L’anno che mi fidanzai con mia moglie Anna, sua sorella maggiore, Giovanna, convolò a giuste nozze con l’attuale marito. Per essere più precisi bisognerebbe dire “ad ingiuste nozze” poiché, come mi raccontava sua sorella, cioè mia moglie, il loro rapporto era costellato di continui litigi, di periodi in cui non si frequentavano e di continui rappacificamenti. Non erano state poche le volte che era tornata a casa piangendo e ora, conoscendola, penso che ce ne voglia per ferire una donna così. Sì perché Giovanna è la bontà in persona. Sempre pronta ad aiutarti, se può. Ha però un difetto che negli anni i suoi genitori invece di cercare di correggere, hanno fatto aumentare. Giovanna ha continuamente bisogno di essere rassicurata su quello che fa, è l’eterna indecisa. E se questo poteva essere normale fino ai trent’anni, ora, che ne ha quarantadue ed è madre di due bei bambini, non lo è più. Ho sempre pensato che la loro decisione di sposarsi sia nata dalla speranza che, con un’unione ufficiale come è il matrimonio, il loro rapporto potesse stabilizzarsi. A tal proposito i suoi genitori la sconsigliarono perché erano coscienti del fatto che il matrimonio era un passo importante e una volta fatto era sotto gli occhi di tutto il paese, mentre, che da questo il loro rapporto si stabilizzasse era tutto da vedere. Gli dissero più volte di valutare bene la cosa. Che era ancora in tempo per ripensarci ma lei non ne volle sapere ed il matrimonio ebbe luogo. A distanza di oltre dieci anni siamo tutti d’accordo, compresa lei, che avevano ragione i miei suoceri. Infatti, lei e suo marito continuano ad avere continue divergenze d’opinione che spesso li portano a discutere animatamente. Più di qualche volta lui se ne è tornato a casa da sua madre per qualche settimana. L’unico collante che li unisce ancora sono indubbiamente i figli. “Se non ci fossero loro l’avrei mollato da un pezzo” dice mia cognata ogni volta che entra da noi o da sua madre dopo l’ennesimo scontro.Vivono dentro la stessa casa ma ognuno per conto suo. Sarei curioso di sapere quando è stata l’ultima volta che hanno fatto del sesso. Sono convinto che con un uomo così, con cui non è mai andata perfettamente d’accordo, Giovanna non si sia mai lasciata andare a letto e quindi a quarantadue anni non sa cosa significa godere sessualmente senza riserve. E’ un po’ grassottella, ha un po’ di pancetta, il viso paffuto ed è alta circa 1,60 metri. Non veste in modo appariscente anzi, i suoi vestiti sono tutti ampi a nascondere il suo fisico “cicciotto” come lo definisce lei. Dice sempre di volersi mettere a dieta ma poi la trovo sempre che spizzica. Mi guarda e per scusarsi dice che quello è l’unico piacere che gli è rimasto. Quando è allegra e sorride ha il sole in bocca ed i suoi occhi azzurro chiaro sono stupendi. Indossa un paio di occhiali che gli danno l’aria della professoressa e in casa tiene sempre i capelli raccolti a cipolla dietro la nuca con una penna. Mia moglie è sempre in pena per lei. Pensa che a 42 anni una donna dovrebbe avere una vita soddisfacente in tutti i sensi. A forza di ripetermelo ho iniziato ad osservare più attentamente mia cognata. Il viso pieno gli sta bene e il suo fisico non è poi così male. Ha effettivamente un po’ di pancia ma sopra c’è almeno una sesta di petto. Una volta mentre lei e mia moglie si provavano dei vestiti per una cerimonia l’ho intravista in maglieria intima e ho potuto constatare che ha due gambe piene ma belle tornite ed un culo grosso ma senza un filo di cellulite e che sta perfettamente su da solo a sfidare la forza di gravità. Il petto è leggermente calato ma a me sembra una cosa normale viste le sue dimensioni. Complessivamente è una di quelle donne con qualche chilo in più addosso ma tutta soda. A differenza di tante donne che, per bloccare i movimenti di un petto voluminoso usano un reggiseno rigido e rinforzato, Giovanna, a dispetto della sua timidezza, trova normale usare un reggiseno classico che effettivamente non riesce a contenere tanta…. esuberanza. E’ normale per lei mentre chiacchiera con noi o si muove per casa, infilare una mano dentro la camicia o il maglione e sistemare una mammella dentro la coppa. Cerco di non perdermi mai questi spettacoli di pochi secondi che, nella loro semplicità e naturalezza, sono veramente erotici. Un paio di volte si è accorta che la guardavo e ridendo un po’ impacciata e rossa in viso mi ha detto: “Mi è…. uscita fuori!” con un tono come a scusarsi. Mia moglie sa benissimo che a me piacciono le donne tettone e a queste scene mi dice: “Ma guarda quanto ben di dio sprecato quando si ha un marito come il suo!”