Melissa è una mia compagna di classe, non molto formosa, diciamo che fisicamente assomiglia alla Colombari, ma con meno seno (e quello della Colombari è rifatto…). A me comunque piace moltissimo, anche perché ha un bel culo e indossa magliettine aderenti che le fanno risaltare bene il seno. Per molto tempo le sono andato dietro, riuscendo solo a inanellare pali a ripetizione. Poi, quest’anno, ho iniziato a notare delle cose strane. Un giorno per esempio, ho notato che mi guardava con insistenza la patta; una volta, entrando nel bagno delle ragazze, ho letto un ‘apprezzamento’ sul mio pene; infine, ha cominciato a strusciarsi un po’ nel cortile. Viste le esperienze precedenti, ho pensato di aspettare: prima o poi accadrà qualcosa… Un giorno a scuola, infatti, mi avvicina e mi chiede se mi va quel pomeriggio di andare a casa sua verso le 5 per ripetere greco insieme: deve essere interrogata e vuole prepararsi per bene. Accetto e quando torno a casa, dopo pranzo, mi appisolo un po’. E’ inutile studiare prima di andare da lei, ci sarebbe poco tempo e non concluderei nulla. Quindi mi avvio e in una mezz’ora sono a casa sua, anche se è molto lontana rispetto a dove sto io. Trovo la porta di casa socchiusa e lei mi grida dal fondo della casa di entrare. “Entra e siediti sul divano, stò arrivando” e così faccio. Mentre aspetto guardo sul tavolo dove di solito lei studia e non trovo libri. Strano, penso. Non mi viene in mente neanche lontanamente quello che sta per succedere. Melissa dopo un po’ arriva: la sento dal passo pesante delle sue scarpe. E’ bella come al solito, penso appena la vedo. E’ completamente in nero: una maglietta aderente che lascia scoperto l’ombelico e il petto e le solleva un pò il seno; le maniche sono corte e arrivano al gomito, lasciano scoperti i polsi pieni di braccialetti. Sotto ha una gonna corta, nera anche questa, che mette in mostra le gambe (bellissime). Doc’s ai piedi, slacciate e senza calze. Fin qui tutto normale: l’unica cosa che penso velocemente è che così Melissa si veste per andare a una festa e far sbavare i ragazzi, non certo per stare in casa. Allora, mi dico, cosa diavolo vuole fare?? Mi alzo dal divano per andarla a salutare e sento sulla sua pelle quel profumo alla vaniglia che mi fa uscire pazzo. Sento che il pene è sul punto di drizzarsi, così mi precipito a sedermi, mentre lei resta in piedi. Poi mi chiede se voglio qualcosa e va verso la cucina ancheggiando sensualmente, mentre sono rapito a guardare i movimenti del suo culo. Siccome insisto che no, non voglio niente, ritorna verso di me, poi, arrivata a sue passi da me si ferma. “Greco ho finito di ripeterlo poco fa – dice – Ho voglia di fare qualcos’altro”. Mi viene un groppo in gola nel sentirla parlare così. Riesco soltanto a biascicare uno squallido: “Per esempio?”. Melissa si accarezza il collo con la mano dei braccialetti (ne ha più del solito: altro particolare). “Allora, vediamo un po’. Prima che arrivassi ho deciso di mettere tutti i braccialetti che ho, perché so che ti fanno impazzire, come il mio profumo alla vaniglia, del resto… Ho messo la gonna più corta che avevo per farti vedere le mie gambe, ma prima mi sono depilata per bene, perché so che la mia pelle ti piace liscia… Ah, ho un Settebello nella maglietta…” dice lei, facendomi sentire male all’improvviso. Poi, allunga la sua mano sinistra verso di me e la appoggia sulla mia spalla destra, facendo tintinnare i suoi braccialettini. Io le prendo le gambe con le due mani e le faccio salire lente verso il culo, palpandoglielo per bene. “Se c’è una cosa che mi fa eccitare – dice lei – è sentire