Ci sedemmo, Giovanna si schiarì la voce, guardando alternativamente me ed Elisa, “Semplicemente e naturalmente: ci sono quasi quattro anni tra me ed Enzo.. lui è il mio unico fratello, e chiaramente per me rappresentava un Dio: nel periodo del mio sviluppo egli era già un uomo: era naturale che io lo spiassi, no? Lo spiavo quando si faceva la doccia, lo spiavo quando in bagno si faceva ogni sera magnifici segoni, lo spiavo quando d’estate dormiva seminudo, e mi sditalinavo in ogni momento pensassi a lui: poi mi disse che molte delle sue seghe erano destinate a me..che lui mi spiava quando mi spogliavo.. quando mi facevo il bidet..quando mi guardavo nello specchio, e mi toccavo. Un bel giorno, veramente bel giorno nonostante l’incidente motociclistico che gli causò la completa ingessatura della gamba sinistra, Enzo venne bloccato a letto: si era a fine giugno, prossimi alle ferie, avevo finito gli esami di maturità, e decisi che lo avrei assistito: tutta la famiglia rinviò le vacanze. Un bel ventilatore oscillante, mamma e papà al lavoro, Enzo disteso a letto con un paio di boxer, musica a volontà.. io accanto a lui, una t-shirt e uno slippino: come era meraviglioso quel corpo muscoloso, quella testa lievemente reclinata, quel torace leggermente peloso… ma.. nei boxer qualcosa si moveva… che desiderio…che fare?.. vuoi un bel massaggio? Senza attendere la sua risposta attaccai a massaggiargli i pettorali… i suoi capezzoli si irrigidivano..non potei resistergli.. mi attaccai con mille leccatine e morsicini ai suoi capezzoli.. la mia mano scese ad afferrargli l’uccello, spaventosamente lungo e duro.. le sue braccia mi attrassero ad un suo bacio.. le nostre lingue si avvitarono.. mi attaccai alle sue labbra, succhiandogliele, e poi scesi ad imboccargli il cazzo… non lo avevo mai fatto, ma lo avevo sempre sognato. Non tardò ad arrivare, povero caro.. da parecchio non si masturbava..e come era buono il sugo dei suoi coglioni.. e quanto ne era.. continuai a ciucciare finchè non mi sollevò la testa dal cazzo e se la portò in alto, labbra sue labbra mie, e succhiò quel poco che non avevo ancora ingoiato: mi sfilò la t-shirt e gli slippini, si fece scavalcare e mi posizionò a smorzacandela… mi ero bagnata tante volte che non si accorse che mi stava sverginando.. per me un po’ di dolore e poi.. il paradiso. Un’altra copiosa sborrata compensò la mia iniziativa. -che ho fatto! – -che abbiamo fatto?.. grazie, fratellone, amore mio..per anni ho sognato questo momento.. non sapevi che ero vergine? Grazie, gioia dalla mia vita- -ma..pigli la pillola?no, ma non credo che sia il mio periodo fertile.. non preoccuparti.- cominciai a prendere la pillola e per un mese, ad ogni buon conto, non mi donò più il suo sperma se non per via orale, o sulle tette.. o.. ma si, anche nel culetto, perché no? Ci appartenevamo, ed era ed è logico che lo facessimo, e che lo facciamo.. perché.. voi no?” “noi si, sempre, da sempre” rispose Elisa. Continuammo a parlare delle difficoltà incontrate, principalmente in una società che emargina l’incesto: per ora tutto bene, ma poi? Quando le famiglie avrebbero puntato ai matrimoni dei figli? Quando per motivi esistenziali le ragazze avrebbero voluto un figlio? E così continuando finchè, finito un CD, Elisa propose di metterci comodi, liberandoci degli abiti: in realtà l’Estate avanzava a grandi passi, e l’aria era tiepida e lussuriosa: le ragazze topless, i ragazzi in boxer continuammo a parlare per un po’, poi, quasi contemporaneamente Elisa mi sfilò il boxer, e Giovanna lo fece al fratello: allegre impugnando i nostri bastoni se li mostravano, confrontandoli: furono d’accordo che erano