. Me lo dice con un tono tra l’incazzato per la sofferenza della sorella, e il malizioso per i miei sguardi al decolté di Giovanna, che non gli sfuggono quasi mai. Questa affermazione di mia moglie io l’ho sempre pensata ma ovviamente non l’ho mai esternata ad alta voce. Vicino da noi c’è la fabbrica di indumenti intimi di una nota marca, che vende anche al dettaglio ai privati e spesso accompagno mia moglie a farci spesa. Ieri sera a cena mi ha sorpreso con una richiesta insolita: “Ti dispiace se domani viene anche Giovanna? Voleva comprare anche lei qualche completino ma come al solito al marito non ha nemmeno il coraggio di chiederlo”. Questa storia di portare Giovanna con noi a far compere non è nuova vista la sua decennale situazione famigliare, però su cose così…..femminili, si era sempre organizzata diversamente. Alla mia aria sorpresa, mia moglie sorridendo ha precisato: “L’ho quasi obbligata a venire. Oggi pomeriggio stavamo risistemando la biancheria nel suo comò e ho visto degli slip e reggiseni veramente logori. Sai che mi ha risposto quando glie lo ho fatto notare?”, “Che ci devo fare io con l’intimo sexy? Non ricordo più nemmeno come si fa…..!”. In quel momento, se mia moglie avesse avuto davanti suo cognato, l’avrebbe sicuramente strozzato. “Così però…….mi sembra…..si insomma….. di avere due mogli” le ho sussurrato pentendomi quasi subito di averlo detto. Invece lei: “Sicuramente ci guadagneremmo in salute sia io che lei!”. Questa affermazione mi è rimasta impressa perché devo dire che la situazione ha cominciato ad intrigarmi. Alle quattro passiamo da Giovanna e salgo a chiamarla. “Mi dispiace per il disturbo” mi dice subito evidentemente imbarazzata. Al che io, per non farla sentire di troppo tra me e mia moglie, gli carezzo la schiena rispondendogli: “Ma che dici! Ci facciamo una passeggiata così ci svaghiamo tutti un po’”. Entrati nel negozio, una solerte commessa ci viene incontro dicendo: “Posso esservi d’aiuto?” “No grazie”, rispondo io. Poi guardando mia moglie e sua sorella proseguo: “le mie signore vogliono dare un’occhiata”. A quelle parole Giovanna mi guarda facendo un timido sorriso ma palesemente più rilassata e mia moglie mi guarda in modo intrigante ma per niente arrabbiato. La cosa diventa sempre più interessante. L’ora successiva è stata un vero e proprio tormento. Vedere Giovanna che maneggia slip e reggiseni davanti a me sta facendomi diventare matto. Ha veramente buon gusto e me la immagino mentre li indossa. Mi viene un’erezione spaventosa e cerco di far finta di niente. Inoltre scherza spesso sul fatto che per alcuni modelli non trova le taglie per “ste’ zinne grosse che ho”, come dice rivolgendosi sottovoce a mia moglie tra il divertito e lo spazientito. Tornati a casa sono saltato letteralmente addosso a mia moglie. Mentre è in bagno a sciacquare nel lavabo gli indumenti appena comprati, gli vado dietro, gli sollevo la gonna, gli tiro giù lo slip e glie lo metto tutto dentro in un sol colpo con un sospiro liberatorio. Anche lei è un lago! A vedermi sbavare dietro alla sorella si è eccitata anche lei. “Sei un porco!” mi dice con voce roca poggiando le mani sullo specchio e spingendo indietro il culo. “Senti chi parla!” gli rispondo mentre la stantuffo con gusto infilando le mani nel maglione e sganciandogli il reggiseno per abbrancargli le mammelle. Duriamo tutti e due molto poco e lei viene prima di me. Poi mi fece sedere sul bordo della vasca, si inginocchia e si fa