le mani di qualcuno impazzire sul mio sedere…” “Solo guardarti mi fa eccitare. Solo vedere la tua mano muoversi e i braccialetti fare rumore…” le dico, prima di iniziare a leccarle l’ombelico. Melissa, eccitata, solleva la testa verso il soffitto. Io continuo a giocare con la sua pancia liscia e profumata, passandole le mani sulle gambe. Poi, lei si siede a gambe aperte su di me e fa: “Non c’è una sola cosa che faccia impazzire il tuo uccello e che io non conosca…” e dicendo così si siede a gambe spalancate sulle mie gambe e mi mette la lingua in bocca, mentre io non riesco a staccare le mie mani dal suo sedere. Bacia benissimo, Melissa, le nostre lingue si intrecciano da morire. Lei, sopra di me, si struscia su tutto il mio corpo: in pochi secondi, il mio pene è già in tiro al massimo livello. Con le dita, inizio a giocare con la figa: non ha biancheria intima addosso. Melissa, per tutta risposta, si sfila la maglietta e io, che non vedevo l’ora, le tocco il seno con tutte e due le mani, per poi morderle i capezzoli, impastandoglieli di saliva e prendendole in bocca tutto il seno. Inizia ad ansimare, mentre faccio semplicemente del petting e, al colmo dell’eccitazione, mentre sto per sbottonarmi i jeans, sento la patta bagnata: “Si, sono già venuta… – confessa, sorridendo – Sei così bravo…”. Dice questo e sento la sua mano sulla patta. Comincia a sbottonarmi i jeans (le scarpe le avevo già tolte prima). Poi, mi lascia in boxer e mi leva la maglietta con l’aiuto dei denti, ricoprendomi il petto di baci e giocando con il mio collo. A quel punto, ritorna sui boxer e me li sfila: il pene scatta su come una molla… “Lo sentivo grande, ma non pensavo…” dice, e dicendolo lo prende in mano. Avrei una voglia pazzesca di penetrarla, ma quando inizia a tirarmi la sega e sento i braccialetti tintinnare, perdo ogni controllo, ogni resistenza e mi abbandono al piacere della ennesima pugnetta, la prima con mani femminili… “E’ bellissimo – riesco solo a dire – Era una delle cose che desideravo di più da te…”. Melissa continua il suo lavoro e, a un certo punto, sono costretto a staccare le mie dita dai suoi capezzoli: si avvicina con il viso al mio pene: ancora non sono venuto. Lo scappella leggermente e soffia sopra. Godo. Poi, mi chiede un kleenex. Si, lo sta per fare! Infatti, poco alla volta, lo prende in bocca e inizia a spompinarmi. Ma sono talmente eccitato che, in pochi secondi, vengo nel fazzoletto che le ho dato. “Scusami, non sono riuscito a controllarmi…” le dico. “Come me prima, no? – aggiunge, baciandomi – Ma siamo appena all’inizio, Andrea”. E già mi infila il preservativo (con la bocca…). La guardo e non mi pare vero: stiamo facendo sesso; io e Melissa. Roba che sarebbe materiale per almeno tre mesi di autoerotismo! In breve, il mio pene, grazie alla bravura di Melissa, è di nuovo in tiro, alla grande. E, finalmente, inizio a penetrarla nella fica, a ripetizione, accompagnando ritmicamente il suo culo con le mani. Lei, sopra di me, si muove con disinvoltura: a volte, mi lascia uscire fuori e mi fa rientrare lentamente e raddoppia il mio piacere; a volte, mi fa entrare fino in fondo e la sento tremare tutta, mentre mi prende le mani e, con lei, tremano anche i braccialettini. “Sono un pò stanca – mi dice – Vai tu sopra” e io non aspettavo altro. Anzitutto, mi apro il varco leccandole un pò la figa e infilando la lingua in profondità: la cosa le piace da morire. Poi, risalgo su e inizio a stantuffare. Stò per venire e rallento, perché lei ancora non è venuta. Mi stendo su di lei e la bacio: le infilo tutta la lingua in gola e poi passo sul suo collo