equivalenti, e decisero di fare una gara a chi faceva il pompino più lungo: onestamente devo dare atto che noi maschi eiaculammo quasi nello stesso momento..e la gara fu pari, anche se noi eravamo rimasti con i cazzi ancora turgidi: decidemmo di restituire il favore alle ragazze, ne divaricammo le cosce gareggiando a nostra volta in cunnilinguo: con mille urletti levarono gli slippini e ci offrirono le patatine, fradice e bollenti. Ora, se è meraviglioso eccitare una vulva succhiandola, mordendola, leccandola,e il tutto si completa tormentando i capezzoli di chi ami, cosa credi che provi se, alzando lo sguardo, vedi a portata di mano un altro seno, bello quanto quello che accarezzi? Elementare: sposti la mano, e ti impossessi dell’altro capezzolo. Succhiai a lungo il sugo di Elisa, che arrivò urlando il suo godimento: dopo poco anche Giovanna era venuta, e mi guardava in tono interrogativo “avete fatto gli sporcaccioni senza dirmelo?” Elisa fissava negli occhi l’amica “beh, non mi dispiace, viva lo scambio! Io voglio Enzo..voi che ne dite?” Giovanna mi afferrò l’uccello, che era più che mai rigido “d’accordo meglio in quattro.. risolveremo molti problemi” si mise alla pecorina, invitandomi a penetrarla…accarezzandole i seni e premendole i capezzoli cominciai a sfiorarle le piccole labbra col mio glande bollente e lei cominciò a bagnarsi: sarà astato il cambio di vulva, ma mi arrapò tremendamente sentire il mio cazzo che penetrava il suo utero che sentivo mi risucchiava dentro: quando la ebbi penetrata fino ai coglioni mi fermai, mordicchiandola sul collo, finchè lei non mi inondò di gioia bollente… mugolava per il godimento, mentre io spingevo la mia penetrazione,riversandole litri di sborra nel ventre. Elisa a sua volta godeva come una forsennata mentre Enzo le sborrava nelle budella…rimanemmo così allacciati per molto tempo, poi i nostri corpi si scostarono, e limonammo lungamente. “ora sono tranquilla” sussurrò Giovanna:”ci pensate quanto abbiamo guadagnato oggi? Primo: ognuno di noi ha due amori, e due amanti..e ci vogliamo anche bene noi quattro, no? Da un punto di vista sessuale sapete che possiamo realizzare tutti i desideri proibiti che prima o poi tutti sognano? Che so?.. la doppia penetrazione, l’orgia, e così via? E da un punto di vista sociale possiamo fidanzarci, tu con Enzo, io con Carlo? E sposarci, ed avere figli, e restare sempre uniti senza che nessuno abbia a malignare?” “Evviva” disse Elisa, porgendomi il culo e cominciando a leccare l’asta di Enzo “io inizio subito con due cazzi” Giovanna iniziò a leccarmi il culo, accarezzando le palle di Enzo “C’è posto per tutti!” Peccato che non ci si potesse fotografare in quel momento, e nemmeno dopo quando, dopo una sborrata generale io svuotai la vulva di Giovanna, Enzo quella di Elisa, di quanto nettare avevano prodotto. Si era fatto tardi:ogni coppia rientrò nella propria abitazione: Più tardi, a cena, Elisa, davanti a mamma e papà, mi chiese brutalmente quali fossero le mie intenzioni con la sua amica: la rassicurai dicendo che era una ragazza che mi piaceva, e che mi sarebbe piaciuto concretare la nostra conoscenza: i miei genitori si guardarono, a mio avviso tranquillizzati sul mio futuro . Il giorno dopo, io ed Elisa tornammo al mio studio: Varcata la soglia mille dolcissimi baci mentre ci spogliavamo, ed arrivammo nudi sul lettone, pronti per un 69, che volemmo prolungato, interminabile, finchè le mie palle non scoppiavano..arrivammo insieme, sborrando e urlando di gioia. “Hai visto?” quando ci rilasciammo Elisa si rannicchiò tra le mie braccia “credo che abbiamo risolto tutti i nostri problemi: non ultimi quelli sessuali, che prima o poi