sborrare in bocca mugolando di piacere. Mentre ci ricomponiamo ci guardiamo imbarazzati. Sappiamo bene che mentre lo facevamo stavamo pensando ambedue alla sorella. La sera a letto la vedo un po’ turbata. “Che c’è?” gli chiedo. “C’è che Giovanna come è rientrata a casa ha cambiato umore. Sai che mi ha detto?”, “Ora che ho speso questi soldi e ho comprato questi completini per chi li indosso? Non ho né un fisico né un marito come il tuo”. “Quasi piangeva…..” e guardandomi con un’espressione nuova negli occhi continua “…..bisogna fare qualcosa per lei…..penso che tu…..dovresti fare qualcosa per lei”. Credo di non aver capito bene: ” Io cosa…?”. “Devi aiutare Giovanna……la devi trattare veramente come se fosse tua moglie……anche sessualmente” dice tutto di un fiato. Rimango di sasso. Era un sogno o realtà? “Hai capito benissimo” continua lei “sono disposta a dividerti un po’ con lei se questo serve a farla star bene. So benissimo che la cosa non ti dispiacerebbe” prosegue guardandomi eccitata e armeggiando per liberarmi dallo slip l’uccello duro come il marmo. “Lo vedi? Non puoi negare l’evidenza”. Si libera della camicia da notte mi sale sopra e si impala completamente. Anche stavolta è un lago e anche stavolta godiamo quasi subito mentre si fa ciucciare i grossi capezzoli. La mattina dopo decidiamo che spetta a mia moglie parlare con la sorella e fargli capire quali sono le sue intenzioni. La cosa non è però facile. Come reagirà Giovanna? Farà una sfuriata a mia moglie ad una proposta del genere oppure, almeno una volta si lascerà andare e penserà solo a se stessa? Qualche giorno dopo, con la scusa di fare un dolce, mia moglie invita Giovanna da noi e gli comincia a dire che indossa uno dei completini che ha comprato e gli sussurra all’orecchio che hanno già fatto colpo su di me. Glie lo dice con aria intrigante dandogli un colpetto di gomito ad un fianco e sua sorella arrossisce. “Ma che dici….” gli risponde imbarazzata. Poi però continua: “…..lo ha eccitato? Ti ha fatto complimenti per come ti stava?” e cose di questo genere. Mentre fa queste domande, il suo volto si rabbuia: “Io ancora non li ho indossati mai. Te lo ho detto. A che serve? Per andare al lavoro? Chi li vede?” Mia moglie a questo punto decide di lanciarsi: “Li potresti far vedere a Carlo…..”. Giovanna è a bocca aperta,; non sa che dire. “A Carlo?!?…..ma è tuo marito!!”. “Si ma è anche l’unico uomo che sa veramente come sei fatta, il carattere che hai. E’ l’unico uomo con cui ti confidi su tante cose, a cui chiedi consiglio….che mi fa sempre apprezzamenti positivi su di te come persona e come donna. Insomma Giovanna, se ci pensi, tratti più lui come marito che non …..quell’altro”. Giovanna non può negare l’evidenza dei fatti. “Si …..è vero…..ma è pur sempre tuo marito. Non è colpa vostra se io sto in questa situazione. Me la sono cercata e ora me la tengo” gli risponde demoralizzata e rassegnata. “Ma io sono tua sorella. Non puoi far passare i migliori anni della tua vita in questo modo squallido. Si vive una volta sola e oltre ai tuoi figli ci sei anche tu! Io non ce la faccio più a vederti appassire come un fiore che non viene annaffiato,….e se a questo non ci pensa quel coglione di tuo marito…..beh…..allora acconsento a che ci pensi il mio.…in fondo se deve avere una storia con un’altra donna sono contente che l’abbia con te….ecco…..ora ti ho detto quello che penso”. Giovanna si stava arrendendo. Come pensavamo io e mia moglie, la mancanza di quei complimenti, di quelle attenzioni di cui una donna ha bisogno per sentirsi tale, la lunga astinenza dal sesso vero, stavano avendo il sopravvento, nella sua mente, a quella vita vissuta solo per i figli, senza avere niente per se stessa. Non era ancora convinta ma non aveva detto di no. Nei giorni seguenti io e mia moglie non siamo riusciti a creare la situazione giusta per sedurre Giovanna. Situazione che invece si è presentata inaspettatamente quando me la sono vista sulla porta di casa con le buste della spesa in mano. Quel giorno non sono andato al lavoro perché non