e dietro l’orecchio. “Continua, ti prego, mi fai impazzire” sussurra. A quel punto, ritorno a stantuffare e, stavolta, stò per venire sul serio e vengo nel preservativo, proprio mentre anche Melissa viene e sento la sua vagina contrarsi. Rimango dentro di lei per un minuto circa, per riprenderci. Poi, Melissa si solleva, mi toglie il guanto. Non ancora sazia, mi spompina di nuovo. E, quando sono ormai arrivato, si ferma e si gira di spalle: lo vuole nel culo!! Tutto avviene cosÏ velocemente che neanche ricordo tutto perfettamente. So solo che le stringevo forte le tette e lei urlava: “Solo tu potevi sverginarmi il culo, si!!!!” mentre io venivo interamente anche lì. Quindi Melissa si alza, mi guarda e mi dice: “Vado un attimo in camera: sono ancora le 5 e mezza” e sale verso la camera, completamente nuda, con solo le Doc’s ai piedi. Sono completamente impazzito e inizio a tirarmi una sega, da solo, ripensando a quanto successo. Quando Melissa ritorna, mi interrompo in tempo, ma il pene è assolutamente dritto come una lancia… Melissa mi guarda: ha due accappatoi in mano. “Forse non ti avevo ancora detto che ho una vasca idromassaggio… – dice, ridendo. E’ ancora nuda e mi lancia uno degli accappatoi – …che la mia famiglia è a Roma per tre giorni e che ho appena preso la pillola…”. Mi alzo dal divano e vado verso di lei. Il pene è ancora dritto e non potrebbe essere altrimenti, considerando quello che ho davanti a me. “Ti stavi tirando una sega, eh, porcellino…” mi dice Melissa, quando sono a due passi da lei, prendendomelo in mano e stringendomelo. Inizia a massaggiarlo, come sa fare lei. Io le prendo una tetta in mano e, con l’altra le palpo il fianco, fino al sedere. Gioco un pò con i suoi capezzoli: sono di nuovo duri… Sempre con la destra, mi accarezza i coglioni, risalendo poi, verso la punta del cazzo. Quando sente che sono sul punto di venirle in mano, si ferma e mi lascia completamente rincoglionito davanti a lei. “Ci hai creduto?…” mi dice ridendo e và verso la vasca da bagno. Raccolgo il mio asciugamano da terra e la seguo. “E tu credi che mi lasci fottere così?” le dico, arrivandole da dietro. Le passo le labbra sul collo e, con le dita, inizio a stuzzicarle la figa. “No, ti prego… Vengo subito così…”, ma non riesce a trovare la forza per protestare oltre. Siamo ancora sul bordo della vasca e siamo come paralizzati. Io continuo a baciarla sul collo e le mie dita entrano sempre più in profondità; Melissa ansima. A un certo punto, sento la sua mano all’altezza dell’ombelico: penso che voglia riprendere la sega di prima e la guido fino al pene. Invece, appena lo prende, lo avvicina al sedere e, poi, lo fa entrare per la seconda volta nel culo. A quel punto, devo cambiare strategia e sposto la mia mano destra davanti, per continuare a masturbarla. Melissa si appoggia con la sinistra al muro (nel frattempo, ci siamo spostati davanti allo specchio del lavabo…) e con la destra mi prende la testa. Poi, gira il capo e inizia a leccarmi (con non poca difficoltà) l’orecchio e a morderlo. Mi lascia dei morsi pazzeschi sul collo e poi guida l’altra mano verso il suo seno. E’ talmente eccitata che non riesce quasi a parlare: “Prendimi… capezzolo… Vengo… Sto per… Quasi, bravo… bravo”. Sento di essere sul punto di venire anche io e allora riunisco tutte le forze che ho: stantuffo violentemente, infilo le dita in profondità e le stringo il capezzolo con indice e pollice. Melissa è stravolta: appoggia la testa al muro e la gira verso di me per baciarmi. La guardo in faccia: sta godendo in ogni centimetro. Finalmente veniamo (ancora insieme) e io, distrutto, mi calo nella vasca idromassaggio. Melissa è devastata. Ansima e continua ad appoggiarsi al muro. “Tutto bene?” le chiedo. Non risponde e le ripeto la domanda. Melissa va verso il lavabo e si sciacqua la faccia. Poi, viene verso la vasca. “Quand’è che me lo hai chiesto la prima volta?” mi domanda. “Un anno fa, credo. Perché me lo chiedi?” rispondo. “E quante volte me lo hai chiesto?”