ci si sarebbero presentati: ti dimentichi che sei stato il mio unico uomo, e che prima o poi mi sarebbe venuta la curiosità di provare altri cazzi? Altre posizioni? Come avremmo risolto questo problema? Avresti accettato di soddisfare le mie esigenze, e come? Dio, come ti amo! E ti amo oggi di più, dato che son tranquilla che tu mi permetti di soddisfare tutte le mie inconfessabili voglie!” Bussarono alla porta.. infilai i boxer ed andai ad aprire: erano Giovanna ed Enzo.. ”benvenuti, avete fatto colazione?” “no, abbiamo fatto un po’ di spesa” “ci scambiammo un abbraccio.. Enzo entrò nel locale mentre Elisa si stava infilando una vestaglietta, la bloccò: “Che belle tette, posso?” e le slinguò i capezzoli, Elisa mugolò di piacere “prova!” e se lo attirò sul letto. Io e Giovanna andammo all’angolo cottura, e preparammo una bella caprese per quattro..visto che i due si davano da fare, lei alla pecorina, lui che la aveva infilata non so dove, e pompava beato, ci mettemmo a far colazione, innaffiando la caprese con una bella birra gelata. “Mi piaci tanto” MI disse Giovanna, sfiorandomi con i piedi le cosce “ mi piaci dentro e fuori.. credi che ci sposeremo?” “credo di si, anch’io ti stimo bella dentro e fuori e, a prescindere dalle storie congiunte, ti avrei cercato” I due avevano finito, e stavano sotto la doccia.. ci facemmo un caffè.. ci riposiamo?… ”mi fai un bidet?” chiese Giovanna, levandosi i jeans.. ”certo, amore”.. andando al bagno, le sfilai camicetta e reggiseno, lei fece una pipì mentre facevo scorrere l’acqua per intiepidirla, poi venne a cavallo del bidet mentre la mia mano le accarezzava, aprendola, la vulva, un mio dito la sgrillettava, la sua bocca imboccava la mia asta, slinguandola dolcemente…. ebbe un paio di orgasmi.. io mi trattenni…. andammo a letto, Giovanna supina io mi misi a cavalcioni sulle sue tette.. Mi fece una meravigliosa spagnola, di tanto in tanto imboccandomi il glande, ed alla fine isucchiando beata il mio seme.. dormimmo abbracciati.. al mio risveglio mi attaccai ai suoi capezzoli finchè non arrivò.. ”ti farò un figlio.. lo vuoi da me?” Mi chiese mentre la sua vulva si colmava di sughetto…”siii” risposi, succhiandole l’anima. La situazione era ormai consolidata, e possiamo definire idilliaci i nostri rapporti: si rese necessario però regolamentare il tutto: Ogni decisione, se giocare in due, in tre, in quattro, sarebbe stata presa alternativamente dalle ragazze. E fu un bene, perché si scatenarono le fantasie più disparate Un giorno Elisa volle spompinare contemporaneamente me ed Enzo: poi, senza ingoiare le nostre sborre, se le fece versare sul corpo, ed ordinò a Giovanna di leccargliele, mentre continuava a menare le nostre mazze, che alla fine infilammo nei loro culetti pompandole fino allo spasimo. Naturalmente Giovanna lo volle ripetere dopo che realizzammo un 138, ovvero 69×2 la fica di Elisa a me, il cazzo di Enzo a Elisa, la bocca di Enzo a Giovanna, che mi spompinava beata. Le ragazze poi vollero provare anche la doppia penetrazione, che prima realizzammo in tre, e poi naturalmente rifinimmo in quattro, con la doppiopenetrata che succhiava la fichetta dell’altra non erano rari però i momenti in cui ci amavamo in due, con la propria o la altrui sorella: e ci deliziavamo a vedere i nostri amanti godere tra le braccia di un altro. Nel desiderio di regolarizzare le nostre posizioni nelle rispettive famiglie un bel giorno decidemmo di comunicare che io e Giovanna, Elisa ed Enzo avevamo intenzione di fidanzarci, e di sposarci non appena avessimo potuto guadagnare: le famiglie furono felicissime, e si iniziarono grandi progetti per il futuro.
Aggiungi ai Preferiti