ero stato bene con lo stomaco durante la notte. Mia moglie, dal lavoro, aveva chiamato la sorella dicendogli se poteva farmi qualcosa da mangiare. “Ciao, Carlo”. Prendo le buste e la faccio accomodare. “A che devo questa piacevole sorpresa?” gli chiedo. “Anna mi ha chiesto se potevo accudirti qualche ora in sua assenza”, mi risponde mentre entra sorridendo. Appena si toglie il soprabito, mi accorgo subito che è vestita in modo leggermente diverso dal solito,….. più femminile. Indossa un golfino rosso sopra una camicia di stoffa molto sottile celeste. Una gonna blu sopra al ginocchio e persino scarpe con il tacco. “Così vestita stai veramente bene Giovanna” gli dico mentre la guardo vicino ai fornelli intenta a preparare il pranzo. “…..grazie” risponde lei senza voltarsi ma chiaramente contenta per quel complimento. La stagione ormai volge al bello ma io ho acceso lo stesso i termosifoni visto che non mi sento molto bene. Lei è chiaramente accaldata e il golfino non l’aiuta a star meglio. Da’ segni d’insofferenza ma non ha il coraggio di toglierlo. “Dovresti togliere il golf se non vuoi fare un bagno di sudore” gli suggerisco. Lei, quasi ringraziandomi con gli occhi lo sbottona ma è consapevole che la camicia che indossa copre poco e quindi è restia a toglierlo. “Dai a me”, gli dico prima che ci ripensi prendendone i bordi per sfilarglielo. A quel punto, per non sentirsi ridicola cede e mi lascia fare. Quando viene verso di me per mettere ai piatti vedo chiaramente il suo seno pieno che oscilla mentre si avvicina. Riconosco subito uno dei reggiseni che ha comprato con noi e glie lo dico tranquillamente per abituarla al mio sguardo su di lei. Con mia sorpresa, risponde confermando con naturalezza: “Così almeno qualcuno trae beneficio dalla spesa che ho fatto” dice evidentemente alludendo a me. “Anche tu ne devi trarre beneficio, Giovanna. Devi ricominciare a provare piacere quando un uomo ti guarda con desiderio. E’ una cosa di cui tutte le donne – e quindi anche tu – hanno bisogno”. Il ghiaccio è rotto e il pranzo passa discutendo piacevolmente del più e del meno. Lei acquista sempre più sicurezza e si lascia guardare senza problemi come se fosse veramente mia moglie. Alla fine la vedo rattristarsi. Capisco che sta già pensando che quando rientrerà a casa da suo marito tutto questo rimarrà fuori la porta. Devo agire! Un’altra occasione così non si ripresenterà tanto presto. “Ora ci vorrebbe un bel dolce”, gli dico facendogli chiaramente capire a cosa alludo fissandogli le tette. Lei mi guarda. Sta’ chiaramente cercando il coraggio di agire. Anche lei sa che non sarà facile ricreare una simile atmosfera tra noi. E finalmente succede! Si alza e inizia a sbottonare la camicia. La toglie e la poggia vicino al golf. Gira per la cucina con il solo reggiseno che tenta invano di tenere ferme quelle mammelle grosse e piene. Si avvicina ad una busta della spesa, estrae il barattolo della nutella comprato per la merenda dei figli, tira fuori dalle coppe le tette e con un cucchiaio la inizia a spalmare sui capezzoli. Poi si avvicina a me, si china facendomele penzolare a un palmo dalla bocca e dice: “Ecco il dolce che ho fatto per te! Spero sia di tuo gradimento!” Le prendo in mano e per qualche secondo ne saggio la consistenza e l’abbondanza. Sono stupende. Inizio a ciucciarle e leccarle. Prima una poi l’altra. Giovanna si sta sciogliendo. Ha un’espressione beata dipinta sul viso. Mentre mi dedico completamente a quel paio di zinne lei inizia a emettere dei sospiri a riprova del piacere che prova e nel frattempo mi carezza i capelli. Ho il cazzo durissimo che preme sulla stoffa dello slip e del pigiama. Vorrei liberarlo ma non so ancora fino a che punto posso spingermi. Ho paura di interrompere l’incantesimo che si è creato tra me e mia cognata. Quando i suoi sospiri diventano gemiti, comincio ad accarezzargli le chiappe. Prima sulla gonna poi, visto che lei gradisce, le infilo le mani sotto la stoffa accorgendomi che indossa calze autoreggenti. Si era preparata a questo incontro fin nei