. “Due o tre, mi pare”. Ora, è entrata con i piedi nella vasca ed è seduta sul bordo. Tira fuori una sigaretta da un portaoggetti sulla vasca. Ma non è una sigaretta… L’accende e, poi, me la passa. “Mi vuoi ancora?” mi chiede, guardandomi negli occhi. “Farei l’amore con te fino a morirne”. Melissa rimane in silenzio. Poi: “Prima, quando lo stavamo facendo appoggiati alla parete, mi hai fatto godere come non mi era mai successo. Avrei voluto non venire mai… Voglio continuare a farlo con te”. “Beh, anche io…”. “Scemo – dice, mettendo la mano nell’acqua e accarezzandomi il pene – Sto dicendo una cosa seria. Di solito, uno chiede “voglio stare con te”. Ma io so già che tu mi diresti di no. Per cui, la mia domanda è un’altra: “vuoi continuare a farlo con me? … E’ un modo per stare insieme”. “Meli, tu mi fai impazzire. Io ho sognato di fare sesso con te da quando ti ho visto la prima volta e lo so che non funzionerebbe mai stando insieme, come una coppia. Ma io voglio farlo con te. Ancora e ancora e ancora…”. “Allora, va bene? – domanda lei, passandomi la mano sui coglioni – Tu sei libero, io sono libera. Baci in pubblico quando ci va, usciamo insieme se ci va. Scopiamo quando abbiamo la possibilità di farlo…”. “Come faccio a risponderti di no, mentre mi stai tirando una sega?” le faccio io. Melissa entra in silenzio, sorridendo, nella vasca idromassaggio. Si siede sul mio pene, già dritto, con sicurezza. “Vedi? – le dico – Ormai lo trova da sé…”. Melissa mugugna di piacere e inizia a salire e scendere. Si avvicina con le labbra al mio petto e sale verso il viso, baciandomi dolcemente. Procede con regolarità, senza accelerare il ritmo. “Voglio venire tardissimo, stavolta” mi dice. Io le stringo le mani e risalgo verso le spalle, poi ritorno al seno, così piccolo, ma bello ugualmente. Melissa si concentra sul petto, ricoprendomelo di baci e di succhiotti. Poi, del tutto a sorpresa, accelera. Non l’avevamo ancora fatto senza preservativo e sentire la sua vagina attorno al pene mi fa già impazzire. E’ già un quarto d’ora che continuiamo nella più canonica delle posizioni, senza riuscire a venire. Poi, finalmente, l’erba inizia a fare effetto. Mi sembra di sentire Melissa dappertutto e la sua vagina mi sembra ora strettissima. “Il tuo pene è enorme, adesso, sai?” mi dice lei. “Il mio pene è sempre enorme…” rispondo e con le mani sul culo la guido con più forza verso di me. Altri cinque minuti e sono sul punto di venire. “Tranquillo, vieni dentro. Ho preso la pillola…” mi tranquillizza. Alché mi sollevo e mi metto in ginocchio nella vasca e la stringo addosso a me. “Devi pompare più tu, adesso” “Non c’è problema”. Melissa è all’apice del godimento e si posiziona in modo da aumentare la velocità e l’intensità della scopata. “Ci siamo…” le dico. “Anche qui…” risponde. Dò una decina di stantuffate potentissime: non riusciamo a trattenerci. Inizio a gridare e lei libera completamente la voce: è sensualissima mentre grida e la cosa aumenta il piacere. Ci siamo. Meli sente lo sperma entrare in lei. Restiamo uniti per un paio di secondi. Poi, io collasso nella vasca e lei mi segue, unita. “Benvenuto…” mi dice e riprende a baciarmi.
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