche minuto la signora Erminia tornò in salotto e si rimise nella poltrona. Vidi che si era tolta il reggipetto. Tornai a massaggiarle le spalle. Erminia piegò il capo all’indietro e mi sorrise, fissandomi con i suoi occhioni neri. Poi, con mia grande sorpresa, si aprì la vestaglia e scoprì le tette favolose. Patrizia era seduta dietro di noi, e da quella posizione non poteva vedere quello che stava accadendo. Io non credevo ai miei occhi! – Bravo, continua così, mi sento quasi in paradiso . . . -Man mano che le massaggiavo le spalle le mie mani si spostavano sempre più in basso, fino ad accarezzarle, quasi involontariamente, i capezzoli. Volevo vedere la sua reazione. La signora Erminia non fece nulla per evitare quel contatto, e ad occhi chiusi continuava ad emettere dei lunghi sospiri.- Come sei bravo, Andrea . . . mi sento veramente molto rilassata . . . avrei bisogno dei tuoi massaggi anche per la mia povera schiena . . . dovrei sdraiarmi .. . — Vai in camera mamma, sdraiati sul letto, è un massaggio eccezionale, ti rimetterà a posto -Non potevo credere che Patrizia mi offrisse sua madre in maniera così spudorata! Lei sapeva benissimo come finivano le nostre sedute di massaggi! In ogni caso Erminia si richiuse la vestaglia e si alzò. Andammo nella camera matrimoniale tutti e tre. La signora si sdraiò sul letto a pancia in sotto e si abbassò la vestaglia fino ai fianchi, rimanendo a dorso nudo. Feci in tempo a dare un occhiata alle grandi tette. Patrizia si sedette su una sedia in fondo al letto e aspettò che io iniziassi il massaggio.- Mi scusi, signora, ma devo mettermi a cavalcioni su di lei, per fare un buon massaggio . . .– Fai pure, non ti preoccupare, mettiti comodo . . . -Mi tolsi le scarpe e salii sopra il suo culo, a gambe divaricate. Mi piegai in avanti e iniziai il massaggio sulla schiena. Il mio inguine aderiva perfettamente al suo culo, e il cazzo, quasi completamente eretto, le solleticava il solco tra le natiche, seppure attraverso il tessuto dei miei pantaloni e delle sue mutande. Ero eccitatissimo! Ogni tanto mi giravo verso Patrizia temendo una sua reazione negativa, ma il suo sorriso mi incitava ad andare avanti. Ma fino a che punto? Le mie mani percorrevano la schiena nuda della signora Erminia dalla nuca fino all’inizio delle chiappe, coperte dalla vestaglia, e quando le massaggiavo i lati del dorso non mancavo di darle una strizzatina alle mammelle, che fuoriuscivano lateralmente. Questo paradiso durò quasi mezz’ora, ed io non avevo il coraggio di andare oltre. Poi Patrizia si alzò e disse:- Ora è tardi, mamma, andiamo a dormire, anche Andrea deve tornare a casa — Va bene, però promettimi che quando mi serve me lo concederai ancora . . . — D’accordo mamma . . . purché rimanga tutto tra di noi . . . -Patrizia mi spinse fuori dalla camera e mi riportò in salotto. Si strinse a me e con una mano scese a tastare il cazzo.- Porco, sapevo che ti saresti eccitato . . . Ti piace mamma eh? . . . Cerca di non farmi arrabbiare, falle pure i massaggi, quando vuole, ma non andare oltre. Ci siamo capiti? -La salutai e quella notte a casa mi feci una sega magistrale, ripensando alle grandi tette e al culo della signora Erminia.Le cose andarono avanti nella maniera consueta, io continuavo a vedere Patrizia e i suoi genitori, e quell’episodio sembrava dimenticato. Poi avvenne la svolta. Patrizia era andata per una settimana a Firenze per motivi di studio, e un giorno la signora Erminia mi chiamò al telefono- Ti prego Andrea, mi sento male, ho dei dolori in tutto il corpo, vieni a farmi quei favolosi massaggi che sai fare tu! . . . -Con il cuore in gola e il cazzo dritto mi precipitai a casa della signora Erminia. Era il primo pomeriggio e stava a casa da sola. Mi aprì la porta e mi accolse con un grande sorriso. Mi prese per mano e ci incamminammo verso la camera. Si aprì la vestaglia e, fissandomi in maniera accattivante, mi mostrò le grandi tette. Si sdraiò sul letto a pancia sotto e mi pregò di iniziare il massaggio. Stavolta non ci osservava nessuno! Come l’altra volta il cazzo eretto le solleticava il solco tra le natiche mentre le mie mani percorrevano la sua schiena in lungo e in largo. Man mano che le mani scendevano in basso le scoprivo sempre più le natiche, e invece di trovare il bordo delle mutande mi resi conto che non le indossava. Mi feci coraggio e spinsi le mie mani sempre più in basso. La signora Erminia emetteva dei gridolini di piacere.- Va bene, signora? . . . – domandai con un filo di voce- Mmm . . . va benissimo . . . ti prego, non ti fermare . . . vai avanti . . . -Ora le sue chiappe erano quasi del tutto scoperte, e le mie mani le massaggiavano dolcemente i glutei. Infilai i pollici nel solco che le divide e cominciai ad accarezzare il buco del culo. La signora infilò una mano tra i nostri bacini e tirò via la vestaglia. Ora era completamente nuda! Aveva anche sollevato un poco il bacino, in modo da permettere alle mie mani un migliore accesso alle sue parti intime. Le mie mani cominciarono ad accarezzarle l’interno delle cosce e i peli della fica. – Andrea, ti prego, spogliati . . . -Non me lo feci ripetere. In pochi secondi ero nudo e mi inginocchiai tra le sue gambe. Mi piegai in avanti e iniziai a baciarle la fica- Ah . . . bravo . . . mi fai impazzire . . . -La penetrai con la lingua ed assaporai tutti i suoi umori- Ti prego, scopami, non ne posso più -Appoggiai il cazzo tra le labbra della sua ficona fradicia dei suoi umori e delle mie slinguate e glielo spinsi fino in fondo. Pompai per qualche minuto fin quando sentii la signora Erminia sospirare:- Vengooo . . . ah . . . vengooo . . . – Dopo pochi secondi venni anch’io inondandole la fica di sperma. Mi sdraiai su di lei e ci baciammo appassionatamente.- Era tanto che non scopavo . . . mio marito mi trascura . . . ed io ho tanta voglia di scopare . . . grazie, Andrea, non pensare male di me . . . non ho mai avuto rapporti extra coniugali, tu sei il mio primo amante, e sarai anche l’unico . . . -Ci abbracciammo e le nostre lingue si allacciarono in un bacio intensissimo. Sapevamo entrambi che la nostra relazione era appena cominciata.
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