minimi particolari. Accarezzo con gusto quei due abbondanti globi di carne arrivando ad infilare le dita sotto l’elastico degli slip. Lei continua a gemere in modo sempre più incontrollato e a quel punto decido di spingermi oltre. “Il reggiseno l’ho visto e ti sta benissimo. Ora vediamo come ti stanno gli slip”, gli dico mentre alzandomi dalla sedia la scanso spingendola fino a farla poggiare con il culo al tavolo. Gli tiro su la gonna e glie la arrotolo in vita beandomi dello spettacolo che si presenta ai miei occhi. La faccio sedere sopra al tavolo ma quando gli prendo le caviglie per aprirgli le gambe lei oppone resistenza. Sono indeciso se continuare, con il rischio di mandare tutto a puttane, o fermarmi. Mi chino sulle sue mammelle e riprendo a ciucciarle. Lei si rilassa, poggiata con i gomiti sul tavolo emette un: “aaaaahhhhhhh…….. mmmmm….. sssssiiiiiii….. ciucciale Carlo….. ooooooohhhhhhh…… consumale……. sfruttale almeno tu….. ancoraaaaaa……”. Alzo la testa, ci guardiamo negli occhi e gli dico: “Giovanna, almeno una volta lasciati andare……. altrimenti non saprai mai a cosa ai rinunciato”. Lentamente mi tiro su, riprendo le caviglie e tento di allargargli le gambe. Questa volta, rossa in volto, mi lascia fare. Mi siedo sulla sedia con la testa in mezzo alle sue cosce. La prendo sotto le ginocchia e gli tiro più su le gambe. Lei si adagia sulla schiena e le tira su da sola mettendosi a novanta gradi. Quando prendo lo slip e glie lo sfilo lei spalanca le gambe offrendosi a me senza condizioni. E’ fatta. Affondo la faccia nella sua fica che è come un fiume in piena talmente tanti sono gli umori che secerne. La ciuccio con gusto e quasi subito la porto all’orgasmo…..e che orgasmo. Quasi urla. Un urlo liberatorio di femmina per troppo tempo repressa. Rischiamo di farci sentire dai vicini quindi alzo un po’ il televisore. Dura qualche minuto il suo godimento. Sembra che non voglia farlo finire mai. Poi invece inizia a calmarsi. “Non….non è possibile” balbetta, “non è possibile che sia così bello……a cosa ho rinunciato tutti questi anni”. Ha le lacrime agli occhi e decido che riprendere a lapparla per regalargli un altro po’ di piacere. Gli fa subito effetto perché ricomincia a gemere. Tiene le gambe in alto e completamente spalancate. Timidamente mi sposto con la lingua sul suo ano e sento subito che lei smette di gemere e contrae i muscoli del forellino come presa alla sprovvista. Insisto a massaggiarglielo con la punta della lingua e dopo un po’ la sento di nuovo gemere mentre, contemporaneamente, sento sotto la lingua il buco del culo che si rilassa e quasi si dischiude per agevolarmi nella leccata. Mi do’ da fare e la porto nuovamente prossima al godimento. Decido di osare ancora di più. Torno con la lingua a leccargli la fica mentre stuzzico leggermente il buco del culo con il dito indice. Scosto la faccia e affondo il dito nella fica e gustandomi lo spettacolo tanto atteso. Lei inizia a godere di nuovo e io riaffondo la faccia tra le sue cosce a ciucciarla a più non posso. Contemporaneamente, senza avvertirla, gli infilo tutto l’indice, ben lubrificato con i suoi stessi umori, nel culo. E quello che speravo succede. Lancia un urlo di piacere e mi viene in bocca. “Carloooooo…… Carlooooooo……. ssssiiiiiiiii…….. è stupendooooo…….. mmmmmmmm……. mmmmmm…… aaaaaaaahhhhhhhh”. Mentre sembra quasi impazzita per il godimento, allunga una mano e mi prende il polso del dito con cui le ho profanato il buco del culo. Penso che me lo voglia togliere invece cerca di muoverlo per fargli fare dentro e fuori. L’accontento subito ringraziando la troiaggine nascosta in lei e aumento la dose infilandoci anche il dito medio. E’ la goccia che fa traboccare il vaso. Mentre le ciuccio la fica e la inculo con due dita la sento godere così intensamente e convulsamente che ho paura si senta male. Gode! Gode! Gode. Fino allo sfinimento. Cercando palesemente di far durare il più a lungo possibile il godimento. Cercando di riscattare in una sola volta tutte quelle che si è persa in dieci anni di vita sessuale inesistente. Mi alzo lasciandola ancora che ansima, tutta sudata. Così scomposta, a cosce larghe e con quello stupendo paio di zinnone fuori dalle coppe del reggiseno me lo sta facendo scoppiare. Per me che non ho ancora avuto modo di sfogarmi sta diventando una sofferenza. Piano piano si riprende e si alza. Ma non si riveste. Anzi, toglie la gonna e la poggia vicino al golfino: “altrimenti si stropiccia troppo” mi dice. Mentre si muove per la cucina con le mammelle che ondeggiano fuori dal reggiseno, con calze autoreggenti, con scarpe col tacco e senza slip mi rendo conto che è una bomba sexy, almeno per i miei standard. Somiglia molto a Serena Grandi. Torna verso di me, si siede sulla sedia dove prima stavo io e dice: “Non ci crederai ma quando avevo vent’anni, vidi qualche film porno insieme a delle amiche. Erano del fratello di una di loro e li prendevamo a sua insaputa. Un giorno ne vedemmo uno in cui l’attrice protagonista aveva due poppe come le mie”. Sorridendo proseguì “ricordo ancora oggi le allusioni che facevano le mie amiche sulla somiglianza da questo punto di vista tra me e lei. Comunque, la cosa che ci colpì è che tutte le volte che lei faceva sesso, faceva venire i suoi amanti proprio con le poppe e sulle poppe……questa cosa mi è sempre rimasta impressa e……se vuoi oggi puoi fare lo stesso con me”. Mi guardò come se potesse aspettarsi un rifiuto mentre se le tirava su e le strizzava l’una contro l’altra. Io invece non potevo credere alle mie orecchie ma non persi tempo. Mi tolsi calzoni e slip e mi posizionai a cavallo delle sue gambe mettendogli il mio bastone ad un palmo dalla bocca e dalle tette. Non osai chiedergli di prenderlo in bocca per lubrificarlo e quindi glie lo spinsi tra le zinne provandone comunque un godimento pazzesco. “Che zinne che hai Giovanna. Se fossi tuo marito te le scoperei tutti i giorni.” Ogni tanto lo tiravo fuori e glie lo sbattevo sopra. Lei era chiaramente eccitata dalla situazione e muovendo le zinne cercava di rimprigionarcelo in mezzo. Nel muoversi, un paio di volte la colpii in volto e mi accorsi che le piacque anche questo. Allora iniziai a strofinarglielo in faccia e a riaffondarglielo tra le zinne. Strofinandoglielo in faccia, provai ad avvicinargli la cappella alle labbra e vidi che ogni volta lei timidamente tirava fuori la lingua. Glie lo misi di proposito davanti la bocca e gli dissi: “Fammi un bocchino, Giovanna, dai”. Lei diventò rossa in volto come se quello che stavamo facendo era niente a confronto. Ma l’eccitazione era troppo forte anche per lei e il suo rossore, all’inizio di vergogna, diventò invece di voglia. Iniziò a leccarlo, prima lentamente poi prendendo in bocca la cappella e lavorandola con la lingua. Io iniziai a muovermi e lei assecondò il movimento. Dopo un paio di minuti di questo trattamento se lo faceva sparire tranquillamente in bocca. Sembrava volesse inghiottirlo. La presi per i capelli e cominciai a scoparla in bocca con gusto. Lei gemeva e ciucciava come la più brava delle puttane. Con un servizio del genere non potevo durare molto ed infatti dopo un po’ sentii che stavo per venire e glie lo sfilai dalla bocca. Glie lo indirizzai sulle zinne e presi a masturbarmi mentre lei con una mano si impastava le zinne e con l’altra si masturbava. “Ti tratto come la troia del film Giovanna. Ti sborro su queste zinne da vacca che hai…… ssssssiiiiiiiii”. Iniziai ad annaffiarla con getti densi ed abbondanti avendo cura di distribuirne a tutte e due le mammelle. Lei iniziò a spalmarsela come fosse crema mentre godeva per la terza volta: “Quanta ne hai Carlo! Affogami! Lavami! Fammi sentire femmina almeno una volta! Fammi vedere che anche io posso far sborrare anche l’anima ad un uomo……”. Dovetti sedermi sulle sue gambe perché le mie tremavano. Neanche con tutta la voglia dei primi tempi avevo goduto così con mia moglie. Giovanna se ne era appena andata che io stavo già pensando a come scoparla insieme a mia moglie.Ma questo ve lo racconterò un’altra volta.
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